Cellule di grasso delle vie genitali
La cellula adiposa è un contenitore
strategico perché conserva, sotto forma
di grasso le proteine e gli zuccheri non
utilizzati dall’organismo.
Se necessario la cellula è in grado di
ritrasformare il grasso in proteine e
zuccheri e rimetterli in circolazione nel
sangue. La riserva di grasso non è di
per sé negativa ma quando l’accumulo
è eccessivo possono nascere seri
problemi. L’accumulo dei grassi non è
uguale
in
tutti
gli
individui:l’assorbimento è regolato da
un ormone che può agire diversamente
a seconda dei casi. È per questo che
alcuni ingrassano più di altri.
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Cellule dell’utero
L'interno dell'utero è ricoperto in superficie
dalla mucosa uterina, che ha il compito di
ospitare l'embrione e di passargli il
nutrimento necessario per la sua crescita.
Questa mucosa, essenziale per far nascere la
vita, è in realtà molto semplice in quanto
costituita da due soli tipi di cellule, raffigurate
qui nella foto: quella centrale azzurra e quella
di destra gialla, sono dello stesso tipo, solo in
momenti diversi dello sviluppo, ed hanno il
compito di produrre granuli di muco, ciò che
la cellula azzurra ha già fatto. C'è poi, a
sinistra, una cellula ciliata, il cui compito è
quello di aiutare le cellule secernenti nel
formare uno strato protettivo e accogliente
per l'embrione. La struttura della mucosa
uterina poggia su un tessuto ricco di vasi
sanguigni che a sua volta poggia su un
poderoso apparato muscolare, necessario per
l'espulsione del feto al momento del parto.
La tuba uterina
La tuba uterina o ovidotto è quel
tratto di tubo che collega l’utero alle
ovaie. In questo tunnel avviene la
fecondazione, le cellule ciliate
favoriscono il trasporto le altre
lubrificano il tessuto con il loro
muco. L’ovulo è stato “catturato”
sulla superficie dell’ovaio dalle
estreme estroglessioni di questo
ovidotto e grazie al muco viene
trattenuto
e
sospinto.
Gli
spermatozoi vengono aiutati e
capacitati da questa “vegetazione”.
L’ovidotto aiuta l’ovulo fecondato a
rotolare
nell’utero,
grazie
a
movimenti peristaltici e ad una
mucosa divenuta più scivolosa.
L’ovaio
Mediamente ogni 28 giorni, l’ovaio
spinge fuori un uovo per
perpetuare
il
rito
della
riproduzione.
Le
ovaie
contengono sin dalla nascita le
uova per tutta la vita, sono circa
un milione,ma solo poche
arrivano alla maturazione. Nella
vita la donna ha circa 500
ovulazioni. Col trascorrere degli
anni i rischi di incidenti di
percorso
e di malformazioni
aumentano
a
causa
delle
probabilità più elevate di
mutazioni nei cromosomi di
queste uova.
Le cellule nutrici dell’uovo: il follicolo
L’uovo è come un’ape
regina: le sue dimensioni
sono molto grandi e la sua
superficie è lateralmente
ricoperta da piccole cellule
balia che lo nutrono e lo
proteggono. All’interno di
questo “nido” l’uovo si
sviluppa e matura. Lo
strato di cellulette è sottile
quando l’uovo è a riposo
ma aumenta quando l’uovo
entra in maturazione. A
rompere della vescicola e a
far fuoriuscire l’uovo senza
danni
provvederanno
specifici enzimi ed ormoni.
La rottura del follicolo: l’ovulazione
L’uovo attraverso l’apertura
del tessuto si affaccia ed
inizia il suo lungo viaggio
verso l’utero. Durante la
maturità sessuale l’ipofisi
secerne specifici ormoni:
gonadotropine,
che
stimolano la maturazione
dell’uovo e provocano infine
l’ovulazione. L’ovaio così
stimolato produce a sua
volta ciclicamente ormoni
sessuali: progesterone ed
estrogeni.
Durante l’ovulazione
Dopo la rottura del follicolo fuoriesce
dalla lacerazione anche un altro
liquido, piuttosto colloso (quello
colorato in azzurro) che ha il compito
di facilitare, accompagnandolo, il
rotolamento dell'uovo attraverso le
escrescenze di cui è cosparso l'ovaio.
Subito dopo, mentre l'uovo si avvia
verso
l'ovidotto,
inizia
la
cicatrizzazione del follicolo, che in
capo a tre giorni circa si trasforma in
una grossa ghiandola a secrezione
interna chiamata corpo luteo, che
produce il progesterone, un ormone
che servirà a favorire la formazione
della mucosa nell'utero per poter
ospitare
l'uovo.
In
caso
di
fecondazione il corpo luteo continuerà
la sua funzione, altrimenti si
bloccherà, e l'intera mucosa uterina,
ormai
inutile
verrà
eliminata
attraverso le mestruazioni.
Dopo l’ovulazione
L’uovo si è liberato dal follicolo
nutritivo e si avvia lungo il
tubicino, trascinato da alcuni
tentacoli detti fimbrie. La sua
meta è l’utero dove, se tutto
va bene, verrà fecondato da
uno spermatozoo, a meno che
non ci siano complicazioni a
livello ormonale, per cui
l’uovo potrebbe non fermarsi
nell’utero. Succede (molto
raramente) che un uovo, per
caso venga fecondato quando
è ancora nell’utero. In tal caso
l’aborto è spontaneo.
La secrezione dell’utero
Dopo l’ovulazione, dal follicolo
maturato vengono liberati degli
ormoni che vanno a stimolare
l’utero per prepararlo ad
accogliere l’uovo, aumentando
la vascolarizzazione e coprendo
le pareti del muco uterino, ricco
di zuccheri e proteine. Un
processo simile ha luogo anche
nell’ovidotto, e ha lo scopo di
rendere più lisce le pareti per
rendere più facilitato il transito.
La nascita degli spermatozoi: il tubulo
seminifero
Gli spermatozoi nascono nei tuboli
seminiferi, collocati nei testicoli, e
all’inizio della loro formazione
presentano ancora 46 cromosomi,
come nell’esempio riportato dalla
foto. Soltanto in seguito le cellule,
avvicinandosi verso il centro del
tubolo, dimezzeranno il loro
patrimonio
genetico
a
23
cromosomi, acquisendo la classica
forma che già conosciamo. Una
curiosità dei tuboli è che, se
srotolati, hanno una lunghezza di un
chilometro, e il numero di
spermatozoi che contengono è
enorme, considerato che per un solo
lancio vengono utilizzate più di 300
milioni di cellule.
Il viaggio degli spermatozoi
Dopo un lancio, gli spermatozoi si
ritrovano nella vagina, dove avviene
una grandissima selezione naturale a
causa di un acido che elimina milioni
di cellule. Le più forti, cioè quelle
meglio protette dal liquido seminale,
sopravvivono ma devono ancora
sopravvivere alla selezione dell’utero,
dove le cellule strisciano sulla mucosa
(illustrazione foto), cosa che serve
loro per maturare, ossia per
sviluppare delle sostanze chimiche
che gli saranno d’aiuto per dissolvere
le sostanze difensive della cellula
uovo. A questo punto gli spermatozoi
sopravvissuti sono solo qualche
centinaio, contro i circa 300 milioni
che erano stati lanciati, perciò la
cellula che feconderà l’uovo verrà
scelta in base al suo sprint finale.
L’uovo
Quando gli spermatozoi sopravvissuti a
tutte le selezioni iniziali arrivano in vista
dell’uovo, essi devono attraversare le 2
barriere
difensive
della
cellula
femminile, ossia quella rappresentata dal
follicolo nutritivo rimasto attaccato alla
cellula al momento dell’ovulazione e poi
quella
della
zona
pellucida,
particolarmente selettiva. Per fare
questo, gli spermatozoi, come abbiamo
già visto, possono contare su degli acidi
chimici che contengono nella parte
anteriore (la “testa”). Per motivi di
selezione naturale, però, solo il primo
spermatozoo
che
arriverà
potrà
fecondare la cellula uovo, poiché appena
questo arriverà e perforerà le barriere
della cellula questa si irrigiderà
totalmente non permettendo l’ingresso di
altri spermatozoi.
La fecondazione
Lo spermatozoo che riesce ad
inoltrarsi oltre la zona
pellucida si unisce a questo
punto con il nucleo della
cellula uovo, dando vita ad
un nuovo organismo a tutti
gli effetti, essendo formato
da 46 cromosomi, 23 del
padre e 23 della madre.
Primi giorni di vita: la morula
Questo è l’inizio della nascita di un nuovo
essere. Le cellule si stanno dividendo: per
poche ore sono poche, poi diventeranno
milioni, miliardi. In questa fase ogni
cellula (blastomero) è ancora totipotente:
cioè se venisse separata potrebbe dar vita
a un essere completo. E, infatti, ciò che
ogni tanto capita. Se infatti, per esempio,
l’involucro che ricopre la morula e che in
questa immagine è stato eliminato si
rompe, queste cellule si possono dividere
dando origine a due o più morule: che a
loro volta daranno origine a due o più
gemelli. Naturalmente identici. Può
accadere che dei gemelli rimangano uniti
in certe parti del corpo (gemelli
“siamesi”): ciò è dovuto solitamente ad
una separazione tardiva o incompleta.
L’utero in gravidanza
Ormai l’utero è pronto per l’impianto
dell’embrione. La membrana che
riveste il suo interno (l’endometrio) è
turgida e le cellule sono aumentate di
volume e si sono moltiplicate. Qui il
sangue circola in abbondanza, e
questo dà modo alle sostanze nutritive
di sostenere la trasformazione dovuta
all’arrivo dell’embrione,dopo circa 56 giorni. Appena arrivato a
destinazione, l’embrione si impianterà
nella mucosa uterina, e rapidamente
occuperà tutto il suo spazio, grazie alle
sue propaggini, mentre una parte delle
sue cellule, insieme ad una parte della
mucosa uterina si trasformeranno in
placenta. Intanto i muscoli dell’utero
si preparano ad estendersi, e diventare
abbastanza grande da ospitare un feto
di 9 mesi.
La morte degli spermatozoi
Nella foto possiamo notare due
spermatozoi che hanno perso la
battaglia, e che ora stanno per
essere aggrediti ed uccisi da una
piccola folla di leucociti. I
leucociti sono arrivati fin qui
viaggiando
lungo
i
vasi
sanguigni, e uscendo con
movimenti ameboidi attraverso
delle strette fessure tra le cellule.
I
leucociti
ripuliscono
l’organismo da tutti i corpi
estranei. Ormai la fecondazione
è avvenuta, e si ripulisce il corpo
dagli organismi morti.
E il ciclo ricomincia: cellule germinali
primordiali
L’embrione si sta ormai sviluppando
nell’utero, e dalla foto si possono
osservare le zone destinate a diventare
i futuri organi di riproduzione. Nella
foto, in primo piano possiamo
osservare due cellule appena divise,
ancora attaccate, che appartengono ad
una categoria molto speciale, perché
sono cellule destinate a diventare
uova. Arrivate a destinazione, dopo
aver
attraversato
il
corpo
dell’embrione, queste future uova
continuano a dividersi, fino a
raggiungere l’incredibile somma di 67 milioni. A causa della pubertà di
queste uova ne rimangono appena
40.000. Queste uova assai più grandi
delle normali cellule, per nutrirsi
hanno bisogno dell’aiuto di celluleancelle cioè di una sorta di piccole
cellule follicolari che le avvolgono e le
alimentano.
Un fiore che sboccia: la salpinge
embrionale
E’ l’emergere della sessualità
femminile. Come un fiore che
sboccia. Questi strani petali sono
le fimbrie che si trovano
all’estremità dell’ovidotto, ed è
così che appaiono in un embrione
di circa 10 settimane. Il ruolo di
queste strutture è quello di
catturare l’uovo nei pochi minuti
che seguono l’ovulazione, e
sospingerlo nell’ovidotto, dove
avverrà l’incontro con gli
spermatozoi. In un essere così
piccolo, di sole dieci settimane, ci
sono, insomma, già tutti i tratti
dell’organo che servirà per la
fecondazione.
L’emergere della sessualità: il tubercolo
genitale
L’immagine
appartiene
ad
un
embrione
di
9-10
settimane:
sembrerebbe un pene in formazione,
invece appartiene a una femmina, e
si vedono appunto gli abbozzi delle
piccole labbra (nel maschio queste
due labbra si salderanno, con una
cucitura che rimarrà visibile), del
clitoride (che sembrerebbe il glande
maschile) e delle grandi labbra (che
si richiuderanno anch’esse per
trasformarsi
nello
scroto,
il
contenitore
dei
testicoli).
E’
un’immagine sconcertante, che ci
può far riflettere sulla profonda
somiglianza del maschio e della
femmina. Come ha detto un biologo:
“L’uomo è solo un po’ più uomo
della donna. E viceversa”.
Il perpetuarsi della vita: la riproduzione
cellulare
Queste sono cellule del tessuto ovarico
espiantate, cioè estratte dal tessuto e
coltivate in una soluzione fisiologica, per
osservarle isolate. La prima fase è quella che
si
vede
sullo
sfondo,
di
forma
quadrangolare, tuttavia, come si vede, le
cellule isolate tendono ad assumere una
forma sferica (a destra). I filamenti servono
alle cellule per esplorare l’ambiente. I
microvilli che si vedono in superficie
indicano che le cellule sono in piena attività
metabolica. Al centro un’altra cellula è stata
colta nel momento della divisione. Qui la
riproduzione è rappresentata nel suo modo
più semplice e primordiale: la replicazione
per semplice sdoppiamento cellulare. E’ così
che è cominciata la storia degli esseri viventi
sulla Terra, ed è ancora così che continua.
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