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Il libro del Cortegiano, IV 58
I brutti adunque per lo più sono ancor mali e li
belli boni; e dir si po che la bellezza sia la faccia
piacevole, allegra, grata e desiderabile del bene;
e la bruttezza la faccia oscura, molesta,
dispiacevole e trista del male; e se considerate
tutte le cose, trovarete che sempre quelle che
son bone ed utili hanno ancor grazia di bellezza.
M. Ficino, El libro dell’Amore, VI 2
La figura dello huomo la quale spesse volte, per la interiore
bontà felicemente concessa da Dio, è nello aspecto bellissima,
per gli occhi di coloro che la riguardano nel loro animo
transfonde el razzo del suo splendore. Per questa scintilla
l'animo, come per uno certo amo tirato, inverso del tirante si
dirizza. Questo tale tiramento, el quale è Amore, perché
dipende dal bello, buono e felice e in quello si torna, sanza
alcuno dubio lo possiamo chiamare bello, buono, beato e
iddio […]. Seguita adunque che l'animo in quel tempo
s'accenda d'ardente amore, quando egli, avendo trovato
alcuna spetiosa imagine di cosa bella e di quella gustato
qualche sapore nel suo giudicio, per tale saggio è incitato alla
intera possessione di quella. Con ciò sia adunque che l'animo
in parte possegga essa cosa bella, e in parte ne manchi,
ragionevolmente in parte è bello e in parte non bello. […]
Imperò che chi è colui che desideri quello che fruisce?
Raffaello, Ritratto di Elisabetta Gonzaga,
Firenze, Uffizi, 1504 ca.
«Quella modestia e grandezza che tutti gli atti
e le parole e i gesti componeva della signora
Duchessa, motteggiando e ridendo, facea che
ancor da chi mai più veduta non l'avesse, fosse
per grandissima signora conosciuta. E così nei
circonstanti imprimendosi, parea che tutti alla
qualità e forma di lei temperasse; onde
ciascuno questo stile imitare si sforzava,
pigliando quasi una norma di bei costumi dalla
presenzia d'una tanta e così virtuosa signora:
le ottime condizioni della quale io per ora non
intendo narrare, […] e quelle che forse sariano
state alquanto nascoste, la fortuna, come
ammiratrice di così rare virtù, ha voluto con
molte avversità e stimuli di disgrazie scoprire,
per far testimonio che nel tenero petto d'una
donna in compagnia di singular bellezza
possono stare la prudenzia e la fortezza
d'animo, e tutte quelle virtù che ancor ne'
severi omini sono rarissime.» (Il libro del
Cortegiano, I 4)
«Quella modestia e grandezza che tutti gli atti e le
parole e i gesti componeva della signora Duchessa,
motteggiando e ridendo, facea che ancor da chi mai più
veduta non l'avesse, fosse per grandissima signora
conosciuta. E così nei circonstanti imprimendosi, parea
che tutti alla qualità e forma di lei temperasse; onde
ciascuno questo stile imitare si sforzava, pigliando quasi
una norma di bei costumi dalla presenzia d'una tanta e
così virtuosa signora: le ottime condizioni della quale io
per ora non intendo narrare, […] e quelle che forse
sariano state alquanto nascoste, la fortuna, come
ammiratrice di così rare virtù, ha voluto con molte
avversità e stimuli di disgrazie scoprire, per far testimonio
che nel tenero petto d'una donna in compagnia di
singular bellezza possono stare la prudenzia e la fortezza
d'animo, e tutte quelle virtù che ancor ne' severi omini
sono rarissime.» (Il libro del Cortegiano, I 4)
Il libro del Cortegiano, IV 59-60
Non negherò già che al mondo non sia possibile trovar ancor delle
belle donne impudiche, ma non è già che la bellezza le incline alla
impudicizia; anzi le rimove e le induce alla via dei costumi virtuosi, per
la connession che ha la bellezza con la bontà; ma talor la mala
educazione, i continui stimuli degli amanti, i doni, la povertà, la
speranza, gli inganni, il timore e mille altre cause, vincono la constanzia
ancora delle belle e bone donne; e per queste o simili cause possono
ancora divenir scelerati gli omini belli. […]
Interviene ancor spesso che, come gli altri nostri sensi, così la vista
s'inganna e giudica per bello un volto che in vero non è bello; e perché
negli occhi ed in tutto l'aspetto d'alcune donne si vede talor una certa
lascivia dipinta con blandicie disoneste, molti, ai quali tal maniera
piace perché lor promette facilità di conseguire ciò che desiderano, la
chiamano bellezza; ma in vero è una impudenzia fucata, indegna di
così onorato e santo nome
Leonardo, Ginevra de’ Benci
Washington, National Gallery
London, The Royal Collection
Leonardo, Disegno
preparatorio per il ritratto di
Ginevra de’ Benci, London, The
Royal Collection
Raffaello, Ritratto di B.
Castiglione: part., Parigi,
Louvre
B. Castiglione, Il libro del Cortegiano,
Proemio (A Miguel da Silva) § 1
«E perché voi né della signora Duchessa né degli altri che
son morti, fuor che del duca Iuliano [de’ Medici]
e
del Cardinale di Santa Maria in Portico [Bernardo Dovizi da
Bibbiena], aveste noticia in vita loro, acciò che, per quanto
io posso, l'abbiate dopo la morte, mandovi questo libro
come un ritratto di pittura della corte d’Urbino, non di
mano di Rafaello o Michel Angelo, ma di pittor ignobile e
che solamente sappia tirare li linee principali, senza
adornar la verità de vaghi colori o far parere per arte di
prospettiva quello che non è».
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