Per i Romani Minerva, lei viene considerata la
dea della guerra, ma a differenza di Ares,
violento e sanguinario, pretende dai suoi
protetti non la bruta forza fisica ma azioni,
frutto di riflessioni e di ragionamenti tattici.
È anche la protettrice dei tessitori e dei
ricamatori.
È figlia di Zeus e di Meti. Zeus divorò Meti
quando lei era incinta di Atena, consigliato da
Urano e Gaia, dicendogli che se Meti avesse
messo al mondo una figlia, da questa sarebbe
poi nato un figlio che gli avrebbe tolto il
comando del cielo. Zeus si accollò il compito di
portare a termine la gestazione.
Per i Romani Nettuno, figlio del dio Saturno e
fratello di Giove, re degli dei. In origine dio delle
fonti e dei corsi d'acqua, fu poi identificato con il
dio greco del mare, Poseidone, che in origine era
anche il dio dei terremoti. Poseidone era lo sposo di
Anfitrite, una delle nereidi, dalla quale aveva
avuto un figlio, Tritone. Poseidone, tuttavia, ebbe
numerose altre storie d'amore, specialmente con
ninfe di sorgenti, con le quali generò numerosi figli
famosi per la loro barbarie e crudeltà, tra cui il
gigante Orione e il ciclope Polifemo; con la gorgone
Medusa concepì Pegaso, il celebre cavallo alato.
Come tutti i suoi fratelli, fu ingoiato dal padre
Crono. Liberato dalla rivolta di Zeus, ebbe in sorte il
regno del mare.
I Romani lo identificarono con Marte,
figlio di Giunone e di Giove. Ares fa parte
dei dodici dei olimpici ed era il dio della
guerra e della violenza, figlio di Zeus e di
Era. Riempiva l'Olimpo con il rumore dei
suoi litigi ed era nemico soprattutto di
Eracle e di Atena.
Ares non era sposato ma ebbe numerose
avventure, in particolare con Afrodite
che andava a trovare la notte per paura
che Febo (il sole), che vede tutto, potesse
raccontarlo ad Efesto (Vulcano), coniuge
legittimo di Afrodite.
Ad Afrodite venne equiparata la dea romana Venere che ereditò fra i vari attributi
le colombe. Esse appaiono a Enea, figlio di Venere, nell'episodio del ramo d'oro. La
Sibilla cumana aveva spiegato all'eroe che non sarebbe mai potuto scendere nel
Tartaro per rivedere il padre Anchise se non avesse staccato da un albero "il
virgulto dalle fronde d'oro". Gli dei e le dee, oltre a diversi mortali, vennero invitati
al matrimonio di Peleo e Teti, i futuri genitori di Achille. Solo la dea Eris
(Discordia) non venne invitata, ma questa si presentò con una mela d'oro con
iscritte le parole "alla più bella", che gettò tra le dee. Afrodite, Era e Atena
sostennero ciascuna di essere la più bella, e quindi il diritto a possedere la mela. Le
dee scelsero di portare la questione all'attenzione di Zeus, che decise di mettere la
scelta nelle mani di Paride.
Era cercò di corrompere Paride offrendogli l'Asia Minore, mentre Atena gli offrì
fama e saggezza e gloria in battaglia, ma Afrodite sussurrò a Paride che se la avesse
scelta come più bella, avrebbe avuto in moglie la più bella delle donne mortali, ed
egli scelse quest'ultima. Questa donna era Elena. Le altre dee si infuriarono per
questo e per mezzo del rapimento di Elena da parte di Paride fecero scoppiare la
guerra di Troia.
Zeus,per i romani giove, padre di tutti gli dei e signore
dell’universo, trascorse, la sua prima infanzia nella
ridente isola di Creta, e quando nacque, sua madre Rea, per
sottrarlo all’ingiustizia del padre, lo nascose in una
caverna sul monte Ida affidandolo alle ninfe. Le due ninfe
allevarono il piccolo Zeus nutrendolo col latte della
loro capretta amaltea. divenuto signore dell’universo,
Zeus dimostrò la sua gratitudine sia alla capretta
Amaltea immortalandola tra le stelle, sia alle due ninfe,
donandogli, in segno di benevolenza, il corno che Amaltea
si ruppe battendo contro un albero. Da questo corno
sarebbe apparso tutto quello che le ninfe avessero
desiderato; il dono di Zeus divenne così il corno
dell’abbondanza o cornucopia. zeus per diventare re
dell’olimpo dovette combattere tutta la giovinezza. egli
ha dovuto spodestare il padre, combattere contro i Titani,
Tifeo e i Giganti e solo quando sul mondo iniziò a regnare
la pace, decise di prendere moglie e fondare sull’olimpo la
sua dimora.
Hermes nacque sul Monte Cillene in Arcadia. Secondo
quanto racconta l'Inno ad Hermes, sua madre Maia
era una ninfa, era una delle Pleiadi, figlie di Atlante,
che si erano rifugiate in una grotta del monte Cillene.
Il piccolo Hermes fu un bambino molto precoce: nel suo
primo giorno di vita inventò la lira, e la notte stessa
riuscì a rubare la mandria immortale di Apollo,
nascondendola e cancellandone le tracce. Quando
Apollo accusò Hermes del furto Maia lo difese dicendo
che non poteva essere stato lui, dato che aveva
trascorso con lei tutta la notte. Tuttavia intervenne
Zeus che disse che in realtà Hermes aveva
effettivamente rubato la mandria e doveva
restituirla. Mentre discuteva con Apollo, Hermes
cominciò a suonare la sua lira: il suono del nuovo
strumento piacque così tanto ad Apollo che, in cambio
di esso, accettò che Hermes si tenesse la mandria
rubata.
Figlia di Crono e Rea, sorella e poi moglie di Zeus, era considerata, la
sovrana dell'Olimpo. Fu brutalmente ingoiata dal padre appena nata, che
intendeva ucciderla. Come tutti i suoi fratelli fu restituita alla vita grazie
allo stratagemma ideato da Meti e attuato da Zeus. Fu allevata nella casa
di Oceano e Teti, e poi nel giardino delle Esperidi o sulla cima del monte
Ida sposò Zeus. Zeus amava segretamente Era già dal tempo in cui Crono
regnava sui Titani, ma, come spesso accade ai giovani, non sapeva come
fare a dichiararle il suo amore.
Era la dea del matrimonio e la sua continua lotta contro i tradimenti del
consorte diede origine al tema ricorrente della " Gelosia di Era" che
rappresenta lo spunto per quasi tutte le leggende e gli aneddoti relativi al
suo culto. La figura a lei corrispondente nella mitologia romana fu
Giunone. I suoi simboli sacri erano la vacca ed il pavone.
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gli dei dell`olimpo