Rivoluzione industriale
Passaggio, avvenuto nella gran parte dei paesi
occidentali a partire dalla seconda metà del XVIII secolo,
da un'economia tradizionale basata principalmente
sull'agricoltura a un'economia incentrata sulla
produzione automatizzata di beni all'interno di
fabbriche di grandi dimensioni.
Tutto il 1800
In Europa con diverse
caratteristiche nei vari stati
POI
POI
Telai meccanici
Treni
Navi
Applicata a
In Inghilterra
II metà del
1700
Invenzione della
macchina a vapore
(J. WATT 1769)
DOVE
QUANDO
RIVOLUZIONE
INDUSTRIALE
COME
RIVOLUZIONE
AGRICOLA
CONSEGUENZE
Condizioni durissime
per gli operai
Salari
bassi
Condizioni di
lavoro
estenuanti
Grande sviluppo di
manifatture (fabbriche)
Lavoro
minorile
Aumento
dell’estrazione
del carbone per
produrre
energia
Nascita di
grandi città
attorno alle
fabbriche
Nascita della
categoria degli
operai
Nascita delle
prime forme di
associazione
sindacale
IL PROLETARIATO
Dal linguaggio politico sociale dell’antica Roma, indicava la classe più povera di cittadini, i quali possedevano sola
la proles. Ora indica il lavoratore dipendente salariato, che vive del reddito del proprio lavoro.
Caratteristiche della nuova forza-lavoro:
Provenienza
• Aumento demografico
• Popolazione contadina espulsa dalle campagne a causa delle recinzioni
(capitalismo rurale)
• Immigrazione dei contadini irlandesi
• Disoccupazione tecnologica: data dalla comparsa di strumenti più produttivi
(macchine) che riducono il bisogno di forza lavoro.
Tipologia
• Donne, bambini
• Lavoratori non specializzati
Settori che resistono alla proletarizzazione
• Economia agricola tradizionale: il possesso di un campo in affitto permette di
mantenere alcuni diritti che proteggono dalla proletarizzazione
• Artigiani puri, grazie al loro alto grado di specializzazione
PROBLEMI ABITATIVI
•
•
•
•
Inutili i tentativi di controllo e regolazione
dell’urbanesimo
Abitazioni piccole, malsane, con costi
d’affitto molto alti
Centri industriali inabitabili: mancanza di
acqua pura, di fognature, mancata
pulizia delle strade
Diffuzione di gravi epidemie di colera tifo
e tubercolosi
I QUARTIERI OPERAI DI MANCHESTER
Le strade qui, anche le migliori, sono anguste e tortuose, [...] le case sudicie,
vecchie e in rovina, e le vie laterali sono uno spettacolo davvero orrendo. Se
dalla Cattedrale si imbocca Long Millgate, sulla destra si incontra subito una
schiera di antiquate case, delle quali non si è conservata diritta una sola
facciata […]. In verità, è questo un quartiere quasi manifestamente operaio,
dato che anche le botteghe e le osterie non si curano di apparire un tantino
pulite. Ma questo è ancora uno scherzo in confronto ai vicoli e ai cortili che si
aprono dietro le case, l'unico accesso ai quali è costituito da passaggi coperti
tanto stretti che nemmeno due persone riescono a camminarvi fianco a
fianco. È arduo immaginare la caotica mescolanza delle case, che irride ogni
razionale criterio urbanistico, l'accozzaglia prodotta dal fatto che si ergono
letteralmente le une sulle altre. E la colpa non è solo degli edifici superstiti
della vecchia Manchester: il disordine ha toccato l'apice in epoca più recente,
poiché ovunque si trovasse un minimo di spazio tra le strutture esistenti, si è
costruito e accomodato senza posa, finché tra le case non sono rimasti
neppure pochi centimetri di terreno libero da poter sfruttare. [...]
Friedrich Engels, La situazione della classe operaia in Inghilterra.
Gustav Doré: Londra
Nel 1868 l’artista francese Gustav Doré si recò a Londra, per studiarvi gli effetti
della rivoluzione industriale sull’organizzazione sociale britannica e sulla
condizione delle classi lavoratrici. In pochi decenni l’industrializzazione aveva
ridisegnato il volto delle città britanniche, i cui suburbi pullulavano di migliaia di
persone strappate alla vita dei campi. Doré rimase vivamente scosso dalle
condizioni di estrema miseria in cui viveva la gran parte dei lavoratori
dell’industria, traendone spunto per le xilografie (tra cui la presente) con cui
illustrò il volume Londra di Louis Enault (1876). L’atmosfera fosca e disperata delle
54 tavole intercalate al testo richiama quella del ciclo di incisioni realizzate pochi
anni prima per illustrare l’Inferno di Dante.
I SALARI
•
1750-85 stabilità dei salari
•
Dopo il 1790 vi è un rincaro
dei generi di prima necessità,
mentre il salari nominali non
riescono a mantenere il passo
con l’inflazione: i salari reali
scendono considerevolmente
•
Dopo il 1830 sensibile
miglioramento
LE CONDIZIONI DI LAVORO
•
•
•
•
•
Isolamento dell’operaio di
fronte al proprietario e al
mercato, separazione netta
tra operaio e datore di lavoro
Lunghezza della giornata
lavorativa (anche più di 14
ore)
Disagio del lavoro monotono
svolto in ambienti rumorosi
Dura disciplina ignota ai
lavori tradizionali (multe per
ritardi, assenteismo e pause)
Insicurezza del posto di lavoro
LAVORO FEMMINILE E MINORILE
•
Maggioranza di lavoratori donne
nell’industria tessile
•
Bambini affiancati agli uomini
nell’estrazione mineraria
•
Forza lavoro pagata meno e più
docile
•
Questione operaia autori come
John Aikin rilevano e denunciano
lo sfruttamento minorile
DAL LUDDISMO ALLE ASSOCIAZIONI DI
LAVORATORI
• Condizioni di lavoro subite passivamente, con estemporanee petizioni senza
effetto e proteste verbali
• Luddismo: movimento operaio inglese dell'inizio del sec. XIX contrario
all'introduzione delle macchine nell'industria perché viste come causa di
disoccupazione (dal nome dell'operaio N. Ludd, che nel 1779 distrusse per
protesta una macchina tessile). Questa forma di protesta violenta si svolge
in 3 ondate successive
1. 1811-13 settore tessile, nello Yorkshire assalto e incendio di diverse
fabbriche
2. 1815-18 in concorso alla crisi economica di cotonifici e lanifici imputata
all’uso delle macchine
3. 1830-32 nelle campagne, distruzione delle trebbiatrici e altre macchine
Come conseguenza vengono aggravate le pene per i reati contro la
proprietà privata.
• Nascita delle prime associazioni di lavoratori (leghe e sindacati)
• 1802 il Parlamento approva le prime leggi di regolamentazione per il lavoro
di apprendisti e minori: massimo di 12 ore lavorative, vietato il lavoro
notturno
• 1824-25: riconoscimento del diritto di associarsi per i lavoratori adulti, si
accende la discussione sul lavoro minorile.
IN INGHILTERRA
•
•
Nel 1830 l’Inghilterra è “l’officina del mondo” (sviluppo 1780-1820)
Fattori che favoriscono l’industrializzazione inglese
1. Primato commerciale: l’Inghilterra è in grado di procurarsi le materie
prime di cui ha bisogno
2. Interresse dell’aristocrazia negli affari
3. Neutralità dello stato: anche l’aristocrazia terriera riconosce l’importanza
delle industrie, nessuna restrizione legale alla nascita delle industrie
• Il fatto di aver per prima avviato l’industrializzazione è di per sé un
vantaggio per l’Inghilterra che è già pienamente affermata e in grado di
imporre i suoi prodotti al mercato
• Settori di maggior sviluppo:
1. industria cotoniera
2. produzione di carbon fossile
3. produzione di ghisa negli altiforni
4. impiego di macchine a vapore
5. costruzioni ferroviarie
NEL MONDO
Dopo il 1815 comparsa di alcuni isole di industrializzazione dove il
modello inglese viene imitato anche attraverso l’importazione
illegale di prototipi di macchinari industriali
• Crescita degli investimenti per la produzione di attrezzature
industriali moderne, necessità di condizioni interne quali
l’assenza di dazi e dogane e la domanda di beni di consumo
• 1815-1830 Belgio e Francia
• 1830 - 1870 in Francia e Belgio
• 1850 - 1880 in Germania e negli Stati Uniti
• 1880 in Svezia e in Giappone
• prima metà del Novecento in Russia e in Canada,
• dopo il 1950 in molti paesi latinoamericani e asiatici
• In Italia il processo di industrializzazione fu molto lento (e
soprattutto molto differenziato tra Nord e Sud della penisola)
per diversi motivi:
1. il tardo conseguimento dell'unità nazionale,
2. la mancanza di materie prime e di un mercato coloniale,
3. la carenza di manodopera dovuta all'emigrazione di milioni di
persone verso le Americhe e i paesi del Nord Europa.
Il vero sviluppo industriale italiano, ancora limitatamente a poche
aree del Nord del paese, si ebbe solo all'indomani della seconda
guerra mondiale.
•
“L’Inghilterra è una vasta manifattura, un gran laboratorio,
una banca universale. La Francia, una ricca fattoria che
tende a cambiarsi in una manifattura. La Germania, un
campo imperfettamente coltivato, perché vi lavorano pochi
contadini e molti filosofi. L’Italia meridionale, una villa
cadente in rovina; la settentrionale, un prato artificiale. Il
Belgio è una ferriera. L’Olanda, un canale. La Svezia e la
Danimarca sono un’officina da carpentiere. La Polonia è
una palude sabbiosa; la Russia , un monte di ghiaccio. La
Svizzera, una capanna. La Grecia, un campo nello stato di
natura. La Turchia, una messe devastata. L’India, una
miniera d’oro. L’Egitto, un’officina di allievi. L’Africa, una
fornace. L’Asia, una tomba. Le Antille, una raffineria di
zuccheri. L’America meridionale, un magazzino. L’America
settentrionale, una dogana piena. La Spagna, una dogana
deserta” Times, 1838
RIVOLUZIONE AGRICOLA
L’800’ è caratterizzato da una serie di scoperte in campo agronomico tanto importanti da
delineare una VERA E PROPRIA RIVOLUZIONE AGRICOLA ;
Questo fenomeno si verificò in particolar modo in Inghilterra. Alla base di questa rivoluzione vi
è il diverso modo di concepire il lavoro nei campi; infatti spariscono :
La coltivazione a maggese
L’open-field ( i “campi aperti“ tipici della tradizione inglese)
La rotazione triennale
Inoltre vengono introdotte ,in unione alle coltivazioni tipiche, alcune coltivazioni di piante
foraggere (poiché capaci di fissare l’azoto nel terreno elemento indispensabile per la buona
crescita delle piante) per rendere più fertile il territorio e migliorare così la produzione e per
aiutare anche lo sviluppo dell’allevamento.
Inoltre la concezione del lavoro cambia: anche nei campi il lavoro diviene SALARIATO.
Ecco quindi che i contadini sono veri e propri lavoratori indipendenti (e di conseguenza
sparisce la concezione di lavoro familiare).
Questo in concomitanza alla nascita di una visione capitalistica del lavoro che nasce proprio in
questo periodo.
Si verifica un problema a questo proposito quando alcune macchine incominciano a sostituire
il lavoro umano causando molti licenziamenti e rendendo il lavoro molto precario.
APPLICAZIONE DELLE MACCHINE A VAPORE
Il 19’ secolo rappresenta il periodo durante il quale vengono progettate la gran parte delle
prime macchine di utilizzo industriale o strettamente legate a quello che oggi noi chiamiamo
settore secondario e terziario.
Ciò che rendeva queste macchine capaci di svolgere i loro compiti era il VAPORE, che si trovo
così a sostituire l’acqua che veniva precedentemente utilizzata come fonte d’energia e
rendendo così possibile l’apparizione delle prime fabbriche anche in territorio urbano.
Le prime macchine a vapore che comparsero sulla scena furono:
LE FILANDE A VAPORE:macchine utilizzate per tessere il cotone e che comportarono
Il trasferimento di queste fabbriche dalla campagna ai centri urbani
MACCHINA PER IL TIRAGGIO FORZATO:la macchina per il tiraggio forzato fu ideata per
migliorare le qualità della ghisa, meglio dosando il calore emesso dal carbon coke negli
altiforni.
LOCOMOTIVA:la locomotiva sorta nella prima metà del 1800 si impose subito come mezzo di
trasporto indispensabile per il trasporto delle materie prime per le prime fabbriche che si
occupavano della lavorazione di materiali pesanti.poi si rivelò indispensabile anche per i
trasporti urbani.
LE POMPE:in questo periodo furono ideate le prime pompe capaci di prosciugare l’acqua in
tutte quelle miniere profonde e larghe
BATTELLO:utilizzato per trasportare materiali e per il trasporto pubblico, esso fu la prima
vera e propria macchina a vapore ideata e sperimentata
LA MACCHINA A VAPORE
La prima vera macchina a vapore che trovò fin da subito grande impiego fu quella per
eliminare l’acqua che ristagnava nei pozzi di carbone.
I primi esemplari di questo tipo di macchina nacquero nel 600’ tuttavia vennero perfezionati
soltanto nel corso dell’800’ grazie a personaggi quali Watt e Newcomen che riuscirono a
rendere le prestazioni della macchina continue e efficienti.
Il funzionamento di questa macchina si basa sulla pressione atmosferica provocando un
vuoto all’interno di un serbatoio che era cosi capace di spingere verso l’alto l’acqua.
Watt modificò questa macchina per riuscire ad esercitare un movimento circolare continuo
che divenne indispensabile per le filatrici meccaniche che poterono così spostarsi dalle
campagne alle città poiche non necessitavano più di un corso d’acqua vicino
LA MACCHINA A VAPORE
Watt, James (Greenock 1736 - Heathfield, Birmingham 1819), inventore e ingegnere
meccanico scozzese. Lavorò sin dalla giovinezza come costruttore di apparecchi scientifici,
interessandosi ben presto al perfezionamento della macchina a vapore, inventata dagli
ingegneri Thomas Savery e Thomas Newcomen. Nel 1769 progettò e brevettò un
condensatore separato per la macchina a vapore, e portò alcuni miglioramenti al motore
di Newcomen. Nel 1775 Watt cominciò a costruire motori a vapore in società con il
proprietario della Soho Engineering Works di Birmingham. In seguito brevettò altre
invenzioni, tra cui la macchina rotativa; la macchina a doppio effetto, nella quale il
vapore viene immesso alternativamente nelle due estremità del cilindro; l'indicatore di
vapore, che registra la pressione del vapore all'interno del motore. Uscito dalla società nel
1800, si dedicò interamente alla ricerca. Nel 1788 inventò il regolatore a forza centrifuga,
che esemplifica il concetto fondamentale dell'automazione.
Il watt, unità di misura della potenza, fu così chiamato in suo onore.
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