Dovettero lottare
maggiormente per superarli,
ma così facendo divennero più
forti.
Beethoven era sordo quando
compose alcune delle sue
musiche più belle. Thomas
Edison era sordo quando
inventò il fonografo.
Omero era un cantastorie
cieco. Renoir dipinse alcuni
dei suoi capolavori con le
dita tanto contorte dai
reumatismi che doveva
legare il pennello alle mani
per poterlo usare.
Handel aveva il lato destro
del corpo paralizzato,
quando scrisse la sua opera
più grande,
il “Coro dell’Alleluia“.
Se non avessimo difficoltà, saremmo troppo compiaciuti di noi
stessi e andremmo avanti con noncuranza, senza poter costruire la
forza di carattere che viene dal superarle.
Non apprezzeremmo i nostri
cari, o non riconosceremmo
amici sinceri in chi si fa più
vicino a noi nel momento del
bisogno
e non avremmo forse
comprensione o compassione
per le persone
che affrontano le stesse cose,
né sapremmo come aiutarle.
Attraverso i nostri
problemi e le
nostre difficoltà,
impariamo anche la
pazienza e la
misericordia e
smettiamo di
essere presuntuosi
ed ipocriti.
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Arcobaleni dopo la pioggia