BIOGRAFIA:
Francesco Castelli più conosciuto come Borromini, nacque
a Bissone, sul lago di Lugano nel 1599. Giovanissimo si
trasferì a Milano per studiare "l'arte del costruire". Giunto
poi a Roma collaborò con Carlo Maderno e Gianlorenzo
Bernini in Palazzo Barberini, a lui si devono alcuni interventi nella facciata posteriore e la scala ellittica. Alla morte
di Maderno fu aiuto di Gianlorenzo Bernini nella costruzione
del Baldacchino di San Pietro. Trovatosi da subito in contrasto con Bernini, cominciò la sua attività autonomamente
con la realizzazione del progetto per la chiesa e il chiostro di
San Carlo alle Quattro Fontane detta il San Carlino. Negli
stessi anni eseguì i lavori di ammodernamento di Palazzo
Spada e Palazzo Falconieri. Nel 1637 iniziò la costruzione
dell'Oratorio e del Convento dei Padri Filippini che terminò
solo nel 1649. Tra il 1642 e il 1660 Borromini realizzò la
chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza. Poi nel 1646 ricevette da
Papa Innocenzo X Pamphili l'incarico di trasformare la
chiesa di San Giovanni in Laterano. Nel 1657 Innocenzo X
decise di esonerare l'architetto dai suoi incarichi per i
dissapori nati per la costruzione della chiesa di Sant'Agnese
in piazza Navona. Da questo momento, cominciarono anni di
crisi che non terminarono nemmeno con la realizzazione del
Collegio di Propaganda Fide. Borromini morì suicida a Roma
nel 1667, gettandosi contro una spada.
RITRATTO
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La costruzione della chiesa, iniziata nel 1638, fu portata
a compimento nel 1639 per quanto riguarda la struttura
al rustico, e nel 1642 per la decorazione in stucco (iniziata nel 1640). Allo stesso periodo risale il campanile
quadrangolare originario (sostituito con la torre attuale
nel 1670, quando fu anche ridisegnato il prospetto
angolare sul crocevia delle Quattro fontane sovrastante
la fontana del fiume Tevere).
Le prime testimonianze del progetto della chiesa risalgono agli anni 1634-36, quando l'iniziale idea di una
pianta ad ottagono allungato con terminazioni rettilinee
per il vestibolo e il coro e a due cappelle laterali rettangolari, venne modificata, dapprima sostituendo alle
terminazioni e alle cappelle ambienti semicircolari, e
quindi riducendo questi ultimi a semplici tratti curvi, a
seguito del riposizionamento del corpo della chiesa al
fine di ricavare la sagrestia nella parte orientale del
complesso.
Sulla matrice geometrica del progetto esistono molte
versioni spesso contrastanti tra loro perfino sulla figura
generatrice: ovale, cerchi concatenati, losanga, combinazione di ellissi, croce greca, ecc.. Tuttavia la base
formale del progetto sembra consistere nella combinazione tra il rettangolo perimetrale e la serie di ovali
inscritti che regolano i flessi della cupola, secondo
schemi geometrici elementari elaborati con un metodo
empirico, facilitato dai minimi problemi statici garantiti
dalle ridotte dimensioni dell'ambiente.
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1- Via Quattro fontane
2- Via del Quirinale
3- Ingresso
4- Altare Maggiore
5- Cappella
6- Sagrestia
7- Chiostro
8- Ingresso al Convento
Nel 1665 si iniziò la facciata della chiesa. La fabbrica
proseguì nei due anni successivi, fino alla morte di Borromini, quando era terminato l'ordine inferiore e quello
superiore era appena iniziato ma senza decorazione scultorea. Il secondo ordine fu completato tra il 1674 e il 1676.
La versione definitiva è caratterizzata soprattutto dalla declinazione di schemi triangolari che riflettono un articolato
significato simbolico riferito al mistero trinitario. Due ordini sovrapposti di colonne corinzie, ripartiscono la facciata assecondandone l'andamento mistilineo, ribadito dal
forte aggetto dalla trabeazione che divide i due ordini,
sormontata da un attico balaustrato, e da quella di coronamento del secondo ordine, anch'essa balaustrata,
interrotta al centro da un grande medaglione. Ordini minori di colonne attenuano la spiccata verticalità della
facciata creando due più leggeri ricorsi orizzontali, che
partecipano al complesso contrappunto dialettico determinato dalla curvatura convessa del corpo centrale del primo ordine, sottolineata dall'edicola cilindrica sovrastante,
in rapporto con la curvatura concava che connota gli altri
settori della facciata delimitati dall'ossatura dell'ordine.
L'interno della chiesa è ripartito da
un ordine gigante di colonne di ordine composito con interassi che
racchiudono con sequenza alternata un settore più ampio, occupato da una porta e una nicchia, e
uno più stretto occupato da una
nicchia più piccola. La trabeazione
ricorre per l'intero perimetro interno flettendosi in corrispondenza
dell'abside e dei settori laterali
curvilinei e conferendo una grande
continuità formale al piccolo ambiente. Al di sopra di essa la forma
della chiesa si ricompone nell'ovale della volta caratterizzato dall'originale disegno dei cassettoni ottagonali e cruciformi, aperta su un
lanternino ottagonale con finestre
su ciascun lato, che esalta la luminosità prodotta dall'uniforme colorazione bianca della sala.
Sotto la chiesa è ricavata una cripta
caratterizzata dallo stesso impianto
planimetrico, con due cappelle annesse, una delle quali probabilmente
era stata destinata da Borromini a
luogo della sua sepoltura.
Interno
Pala dell’Altare
VIDEO
Chiostro
Il chiostro fu iniziato nel febbraio 1635, e due anni dopo doveva essere ultimato
almeno per quanto riguarda i lavori murari; mentre i capitolati con gli scalpellini
per la realizzazione delle balaustre a pilastrini triangolari furono sottoscritti solo
nel luglio 1644. L'impianto ottagonale, ricavato dal taglio diagonale degli angoli
di un rettangolo, si sviluppa in altezza con due ordini sovrapposti di colonne
tuscaniche, con variazioni negli angoli costituite da una campata convessa al
primo livello. Un pozzo ottagonale richiama la forma della pianta.
Cripta
Modello
Facciata
Portico
Lanterna
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Realizzata da Francesco Borromini [1642-60] per incarico
del Cardinale Barberini la chiesa si trova nel cortile del
Palazzo della Sapienza, sede dell'antica Università di
Roma. La facciata, compresa nel cortile circondato da due
piani di arcate, è' inquadrata da lesene con finestre ad
arco a tutto sesto. La cupola con alto tamburo convesso
polilobato diviso da paraste corinzie in cima si conclude
con una lanterna con capitello a spirale.
Il prospetto interno della chiesa, distribuita su pianta centrale nella forma
dell'ape araldica, simbolo di Urbano VII° Barberini, che si fonde con la croce
greca, si basa sul rapporto concavo-convesso tra le pareti. Sull'altare maggiore, disegnato da Giovan Battista Contini, 'Ss.Ivo, Leone, Pantaleone, Luca
e Caterina d'Alessandria in gloria di angeli tela di Pietro da Cortona [1661]
terminata da Giovanni Ventura Borghesi.
la piccola Chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza. La pianta
è formata da due triangoli equilateri sovrapposti e
invertiti; ma gli angoli sono tagliati da linee curve
alternatamente concave e convesse e frontalmente
opposte. Lo stesso avvicendamento di concavità e
convessità e la forma triangolare (nell'alzato) si trovano anche all'esterno.
La cupola, presenta modanature dorate su fondo bianco, che
accentuano la slanciata suddivisione dei volumi in spicchi.
Nel 1646 Borromini ricevette da Papa Innocenzo X Pamphili l'incarico di trasformare al chiesa di San Giovanni in
Laterano. Così la rielaborazione delle navate fu affidata a Borromini che conciliò l'esigenza di conservazione dell'antica
basilica, con i problemi di carattere statico che si erano venuti a creare, inglobando coppie di colonne all'interno di
ampi pilastri. L’interno si presenta con un ordine colossale di paraste e semicolonne corinzie che sorregge la
trabeazione con timpano centrale e la balaustra coronata da quindici statue di Cristo, dei Ss.Giovanni Battista ed
Evangelista e dei dottori della Chiesa. L’interno, lungo 130 metri, è diviso in cinque navate scandite da colonne, con
transetto poco sporgente e abside. Contro i pilastri della navata centrale spiccano dodici edicole, disegnate da
Borromini, entro le quali furono collocate prima del 1718 colossali statue di apostoli.
Francesco Borromini [1653-57] che ideò
la facciata concava a ordine unico di pilastri e colonne. I campanili gemelli, sul
disegno del Borromini, furono realizzati
da Antonio Del Grande e Giovanni Maria
Baratta. La facciata della chiesa era stata costruita da Carlo e Girolamo Rainaldi ma
era banale, Borromini la cambia completamente e inventa una chiesa che sembra
accogliere i fedeli a braccia aperte, è una chiesa nuova, umana, calda, cordiale.
Borromini era stato talmente geniale nel creare alternanze di concavo e convesso e
lo spunto lo aveva preso da un’elaborazione greca dell’anima del mondo dove ciò
che è concavo e convesso sembra dilatarsi in un torace che respira. La Chiesa
viene criticata e Borromini subisce l’accusa, pertanto venne estromesso dal lavoro,
per forti divergenze con il Principe Pamphili". In seguito il disegno fu parzialmente
cambiato.
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“BORROMINI GENIO ANTAGONISTA DI BERNINI”
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