Brevi riflessioni sul sistema
normativo italiano di disciplina del
lavoro migrante
M. Fasciglione
Giornata di Studio
Le Migrazioni nel Mediterraneo
Storia, economia, linguaggi
Napoli, 30 giugno 2010
PERCHÉ UN’ANALISI NORMATIVA?
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L’analisi della normativa è funzionale alla verifica sul
livello di integrazione:
a) l’integrazione può essere una componente della
normativa sull’immigrazione;
b) al contrario, la normativa vigente può risultare
“indifferente” rispetto a tale obiettivo;
c) o addirittura la normativa può presentare elementi
contrastanti con tali obiettivi.
LA SISTEMAZIONE DELLE FONTI
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Il sistema multilivello
Ordinamento interno
art. 117 comma 2 Costituzione competenza legislativa esclusiva dello
Stato.
Competenza degli enti locali per le materie devolute alla competenza
concorrente dello Stato e delle Regioni (tutela della salute, tutela e
sicurezza sul lavoro) o nella competenza esclusiva delle Regioni
(formazione professionale) o
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Ordinamento comunitario
Già con Amsterdam la comunitarizzazione delle materie inerenti “visti, asilo,
immigrazione ed altre politiche connesse con la libera circolazione
delle persone”
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Ordinamento internazionale
Convenzioni e trattati adottati in materia (ad es. Convenzioni ILO e
convenzioni sulla salvaguardia dei diritti umani)
LA DISCIPLINA DELL’INGRESSO PER MOTIVI DI
LAVORO
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Test del mercato del lavoro
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Sistema delle quote
C.d. “Accertamento di indisponibilità” (mancanza di disponibilità di
manodopera autoctona)
Introdotto con la legge 943/1986 di attuazione della Convenzione ILO n. 143
del 1975 sui lavoratori migranti, reintrodotto dalla Legge 189/2002 (c.d.
Legge Bossi-Fini)
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Farraginoso sistema di predeterminazione del numero annuale di ingressi
consentiti ulteriormente burocratizzato con la legge 189/2002 (creazione del
Comitato interministeriale competente per la determinazione delle quote
annuali)
Scarso coinvolgimento delle Regioni (contra v. Länder tedeschi)
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Il Visto per l’ingresso ed il soggiorno
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Il Contratto di soggiorno
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Gli ostacoli amministrativi e
normativi
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Sorta di ricezione in blocco dei criteri
di selezione degli ingressi emersi nella
prassi dalla comparazione con i sistemi
giuridici degli altri paesi dell’UE.
(Test del mercato del lavoro + utilizzo delle quote come
strumento in via generale di selezione degli ingressi)
Gli ostacoli amministrativi e
normativi
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Eccessiva rigidità del sistema delle
quote
Il meccanismo delle quote, abbinato al c.d. “test del mercato del
lavoro”, è meccanismo eccessivamente rigido e non giustificabile
dalle esigenze di sicurezza interna.
Un sistema senza predeterminazione fissa ed ex ante di quote
risponde meglio ed in modo più flessibile alle effettive esigenze del
mercato del lavoro.
Contrasto con le esigenze di sostegno al settore delle attività
produttive. Un imprenditore extracomunitario potrà entrare in Italia
solo in costanza della quota (e sempre se vi si rientra), e molto
probabilmente non in coincidenza con le opportunità lavorative che
gli si (erano) presentate.
Eliminare le quote non significa, d’altra parte aumentare gli ingressi,
come ben dimostra l’esperienza di altri Paesi europei che non
adottano le quote.
Principali problematiche connesse
all’accesso al lavoro
Problematiche relative al Contratto di
soggiorno
Potere eccessivo in capo al datore di lavoro.
Il contratto di soggiorno è condizione sine qua non per il
rilascio del permesso di soggiorno
Aggravi burocratici connessi
idoneità
igienico-sanitaria
(ASL)
al Controllo
dell’alloggio
Obbligo incombente sul datore di lavoro che deve garantire
in proposito. In mancanza di certificato di idoneità il
datore di lavoro si vedrà costretto a risolvere un rapporto
di lavoro anche se intende proseguirlo.
Le conseguenze nella prassi
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“Etnicizzazione del lavoro migrante” e relativi
processi di stereotipizzazione
Effetto delle “tre D” Dirty, Dangerous, Degrading
Presenza consistente di cittadini extracomunitari
qualificati o altamente qualificati che subiscono un
significativo processo di dequalificazione.
Le conseguenze nella prassi
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Discriminazione sul lavoro
In Europa nel 2009 il settore del lavoro è
stato il settore sociale in cui maggiormente
sono
stati
segnalati
fenomeni
di
discriminazione (fonte FRA, Rapport annuel
2010, p. 53).
In Italia una inchiesta svolta presso i
lavoratori immigrati ha evidenziato che il
50% di costoro dichiara di essere stato
vittima di atteggiamenti razziali (fonte
FRA, Rapport annuel 2010, p. 57)
Le conseguenze nella prassi
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Discriminazione
indiretta
nel
pubblico
impiego
Nel 2009 sono cresciuti i casi di irragionevole
esclusione dal pubblico impiego di cittadini
extracomunitari
legittimamente
soggiornanti
perché non aventi cittadinanza italiana (fonte FRA,
Rapport annuel 2010, p. 62).
Differenza di trattamento con riguardo all’accesso
al pubblico impiego è ragionevole solo con
riferimento a posti di lavoro che implicano
l’esercizio diretto o indiretto di poteri di imperio.
Obbligo dello stato di promuovere la parità di
trattamento
in
materia
di
occupazione
e
professione (diritto di accesso all’occupazione)
In sintesi
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Insufficiente consapevolezza delle Istituzioni sul ruolo che
l’immigrazione può giocare per la crescita e la competitività
dell’Italia.
Incompleta armonizzazione a livello europeo delle normative dei
diversi Paesi in materia di immigrazione e lavoro e conseguente
necessità di formulare politiche e prassi comuni a livello europeo.
(cfr. risoluzione del PE del 22 aprile 2009 sulla “Politica di
immigrazione comune per l’Europa” e la direttiva sulla 2009/50/CE
del Consiglio del 25 maggio 2009 sulle condizioni di ingresso e
soggiorno di cittadini di paesi terzi che intendano svolgere lavori
altamente qualificati” c.d. direttiva Blue Card)
Criticità per le imprese: barriere burocratiche (gestione delle
pratiche relative ai permessi di soggiorno dei lavoratori stranieri)
Eccessiva lunghezza dei tempi della burocrazia relativa in
particolare ai tempi previsti per l’espletamento delle procedure di
ingresso, e richiesta e all’ottenimento dei visti
Rischi di trattamenti discriminatori e il regime di “doppio binario”
che le norme transitorie applicano ai cittadini neo-comunitari:
stabiliscono condizioni diverse in base al settore produttivo nel
quale essi sono inseriti; secondo alcuni contratti di lavoro, essi
sono considerati comunitari, mentre secondo altri risultano ancora
come extra-comunitari.
Le linee direttrici e di sviluppo
delle attività di ricerca
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Fenomeni di discriminazione (diretta o indiretta) che
ostacolano l’accesso al mercato del lavoro: analisi di
pratiche, normativa e giurisprudenza
Lavoratori altamente qualificati: evoluzione normativa,
attuazione in Italia della direttiva 2009/50 (la c.d. direttiva
Blue Card) e problematiche derivanti dal sistema delle quote
Il ruolo degli attori economici privati: il contributo del settore
privato all’integrazione sociale dei lavoratori migranti – il
fenomeno della responsabilità sociale d’impresa in un più
ampio scenario di cooperazione interistituzionale e infraistituzionale per il perseguimento degli obiettivi di Lisbona.
Attività di ricerca “policy-making oriented”
GRAZIE
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