IL RUOLO DEGLI ENTI LOCALI NELLA
GESTIONE FAUNISTICA
Gianfranco CORGIAT LOIA
Direttore dell’Agricoltura - Regione Piemonte
Regione Piemonte
Direzione Agricoltura
Settore Tutela
Fauna e Flora
Osservatorio
Regionale sulla
Fauna Selvatica
• autorizzazioni
• monitoraggio
• controllo
• gestione banche dati
• rilascio concessioni
• pianificazione
• gestione amministrativa e
finanziaria
• pareri tecnici
• regolamentazione venatoria
• divulgazione
A prescindere dal ruolo “istituzionale” della Regione nella
pianificazione e gestione del prelievo venatorio, rientrano tra gli
ambiti di intervento della Direzione anche alcuni aspetti collegati
alla conservazione della fauna e alla mitigazione degli impatti
antropici:
monitoraggio dell’impatto della viabilità stradale sulla fauna selvatica
ungulata e individuazione di strategie di mitigazione
monitoraggio e mitigazione dell’impatto dei cavi sospesi sull’avifauna
individuazione delle rotte di migrazione dell’avifauna in Piemonte
redazione del protocollo per la mitigazione degli impianti eolici su avifauna
e chirotteri
sostegno alla rete dei CRAS
mitigazione degli effetti negativi generati dalla coesistenza di animali
selvatici ed animali domestici
Fauna selvatica e viabilità stradale
Ha ragione l’investitore o l’investito?
Assicurazione/Fondo di solidarietà per il parziale indennizzo
dei danni materiali conseguenti all’impatto con ungulati
selvatici.
Risultato: rilevazione del fenomeno più puntuale. Dai dati
raccolti, è possibile individuare le aree e i tratti stradali a
maggior rischio.
Nell’ultimo quinquennio, in Piemonte, sono stati documentati
circa 6.000 incidenti con ungulati (e non sempre l’interessato
segnala l’accaduto alle autorità competenti).
Dai risultati del monitoraggio del fenomeno si può passare
all’effettiva mitigazione in due direzioni:
individuazione di misure di prevenzione efficaci
attività di divulgazione e sensibilizzazione.
1400
1200
522
1000
571
800
405
600
60
666
563
80
85
68
76
452
456
2007
2008
616
400
483
501
200
0
2004
ALTRO
INDETERM.
2005
CINGHIALE
2006
CERVO
CAPRIOLO
Frequenza degli impatti per specie nel periodo 2004-2008
18,0
%
16,0
14,0
12,0
10,0
8,0
6,0
4,0
2,0
0,0
GEN
FEB
MAR
APR
MAG
CAPRIOLO %
GIU
LUG
CERVO %
AGO
SET
CINGHIALE %
Andamento stagionale degli impatti
OTT
NOV
DIC
La realizzazione degli interventi di mitigazione (i c.d. passaggi
per la fauna) sulla rete viaria esistente risente dei notevoli costi di
attuazione, limitandone fortemente la diffusione.
La Direzione Agricoltura, nell’ambito delle procedure di
Valutazione Ambientale inerenti opere viarie, valuta la coerenza e
l’efficacia delle eventuali misure di mitigazione in progetto,
evidenziandone la necessità qualora, dai dati in possesso, il
manufatto ricada in aree ad alto rischio.
Per verificare l’efficacia delle possibili misure di mitigazione è stata
recentemente individuata l’alta Valle di Susa come area di studio:
con ARPA Piemonte, ANAS e le amministrazioni locali sono
stati attuati alcuni interventi in corrispondenza dei punti di
passaggio abituali della fauna.
Le misure attuate
riguardano al momento
l’utilizzo di segnaletica
luminosa dedicata e
l’aumento della visibilità a
bordo strada mediante il
taglio della vegetazione.
Il progetto è ancora in
corso e si attende la fase di
verifica dei risultati.
Sensibilizzazione e
informazione
la Regione, con la
collaborazione di ACI e
UNASCA, ha avviato una
campagna dal titolo “Non è
questione di precedenza”,
basata
sulla diffusione di materiale
informativo presso tutte le
strutture interessate, in
particolare uffici ACI e
autoscuole,
sull’organizzazione di momenti
formativi rivolti ai docenti e
consulenti delle autoscuole
stesse.
Dati del monitoraggio e
documentazione sono
consultabili e scaricabili
dalla pagina web
dell’Osservatorio
L’impatto dei cavi sospesi sull’avifauna
I cavi sospesi rappresentano un rischio per numerose specie di
uccelli di interesse conservazionistico.
La Direzione ha intrapreso un monitoraggio degli impianti di
risalita e delle linee elettriche, congiuntamente alla rilevazione dei
capi rinvenuti morti o feriti a seguito di impatto con i cavi.
Così come per gli incidenti stradali, anche per l’impatto con i cavi
sospesi i risultati del monitoraggio contribuiranno
all’individuazione di misure e interventi mirati alla prevenzione,
quale contributo nell’ambito della Direzione nell’ambito delle
procedure di V.I.A.
Nel 2007 la Regione,
con la collaborazione
del Gruppo Piemontese
Studi Ornitologici, ha
pubblicato i risultati di
un’indagine che ha
descritto e analizzato le
principali rotte di
migrazione degli
uccelli in Piemonte.
Si è dato particolare
risalto all’individuazione dei fattori critici
e delle azioni per la
conservazione.
Sono state messi in
luce anche gli attuali
limiti del livello di
conoscenza, oltre a
fornire spunti per
l’approfondimento a
livello di specie,
gruppi e aree
geografiche.
La Giunta Regionale del Piemonte ha recentemente approvato il
protocollo per l’indagine dell’avifauna e dei chirotteri nei siti
proposti per la realizzazione di parchi eolici.
Il protocollo, analogo a quello adottato dalla Regione Liguria,
fornisce le indicazioni a cui si devono attenere i proponenti della
realizzazione degli impianti per la redazione dello studio di impatto
ambientale da sottoporre alla procedura di V.I.A.
L’Osservatorio regionale sulla fauna selvatica ha avviato e
collabora in progetti e studi sulla genetica e sulla salute degli
animali selvatici quali, ad esempio:
• lo studio delle caratteristiche genetiche delle popolazioni di
cinghiale in Piemonte (in collaborazione con il laboratorio della
CC. di Torino);
• il progetto ALCOTRA Italia – Francia sui galliformi alpini
(avviato nel 2009), il quale prevede anche una fase di
monitoraggio dello stato di salute delle popolazioni attraverso
analisi genetiche e sanitarie;
• la partecipazione allo studio sulla biologia riproduttiva e genetica
della lepre bianca sull’arco alpino occidentale, coordinata
dall’Università dell’Insubria e dall’Istituto OIKOS.
Divulgazione e
sensibilizzazione circa gli
aspetti sanitari legati alla
fauna selvatica, mediante la
produzione di materiale
informativo dedicato a
cacciatori ed operatori del
settore.
Da non sottovalutare inoltre, in ambito alpino, il ruolo dei centri di
controllo che rappresentano un importante strumento per operare una
prima verifica dello stato sanitario della fauna abbattuta.
L’attività dei centri è costantemente monitorata dalla Regione
attraverso i Coordinatori faunistici regionali.
I centri di recupero degli animali selvatici
Il ritrovamento di animali feriti genera sempre una domanda
di servizio ed attese a cui, spesso, la P.A. non sa rispondere in
modo adeguato;
Regione e Province possono concorrere a strutturare una rete
di centri che assolvano ad una duplice funzione:
Curare gli animali sofferenti (per il cittadino non c’è
differenza di specie);
Restituire all’ambiente la fauna selvatica curata e guarita (veri
CRAS).
La Regione Piemonte ha finanziato una rete di 5 CRAS
(interventi strutturali) ed assicura ad essi, ogni anno, le spese
di funzionamento.
Il lupo e l’agnello
Il ritorno del lupo sull’arco alpino pone esigenze di
tipo economico e mediatico.
Gli Enti Locali dovrebbero rassicurare i cittadini (la
paura del lupo parte dall’infanzia), favorire gli
interventi di prevenzione per il contenimento dei danni
e rimborsare i danni accertati.
In Piemonte, il “progetto lupo” ha coinvolto finora la
Direzione Agricoltura e la Direzione Ambiente ma dal
2010 il tema sarà affrontato interamente
dall’Agricoltura.
Rapporto tra gestione venatoria ed
epidemiologia delle malattie.
La gestione delle patologie della fauna selvatica deve avere un
approccio “multidisciplinare”.
La gestione sanitaria, ambientale, venatoria ed agro-zootecnica,
debbono interagire ed integrarsi per assicurare uno sviluppo
sostenibile e la salvaguardia della biodiversità.
Una buona gestione del territorio in chiave faunistica, agricola
e venatoria comporta necessariamente la riduzione della
conflittualità tra le varie componenti. Gli Enti locali hanno il
dovere di favorire il confronto democratico e di comporre il
dissenso a favore di progetti che sappiano sfruttare i vantaggi
di una vocazione territoriale eccellente, senza arrecare danni
all’ecosistema ed alle attività agricole.
E non vi ho parlato dello scoiattolo grigio o, peggio,
del ghiro per paura dell’effetto sulla sala…
Grazie per l’attenzione
Anche il ghiro è rimasto sveglio
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