COS’È LA SINDONE
La Sindone è un lenzuolo di lino tessuto a spina
di pesce delle dimensioni di circa m. 4,41 x 1,13,
contenente la doppia immagine accostata per il
capo del cadavere di un uomo morto in seguito
ad una serie di torture culminate con la
crocefissione.
COS’È LA SINDONE
TESSUTO A SPINA DI PESCE
m. 1,13
m. 4,41
COS’È LA SINDONE
Secondo la tradizione si tratta
del Lenzuolo citato nei Vangeli
che servì per avvolgere il corpo
di Gesù nel sepolcro.
Questa tradizione, anche se ha
trovato numerosi riscontri dalle
indagini
scientifiche
sul
Lenzuolo, non può ancora dirsi
definitivamente provata.
Notizie dai Vangeli
Matteo cap. 27
57Venuta
la sera, giunse un
uomo ricco, di Arimatea,
chiamato Giuseppe; anche lui
era diventato discepolo di
Gesù. 58Questi si presentò a
Pilato e chiese il corpo di Gesù.
Pilato allora ordinò che gli
fosse consegnato. 59Giuseppe
prese il corpo, lo avvolse in un
lenzuolo pulito
Marco cap. 15
42Venuta
ormai la sera, poiché era
la Parasceve, cioè la vigilia del
sabato, 43Giuseppe d'Arimatea,
membro autorevole del sinedrio,
che aspettava anch'egli il regno di
Dio, con coraggio andò da Pilato e
chiese il corpo di Gesù. 44Pilato si
meravigliò che fosse già morto e,
chiamato
il
centurione,
gli
domandò se era morto da tempo.
45Informato
dal
centurione,
concesse la salma a Giuseppe.
46Egli
allora, comprato un
lenzuolo, lo depose dalla croce, lo
avvolse con il lenzuolo e lo mise in
un sepolcro scavato nella roccia.
Notizie dai Vangeli
Luca cap. 23
50Ed ecco, vi era un uomo di
nome Giuseppe, membro del
sinedrio, buono e giusto. 51Egli
non aveva aderito alla decisione e
all'operato degli altri. Era di
Arimatea, una città della
Giudea, e aspettava il regno di
Dio. 52Egli si presentò a Pilato e
chiese il corpo di Gesù. 53Lo
depose dalla croce, lo avvolse con
un lenzuolo e lo mise in un
sepolcro scavato nella roccia, nel
quale nessuno era stato ancora
sepolto.
Giovanni 20
3Pietro allora uscì insieme all'altro
discepolo e si recarono al sepolcro.
4Correvano insieme tutti e due, ma
l'altro discepolo corse più veloce di
Pietro e giunse per primo al
sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati
là, ma non entrò. 6Giunse intanto
anche Simon Pietro, che lo seguiva,
ed entrò nel sepolcro e osservò i
teli posati là, 7e il sudario - che
era stato sul suo capo - non posato
là con i teli, ma avvolto in un luogo
a parte. 8Allora entrò anche l'altro
discepolo, che era giunto per primo
al sepolcro, e vide e credette.
CENNI STORICI
A tutt’oggi le prime testimonianze documentarie sicure e
irrefutabili relative alla Sindone di Torino datano alla metà del
XIV secolo, quando Geoffroy de Charny, valoroso cavaliere e
uomo di profonda fede, depose il Lenzuolo nella chiesa da lui
fondata nel 1353 nel suo feudo di Lirey in Francia, non lontano
da Troyes.
Marguerite de Charny, nel 1453, dona la Sindone al duca
Ludovico di Savoia.
CENNI STORICI
Amedeo IX il Beato, figlio di Ludovico, incominciò ad
abbellire e ingrandire la cappella del castello di Chambéry,
capitale del Ducato, dove, nel 1506 venne collocata la Sindone.
Il 4 dicembre 1532 un incendio devastò la Sainte-Chapelle e
causò al Lenzuolo notevoli danni che furono riparati nel 1534
dalle Suore Clarisse della città.
CENNI STORICI
Emanuele Filiberto trasferì definitivamente la Sindone a Torino
nel 1578. Il Lenzuolo giunse in città il 14 settembre.
Il dato della tradizione
Delle vicende lontane della Sindone non abbiamo vere prove
storiche, ma una lunga tradizione di testimonianze che ci
porta nell'attuale Turchia.
Non possiamo stupircene. Sappiamo che l'apostolo Giovanni
vi accompagnò Maria affinché essa fuggisse alle persecuzioni
contro i primi cristiani: la Turchia fu tra i primi luoghi ad
ospitare il cristianesimo nascente.
Ancora la tradizione ci riporta che l'apostolo Taddeo con la
Sindone arrivò ad Edessa, oggi Urfa.
Il dato della tradizione
Di quel telo ad Edessa si hanno notizie che
risalgono al quinto secolo d.C.; si narra di un telo
straordinario che veniva tenuto ripiegato in
modo tale che di tutta l'immagine del telo si
vedesse solo il volto. Nel 944 il telo sarebbe stato
trasferito a Costantinopoli, città conosciuta oggi
come Istanbul.
Nel 1204, sempre a Costantinopoli reliquie di
ogni genere vennero raccolte dai crociati.
Sicuramente qualcuno la prese, forse i Templari,
forse i crociati stessi, e così la sindone giunse in
Occidente.
Il lino sotto analisi
La pezza poteva fare parte di un tessuto di lino di grandezza doppia
secondo le misure dei telai in uso nell'antico Egitto.
La pezza risulta essere una tessitura a spina di pesce. Si tratta di una
tecnica antichissima che risale nientedimeno che all'era glaciale e quindi
non presenta alcun aiuto per tentare di datare il lenzuolo. La filatura è
irregolare il che indica che la fibra è stata filata a mano.
Ci troviamo di fronte a un lino di gran pregio, nato come articolo a
metraggio e poi lavorato con grande cura per realizzare questo telo. Era
sicuramente proprietà di una persona agiata anche se nessuno
ovviamente è in grado di dimostrare che sia appartenuta a Giuseppe
d'Arimatea.
Il lino sotto analisi
Iniziano negli anni Settanta anche gli studi medici. Sul
Sacro Telo noi vediamo l'immagine di un uomo. I
medici che lo hanno studiato ci hanno aiutato a
riconoscere non solo l'immagine di morte, ma anche
che la sua causa fu la crocifissione. Nonostante le
difficoltà di "lettura" del lino, si distinguono alcuni
caratteri che ci sfidano e ci interrogano nel profondo. I
medici sul telo leggono la rigidità cadaverica, ma
anche la mancanza di qualsiasi segno di putrefazione.
Notano sul corpo numerosissimi segni di ferite da
flagellazione, sulle mani e sui piedi scoprono buchi da
ferita di corpo acuminato (i chiodi), vedono i segni di
numerose punture sul cuoio capelluto (la corona di
spine), trovano una grande ferita al fianco sinistro
(risultato della ferita inflitta dalla lancia di un soldato
di cui riferiscono i Vangeli).
Il lino sotto analisi
Lo svizzero Max Frei ha scoperto
nelle polveri prelevate dal Sacro
Lino dei pollini di fiori comuni sia
in Turchia che in Terra Santa.
Il lino sotto analisi
Lo STURP
Negli Usa nasce lo Sturp: un progetto particolare
racchiuso da una sigla che significa Shroud of Turin
Research Project (progetto di ricerca sulla Sindone
di Torino).
Lo Sturp è composto da un gruppo di 41 scienziati di
ogni fede religiosa.
Il lino sotto analisi
Lo STURP
Per cinque giorni i membri dello Sturp lavorano
ininterrottamente. Le ricerche e le analisi si svolgono nelle sale
di Palazzo Reale, dove gli scienziati usano strumenti
particolari come lo spettrometro a fluorescenza X, lo
spettrometro a infrarossi, filtri dei raggi ultravioletti, fanno
radiografie e prelevano particelle di polvere e filamenti dal lino
servendosi di speciali nastri adesivi. Raccolta una grande
quantità di dati, i diversi scienziati tornano ciascuno al
proprio laboratorio.
Il lino sotto analisi
Lo STURP
Il lino sotto analisi
Lo STURP
Dopo tre anni di analisi dei dati raccolti a Torino,
lo Sturp fornisce i primi dati. Innanzitutto
dimostrano che la Sindone non è un dipinto:
l'immagine corporea non è costituita da alcun
materiale d'apporto, pigmento o colorante, quindi
nessuna particolare tecnica pittorica, ma è dovuta
a fenomeni particolari come l'ossidazione e
disidratazione della cellulosa contenuta nella fibra
del lino, ovvero una anomala forma di bruciatura.
Lo Sturp conferma anche che la cosiddetta
"bruciatura" ha colpito solo gli strati superficiali
delle fibrille.
Il lino sotto analisi
Lo STURP
Come si è formata l'immagine della Sindone?
Domanda a cui ancora manca la risposta.
Gli scienziati riescono a "vedere" anche il retro del lino. Si
scopre che sul retro non c'è l'immagine, ma sono invece presenti
le macchie di sangue.
Il lino sotto analisi
Lo STURP
SANGUE SUL LINO
Sul lino c'è sangue, è certo: le risultanze dell'analisi dello
Sturp provano che le macchie di apparenza sanguigna sono
effettivamente sangue e sangue umano appartenente al
gruppo AB.
Non solo, sotto le macchie non c'è immagine, segno davvero
significativo e sconvolgente che l'immagine si è formata dopo
il sanguinamento del corpo. La scoperta, merito degli
americani John Heller e Alan Adler, viene poi confermata dal
medico italiano Pierluigi Baima Bollone.
L'OSTENSIONE DEL 2010
«PASSIO CHRISTI, PASSIO HOMINIS»
Scrive il cardinal Severino Poletto,
arcivescovo di Torino, nel saluto di
benvenuto a quanti si recheranno a Torino
per onorare la Sindone: «Quest'immagine
misteriosa per le scienze, è per i credenti
un grande segno della passione di Cristo.
Per noi la Sindone è un richiamo forte a
contemplare, nell'immagine, il dolore di
ogni uomo, le sofferenze a cui spesso non
sappiamo neppure dare un nome. Per
questo il motto per questa ostensione è la
frase Passio Christi, passio hominis».
Cosa rappresenta per
i cristiani la Sindone?
È un’icona di
Gesù,
indipendente
mente dalla
sua
autenticità
PASSIO CHRISTI
PASSIO HOMINIS
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