Questo progetto è la fine di un percorso durato sei
anni, cioè da quando ho fatto il mio ingresso in questa
scuola. L’esigenza di avere un gruppo di alunni che
mi aiutasse nell’allestimento delle Mostre Floreali che
il Preside aveva deciso di organizzare, mi ha portato a
coinvolgere molti alunni della scuola. …
Ho cercato di avvicinare al mondo della decorazione
floreale, allievi innanzitutto motivati, coinvolgendoli a
frequentare, in piccoli gruppi, corsi di decorazione
floreale con lo scopo di formare un team di lavoro che
fosse in grado di collaborare con me e il personale
tecnico della scuola, durante gli allestimenti degli
spazi espositivi a nostra disposizione. In questi anni
credio di essere riuscita a selezionare e formare un
gruppo di ragazzi e ragazze che ha imparato a
lavorare insieme, a rispettare i ritmi di lavoro imposti,
a collaborare con idee e suggerimenti personali per la
progettazione e realizzazione delle composizioni.
Tutto questo ha permesso di raggiungere l’importante
obbiettivo di fare conoscere l’attività svolta dall’Istituto
Aicardi anche e soprattutto ai non addetti del settore
floricoltura.
Con questi presupposti insieme alla Professoressa
Natta abbiamo pensato che la “quinta 2010-2011”
sarebbe stata in grado di portare a termine con
successo il progetto che avevamo chiuso nel cassetto
dall’anno scorso… e questi sono i risultati –
Grazie a Fulvia.
Grazie agli alunni della quinta in particolare a Samy
Cugge, Federico Faraldi, Sofia Giancola, Mattia Ludi,
Alessio Melini, Cristiano Musso, Laura Negroni, Erica
Ormea, Enrico Serva che sono sempre stati
disponibili alle attività del “Progetto Mostre – Fiori nei
diversi ambienti”
MATTIA LUDI
La creazione di un calice composto da tappi di diverso
materiale nasce dalla scelta di sviluppare l’argomento
della vinificazione trattato in tecniche delle produzioni.
Quale oggetto se non un calice, avrebbe permesso di
collegare questo argomento con i poeti Maledetti, il
Decadentismo?
Il calice contiene un solo fiore, e non uno qualunque,
ma un fiore che non esiste in natura, frutto della
fantasia.
Il fiore simbolo di purezza ma dal colore inaspettato,
formato da tantissimi petali (seguendo la tecnica della
glamelia) emerge dal calice in tutta la sua bellezza.
Il calice dalla struttura metallica, rivestita dai tappi di
sughero o in silicone, diventa una scultura importante
e anch’essa surreale.
A chiusura sono inseriti fiori di statice blu, foglie di
aspidistra lavorate in modo massificato e astratto, alla
base ritroviamo gambi di statice che rafforzano la
struttura apportando anche colore
LAURA NEGRONI
La composizione realizzata su struttura metallica nasce dal
disegno ideato all’allieva, e si sviluppa con movimento
elegante e continuo in quella che viene definita
composizione di “grande dimensione”.
Le foglie di palma di diverse tipologie (sia fresche che
secche) utilizzate integralmente (sia foglia che
infiorescenza), bene si inseriscono per rappresentare il
tema scelto dall’alunna.
Il punto focale racchiude i fiori (garofani) e i limoni
lavorati in massa, secondo i criteri della decorazione
floreale moderna: tuttavia il disegno morbido e sinuoso
conferito alle foglie di palma, colloca la decorazione nel
genere classico-libero.
Caratteristica e particolare la lavorazione intrecciata
della palma secondo la tecnica dei “parmureli”
volutamente inserita come
collegamento al territorio della Riviera di Ponente.
Anche con la scelta dei fiori e degli agrumi
troviamo prodotti semplici vicini a noi,
di immediato significato
come i testi dell’autore scelto.
Colori caldi, materiale secco a contrasto,
linee eleganti leggere e masse in forme diverse:
l’amore, la tensione, l
o stile di scrittura di E. Montale.
ENRICO SERVA
Pochi elementi di effetto immediato: il
fiore e la pietra legati fra loro da un
groviglio a simboleggiare i soldati
di Ungaretti.
L’ardesia è tipica del nostro
territorio, pietra levigata dall’acqua,
cotta dal sole apparentemente
resistente ma fragile come la vita
di un soldato al fronte.
Il garofano, fiore simbolo della
nostra riviera, è anch’esso
resistente, a volte profumato, ricco
di petali, dal colore intenso, ma
fragile è il suo stelo che oscilla al
vento e si “stocca” con il freddo o
ad un urto improvviso.
I rami incrociati a staccionata
rafforzano l’idea del filo spinato,
della trincea conferendo anche
profondità.
NOEMI GRANDI
La tartaruga: lentezza, saggezza, riflessione, il
viaggio, la scoperta lo scorrere del tempo, la
morte …il mare, la terra, la natura che deve
essere rispettata nel suo percorso.
Per realizzare questo progetto, Noemi ha
scelto la tecnica della lavorazione a pannello,
conferendo una buona tridimensionalità di
insieme.
Lo sguardo si sposta sulla superficie
soffermandosi per osservare i materiali
utilizzati e sentirne il profumo intenso, in tema
con le erbe officinali e aromatiche.
Le foglie secche di aspidistra dalle sfumature
argento e oro, ben si collegano allo sfondo
scelto e con la loro particolare lavorazione
ricordano il guscio della tartaruga.
La disposizione dei materiali è equilibrata
e ritroviamo rispettati i criteri
della forma, del colore, del contrasto
nonché i movimenti propri di una
composizione classica-libera.
MUSSO CRISTIANO
La decorazione floreale non prevede solo composizioni realizzate
con uso esclusivo di fiori ma anche l’impiego di materiali vegetali
quali verdura, frutta ed erbe aromatiche: un perfetto accostamento
per rappresentare la coltivazione biologica e anche l’estrosità di
G. D’Annunzio, autore scelto dall’allievo.
La composizione presenta un accostamento armonioso di forme
diverse, colori e materiali contrastanti; sono qui rispettate le regole
di proporzione, di asimmetria, di bilanciamento del colore e del
movimento fra gli elementi (lavorazione dentro/fuori) nonché di
morbidezza della linea grazie alla presenza di verdi quali l’alloro, il
rosmarino, la salvia, la lavanda.
L’inserimento delle aromatiche crea un buon collegamento grafico
ma anche un interessante richiamo alla gastronomia della Liguria.
Lo sguardo partendo dal punto focale rappresentato dai fiori di
carciofo vicino al bordo del contenitore, si sposta su tutta la
superficie in modo tridimensionale, cogliendo la cura dei
particolari nell’inserimento dei vegetali e i contrasti di colore.
Sicuramente una struttura che potrebbe essere inserita nei saloni
o nei giardini della villa del Vittoriale, considerando la scelta del
contenitore (vaso in stile) e l’elaborazione di disegno decisamente
classico.
GIANCOLA SOFIA
Il progetto di Sofia è strettamente collegato
allo studio e progettazione dei giardini. Il
giardino come luogo di rifugio, di protezione,
di riflessione…
Attraverso piante ornamentali si è curata la
parte decorativa pensando ad un disegno di
semplice realizzazione, come fosse fatto dal
“fanciullino”. Il fanciullino che scopre nuove
cose, che esalta gli aspetti più semplici e
banali della vita, che vuole fare nuove
esperienze, ma ha bisogno di protezione,
guida, sicurezza.
Ecco quindi la presenza della casa, realizzata
nel modo più naturale per offrire un riparo;
ecco i sentieri che rappresentano la via verso
l’ignoto ma anche il sicuro cammino che
conduce alla propria casa. La siepe esterna è
il limite oltre il quale il Poeta ha paura di
spingersi.
Il lavoro finale è proporzionato allo spazio
scelto, e con un po’ di immaginazione ci
troviamo a passeggiare come “fanciulli” al suo
interno.
MELINI ALESSIO
Il tema sviluppato da Alessio è il Futurismo: lo ha
rappresentato progettando un lavoro che
trasmette la sensazione del movimento, della
velocità, del caos.
L’inserimento di elementi naturali colorati quali la
betulla e l’acqua, accostati a materiali artificiali
(bottiglie di plastica e scarti di lavorazione dei
sacchetti in cellophan per fioristi), nonché la
presenza della struttura metallica a vista,
rappresentano a mio avviso, in modo semplice il
giusto collegamento tra l’arte floreale ed il
movimento letterario.
I fiori simboleggiati da bottiglie accartocciate
contenenti acqua colorata, vogliono essere una
libera interpretazione della natura, assumendo
forme insolite. Ogni fiore è diverso dall’altro,
come se stesse rotolando su una superficie
trafitta dalla betulla nera che trasmette tensione
e velocità (scontro e fuga) caratteristiche dei
testi futuristi. A chiusura della spugna tanti
tronchetti sembrano a mio avviso persone, che
si tengono vicine per non essere travolti da
questo caos … ma anche una tastiera di un
pianoforte che può produrre suoni fantastici.
La tensione, l’inaspettato, il non reale
l’apparente assenza di regole.
ERICA ORMEA
Il progetto realizzato enfatizza il fiore
all’occhiello del Dandy con una struttura di
particolare effetto, ottenuta con l’impiego
di materiali naturali e non assemblati
attraverso nuove tecniche sviluppate nella
decorazione floreale.
Particolare attenzione è stata prestata
nella scelta della forma (uso dei moduli)
del colore (tonalità e sfumature) dei
materiali (naturali e artificiali) dei contrasti
(lucido-opaco).
La struttura infine nulla toglie
all’importanza del fior scelto
(phaleonopsis) che è adeguatamente
inserito nei moduli.
A mio giudizio,
una giusta interpretazione
del tema scelto.
CUGGE
FARALDI
La progettazione di una scultura vegetale diventa
un momento di sfida con noi stessi.
In questo caso la sfida è doppia perché,
attraverso una installazione, si desiderano
rappresentare due progetti distinti che hanno
però in comune tante cose che possono
coesistere e offrirci diverse letture.
La sfida principale è quella di trasmettere il
messaggio del percorso di studi comune che
ognuno ha poi fatto proprio, attraverso
approfondimenti ed esperienze individuali.
Dopo aver scelto il luogo ideale, è stato
fondamentale analizzare quali elementi integrare
nel contesto generale e, trattandosi di una
scultura vegetale all’aperto, si è presa in
considerazione la resistenza degli stessi agli
agenti atmosferici.
La scelta dei materiali naturali, lavorati con le
moderne tecniche di assemblaggio, ha tenuto
sicuramente conto di sole, pioggia, vento.
In generale la distribuzione degli elementi è
bilanciata. Possiamo veramente immaginare
tante cose e dare diverse letture a ciò che stiamo
guardando.
Il territorio rappresentato tra due alberi:
pietra, foresta, vegetazione, acqua, vento, colori.
La struttura dinamica sospesa può evocare un
albatros o una nuvola futurista (aeropittura), le
rocce lavorate a massa, bagnate idealmente da
una pioggia di boccioli, ci ricordano sia il Carso
di Ungaretti sia i cocci di bottiglia di Montale;
la foresta con rami neri trasmette ansia tensione,
ma anche passione con i suoi fiori rossi.
Il mare di foglie da cui emerge la schiuma delle
onde può darci tranquillità e portarci lontano;
le sfere- futuriste. come bolle, salgono verso
l’alto portando con sé la schiuma del mare … il
ciclo dell’acqua continua …
Le tecniche utilizzate sono diverse:
tecnica di decorazione su pannello, con
particolare lavorazione delle foglie; lavorazione a
massa vegetativa per betulla e lastre di pietra;
assemblaggio di liane di vitalba; lavorazione di
materiali non vegetali per creazione di strutture
decorative.
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