Il percorso che ha portato al d.l. 78/2010 –
Sintesi delle tappe fondamentali
Normativa statale di riferimento
Legge 8.6.1990, n. 142, riforma delle autonomie locali
Dà vita alle Unioni dei Comuni, come strumento per arrivare al superamento dei
piccoli municipi.
Legge 3.8.1999, n. 265, c.d. Napolitano Vigneri
di modifica alla riforma delle autonomie locali, riscrive completamente la disciplina
delle unioni dei comuni. Esse diventano uno strumento per la gestione associata
di servizi e funzioni, venendo completamente sganciate dalla necessità di arrivare
alla fusione.
D.lgs 18.8.2000, n. 267, Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali
adottato sulla base della delega contenuta nella legge 265/1999) riconferma le scelte
contenute in questo provvedimento. Definisce le comunità montane come unioni di
comuni e delega le regioni alla definizione degli ambiti ottimali per la gestione
associata e per definire ulteriori forme di incentivazione.
Normativa regionale di riferimento
•
L. R. n. 19 del 03.07.1992 -Norme sull’istituzione e il funzionamento delle Comunità Montane
•
L. R. n.25 del 24.12.1992 - Norme in materia di variazioni provinciali e comunali
Prevede un programma di riordino delle circoscrizioni comunali.
Criteri guida nell’aggregazione dei Comuni:
– il rispetto delle tradizioni civiche e sociali delle singole comunità
– l’ambito territoriale sociale ed economico più idoneo per l’organizzazione e lo svolgimento dei servizi.
•
L. R. n.11 del 13.04.2001 art. 8 - Esercizio associato di funzioni da parte dei Comuni
Prevede l’individuazione di livelli i livelli ottimali di esercizio delle funzioni conferite ai comuni
secondo alcuni criteri:
– a) dimensione demografica, caratteristiche geografiche, morfologiche e orografiche dei territori dei
comuni interessati;
– b) classi di popolazione dei comuni interessati, con particolare attenzione alle esigenze delle
componenti infantile, femminile, studentesca, produttiva e anziana;
– c) tipologia ed articolazione delle attività produttive e commerciali presenti nei comuni interessati al
fine di assicurare un congruo sviluppo dell'economia e dell'occupazione locali;
– d) vocazioni e tradizioni delle popolazioni interessate;
– e) caratteristiche dei servizi da assicurare ai cittadini, in modo che il loro esercizio associato risulti
maggiormente efficace ed economico;
– f) contiguità territoriale, salvo casi eccezionali, fra i comuni interessati
•
L. R. n.2 del 03.02.2006 - art.6
Interventi regionali per favorire l’esercizio associato di funzioni e dei servizi comunali
D.L 78 del 2010 convertito con Legge 122/2010- Art. 14, commi 25-31.
Obbligatorietà gestione associata delle funzioni fondamentali
•
Comma 25 – Finalità disposizioni di cui ai commi da 26 a 31: assicurare il coordinamento della
finanza pubblica e il contenimento spese per l’esercizio delle funzioni fondamentali dei comuni.
•
Comma 26 - L’esercizio delle funzioni fondamentali dei Comuni è obbligatorio per l’ente titolare.
•
Comma 27 - Individua, in via provvisoria, delle funzioni fondamentali dei Comuni (art.117, c.2,
lett. p) tramite rinvio a quelle indicate dall’art. 21, c. 3, Legge Delega 42 del 2009.
•
Comma 28 - L’esercizio delle funzioni fondamentali deve obbligatoriamente essere svolto in
forma associata dai comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti attraverso
convenzione o unione, da parte dei comuni, appartenenti o già appartenuti a comunità
montane, con popolazione stabilita dalla legge regionale e comunque inferiore a 3.000
abitanti
•
Comma 29 - I comuni non possono svolgere singolarmente le funzioni fondamentali svolte in
forma associata: la medesima funzione di un comune non può essere svolta da più di una forma
associativa
•
comma 30 - La Regione, previa concertazione con i Comuni interessati, individua la dimensione
territoriale ottimale e omogenea per area geografica per l’esercizio delle funzioni.
Esclusi dall’obbligo di gestione associata: comuni capoluogo di provincia e i comuni con più di
100.000 abitanti.
•
•
Comma 31 - Termine di conclusione del riordino da parte dei Comuni (da fissare con DPCM)
D.L. 78/2010 art. 14, comma 30
Il Ruolo della Regione
La Regione individua con propria legge:
•
Il limite demografico per stabilire l’obbligatorietà di gestione associata per i
Comuni appartenenti o appartenuti alla Comunità Montane. In difetto la
soglia è fissata a 3.000 abitanti
•
La dimensione territoriale ottimale e omogenea per area geografica per
lo svolgimento in forma obbligatoriamente associata da parte dei comuni
con dimensione territoriale inferiore a quella ottimale delle funzioni
fondamentali
•
Il termine di avvio dell’esercizio da parte dei Comuni delle funzioni
fondamentali in forma associata nell'ambito della normativa regionale.
Comuni obbligati dal D.L 78/2010
COMUNI OBBLIGATI
1) Con popolazione fino a 5.000 abitanti
2) Comuni appartenenti o già appartenuti a comunità montane
con popolazione stabilita dalla legge regionale e comunque
inferiore a 3.000 abitanti
(il limite effettivo) verrà
definito con legge regionale
COMUNI NON OBBLIGATI
Comuni capoluogo di Provincia
(esclusi anche isole
monocomuni e comune di
Comuni con oltre 100.000 abitanti
Campione d’Italia)
Comuni appartenenti o appartenuti a Comunità Montana tra
3.000 e 5.000 abitanti (obbligo rimesso a Legge Regionale)
Forme associate previste
Sono previste
associata:
- Unioni
- Convenzioni
solamente
due
forme
di
gestione
Nota:
Le Comunità Montane, in
quanto Unioni di Comuni
sembrano poter essere
ricomprese
Tempistica
CRONOPROGRAMMA D.L. 78/2010
AVVIO ALL’ESERCIZIO ASSOCIATO DELLA
LEGGE REGIONALE
CONCLUSIONE DEL RIORDINO DPCM
Fissa il termine entro il quale i Comuni devono avviare
l’esercizio associato delle funzioni fondamentali
Questo termine ad oggi non è conosciuto non essendo stato
adottato il DPCM!
N.B. Termine è ordinatorio
N.B. Termine tassativo
Livelli territoriali previsti dal D.L. 78/ 2010 per l’esercizio
obbligatorio delle funzioni in forma associata
CRITERI E LIVELLI TERRITORIALI
DL 78/2010
DPCM
LEGGE REGIONALE
Esercizio Obbligatorio
funzioni per
Dovrà fissare il limite
demografico minimo che
l’insieme dei comuni che sono
esercitati ad esercitare le
funzioni fondamentali in forma
associata deve raggiungere.
Dovrà individuare:
1) la dimensione territoriale ottimale e omogenea
per area geografica per lo svolgimento in forma
obbligatoriamente associata da parte dei comuni con
dimensione territoriale inferiore a quella ottimale delle
funzioni fondamentali
2) Il limite demografico effettivo per i Comuni
appartenenti o già appartenuti a comunità montane,
obbligati all’esercizio associato
(In difetto di definizione regionale stabilito a 3.000
abitanti)
Dovrà fissare:
Criterio demografico riferito
alle Forme di gestione
associata
Deve definire:
1) La Dimensione territoriale ottimale e omogenea
(criterio non solo demografico)
2) Limite Popolazione per comuni aree montane
(criterio demografico)
- Comuni con popolazione
fino a 5.000 abitanti
- Per i comuni, appartenenti o
già appartenuti a comunità
montane: popolazione
Inferiore a 3.000 abitanti
(popolazione effettiva definita
in ambito LR)
Già definito:
Criterio demografico
riferito ai Comuni
FUNZIONI FONDAMENTALI DEI COMUNI
Sono considerate funzioni fondamentali dei comuni quelle individuate all’art.21, comma 3 della
legge 5 maggio 2009 n. 42:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, nella misura
complessiva del 70 per cento delle spese come certificate dall’ultimo conto del bilancio
disponibile alla data di entrata in vigore della presente legge;
funzioni di polizia locale;
funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi per gli asili nido e quelli di
assistenza scolastica e refezione, nonché l’edilizia scolastica;
funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti;
funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente, fatta eccezione per
il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia nonché per il servizio
idrico integrato;
funzioni del settore sociale.
L’indicazione delle funzioni fondamentali è effettuata in via del tutto provvisoria, in attesa
dell’entrata in vigore della legge con cui sono individuate le funzioni fondamentali di cui
all’art. 117, secondo comma, lett. p) della Costituzione
Funzioni fondamentali
Classificazione delle funzioni/servizi da Bilancio
D.P.R. 31 gennaio 1996, n.194
Funzioni generali di amministrazione
gestione e di controllo. Di cui:
Organi
istituzionali,
decentramento
partecipazione
di
e
Segreteria generale, personale e organizzazione
Gestione economica, finanziaria, programmazione,
provveditorato e controllo di gestione
Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali
Gestione dei beni demaniali e patrimoniali
Ufficio tecnico
Anagrafe, stato civile, elettorale, leva e servizio
statistico
Altri servizi generali
Funzioni di polizia locale. Di cui:
Funzioni nel campo
trasporti. Di cui:
della
viabilità
e
dei
Viabilità,circolazione stradale e servizi connessi
Illuminazione pubblica e servizi connessi
Trasporti pubblici locali e servizi connessi
Funzioni riguardanti la gestione del territorio
e dell’ambiente. Di cui:
Urbanistica e gestione del territorio
Servizio di protezione civile
Servizio smaltimento rifiuti
Parchi e servizi per la tutela ambientale del
verde,altri servizi relativi al territorio e all’ambiente
Funzioni nel settore sociale. Di cui:
Polizia municipale
Asili nido,servizi per l’infanzia e per i minori
Polizia commerciale
Servizi di prevenzione e riabilitazione
Polizia amministrativa
Strutture residenziali e di ricovero per anziani
Funzioni di istruzione pubblica. Di cui:
Assistenza,beneficienza pubblica e servizi diversi
alla persona
Assistenza scolastica,trasporto,refezione ed altri
servizi, nonché l’edilizia scolastica
Servizio necroscopico e cimiteriale
COMUNI OBBLIGATI ALLA GESTIONE ASSOCIATA DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI
277
COMUNI OBBLIGATI
47%
DEI COMUNI VENETI
COMUNI MONTANI
OBBLIGATI
142
COMUNI OBBLIGATI CON
POPOLAZIONE < 5.000 AB.
135
RETE ASSOCIATIVA DEL VENETO
Comuni obbligati alla gestione associata delle funzioni fondamentali
N° COMUNI
CON
POPOLAZIO
NE < 5.000
AB.
TOTALE
COMUNI
OBBLIGAT
I
POPOLAZIONE
VENEZIA
8
8
29.295
212,62
PADOVA
50
50
153.465
858,62
11
24
85.975
413,84
49
68.845
1.986,02
40
40
94.965
890,07
PROVINCE
Belluno
N° COMUNI
MONTANI
CON
POPOLAZIONE
< 3.000 AB.
TREVISO
13
BELLUNO
49
ROVIGO
SUPERFICI
E KMQ
VICENZA
46
14
60
128.379
1.035,4
VERONA
34
12
46
115.823
1.046,57
142
135
277
665.113
6.443,14
Treviso
Vicenza
Venezia
Comuni obbligati alla gestione associata di funzioni e servizi
Verona
Padova
142; 24%
304; 53%
Rovigo
Comuni con popolazione fino a 3000 ab
135; 23%
Com uni m ontani con pop < 3.000 ab
Com uni non obbligati
Comuni con popolazione fino a 5.000 ab
Com uni con pop < 5.000 ab
LA RETE ASSOCIATIVA
GESTIONI ASSOCIATE ATTIVE
al 31.12.2010
Forme
associative
Numero gestioni
associate
Numero comuni
coinvolti
Numero funzioni
delegate
Unione
28
96
264
Convenzioni
attive
119
213
132
Comunità
Montana
18
155
94
Consorzio
9
109
15
174
573
505
Totale
DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI COMUNI
PARTECIPANTI A GESTIONI ASSOCIATE. ANNO2010
Distribuzione territoriale delle Unioni di Comuni. Anno 2010
Provincia di Belluno
Unioni
Legend
Unione del Bassofeltrino Sette Ville
Unione della Valle del Biois
Provincia di Venezia
Unione Città della Riviera del Brenta
Unione Fossalta di Portogruaro e Teglio Veneto
Provincia di Verona
Unione
Unione
Unione
Unione
Unione
Unione
Unione
Unione
Dall’Adige al Fratta
Tartaro Tione
Adige Guà
Roverè, Velo e San Mauro di Saline
Sant’Anna d’Alfaedo e Erbezzo
Verona Est
Unionvalli
Destra Adige
28
Comuni
VALLE DEL BIOIS
Belluno
96
Popolazione
478.000
BASSO FELTRINO
SETTE VILLE
MEDIO CANAL
DI BRENTACAMPOLONGO
POVE SOLAGNA
Vicenza
CASSOLA
MUSSOLENTE
DEL MAROSTICENSE
FOSSALTA DI
PORTOGRUARO TEGLIO VENETO
Treviso
Provincia di Vicenza
Unione
Unione
Unione
Unione
Unione
Unione
Unione
Cassola e Mussolente
Campolongo, pove e Solagna
Colli Berici e Val Liona
Caldogno, Costabissara e Isola Vicentina
Medio Canal di Brenta
del Marosticense
del Basso Vicentino
Provincia di Padova
Unione dei Colli Euganei
Unione del Camposampierese
Unione Alta Padovana
Unione Pratiarcati
Unione della Sculdascia
Unione Megliadina
Unione Padova Nordovest
Unione del Medio Brenta
Provincia di Rovigo
Unione dell’Eridano
SANT'ANNA D'ALFAEDO
ERBEZZO
ROVERE' S. MAURO
VELO
CALDOGNO - COSTA
BISSARA - ISOLA VI
DESTRA
TARTAROTIONE ADIGE
PADOVA NORD CAMPOSAMPIERESE
OVEST
MEDIO
BRENTA CITTA' DELLA RIVIERA
COLLI BERICI
VAL LIONA
DEL BRENTA
Venezia
VERONA
EST
UNION VALLI
Verona
ALTA PADOVANA
UNIONE PRATIARCATI
ADIGE GUÀ BASSO
VICENTINOCOLLI EUGANEI
DALL'ADIGE
AL FRATTA
MEGLIADINA
SCULDASCIA
Rovigo
DELL'ERIDANO
Comunità Montane
19
Comuni
171
Popolazione
741.583
Provincia di Belluno
Comunità
Comunità
Comunità
Comunità
Comunità
Comunità
Comunità
Comunità
Comunità
Montana
Montana
Montana
Montana
Montana
Montana
Montana
Montana
Montana
Agordina
dell’Alpago
Cadore Longaronese Zoldo
Val Belluna
Belluno Ponte nelle Alpi
Centro Cadore
Comelico e Sappada
Feltrina
della Valle del Boite
Provincia di Treviso
Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane
Comunità Montana del Grappa
Provincia di Verona
Comunità Montana del Baldo
Comunità Montana della Lessinia
Provincia di Vicenza
Comunità
Comunità
Comunità
Comunità
Comunità
Comunità
Montana
Montana
Montana
Montana
Montana
Montana
Alto Astico e Posina
dall’Astico al brenta
del Brenta
Agno Chiampo
Leogra Timonchio
Spettabile Reggenza
dei Sette Comuni
CONSORZIO DEL
COMPRENSORIO
OPITERGINO
CONSORZIO PER LO
SVILUPPO DEL
BASSO VERONESE
CONSORZIO DI
POLIZIA LOCALE
“ALTO VICENTINO”
CONSORZIO
AZIENDA
INTERCOMUNALE DI
BACINO “TREVISO
TRE”
CONSORZIO DI
POLIZIA LOCALE
“NORDEST
VICENTINO”
CONSORZIO
INTERCOMUNALE
PRIULA
CONSORZIO DI
“POLIZIA
MUNICIPALE PIAVE
POLIZIA LOCALE
“CONSORZIO DEI
CASTELLI”
CONSORZIO SERVIZI
TECNICI “BASSO
PIAVE
CONSORZIO DI
POLIZIA MUNICPALE
PADOVA OVEST
CONSORZI
CONSORZI
RIEPILOGO AMBITI GENERALI E AMBITI DI SETTORE
ZONIZZAZIONI DI SETTORE
AMBITI TERRITORIALI GENERALI
Ambiti totali
Ambiti totali
Aziende ULSS
22
Comunità montane
19
Distretti socio-sanitari
52
Unioni di Comuni
28
Aree di Polizia locale
31
Consorzi di Comuni
Distretti di Polizia locale
70
I.P.A
Distretti di Protezione civile e
AIB
50
AATO Servizi idrici integrati
8
Bacini di raccolta dei rifiuti
24
9
22
Piano di zonizzazione per la gestione in forma associata dei
servizi socio sanitari
Padova
10
Belluno
4
Verona
8
Rovigo
3
52
Distretti
Vicenza
9
Treviso
8
Venezia
10
Piano di zonizzazione per la gestione in forma associata del servizio
di polizia locale
Padova
12
Belluno
9
Verona
13
Rovigo
6
70
Distretti
Vicenza
13
Venezia
6
Treviso
11
GRUPPO DI LAVORO PER LA DEFINIZIONE DEGLI AMBITI OTTIMALI PER
L’ESERCIZIO ASSOCIATO DELLE FUNZIONI E DEI SERVIZI COMUNALI
CONFERENZA REGIONE
AUTONOMIE LOCALI
Direzione Enti Locali,
Persone Giuridiche e Controllo Atti
(attività di coordinamento)
Rappresentanti ANCI Veneto
Rappresentanti UNCEM
Istituti Universitari
ed esperti
Rappresentante URPV
Direzioni Regionali
competenti per materia
FUNZIONI FONDAMENTALI DEI COMUNI
ATTIVITA’ E PROPOSTE
•Il gruppo di lavoro individua una strutturazione di massima del Progetto di Legge così articolata:
•individuazione degli ambiti ottimali
•definizione delle funzioni fondamentali e delle funzioni conferite dalla regione
•individuazione dei soggetti gestori
•individuazione degli strumenti di supporto organizzativo e di incentivazione delle forme
associative
•Ai fini delle determinazioni da assumere, si è ritenuto necessario preliminarmente:
• operare una ricognizione:
– del quadro normativo
– dei comuni obbligati e dei loro rapporti associati
– delle forme associate operanti nel territorio
• operare una ricognizione degli Ambiti di Settore già previsti a livello regionale e
rilevanti per l’esercizio delle funzioni fondamentali (Distretti per i servizi di Polizia
Locale e Distretti Socio-Sanitari)
• fissare dei criteri guida dell’azione di riordino territoriale
CRITERI GUIDA PER LO SVILUPPO DEL PROGETTO DI RIORDINO
DIMENSIONE TERRITORIALE
1)
2)
3)
4)
5)
Rispetto dei confini delle circoscrizioni provinciali.
Rispetto, di norma, del principio di contiguità territoriale nella costituzione delle forme associative
Individuazione delle macroaree geografiche omogenee, soprattutto con riferimento ai parametri
geomorfologici, sociali ed economici
Proposta di innalzamento del limite demografico minimo obbligatorio per i Comuni appartenenti
alle Comunità Montane
Individuazione degli ambiti ottimali valutando prioritariamente gli ambiti settoriali già costituiti e
riconoscendo quali ambiti ottimali , l’area delle Comunità Montane, per le zone montane e per il
restante territorio, le Unioni di Comuni adeguatamente dimensionate che svolgono una pluralità di
funzioni fondamentali
In alternativa, gli ambiti saranno individuati attraverso delle proposte che i Comuni presentano alla
Giunta Regionale entro un determinato termine, tenuto conto di indici di riferimento demografico,
territoriale ed organizzativo sulla base dei quali i Comuni, realizzano una gestione delle funzioni e
dei servizi in modo efficiente, efficace ed economico
SOGGETTI GIURIDICI TITOLARI DELL’ESERCIZIO DELLE GESTIONI ASSOCIATE
1)
2)
3)
Disciplina delle forme associative, con riferimento al TUEL e al DDL Calderoli (ogni Comune può
far parte di una sola Unione di Comuni)
Rinvio al DDL regionale di Riordino delle Comunità Montane che preveda un percorso di
trasformazione in Unioni di Comuni e semplificazione degli organi
Eventuale legittimazione dei Consorzi di Polizia locale per lo svolgimento di funzioni specifiche
CRITERI GUIDA PER LO SVILUPPO DEL PROGETTO DI RIORDINO
FUNZIONI FONDAMENTALI E FUNZIONI CONFERITE DALLA REGIONE
1)
2)
Verifica delle funzioni amministrative che la Regione, in base alla L.R. n.11/2001,
intende conferire agli Enti locali nel rispetto del principio di adeguatezza (rinvii ad
apposita disciplina)
Principio di integrale trasferimento delle funzioni/servizi dal Comune alla forma
associativa
STRUMENTI DI SUPPORTO
1)
2)
3)
Organizzativo:
-Attività di consulenza e assistenza giuridica per l’avvio delle
gestioni associate
-Studi di fattibilità
Formazione:
-Corsi di formazione di base e di tipo avanzato in materia di
associazionismo e governance territoriale
Incentivazione finanziaria:
-Contributi straordinari di avvio e contributi ordinari a sostegno dello
sviluppo associativo in termini dimensionali e funzionali
-Preferenza nell’assegnazione dei contributi per le forme associative
multifunzionali (Unioni di Comuni) che presentano i caratteri di stabilità
e di adeguatezza dimensionale e organizzativa
Scarica

funzioni fondamentali dei comuni