“Le farfalle non vivono nel ghetto”
Voi che . . .
Considerate se questo è un bambino
La classe seconda E
Per non dimenticare
Il nostro sguardo, nei giorni che hanno preceduto e
succeduto la “Giornata della Memoria”, è stato rivolto ai
bambini della Shoah.
Attraverso i loro scritti, le loro parole “scolpite” nella
storia, abbiamo ricordato, per non dimenticare, ciò che è
stato.
Quanti bambini, come Anna Frank, hanno usato le parole
per dare un senso alla loro vita, ormai ridotta a semplice
sopravvivenza.
Noi li ricordiamo così …
Le poesie dei bambini di Terezin
IL GIARDINO
Un piccolo giardino,
Profumato e pieno di rose.
Il vialetto è stretto
E un piccolo bambino vi cammina.
Un piccolo bambino, un dolce
bambino,
Come quei fiori nascenti.
Quando i fiori saranno sbocciati
Il piccolo bambino non ci sarà più.
Poesia di un bambino di Teresin
FrantiseK Bass (nato il 4-9-1930, deportato
a Terezin e ad Auschwitz muore 28-101944)
A Terezin
Ogni cosa mi sembra strana.
Come,devo coricarmi per terra?
No,io non mangerò quella sudicia patata
nera
E questa sarà la mia casa? Dio com’è
lurida!
Il pavimento è solo distendermi.
Come farò senza sporcarmi fango e
sporcizia
E qui io dovrei?
C’è sempre un gran movimento quaggiù
E tante tante mosche:
Le mosche non portano le malattie?
Ecco,qualcosa mi ha punto:una cimice
forse.
Com’è orribile Terezìn!
Chissà quando ritorneremo a casa.
(1943 “Teddy” : dati anagrafici non accertati )
“Chissà quando ritorneremo a casa”
Questa è secondo noi la frase simbolo
della poesia; c’è amarezza, delusione,
incredulità...
“Come farò a non sporcarmi?”
Quante volte un bambino si è
preoccupato di sporcarsi? Mai.
Ma a Terezin i bambini non sono
bambini.
Una poesia fatta di molti interrogativi,
una poesia che si chiude con un
“Chissà quando …”. È la speranza di
ogni bambino, che non conosce la
rassegnazione … e perché dovrebbe,
in fondo è solo un bambino.
NIKI, STEFANO, SAVO
La farfalla
L'ultima , proprio l'ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l'ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto.
I miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell'altra volta fu l'ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto
Pavel Friedman (1921 – 1944)
In questa poesia il bambino paragona
la farfalla alla speranza.
Nel Campo la farfalla è volata via, così
come la sua Speranza.
I bambini non conoscono più i colori
della loro infanzia.
Sono cresciuti troppo in fretta nei
campi di concentramento, dove non
volano le farfalle, dove non c’è
speranza per un domani.
ALESSIA, MARTINA, MARINA.
La rosa
Rosa rosa che stupendo profumo
che profuma verso un lontano
paese questa rosa questa rosa
questo noto bel profumo si
trascina per un triste paese
peccato che già stia svanendo
questa rosa questa rosa
già appassita questa rosa
già passato è il profumo
questo raro profumo
questa rosa vigorosa.
A volte gli oggetti,i colori,
le persone o i profumi ci
collegano ai ricordi … il
profumo della rosa però
si espande in un paese
dove non c’è serenità e
nessuno la può coltivare
…
E così appassisce e muore,
e il suo profumo
svanisce.
I ricordi di un tempo che
fu, riempiono il cuore, e
infondono speranza per
un domani.
Francesca,Fabrizio, Andjela.
Terezin
“Sono stato bambino tre anni fa”…
“troppo presto sono diventato
grande”.
Una macchia di sporco dentro sudice mura.
E tutt’ attorno il filo spinato
30.000 ci dormono
E quando si sveglieranno
Vedranno il mare
del loro sangue.
C’e stato nel tempo un posto in cui i
bambini non erano bambini: Terzin è
uno di questi.
Sono stato bambino tre anni fa.
Allora sognavo altri mondi.
Ora non sono più un bambino,
Ho visto gli incendi
E troppo presto sono diventato grande.
C’e stato nel tempo un posto in cui i
bambini non erano bambini…
C’è speranza per chi non sente più il
babau di un tempo? Per chi vive tra
mura di filo spinato carico di morte?
Ho conosciuto la paura,
…
Dov’è il babau di un tempo?
Ma forse questo non è che un sogno
E io ritornerò laggiù con la mia infanzia
Infanzia,fiore di roseto,
Mormorante campana dei miei sogni,
….
Infanzia miserabile catena
Che ti lega al nemica e alla forca.
HANUS HACHENBURG
FRANCESCO,NICHOLAS,RICCARDO
Siamo abituati
A piantarci in lunghe file alle sette del mattino,
A mezzogiorno e alle sette di sera,
Con la gavetta in pugno,
Per un po’ di acqua tiepida
Dal sapore di sale e di caffè
O,se va bene, per qualche patata.
Ci siamo abituati
A dormire senza letto,
A salutare ogni uniforme scendendo dal
marciapiede
E risalendo poi sul marciapiede.
Ci siamo abituati
Agli schiaffi senza motivo,
Alle botte e alle impiccagioni.
Ci siamo abituati
A vedere la gente morire nei propri escrementi,
A vedere salire in alto la montagna delle casse
da morto,
A vedere malati giacere nella loro sporcizia
E i medici impotenti.
Ci siamo abituati
All’arrivo periodico di un migliaio di infelici
E alla corrispondente partenza
Di un altro migliaio di esseri
Ancora più infelici …
Peter Fischl 1929/1944
La poesia racconta di come i bambini si sono
abituati a una vita senza dignità umana.
Ci si può mai abituare a una vita così?
Peter, di 15 anni ha perso le speranze di
ricominciare a vivere; e come lui quasi tutti i
bambini di Terezin
Mariam , Ylenia e Dario
O chiaro ricordo che m’inviti alla quiete
e mi rammenti colei che amai,
ancora sorrido alla tua carezza,
ancora con te mi confido come al
migliore amico
O dolce ricordo,raccontami la storia
della mia ragazza perduta,
racconta, racconta dell’ anello d’ oro
e chiama la rondine che la vada a trovare.
E tu pure vola da lei e sottovoce
domandale se ancora pensa a me,
se sta bene e se ancora, se ancora
sono rimasto il suo amore di un tempo.
E poi ritorna veloce,non ti perdere ,
perché io possa ricordarmi qualche altra
cosa.
Era così bella: chissà se mai più la
rivedrò.
Addio, mia cara,addio!ti amavo.
Anonimo
I dimenticati
Il ragazzo chiede al ricordo di
rammentargli il suo amore e confida in
lui affinché questo continui a essere
dolce e soave come una carezza.
Conclude con parole di rassegnazione
…“addio, mia cara, addio”.
Forse ha compreso che la rondine non
sarebbe tornata per raccontargli di lei,
della sua bellezza … e così anche i
ricordi avrebbero finito per
dimenticarsi di lui e di chi ha perso
l’amore tra le “mura sudice” di un filo
spinato
Luca B.,Matteo,Nicola.
Voi ombre
Perché mi deridete quando voglio accarezzarvi ?
Voi ombre dei sogni miei così semplicemente Illusorie
Perché sempre sfuggite dalle mie fredde mani
Adesso per favore restate , lasciatemi stordire.
… Lasciatemi abbracciare quella vostra falsità
Che sa sedurre. Continuate a suonare ,suonate!
Da me forse strapperete quella rabbia sconvolgente
… Lasciatemi credere all’umana viltà .
Lasciatemi dal vento spazzare . Vergognatevi,ombre,
vergognatevi
Voi mi deridete . La mia infantile stupidità ,
Che mi difende forse e mi dà un po’ di forza .
Un sognatore impaurito sono ed a voi voglio tanto bene
.Mie ombre donatele, per sognare solo un po’
Quella sporcizia di ruderi quella povertà e quel fetore.
Voi sempre sfuggite dalle mie fredde mani
Oh ombre maledette e suonare per non volete
Voi ombre dei sogni miei così semplicemente ingannevoli.
È la realtà terribile. Smettete di deridermi.
Questa poesia ci ha toccato
particolarmente perché
il bambino, solo e rassegnato, pensa ai
suoi
sogni che non si potranno mai
realizzare .
Una frase in particolare ci ha colpito “
è la realtà terribile smettetela di
deridermi” ; Zdenek Ornest
riassume così il suo stato d’ animo e
le difficoltà che ogni giorno
incontrava a Terezin.
Luca Z., Melissa e Claudio
I bambini fanno oh…
Il disegno è di Liana Franklová, 10 anni,
dal campo di Terezín, da cui fu deportata
ad Auschwitz, dove morì.
L’immagine è tratta dal libro
I Never Saw Another Butterfly:
Children’s Drawings & Poems from
Terezin Concentration Camp,
1942-44, a cura di Hana Volavkova.
Quando i bambini fanno “oh”
Quando i bambini fanno \"oh\" c' è un topolino
Mentre i bambini fanno \"oh\" c' è un cagnolino
tutti i bambini fanno \"oh\"
dammi la mano
perchè mi lasci solo,
sai che da soli non si può,
senza qualcuno,
nessuno
può diventare un uomo
[…]i bambini sono molto indiscreti
ma hanno tanti segreti
come i poeti
nei bambini vola la fantasia e anche qualche bugia
[…]Ma ogni cosa è chiara e trasparente
che quando un grande piange
i bambini fanno \"oh\"
ti sei fatto la bua
è colpa tua […]
E ognuno è perfetto
uguale è il colore
[…]voglio tornare a fare \"oh\"
voglio tornare a fare \"oh\"
perchè i bambini non hanno peli ne sulla pancia
ne sulla lingua...
Quando i bambini fanno oh, c’è
meraviglia, sorpresa e forse un
poco di timore …
Nei campi di concentramento i
bambini non fanno oh, perché
non ci sono topolini, cagnolini
…
I bambini a Terezin non diventano
uomini …
non c’è nessuno che li tiene per
mano e li accompagna nel
sentiero della vita …
Perché tutto ciò non accada più,
noi vogliamo ricordare
quando i bambini non
facevano oh.
IL GIARDINO
Un piccolo giardino,
Profumato e pieno di rose.
Il vialetto è stretto
E un piccolo bambino vi
cammina.
Un piccolo bambino, un dolce
bambino,
Come quei fiori nascenti.
Quando i fiori saranno sbocciati
Il piccolo bambino non ci sarà
più.
Concludiamo così come abbiamo
iniziato, senza aggiungere altro.
I ragazzi della seconda E
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