Dopo la pioggia
Gianni Rodari
Presentazione di Enrichetta Rosaria La Marca
Dopo la pioggia viene il sereno,
brilla in cielo l’arcobaleno
Non si apprezza l’arcobaleno se non si è vissuto il temporale.
È come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.
Vale anche per chi è sbadato o troppo affaccendato.
È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Sapendo che la
pioggia ha già
bagnato il terreno e
che il temporale non
è stato poi così male.
Però lo si vede – questo è il male –
soltanto dopo il temporale.
Se fosse sempre in cielo, quale sarebbe il suo
mistero?
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Sole, sole, sempre sole… ooohh!! Che tormento!
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Una tempesta magari no! Ma una bella nevicata…
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra
Sotto la pioggia è meglio anche la pace!
CURIOSITA’: Rodari dice di sè
•
Dovevo essere un pessimo
maestro, mal preparato al suo
lavoro e avevo in mente di
tutto, dalla linguistica indoeuropea al marxismo (il
cavalier Romussi, direttore
della Biblioteca civica di
Varese, benché il ritratto del
duce fosse bene in vista sopra
la sua scrivania, mi consegnava
sempre senza batter ciglio
qualsiasi libro di cui gli avessi
fatto regolare richiesta);
avevo in mente di tutto
fuorché la scuola. Forse, però,
non sono stato un maestro
noioso. Raccontavo ai bambini,
un po’ per simpatia un po’ per la
voglia di giocare, storie senza il
minimo riferimento alla realtà
né al buonsenso, che inventavo
servendomi delle “tecniche”
promosse e insieme deprecate
da Breton.
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