di
Antonella Golino
Classe II Sezione i
.
Ottaviano
Claudio
Tiberio
Nerone
Caligola
41-54 d.c
Claudio
14-37
d.c.
Tiberio
Nerone
37-41 d.c.
Caligola
27-14 d.c.
Ottaviano
54-68 d.c.
Quadro
storico
-La dinastia giulio-claudia mirò ad opporsi alla vecchia, aristocratica, nostalgica dell’antica libertas, e ad
accentrare nelle proprie mani il potere, privando di autorità il Senato e ingigantendo l’apparato burocratico.
Si
creò
in
questo
modo
ben
presto
un
clima
di
sospetti
e
repressione.
-In politica estera tese a difendere i confini, senza mire espansionistiche. Unica eccezione fu Claudio in
Britannia
dal
43
al
56.
-Con sempre maggior frequenza viene concessa la cittadinanza a provinciali, come fa ad esempio Claudio con
gli aristocratici della Gallia Transalpina. Questa è una delle concause dell’emergere delle province, non più
totalmente succubi di Roma che cominciano ad avere il loro peso economico e politico.
Quadro
culturale
Tutta l’età sembra percorsa da un’ansia di ricerca del divino. Il Cristianesimo assume importanza e tutto
viene teso ad una continua ricerca di interiorizzazione alla scoperta del divino che è dentro di noi.
Molti storici non sono d’ accordo su chi sia il primo imperatore della dinastia. Alcuni iniziano da Cesare
perché appartiene direttamente alla gens Giulia, altri invece sostengono che sia stato Ottaviano a dare
ufficialmente origine alla dinastia e altri ancora che Cesare e Ottaviano non siano stati dei veri e propri
imperatori e quindi parlano della “dinastia dei quattro” facendola partire da Tiberio.
Io, con dinastia giulio-claudia ho voluto indicare la serie di imperatori che governarono l'impero romano
dal 27 a.C. al 68 d.C. e cioè Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone.
Il loro principato è stato caratterizzato da rapporti sempre problematici con l’aristocrazia senatoria, che
diminuirono
solo
sotto
il
governo
di
Claudio.
La dinastia viene così chiamata dal nomen (il nome di famiglia) dei primi due imperatori: Caio Giulio Cesare
Ottaviano, adottato da Cesare e dunque membro della gens Iulia e Tiberio Claudio Nerone figlio di Livia,
moglie di Augusto, appartenente gens Claudia.
Ottaviano(63 a.C.-14)
Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto meglio conosciuto
come Ottaviano, fu il primo imperatore romano. Restò sul
trono sino alla morte, e il suo principato fu il più lungo della
Roma imperiale (dal 27 a.c. al 14 d.c.).L'età di Augusto
rappresentò un momento di svolta nella storia di Roma e il
definitivo passaggio dal periodo repubblicano al principato. La
rivoluzione dal vecchio al nuovo sistema politico contrassegnò
anche la sfera economica, militare, amministrativa, giuridica e
culturale.
Come Imperatore, Augusto organizzò le faccende dell'Impero
con molta padronanza; si deve in larga misura al suo genio se
l'Impero sia rimasto tanto a lungo come lo aveva strutturato lui.
Fu adottato per testamento come figlio ed erede da Cesare e
dopo l'uccisione di Cesare (15 marzo 44a.c.) tornò per
reclamare i suoi diritti di erede. Pur essendo un uomo
apparentemente pacifico, il suo principato fu il più travagliato
da guerre di quanto non lo siano stati quelli della maggior parte
dei suoi successori.
Sul retro del sesterzio di Augusto, riproposto anche
dal suo successore, è rappresentato l’altare di
Lione, dedicato a Roma e ad Augusto.
Il principato
L'ambizione di Augusto era quella di essere fondatore di un optimus status, facendo rivivere le più antiche
tradizioni romane e nel contempo tenendo conto delle problematiche dei tempi. Ottaviano, una volta
ricevuti i necessari poteri da parte di Senato e Popolo romano, cominciò ad assumere misure atte a dare
all'Italia ed alle Province il sospirato benessere, dopo oltre un decennio di guerre civili. Divise l'Italia in
undici regioni arricchendola di nuovi centri e migliorò la situazione di Roma, capitale dell'impero e
riorganizzò l'amministrazione finanziaria dello Stato romano e l’esercito.
Numerosi furono gli edifici, le opere pubbliche ed i monumenti celebrativi costruiti o restaurati durante il
suo principato:
Teatro di Marcello
• Fece ristrutturare la Curia (sede del senato);
• Fece ristrutturare il Tempio di Giove sul Campidoglio;
• Fece costruire un nuovo foro accanto al Foro di Augusto;
• Fece costruire numerosi templi ,oltre al Pantheon,al Teatro di
Marcello, al primo anfiteatro in pietra, alle Terme di Agrippa ed un
nuovo ponte sul Tevere e altri numerosissimi monumenti in tutte le
province imperiali;
• Creò numerosi municipi e colonie;
• Fece di Roma una monumentale città di marmo, la fornì di corpi di polizia e fece fare Curia Iulia
costruzioni capaci di proteggerla da eventuali inondazioni;
• Aumentò l'approvvigionamento idrico con la costruzione di due nuovi acquedotti;
• Curò personalmente gli approvvigionamenti di cibo necessari alla popolazione della
capitale;
• Incrementò, infine, il livello di sicurezza cittadina ponendo a salvaguardia dell'Urbe tre
nuove prefetture affidate a tre prefetti.
L'età di Augusto è considerata uno fra i più importanti e fiorenti periodi della storia della letteratura mondiale
e i principi politici di Augusto erano appoggiati dalle aspirazioni degli uomini di cultura del tempo. Del resto
lo stesso Augusto fu un letterato dalle molteplici capacità: scrisse in prosa ed in versi, dalle tragedie alle opere
storiche.
Il secondo triumvirato
Molti dei cesariani si schierarono dalla sua parte contro Antonio, suo diretto avversario nella
successione politica a Cesare. Il senato, e in particolare Cicerone, invece lo vedevano come un
principiante inesperto data la sua giovane età, in realtà da subito il giovane rivelò un'autonomia
e un'abilità politica notevole. Nel 43 aiutato da Lepido, riuscì ad avere un colloquio privato con
Antonio a Bologna, da cui nacque un accordo a tre, tra lui, Antonio e Lepido della durata di
cinque anni. Si trattava del secondo triumvirato.
Antonio
Lepido
Ottaviano
Secondo l'opinione di alcuni storici, questa data segna la fine della Repubblica romana. Il patto
prevedeva la divisione dei territori romani: ad Ottaviano toccarono Siria, Sardegna ed Africa
proconsolaris; Poi Antonio e Ottaviano, lasciato Lepido al governo della capitale, si scontrarono
due volte con Bruto e Cassio e li sconfissero a Filippi. I due si suicidarono. Dopo lo scontro a
Filippi, Ottaviano, Antonio e Lepido trovandosi padroni, ora, dei territori orientali procedettero
ad una nuova spartizione delle province: a Lepido furono lasciate la Numidia e l'Africa
proconsolaris, ad Antonio, la Gallia, la Transpadania e l'Oriente romano, ad Ottaviano
spettarono l'Italia, la Sicilia, l'Iberia, e la Sardegna e Corsica.
Successivamente Ottaviano cercò un'intesa con Sesto Pompeo. Poi Antonio cercò di
sbarcare a Brindisi con l'aiuto di Sesto Pompeo, ma la città gli chiuse le porte. Con il
trattato di Brindisi si venne ad una nuova divisione delle province: ad Antonio restò
l'Oriente, ad Ottaviano l’Occidente compreso l'Illirico; a Lepido l'Africa e la
Numidia; a Sesto Pompeo fu confermata la Sicilia per metterlo a tacere, affinché non
arrecasse problemi. Poi però Sesto Pompeo iniziò a diventare un alleato scomodo e
Ottaviano decise di disfarsene; infatti di lì a poco ruppe l’alleanza. La Sicilia cadde e
Sesto Pompeo fuggì in Oriente, dove poco dopo fu assassinato dai sicari di Antonio.
Ottaviano si liberò così di un altro rivale. Poco dopo fu anche la volta di Lepido.
Questa eliminazione graduale di tutti i contendenti nell'arco di sei anni, da Bruto e
Cassio, a Sesto Pompeo e Lepido, determinò parecchi contrasti tra i due triumviri
restanti, tanto da sfociare in una vera e propria guerra civile. Successivamente
Antonio ripudiò la sorella di Ottaviano e così i due vennero ad aperte ostilità. Ma il
conflitto fu proprio inevitabile quando
Ottaviano venne a sapere dell’ intensione di Antonio di lasciare i
territori orientali di Roma a Cleopatra d’Egitto ed ai suoi figli.
Roma dichiarò guerra a Cleopatra, la quale fu sconfitta con
Antonio ad Azio, nel 31 a.C. e l'anno successivo si suicidarono in
Egitto. Fu in questo periodo che a Roma ebbe fine la Repubblica.
Ritratto di Ottaviano ai tempi
della Battaglia di Azio
Concezione
dispotica:
monarchia assoluta
.
Difesa dei valori
tradizionali:
repubblica e potere
del senato
Dominio di
Marco Antonio
sull’Oriente
Dominio di
Ottaviano
sull’ Occidente
Scontro inevitabile:
Battaglia di Azio
(31 a.c.) vittoria di
Ottaviano
•Riforma l’ esercito;
•Riorganizza
l’amministrazione
finanziaria
•Crea dei prefetti;
Ottiene un vasto
consenso popolare
per la cessazione di
guerre civili
Pieno potere
di Ottaviano
che:
Aureo raffigurante
Antonio ed Ottaviano.
Alla morte di Antonio, Ottaviano divenne il
padrone assoluto di Roma. Il senato gli
conferì progressivamente onori e privilegi
(imperium, tribunicia potestas, Pontefice
massimo,Pater Patriae), il titolo più
importante però lo ricevette nel 27 a.C.
quando il Senato gli conferì il titolo di
Augustus cioè "degno di venerazione ". Nello
stesso anno riorganizzò le province dal
punto di vista amministrativo e creò inoltre
numerosi municipi e colonie.
Ritratto di Augusto come pontefice
massimo in tarda età.
Il problema della successione
Il controllo che ebbe sull'Impero fu talmente assoluto che gli
permise di nominare il successore, costume che a Roma era
stato abbandonato fin dalla fondazione della Repubblica. La
successione, fu una delle più grandi preoccupazioni della
vita di Augusto.
Per alcuni anni Augusto sperò di avere come erede Marcello
il quale morì prima di salire al trono, così Augusto pensò ad
Agrippa, ma morì anch’ lui e quindi la sua scelta dovette
cadere sul figlio adottivo Tiberio.
La cosiddetta Gemma
augustea, la cui
complicata iconografia è
una celebrazione delle
gesta di Augusto.
La morte
Augusto morì il 19 Agosto del 14 d.c. a Nola. Ricevette onori divini e la sua
salma fu trasportata dai soldati a Roma e collocata nel vestibolo della sua
casa.
Tiberio
(42 a.C. – 37)
Tiberio nacque a Roma nel 42 a.c. da Tiberio
Claudio Nerone e da Livia Drusilla, di circa
trent'anni più giovane del marito. Tanto dal
ramo paterno che da quello materno,
apparteneva alla gens Claudia, un'antica famiglia
patrizia giunta a Roma nei primi anni dell’ età
repubblicana e distintasi nel corso dei secoli per
il raggiungimento di numerosi onori e alte
magistrature.
Fu adottato da Augusto così entrò a far parte
della gens Giulio Claudia e alla morte del padre
adottivo poté succedergli nel ruolo di principe.
Fu il secondo imperatore romano che governò
dal 14 al 37.
Moneta raffigurante Tiberio e
sul retro la madre Livia
Drusilla.
In gioventù Tiberio si distinse per il suo talento militare conducendo brillantemente numerose
campagne lungo i confini settentrionali dell'Impero e in Illirico. Infatti, dopo un periodo di volontario
esilio sull'isola di Rodi, rientrò a Roma condusse la spedizione in Germania e quella in Illirico:
Le campagne di Tiberio e del suo legato,
Saturnino in Germania nel 4-6.
La campagna di Tiberio in
Illirico nel9.
Successivamente operò alcune importanti riforme in ambito economico e politico, e pose fine
alla politica di espansione militare, limitandosi a mantenere sicuri i confini.
L’impero di Tiberio
Dopo la morte del nipote Germanico, Tiberio favorì sempre più l'ascesa del prefetto del
pretorio Seiano, allontanandosi da Roma per ritirarsi nell'isola di Capri. Quando il prefetto
mostrò di volersi impadronire del potere assoluto, Tiberio lo fece uccidere, ma evitò
ugualmente di rientrare nella capitale. Tiberio trascorse l'ultima parte del suo regno
sull'isola di Capri, lì fece costruire dodici ville, per poi risiedere in quella che preferiva. Si
dice che a Capri Tiberio non abbia trascurato i propri doveri continuando a lavorare nell’
interesse dello Stato.
Veduta aerea dei resti dei bagni di
Tiberio a Capri.
Tiberio possedeva però varie dimore come la “Villa Iovis”a Capri, la
villa a Sperlonga ed una grotta sempre a Sperlonga:
Piantina del complesso della Villa Iovis
Resti della villa di Tiberio a
Sperlonga. Costruita in epoca
repubblicana.
L’ingresso alla grotta di Tiberio a
Sperlonga.
Poi Tiberio lasciò Capri, come aveva già fatto in precedenza, forse con l'idea di rientrare
finalmente in Roma per trascorrervi i suoi ultimi giorni; intimorito però dalle reazioni che il
popolo avrebbe avuto, si fermò a sole sette miglia dall'Urbe, e decise di tornare indietro verso
la Campania. Qui fu colto da malore e trasportato a Miseno dove cadde in uno stato di
delirio e fu creduto morto. Mentre molti già si apprestavano a festeggiare l'ascesa di Caligola,
Tiberio si riprese ancora una volta, suscitando scompiglio tra coloro che avevano già
acclamato il nuovo imperatore; il prefetto Macrone, tuttavia, mantenendo la lucidità, ordinò
che Tiberio fosse soffocato tra le coperte e così morì all'età di settantasette anni.
Morte di Tiberio,
Jean Paul Laurens.
La plebe romana reagì con grande gioia alla notizia della morte di Tiberio. Molti monumenti
che celebravano le imprese dell'imperatore furono distrutti, così come numerose statue che
lo raffiguravano. In molti tentarono di far cremare il corpo di Tiberio a Miseno, ma fu
comunque possibile trasportarlo a Roma, dove fu cremato nel Campo Marzio e sepolto nel
Mausoleo di Augusto.
Il mausoleo di Augusto che
raccolse le ceneri di tutti gli
imperatori e famigliari della
dinastia giulio-claudia.
Mentre l'imperatore defunto riceveva queste modeste onoranze funebri, Caligola era già stato
acclamato princeps dal senato.
CONCLUSIONE
"Eccellente condottiero ed ottimo amministratore, Tiberio cerca di consolidare l'impero piuttosto
che ampliarlo. E' senza dubbio un grande sovrano la cui cattiva fama, specie quella relativa alle
dissolutezze a cui si sarebbe abbandonato negli ultimi anni della sua vita, dipende in gran parte
dai cronisti dell'epoca"
Tiberio non si distinse mai per nessuna tendenza al rinnovamento. Durante il suo regno
dimostrò, anzi, un rigido rispetto per la tradizione augustea, cercando di osservare tutte le
istruzioni di Augusto. Suo scopo era quello di salvaguardare l'Impero, assicurandone la
tranquillità interna ed esterna, oltre a consolidare il nuovo ordinamento. Tiberio risultò
eccellente nella gestione finanziaria, tanto da lasciare alla sua morte un avanzo memorabile nelle
casse dello stato Riguardo alla politica estera Tiberio mantenne e consolidò la barriera contro i
Germani lungo il Reno. Tiberio fu duramente criticato dagli storici antichi, ma la sua figura è
stata rivalutata dalla storiografia moderna come quella di un politico abile e attento.
L’esame della sua opera, mettendo in luce virtù e difetti, meriti e colpe,
conduce ad un giudizio nettamente positivo per l’amministrazione
dell’Impero, parzialmente negativo per l’uomo, come capo della sua famiglia
e depositario dell’idea del Principato.
Nell'amministrazione delle provincie aveva fatto sentire la sua mano forte,
ma senza essere oppressivo.
In Tiberio si salva, in ogni caso, l’onestà che lo porta ad essere considerato
come uno dei migliori Imperatori.
Incoronazione di spine, opera di Tiziano(conservata
a Parigi, museo del Louvre). A destra, in alto, è
visibile il busto di Tiberio e l'iscrizione TIBERIVS
CAESAR, a memoria del fatto che l'arresto e la
crocifissione di Gesù avvennero sotto il regno
dell'imperatore.
Come Augusto, fu rispettoso delle prerogative del Senato. Proprio all'inizio del suo
Principato l'importanza del Senato fu accresciuta da un importante cambiamento,
cioè dal completo trasferimento delle funzioni elettive dal popolo al Senato, che
diventava corpo elettorale. Tiberio non fu l'autore di questo cambiamento, ma,
semplicemente, realizzò un progetto che Augusto aveva formulato e lasciato
scritto. Da allora in poi il Senato divenne l'unico organismo elettorale, mentre il
popolo chiaramente non aveva voce in capitolo. Questa fu una delle ragioni per cui,
fin dall'inizio, presso le classi umili, la figura dell'Imperatore apparve sotto una
cattiva luce. Durante tutto il suo Principato, Tiberio si comportò con il Senato con
gran deferenza e rispetto, consultandolo spesso, anche su questioni minori. Fu,
comunque, deluso dall’apatia e dall’incapacità di un Senato che non raccolse i suoi
stimoli.
La Curia Iulia era l'antica sede del senato, posta al
culmine del Foro Romano. Si tratta di un grande edificio in
mattoni posto all'angolo tra l‘Argileto(la strada che la
separa dalla basilica Emilia) e il Comizio.
Caligola
Gaio Giulio Cesare Germanico meglio conosciuto
come Caligola(da “caliga”, particolare tipo di calzari
che usava indossare), era figlio di Agrippina Maggiore
e di Germanico (adottato da Tiberio).
Fu il terzo imperatore romano, appartenente alla
dinastia giulio-claudia, e regnò dal 37 al 41. Le fonti
storiche pervenute lo hanno reso noto per la sua
stravaganza, eccentricità e depravazione. L'esiguità
delle fonti fa comunque di Caligola il meno
conosciuto di tutti gli imperatori della dinastia.
Si tratta di un personaggio discusso, molto popolare
fra la gente romana ma politicamente avverso alla
classe sociale e al ceto dal quale provenivano gli
storiografi.
Fronte
Asse di Caligola
in bronzo
Retro
Da ragazzo accompagnava i genitori nelle spedizioni militari in
Germania dove usava indossare la Caliga cioè una particolare calzatura
da cui il soprannome "Caligola", datogli dai soldati.
Caliga
Piede in marmo
Quando il padre morì lasciò la Germania e tornò con la madre in Italia.
L'imperatore Tiberio volle Caligola con lui nel 31, anno in cui divenne Pontifex
(sacerdote). Alla morte di Tiberio il Senato ne annullò il testamento, che lasciava
la guida dell'impero a Caligola e a Tiberio Gemello, nipote del defunto
imperatore, sostenendo che al momento della stesura Tiberio fosse insano di
mente e proclamò Imperator Caligola nel37. Il nuovo imperatore, per evitare
problemi adottò Tiberio Gemello nominandolo suo erede. Ma successivamente,
per evitare comunque che Tiberio Gemello reclamasse la co-reggenza che gli
Asse di Caligola
spettava, lo fece uccidere o lo indusse al suicidio.
Caligola salì al potere con l'appoggio di tutti: Senato, esercito e popolo. Le ragioni di questa approvazione
sono varie: la sua giovane età, la popolarità del padre, l'infanzia trascorsa negli accampamenti, la parentela
sia con Augusto che con Marco Antonio e la sua devozione verso i familiari.
Si pensava che Caligola avrebbe proseguito la politica del padre, Germanico, ma non fu così. Il breve impero
di Caligola fu caratterizzato da una serie di massacri nei confronti degli oppositori interni e da atti che
tendevano a una continua umiliazione della classe senatoria.
Si dice che aveva frequenti attacchi d'ira e veniva definito “pazzo”.
Caligola adottò una politica di assolutismo monarchico, voleva diventare un sovrano cui si rendevano onori
divini sul modello delle monarchie orientali, esasperando il noto processo di divinizzazione degli imperatori
defunti. Egli si rese popolarissimo e pretese che gli venisse eretto un tempio.
Stando alle fonti, Caligola, al culmine del suo regno, avrebbe voluto essere proclamato dio. Potrebbe trattarsi
dell'ennesima manifestazione della sua follia, oppure di una subdola politica per aumentare il suo potere
presso i popoli ellenici, abituati da tempo a considerare il loro sovrano una divinità. Insomma, il tentativo
religioso di un principe giovane di mantenere il potere con tutti i mezzi. Questo però provocò scontento a
molte popolazioni.
A differenza di altri imperatori che mantenevano legami con la parte occidentale dell’ impero, egli mirò
sensibilmente verso oriente, verso una forma di potere assoluto a quel tempo ancora sconosciuto in Italia.
Morte: Caligola morì assassinato in una congiura di Pretoriani nel 41. Insieme a lui persero la vita sua
moglie e la loro bambina, che fu schiacciata brutalmente contro un muro. A lui succedette lo zio Claudio.
Claudio(10 a.C. – 54)
Fu il quarto imperatore romano(41-54) della dinastia giulioclaudia, ed il primo a nascere fuori dall’ Italia(Lugdunum, in
Francia). Figlio di Druso maggiore e Antonia minore, era
considerato dai suoi contemporanei come un candidato
improbabile al ruolo di imperatore, soprattutto in
considerazione di una qualche infermità da cui era affetto.
Ma alla morte di Caligola, Claudio divenne imperatore in
quanto unico maschio adulto della dinastia.
Malgrado la mancanza di esperienza politica egli dimostrò
notevoli qualità: fu un abile amministratore, un grande
patrono dell'edilizia pubblica, espansionista in politica
estera e un instancabile legislatore, che presiedeva
personalmente i tribunali e che giunse a promulgare venti
editti in un giorno. Tuttavia, la sua posizione era resa poco
sicura dall'opposizione della nobiltà, cosa che condusse
Claudio a mettere a morte molti senatori.
Moneta di Claudio
raffigurante Nerone
Claudio era un giovane membro della più importante famiglia di Roma che fu tenuto lontano
dalla vista del popolo fino all’ età di 47 anni, quando tenne il consolato assieme al nipote
Caligola. La ragione di ciò risiede nel fatto che Claudio era nato con dei difetti fisici in una
società, come quella romana, che disprezzava la debolezza: i membri della sua famiglia
ritenevano che il suo essere costantemente ammalato, il suo sbavare e la sua balbuzie fossero
un sintomo di debolezza mentale. Inoltre, poiché la famiglia riteneva che la sua condizione
dipendesse da una mancanza di volontà, venne tenuto sotto la tutela di un precettore ben
oltre la maggiore età, come avveniva per le donne; Claudio stesso si lamentò del fatto che gli
gli fosse stato come precettore «un barbaro, un ex-ispettore delle stalle»,
il cui compito era di impartirgli una dura disciplina. Il giudizio dei suoi
parenti non era certo lusinghiero:
La madre di Claudio,Antonia Minore, la quale non aveva una buona
opinione del figlio, che riteneva un mostro e uno stupido
L’imperatore, al contrario, si disse sorpreso dalle capacità oratorie del nipote, ma comunque
non gli diede nessun incarico pubblico, né lo inserì tra gli eredi principali nel proprio
testamento, lasciandogli appena dei soldi alla propria morte. Se la sua famiglia non perdeva
occasione per dimostrare di non averne grande stima, il popolo romano, al contrario, pare lo
tenesse in una qualche considerazione.
Di fronte a tutte queste critiche, Claudio rinunciò a qualunque aspirazione di carriera
politica, dedicandosi ai suoi studi di storia.
Ascesa al potere (37-41)
Sotto Caligola, figlio di suo fratello Germanico, Claudio ottenne il
consolato per due mesi come collega del nipote.
Una volta compiuti i 50 anni, egli fu destinato a diventare il nuovo
imperatore di Roma.
Proclamazione di Claudio imperatore,
di Lawrence Alma-Tadema; Claudio fu
trovato nascosto dietro una tenda dai
pretoriani, che lo nominarono
imperatore.
Carattere del principato di Claudio (41-54)
Claudio si propose di essere un buon governante e, sotto molti aspetti, vi riuscì. Egli seppe, infatti,
scegliere validi collaboratori ed imporre le proprie linee politiche. Per prima cosa rafforzò la sua posizione
pacificando i vari partiti interni al senato, cancellando la memoria del regno di suo nipote Caligola e
richiamando gli esiliati con un'amnistia generale. Si dimostrò pronto a tornare al principato di Augusto .
Soppresse i processi per tradimento in senato e si guadagnò popolarità con l'abolizione delle nuove tasse
imposte da Caligola e con la concessione di gare e spettacoli. Il governo di Claudio dimostrò una certa
avvedutezza: egli condannò gli uccisori di Caligola solo perché servisse da esempio, ricompensò i
pretoriani che lo avevano eletto, ampliò il porto di Ostia, costruì un nuovo acquedotto, bonificò diverse
zone, sostituì i governatori delle province, che spesso diffidavano dalle sue direttive, con i suoi liberti e
conquistò la parte sud della Britannia. Fu però rovinato dalle donne che sposò.
Rapporto con il Senato
Si mostrò inoltre rispettoso del Senato e dei magistrati partecipando attivamente alle sue sedute. La
presenza alle riunioni era rigorosamente obbligatoria per i membri del senato e l'assenteismo punito.
Claudio infatti voleva accattivarsi le simpatie del Senato. Egli, infatti, tentò di stabilire una sincera
collaborazione con quest'organo istituzionale, secondo le linee della politica di Augusto, facendo un uso
frequente di Senatus consulta e difendendo la posizione sociale dei senatori, riservando
loro i posti migliori. Restituì, pertanto, al senato l'Acaia e la Macedonia. Spartì le
province acquisite durante il suo principato fra gli ordini equestre e senatorio.
Claudio rivide l'intera lista senatoria, eliminando quei membri inadatti ed
introducendo solo uomini che avessero maturato meriti anche in provincia,
poiché voleva che il senato fosse formato dalle migliori menti dell'impero.
Cammeo
dell'imperatore Claudio
L'impero di Claudio.
Opere pubbliche
Ultimò la costruzione di due acquedotti e ne restaurò anche un terzo.
Diede un grande impulso alla costruzione di strade e canali in Italia e nelle
province. Poi costruì un canale navigabile sul Tevere . Infine bonificò la piana del
Fucino nell'Italia centrale attraverso lo scavo di un emissario che faceva defluire le
acque del lago nel fiume Liri però quest’ opera fu ridicolizzata, perché il progetto
fu sbagliato per ben due volte .
Porto di Claudio
Titolatura imperiale
I.Assunse al momento dell'ascesa al trono il pontificato
massimo;
II.La tribunicia potestas, che gli offriva la facoltà di opporsi alle
decisioni del Senato, controllandone la politica;
III.Poi gli venne conferito il titolo di Pater Patriae, "padre della
patria";
IV.Tenne il consolato per cinque volte;
V.Per i suoi successi militari ricevette il titolo Imperator per 27
volte, onore mai più ricevuto da nessun imperatore fino a
Costantino I
Morte (54)
Nonostante i suoi difetti dimostrò capacità e temperamento e coprì il ruolo meglio
di altri. Morì nel 54 improvvisamente, dopo aver mangiato un piatto di funghi.
Non è difficile pensare che sia stato avvelenato da Agrippina, anche se era ormai
sicura della successione di Nerone. Ella potrebbe aver desiderato vedere il figlio sul
trono mentre era ancora abbastanza giovane per seguire i suoi consigli e le sue
volontà.
Morto Claudio, Agrippina e Nerone si preoccuparono di far sparire anche
Britannico, figlio naturale di Claudio e aspirante al trono; questo evento testimonia
l'implicazione di Agrippina nella morte dell'imperatore. L'augusta, però, dedicò
sul Celio il tempio del Divo Claudio al defunto marito.
La fama di Claudio presso gli storici antichi non fu certo positiva, al contrario tra i
moderni molte delle sue opere furono rivalutate.
Nerone (37 – 68)
Fu il quinto ed ultimo imperatore della
dinastia giulio-claudia e governò dal 54
alla sua morte, avvenuta all'età di 30
anni. Nacque da Agrippina Minore
(sorella di Caligola)e Gneo Domizio
Enobarbo(appartenente a una stirpe
considerata di "nobiltà plebea" ovvero
recente).
Asse di Nerone,
raffigurante
l‘ Ara pacis.
Il principato….. primi anni
Quando la madre lo pose sul trono Nerone aveva 17 anni. Per i primi 5 anni furono la madre Agrippina, Seneca
e Burro ad avere la gestione dell’impero. Nerone intorno al 60 prese in mano le redini del potere, ripudiò la
moglie e uccise la madre, e iniziò una serie di riforme che andavano incontro all’esigenze delle province e dei
ceti meno abbienti, ma che erano completamente improvvisate. Dopo un inizio promettente, Nerone prese a
limitare il potere dei senatori e si avviò a un esercito sempre più dispotico della sua autorità. Il suo principato
fu quello più ricco di scandali:
 Il primo scandalo del regno di Nerone coincise col suo primo matrimonio, considerato incestuoso, con la
sorellastra Claudia Ottavia, figlia di Claudio;
 Nerone uccise Britannico, figlio legittimo di Claudio poiché, essendo il futuro erede, rappresentava una
minaccia;
 Nerone uccise anche la madre Agrippina perché stava organizzando una congiura contro di lui;
 Allo scoppio del grande incendio di Roma nel 64, l'imperatore si
trovava ad Anzio, ma raggiunse immediatamente l'Urbe per
conoscere l'entità del pericolo e decidere le contromisure.
Sebbene avesse organizzato in modo efficiente i soccorsi, venne
accusato di aver provocato egli stesso l'incendio, di cui furono poi
incolpati i Cristiani di Roma, dando inizio ad una poderosa
persecuzione, mettendo a morte moltissimi cristiani.
La
questione è tuttavia ancora controversa. Sembra addirittura che
abbia aperto i suoi giardini per dar scampo alla popolazione e che
abbia partecipato egli stesso allo spegnimento. Per la
ricostruzione l'imperatore dettò nuove regole edilizie.
 Nerone fu coinvolto anche in un altro scandalo, dovuto al fatto che fosse considerato sconveniente per un
Imperatore dare spettacolo recitando, cantando e suonando la lira.
Successivamente l'imperatore viaggiò fra le isole della Grecia, mentre a Roma, Ninfidio Sabino andava
procurandosi il consenso di pretoriani e senatori.
Prima di lasciare la Grecia, annunciò personalmente presso Corinto, prima della celebrazione dei giochi
panellenici, la decisione di restituire la libertà alle poleis, eliminando il governo provinciale di Roma.
Opere pubbliche
Nerone, oltre alla famosa ricostruzione di Roma a seguito dell'incendio, intraprese altre
opere pubbliche tra cui due imprese sovrumane iniziate, ma mai completate: il taglio
dell'istmo di Corinto e un canale lungo la costa dall'Averno a Roma.
La prima opera, già tentata in precedenza da molti sembrava non portare fortuna a chi la
intraprendeva, tutti morti in modo violento. Gli scavi si interruppero con la morte
dell'ideatore.
Il canale dall'Averno a Roma (lungo 250 km)non fu mai completato a causa degli infiniti
problemi tecnici.
Tomba di
Nerone
Morte e sepoltura
Quando Nerone fece ritorno a Roma, dovette subire le ribellioni di tutti… come
Gaio Giulio Vindice, governatore della Gallia Lugdunense, il generale governatore
nelle province ispaniche dichiarò la sua fedeltà al Senato ed al popolo romano,
non riconoscendo più l'autorità di Nerone, che gli aveva ordinato di suicidarsi. Si
ribellò anche il comandante della III legione Augusta in Africa, bloccando la
fornitura di grano per la città di Roma. Anche i pretoriani si ribellarono a Nerone.
Infine il Senato lo depose e Nerone si suicidò nel 68, si dice, aiutato da una
schiava. Venne sepolto in un'urna di porfido, sormontata da un altare di marmo,
collocata nel Sepolcro dei Domizi.Con la sua morte terminò la dinastia giulioclaudia.
Cammeo dell'Imperatore
Nerone in vesti apollinee
L’ opinione degli storici su Nerone
L'immagine negativa di Nerone è stata tramandata anche dagli storici cristiani in
quanto egli sarebbe stato l'autore della prima persecuzione contro i cristiani. Si è
ritenuto, addirittura, che Nerone fosse l'anticristo, poiché la somma del valore
numerico delle lettere che compongono le parole "Cesare Nerone" in lingua ebraica è
666, il numero della Bestia di Satana. In realtà non c'è alcuna traccia di un decreto di
Nerone contro i cristiani. Egli si limitò, infatti, soltanto all'arresto degli incendiari,
veri o presunti. Le tradizioni cristiane attribuiscono a Nerone l'uccisione di numerosi
santi,
improbabili
o
leggendari.
La figura di Nerone ci è stata tramandata in modo del tutto negativo anche dai
resoconti degli storici: ciò è dovuto principalmente alla politica condotta
dall'imperatore che favorì apertamente i ceti popolari in opposizione alla classe
senatoriale, alla quale apparteneva la maggior parte degli storici dell'epoca. Inoltre,
Nerone attuò una grande riforma economica, svalutando la moneta d'oro (moneta
senatoriale) e dando maggiore potere economico alla moneta d'argento, usata
prevalentemente dal ceto borghese. Ciò contribuì ad inasprire ulteriormente il
contrasto tra Nerone e gli storici.
.
Politica
estera
Mantenimento
dei confini
stabiliti da
Ottaviano
Tiberio
Concezione del
potere e politica
interna
Politica
economica
Politica
interventista e
aggressiva
Claudio
Controllo
della spesa
pubblica
•Tiberio
•Claudio
Monarchia
assolutistica di
stampo
ellenistico
Progetto di
monarchia
illuminata
•Caligola
•Nerone
Nerone
Provvedimenti
propagandistici
molto costosi
Promozione di
opere
pubbliche
•Caligola
•Nerone
Claudio
Scarica

La dinastia giulio-claudia