Estratto per la relazione
del Dott. Trevisanato
30 maggio 2008
Tassi di attività, di occupazione e di disoccuzione nei principali
Paesi Europei e in Nord e Sud Italia. Anno 2006.
Tasso di attività
15-64
Tasso di
occupazione 15-64
Tasso di
disoccupazione
M
F
T
M
F
T
M
F
T
UE-15
79,2
64,3
71,7
73,6
58,7
66,2
7,1
8,5
7,7
Germania
81,3
69,3
75,3
72,8
62,2
67,5
10,2
9,4
9,8
Francia
75,1
65,0
70,0
69,0
58,8
63,8
8,4
10,1
9,2
Spagna
81,3
60,2
70,8
76,1
53,2
64,8
6,3
11,6
8,5
Regno Unito
82,1
69,2
75,5
77,3
65,8
71,5
5,7
4,9
5,4
Italia
74,6
50,8
62,7
70,5
46,3
58,4
5,4
8,8
6,8
Nord Italia
77,9
59,3
68,7
75,2
55,9
65,6
2,8
5,4
3,9
Sud Italia
70,7
41,1
55,7
64,1
35,0
49,4
8,9
14,4
10,9
Legenda:
Allineato con gli obiettivi di Lisbona 2010 sull’occupazione sia per i maschi (70%)
che per le femmine (60%).
Allineato con gli obiettivi di Lisbona 2010 sull’occupazione solo per i maschi
Fonte: elaborazione su dati Istat- Eurostat
Non allineato con gli obiettivi di Lisbona
Tassi specifici di occupazione per fascia di età, genere e Paese.
Anno 2006.
Nord Italia: comprende Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia
Romagna, Toscana, Marche.
Sud Italia: comprende Lazio, Umbria, Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.
Fonte: Elaborazione su dati Eurostat
Confronto tasso di occupazione e % part-time sul totale occupati.
Media 2006.
Concentrando l’attenzione sulle classi di età ed elevata probabilità di lavoro, un confronto
internazionale mostra che l’Italia ha tassi di occupazione allineati o superiori a quelli europei. Il
fatto che la percentuale di donne occupate sia inferiore alla media europea è in parte spiegato dal
basso ricorso al part-time: meno donne ma impiegate per un tempo maggiore.
Tasso di
occupazione 15-64
% part-time su
totale occupati
M
F
T
M
F
T
UE-15
73,9
59,4
66,7
8,1
36,7
20,8
Germania
71,9
62,0
67,0
9,3
45,6
25,8
Francia
66,1
56,4
61,3
5,8
30,2
17,2
Spagna
76,5
53,4
65,0
4,3
23,2
12,0
Regno Unito
74,1
64,5
69,3
10,6
42,6
25,5
Italia
70,1
46,1
58,1
4,7
26,5
13,3
Nord Italia
75,2
55,9
65,6
4,1
27,5
13,9
Sud Italia
64,1
35,0
49,4
5,6
24,6
12,4
Fonte: elaborazione su dati Istat- Eurostat
Percentuale di part-time sul totale occupati per genere e classe di
età. Media 2006.
Fonte: elaborazione su dati Istat
Relazione fra tasso di occupazione femminile nella fascia 25-54 e numero
medio di ore lavorate per settimana nei principali Paesi Europei. Anno 2006
Obiettivo di Lisbona per il tasso
di occupazione femminile
Nota: la percentuale indica la quota di lavoratrici part-time.
Fonte: elaborazione su dati Eurostat
Relazione fra tasso di occupazione maschile nella fascia 25-54 e numero medio
di ore lavorate per settimana nei principali Paesi Europei. Anno 2006
Obiettivo di Lisbona per il tasso
di occupazione maschile
Nota: la percentuale indica la quota di lavoratori part-time.
Fonte: elaborazione su dati Eurostat
Conclusioni
Il dato nazionale relativo al tasso di occupazione femminile rinvia l’immagine di
un’Italia molto distante dai parametri di Lisbona, con un livello del 46% rispetto
ad un valore atteso del 60%.
Più correttamente tuttavia bisogna osservare che:
1. 46% è la media di due componenti: il nord Italia che presenta tassi di
occupazione del 56% (molto vicino ai parametri europei) e un sud Italia che
presenta tassi di occupazione del 35%;
2. calcolando i tassi di occupazione specifici per classi di età si osserva che le
fasce centrali (tra i 25 e i 54 anni) sono ampiamente sopra il 60% nel nord
Italia, mentre per il sud rimangono ampiamente sotto la soglia obiettivo,
attorno al 45%;
Di conseguenza le politiche nazionali tese a migliorare l’occupabilità delle donne,
e più in generale la loro partecipazione al mercato del lavoro, devono
necessariamente tener conto di questi aspetti.
In particolare bisogna:
1. considerare che il Paese è letteralmente spaccato in due parti: con un nord
allineato ai valori europei ed un sud fortemente distanziato;
2. considerare che il tasso di occupazione è trascinato al ribasso da motivi
istituzionali non presenti negli altri Stati europei: c’è un basso tasso di
occupazione per le classi estreme, sotto i 24 anni e sopra i 55 anni. Dato che
l’evidenza è simile per il nord e per il sud Italia, ciò induce a pensare che siano il
sistema educativo e quello pensionistico che incentivano la scarsa propensione
alla partecipazione al mercato del lavoro. Di conseguenza, le politiche devono
essere indirizzate a prolungare la permanenza nel mercato del lavoro per le
lavoratrici mature, mentre per quelle più giovani bisogna incentivare percorsi
che coniughino lavoro e istruzione.
3. Considerare l’uso relativamente basso, in confronto ad altri stati europei, del
contratto part-time. Dato che si osserva una relazione negativa tra ore lavorate
e tasso di occupazione, una politica tesa ad incentivare l’uso di questo contratto
può attirare un maggior numero di donne a partecipare al mercato del lavoro. In
particolare tale politica potrebbe essere maggiormente efficace al sud Italia. Al
nord la componente femminile pur lavorando “molto” in termini di ore, mostra
tassi in linea agli altri Stati europei: è quindi molto probabile che esistano
motivazioni altre rispetto all’orario di lavoro che spingono le donne a non
partecipare al mercato del lavoro.
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