Le Quattro Stagioni
Roma – Sala della Tavola Rotonda
26 Maggio 2007
Antonio Vivaldi
Antonio Vivaldi nasce a Venezia il 4 marzo 1678.
È figlio d’arte, suo padre infatti era violinista alla cappella di
San Marco.
Fu ordinato sacerdote (soprannominato il prete rosso per la sua
capigliatura), ma non esercitò praticamente mai conducendo
una vita libera e gioiosa al seguito di compagnie di cantanti
girovaghi.
Visse a Mantova e Venezia, e fu acclamato in tutte le città
d’Europa fra cui Roma, Amsterdam e Vienna dove morì nel
1741.
Le Quattro Stagioni
“Le quattro stagioni” sono, a ragione, il ciclo più noto di
composizioni vivaldiane: si tratta di quattro concerti, ispirati
ciascuno ad una stagione dell’anno.
Composti nel 1723, fanno parte dell’opera 8 “Il cimento
dell’armonia e dell’invenzione” e costituiscono uno dei
primissimi esempi di musica descrittiva.
Ciascun concerto si divide in tre movimenti, secondo uno
schema di due movimenti allegri e uno adagio in mezzo.
La trama varia di movimento in movimento, rispecchiando i
sentimenti che ciascuna stagione ispira. Ad esempio,
l'"Inverno" è dipinto a tinte scure e tetre, al contrario l'"Estate"
invoca una tempesta nel suo ultimo movimento.
Vivaldi preparò quattro sonetti, uno per concerto.
La Primavera
Concerto in Mi maggiore per violino, archi e cembalo.
I tre movimenti di cui consta la Primavera descrivono tre
momenti della stagione:
– il canto degli uccelli (allegro),
– il riposo del pastore con il suo cane (largo)
– la danza finale (allegro).
Il violino solista rappresenta un pastore addormentato, le viole
il latrato del suo fido cane mentre i restanti violini le foglie
fruscianti.
Il primo ascolto è dedicato al terzo momento: sbocciano i fiori nei
prati e le farfalle volano in una soleggiata giornata
primaverile.
L’Estate
Concerto in Sol minore per violino, archi e cembalo.
Il concerto per i suoi toni accesi e violenti riflette con maggiore
efficacia rispetto gli altri la carica esplosiva della stagione.
Protagonista è la tempesta, che viene descritta nella sua
manifestazione al pastore:
–
–
–
dapprima si avvicina da lontano nella calura estiva (allegro
non molto allegro),
quindi il pastore si spaventa per l'improvviso temporale
(adagio presto)
infine la virulenza sprigionata dalla tempesta entra in azione
(presto).
Il secondo ascolto è dedicato al terzo momento, l’esplosione
fragorosa di un temporale estivo.
L’Autunno
Concerto in Fa maggiore per violino, archi e cembalo.
Protagonista del concerto è la figura del Dio romano Bacco:
– un'iniziale panoramica della vendemmia (allegro allegro assai)
– è seguita dalla magistrale riproduzione dell'ebbrezza
provocata dal vino (adagio molto), movimento dal titolo "I
dormienti ubriachi", in un clima trasognato e sereno;
– l'ultimo movimento (allegro) coincide con i martellanti ritmi
della caccia.
L’Inverno
Concerto in Mi maggiore per violino ed archi.
L'Inverno viene descritto in tre momenti:
– l'azione spietata del vento gelido (allegro non molto),
– il rumore della pioggia che cade lenta sul manto ghiacciato
(largo),
– la serena accettazione del clima rigido invernale (allegro).
Il secondo movimento è tra i più celebri de “Le quattro stagioni”
ed è quello che andremo ad ascoltare.
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Le Quattro Stagioni