Università delle Liberetà
3° CORSO DI SCIENZE E FEDI
RELIGIONI E CREDENZE
SCIENZA E MAGIA
venerdì 18.30-20.00
dall’ 8 gennaio 2010
12 incontri a cura di Bassi, Catanese, Trifiletti
Con la collaborazione di esperti, si farà
una breve ricerca
delle contaminazioni fra religioni e
credenze nella cultura e nell’inconscio,
del frequente connubio tra scienza ,
religione e potere
dei labili confini tra scienza e non
scienza.
Good= buono;
evil= diavolo
Calendario
• 8 gennaio
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Discorso introduttivo
a cura di Bassi, Catanese, Trifiletti
15 “
Gli Angeli (padre Oscar )
22 “
Il culto della Dea Madre e le krivapete
(dott. A. De Stefano)
29 “
Credere e fare. Il rapporto magia-religione-scienza in
prospettiva antropologica ( prof. G. Gri )
5 febbraio Religione e superstizione in letteratura: Apuleio
(prof. S. Minisini )
12 “
Miracoli, religione naturale e politeismo nella riflessione
Filosofica di David Hume (prof T. Sguazzero)
19 “
Psicologia del sacro (dott. G Justulin)
26 “
Astronomia e astrologia (prof. M.Bassi)
• 5 marzo
• 12 “
• 19 “
• 26 “
Ildegarda di Bingen: una monaca controcorrente,
‘femminista’ del XII sec (prof. G. Catanese)
Il postmoderno, la quarta via, fisica ed esoterismo
Parliamone (prof. G. Trifiletti )
Animismo Africano (padre Oscar )
Disagio e bisogno del sacro (prof. V.Gregorio)
Non men che saver ,
dubbiar m’aggrada
(Dante Alighieri)
Abbiamo necessità di comprendere che la
verità, forse, «quando cade dal cielo, sulla
terra si rompe in cento pezzi, un pezzetto a
disposizione di ciascuno».
(Raimond Panikkar)
Alcune affermazioni di Panikkar
• Una verità che io immagino come assoluta, togliendole quindi
ogni relazione - che è l’essenza della verità - per definizione
non è verità, nemmeno quella che viene presentata come
divina. Quindi smascherare questa piaga dell’umanità è un
progresso, che è necessario operare in questo momento
storico. Dove il contrario non è l’indifferenza, non è affermare
che la verità non esiste. La verità esiste, ma è relativa: a noi,
ad una mente, a qualsiasi cosa..
• A questo proposito devo dire subito ai puritani, non per
consolarli ma per chiarificare, che la relatività che io difendo e
di cui sono convinto, non è il relativismo, dove tutto è uguale.
La relatività non è relativismo: la verità è relativa. Ma per
superare il relativismo non si deve cadere nell’assolutismo. Il
rimedio sarebbe peggio della malattia. Il relativismo non va
bene, ma la relatività implica di non perdere la misura umana.
• In ogni monoteismo Dio è presente attraverso un
messaggio specifico e unico che esclude gli altri.
Nella prassi è stato mutato in ideologia, facendo
della sua interpretazione l’unica via per conoscere
Dio ad esclusione delle altre.
• Così, per il monoteismo, la parola divina si trasforma
in uno strumento per il potere. E l’interpretazione è
un potere culturale che diventa mezzo per fondare il
potere politico-sociale….
• Si può affermare che Dio non parlerà né farà
rivelazioni dopo quella ebraica, o quella cristiana o
quella islamica, e ciò che ha detto - a ciascuna di
loro - è l’ultima rivelazione e quindi il sigillo delle
verità?
• lo stesso Dio sarebbe prigioniero della
rivelazione dei suoi libri all’uomo,e a maggior
ragione lo stesso uomo, in tutto il suo essere
pensiero, azione, ragione e cuore, sarebbe
prigioniero di questa rivelazione scritta.
• E ciò che complica la questione oggi, si cela nel
divario crescente tra ciò che la terra umana
chiede sia scritto da una parte, e dall’altra
quello che ha scritto Dio, ossia tra il reale e il
trascendente.
Le sponde del Mediterraneo sono state
testimoni di fasi storiche in cui questa
interpretazione e questa prassi hanno
trasformato il monoteismo in un
esercitazione di forza, di invasione e di
egemonia, di cui le crociate non sono che
una manifestazione.
In questi momenti l’essere umano ha distrutto
in nome della verità rivelata, e ha
trasformato Dio in un semplice capo militare,
e la teologia in una formula linguistica. E il
monoteismo non è stato considerato una
preghiera ma è diventato una spada.
• Da quattro secoli, e in particolare nell'ultimo, si è imposta in
Occidente una moderna religione civile" che ha inteso
soppiantare le religioni tradizionali e ha reso "sacre" la scienza
e la tecnologia. Tutto ciò che non è misurabile
secondo i criteri della scienza è stato sospinto ai margini o
negato. Ma in questo modo l'uomo occidentale si vieta la
comprensione di una parte importante della realtà.
• Panikkar esorta a ricondurre la scienza entro i suoi confini, a
riconoscere che la creatività umana può assumere forme non
inquadrabili in un unico sistema e a lavorare affinché metodo
scientifico e tradizione religiosa diano vita, rinunciando al
proprio imperialismo culturale, a una simbiosi del pensiero
umano.
Ogni uomo ha fede. Solo gli animali non ne hanno.
Ogni uomo è consapevole di non sapere tutto,
sa che davanti a lui c'è l'ignoto.
Non capisce il mistero ma ne è profondamente
consapevole
E questa consapevolezza è la descrizione
fenomenologica della fede .
Dallo studio di Panikkar. Tavertet
Credenze e riti scaramantici
• Nelle tradizioni e credenze popolari fin dall'antichità la superstizione
nell'interpretare segni della natura o nel prevedere il futuro, ha svolto un
ruolo determinante nella vita e nei costumi popolari.
• Il periodo natalizio si pone in un momento dell’anno che storicamente
era ricco di rituali e usanze legati alla terra, all’inizio del nuovo raccolto e
all’idea di propiziarsi fortuna e prosperità nell’anno nuovo.
Già gli antichi Romani celebravano l'inizio d'anno con feste in onore al
dio Giano e alla dea Strenia (da cui strenna natalizia).
• La Befana è un personaggio che ha colto suggestioni da diversissime
leggende e trasposizioni culturali. Inizialmente, nel periodo romano
politeista, la popolazione venerava Diana, la dea della caccia e della
fecondità che nelle notti che precedevano l’inizio della nuova semina si
diceva passasse, con un gruppo nutrito di donne, sopra i campi, proprio
per renderli fertili e fecondi al nuovo raccolto.
Le contaminazioni pagane e cristiane generano quindi una figura di
donna che è un misto di culture, da una parte vive la buona Diana e
dall’altra la cattiva strega che deve essere bruciata.
Pregare un Santo, per ottenere protezione e aiuto, e ricorrere a riti magici
e pozioni, per ottenere amore e salute, in un passato remoto, ma non
lontanissimo, nella mente di molti convivevano, dando vita a un parallelo
fatto di religione e di credenze che trovava posto nei convincimenti di
persone sia semplici che di cultura.
La preghiera era figlia della fede, la magia era figlia sia della paura del
male sia degli scarsi risultati raggiunti dalla medicina, in epoche nelle quali
anche in casi di malattie non gravi era da non escludersi la morte.
Medicina, religione, stregoneria si confondevano, vivevano l’una a fianco
all’altra, offrivano agli occhi di molti le stesse rassicurazioni e
“promettevano” gli stessi risultati.
La medicina era realmente in grado di guarire tutte le malattie?
La fede era sempre tanto profonda da sorreggere l’uomo in ogni
situazione di dolore?
I riti magici erano un rifugio psicologico o una alternativa resa convincente
dal fatto che aveva saputo resistere nel tempo
Si deve aggiungere poi che molti riti e precetti, in tutte le religioni
rappresentano una disciplina utile ad infondere lo spirito di gruppo
Magia
Chi pensa che magico sia sinonimo di arcaico o superstizioso, non si
è forse reso conto come proprio la nostra era tecnologica e
computerizzata ha fatto della magia quasi un modus vivendi e non
parlo solo di oroscopi e cartomanti televisive e non
Grandi personaggi della filosofia, della sociologia, dell'antropologia,
della letteratura hanno dedicato alla voce magia interi volumi; non
soltanto per criticarla, raccontarla o denigrarla, ma addirittura per
celebrarla. Scuole di etnologia si sono contrapposte nel tentativo di
delineare contorni, competenze e ambiti nei quali il fenomeno magico
nasce e si esprime.
Frazer, autore della monumentale opera "Il ramo d'oro", definisce la
magia come "la sorella bastarda della scienza"; e Lehmann pensa ad
essa come ad una "messa in pratica delle superstizioni"; Durkeim la
carica di significati antireligiosi quando la definisce eversione
dell'ordine cristiano, come rapporto di forze oscure e peccaminose".
In pratica la magia sballottata tra sacro e profano, tra scienza e
superstizione, rimbalza su ogni sponda, dove fermandosi, dove
fuggendone, ma sempre lasciando una traccia più o meno vistosa
della sua innegabile potenza ammaliatrice.
• E' quasi inspiegabile - afferma Alexandrian - che, alla
fine del XX secolo, nonostante i progressi della fisica
nucleare, della medicina, dell'astrofisica e della
psicoanalisi, esistano ancora lettori appassionati di
opere sulla magia e sulla stregoneria e che le riviste,
sempre più numerose, le conferenze e gli studi su tali
argomenti assumano l'importanza di un fenomeno
sociologico. Si può ragionevolmente presumere che,
nel corso del XXI secolo, e oltre, vi saranno ancora
cultori appassionati della filosofia occulta.
• Scacciata dalla porta, col neopositivismo, sembra
che l'ideologia dell'incantesimo rientri dalla finestra
scortata dai filosofi del cosiddetto pensiero 'negativo'
Differenza fra mago e scienziato
• La scienza è conoscenza della natura, attraverso
l'interrogazione della stessa. Lo scienziato conosce
costringendo la natura a rispondergli, a svelarsi quale essa è .
significa che per volare non cerco di infrangere la legge di
gravità con una scopa magica, ma che, studiando il volo degli
uccelli, calcolando la gravità, le forze ecc. costruisco un
aeroplano, che vola seguendo le leggi della natura stessa.
• Il mago, invece, non ha nessun rispetto, nessuna
predisposizione fanciullesca, umile, di fronte al reale. Al
contrario, è guidato da un desiderio, un sogno, di onnipotenza.
Pensa di poter agire senza limiti, senza regole, contro natura.
• Purtroppo la scienza, o meglio la tecnica, viene oggi sempre
più spesso utilizzata con una mentalità magica.
Qualche cenno di storia della
scienza
• Prima della rivoluzione scientifica risulta spesso
impossibile distinguere il mago, dal tecnologo e dallo
scienziato, coesistendo sovente nella stessa persona
queste tre diverse attitudini nei confronti della natura, dal
Seicento in poi scienza e magia si sono separate in modo
definitivo.
• Storici importantissimi intendono lo sviluppo della scienza
seicentesca come un costante progresso e una
sistematica eliminazione di modelli di spiegazione
scientifica obsoleti.
• Ma non tutti per es.J. Ferguson, autore di una celebre
Bibliotheca Chemica (1906) per primo riconobbe la grande
importanza e la costante influenza di Paracelso: proprio
nel periodo che segna la maturazione intellettuale di
Newton, tra il 1650 e il 1670, in Inghilterra l'influenza di
Paracelso non stava svanendo, ma anzi era al suo apice
Newton non vide nel progresso delle teorie esplicative
meccaniciste un argomento per destituire di valore
esplicativo filosofie non meccaniciste.
La grande impresa di Newton, al contrario, «potrebbe
essere considerata un ultimo e titanico tentativo di
conciliare magia e meccanicismo in un unico,
armonioso sistema di saggezza universale» (C.
Webster).
Tra Newton e Paracelso vi furono elementi di forte
continuità: sia l'uno che l'altro ritenevano che per
l'uomo la priorità assoluta fosse la certezza della
salvazione, entrambi consideravano che il loro
compito intellettuale fosse essenzialmente quello di
comprendere il rapporto tra l'umanità e il Creatore.
• Anche Bacone Francesco(1561-1626) ,che tanto
avversò la magia, operò in realtà, in modo simile
a Paracelso fondando il proprio approccio alla
scienza sull'idea biblica di un ritorno dell'uomo a
un dominio perduto sulla natura. Questa nuova
interpretazione è sostenuta con particolare vigore
da Webster.
• Per una corretta valutazione del rapporto tra
magia e scienza nel periodo della rivoluzione
scientifica è indispensabile tener conto,
sostengono sempre i critici della tradizione
storiografica positivista, anche del ruolo positivo
svolto dalla cultura profetica e millenaristica.
• Vediamo qualche esempio di personaggi noti
come scienziati, ma in realtà con profondi legami
col mondo della magia
J. Dee (1527 - 1608) , il matematico elisabettiano riscopritore di
Euclide, si dedicò con l'aiuto del ciarlatano Edward Kelley,
all'evocazione degli spiriti dei defunti.
Gerolamo Cardano (1501-1576) , forse il più geniale degli
algebristi moderni, spaziò tutti i campi del magico ed usò la
matematica anche come tecnica strumentale per le sue
pratiche astrologico-cabalistiche.
Il medico Jean Fernel (1497-1559) , uomo di non indifferente
statura clinica, applicò l'astrologia alla terapeutica (cosa
peraltro consueta ad ogni medico), ma vi aggiunse talismani,
evocazioni e formule.
Anche Michele Serveto (1511-1553) (condiscepolo di Vesalio) al
quale si attribuisce la prima idea della circolazione polmonare,
non ebbe alcun ritegno a dedicarsi all’astrologia.
Tra i grandi astronomi dell'epoca non vanno taciute le dichiarate
simpatie magico-astrologiche di Tycho, Digges, Regiomontano,
Keplero,Copernico.
J.Kepler (1571-1630)
• Il caso del Somnium di Keplero, spesso sottaciuto o solo accennato nelle
storie della scienza, è al riguardo emblematico. E’ un opera autobiografica e
non certo solo di fantasia che ci racconta la filiazione culturale del padre
dell'astronomia e dell'ottica moderna.
• Egli racconta che, ancor fanciullo, iniziato dalla madre, una Strega, alle
tecniche della magia popolare (in effetti Katarina Kepler fu sottoposta ad un
processo per stregoneria e riuscì a salvarsi grazie all’intervento del figlio),
avendo smarrito alcuni talismani, viene ceduto in luogo di quelli al capitano
di una nave che spesso faceva uso dei servigi della Strega; costui lo
conduce all'isola di Uranisburg, dove lo vende a Tycho Brahe che lo istruisce
ai segreti dell'astronomia e dell'astrologia.
• E' questa parabola il segno emblematico di tutta la sua epoca: nell'istruzione
del giovane Duracoto (lo pseudonimo scelto da Keplero) figlio naturale della
Strega e figlio putativo del Dotto-Mago-Astronomo si riconosce il cammino di
quell'età del mondo, breve, ma intensa che va sotto il nome di Rinascimento
scientifico: un tempo in cui l’uomo è figlio della Strega e dello scienziato.
• Apparentemente può sembrare strano che nel Rinascimento,
forse ancora più che nel Medioevo, prolifichi l'arte magica e
trovi sostenitori entusiasti in pensatori quali Marsilio Ficino o
Pico della Mirandola, o Giordano Bruno.
• L'attenzione generale di cui gode la magia in questo periodo é
da ricercare essenzialmente nello spirito degli umanisti,
desiderosi di esaltare la libertà e la potenza dell'uomo in tutte le
sue sfumature e, indubbiamente, l'idea di poter operare sulla
natura non può che piacere. In Ficino la magia e l‘astrologia
vengono considerate non già manifestazioni di superstizione,
ma tecniche pienamente legittime, rivolte o allo studio
dell'ordine naturale ( l'astrologia ) o alla realizzazione del
dominio dell'uomo sulla natura (la magia)
• Per Pico le cose stanno diversamente: egli apprezza con
estremo entusiasmo le arti magiche, che consentono all'uomo
di dominare la natura imponendosi su di essa, proprio perché vi
scorge una esaltazione del libero arbitrio umano, ma non può
assolutamente accettare l'astrologia: l'idea che tutto sia
prevedibile tramite la consultazione degli astri é un'evidente
limitazione del libero arbitrio umano.
Un discorso simile vale per Giordano Bruno, che arriva perfino
a vedere la matematica come un qualcosa assai vicino alla
magia: non a caso il processo che lo porterà a bruciare vivo sul
rogo il 17 febbraio 1600 comincia con l'accusa da parte del
nobile veneziano che lo ospitava e pare che egli lo abbia
denunciato per dispetto, in quanto Bruno gli aveva promesso di
insegnargli la magia-matematica, ma lui era insoddisfatto degli
insegnamenti.
Al di là di questa vicenda personale, é interessante notare
l'interessamento di Bruno per la magia : come capacità di
cogliere i meccanismi secondo i quali l'unità si articola nella
molteplicità, e la molteplicità é tutta "ricomposta" nell'unità.
In un altro scritto il Nolano dà una definizione del mago, colui
che esercita le arti magiche: magus significat sapientem cum
virtute agendi.
• La magia, spesso circondata nei secoli precedenti di un'aura
demoniaca, diventa nel Rinascimento la positiva scienza della
trasformazione, segno concreto del dominio dell'uomo sugli
elementi.
• Sarà poi nel 1700, con l'avvento dell‘illuminismo, che si
sottoporrà la ragione ad un più critico esame, ecco allora che
Kant istituirà un vero e proprio tribunale della ragione, dove la
ragione é allo stesso tempo imputato e giudice: imputato nel
senso che si indaga su quali siano i suoi limiti e il suo campo di
applicabilità, giudice nel senso che é proprio lei che indaga e
giudica se stessa!
• Per tutto l’Illuminismo si discute ancora di magia, ma in termini
tali da far cadere ogni concetto di crimine o eresia, vi sarà per
esempio la ridicolizzazione dell’atto stregonesco, attribuito più a
stupidità umana che a potere demoniaco.
• Questa smisurata fiducia nella ragione umana, sarà tipica di
pensatori quali Cartesio,Spinoza e Hobbes.
• Per dovere di cronaca il pensiero cartesiano venne condannato
dalla Chiesa cattolica e le sue opere nel 1663 furono messe
all’Indice
Matematica
• Per il pitagorismo il numero, più che indicare una
quantità, rappresentava simbolicamente un'essenza
qualitativa, contenente in sé la grande legge di armonia
che regola tutte le cose. Questa dottrina, quindi, oltre ad
essere una scuola di filosofia e matematica, costituiva
soprattutto un orientamento mistico e morale i cui principi
erano tenuti segreti e solo gli iniziati potevano
comprenderli.
• I famosi Versi d'oro, attribuiti a Pitagora, in realtà
compilati nel secondo secolo dopo Cristo costituiscono
un testo importante per la letteratura esoterica. Essi
danno regole di vita a chiunque desideri diventare un
iniziato.
Rendi giusti omaggi agli Dei, secondo le leggi;
Rispetta il giuramento, gli eroi e i saggi;
Onora i genitori, i re e i benefattori;
Scegli come amici i migliori tra gli uomini;
Sii gentile e dolce, accomodante negli affari;
Non odiare il tuo amico per piccoli errori;
Servi con tutte le tue forze la giusta causa:
Chi fa tutto ciò che può fa ciò che deve.
Ma devi saper reprimere come un severo
maestro,
l'appetito, il sonno, Venere e la collera.
Non venir meno all'onore né da vicino né da
lontano,
e devi essere un rigoroso testimone di te stesso.
Sii giusto nelle azioni e non solo nelle parole;
Non dare mai frivoli pretesti al male.
La sorte come ci ha arricchito può renderci
poveri;
Ma dobbiamo tutti morire, sia deboli che
potenti.
Non essere refrattario alla tua parte di dolore;
Accettane il rimedio utile e salutare,
e sappi che sempre gli uomini virtuosi
sono i meno disgraziati fra i mortali afflitti.
Rassegna il tuo cuore alle proposte ingiuste;
Lascia che la gente parli e segui sempre la tua
linea.
ma soprattutto non fare nulla che non sia
esempio,
di rettitudine e di utilità.
Fai camminare davanti a te il consiglio che ti
rischiari,
affinché dietro non segua l'assurdità.
La stupidaggine è sempre il peggiore dei mali,
e l'uomo senza testa risponde dei propri
errori.
non agire senza sapere, e sii zelante
nell'apprendere:
dai tempo allo studio che ti darà felicità.
Non tralasciare di curare la tua salute;
Ma prendi il necessario con sobrietà.
Nella vita è permesso tutto ciò che non nuoce;
Sii elegante e puro senza suscitare invidia.
Fuggi sia la negligenza che l'insolente lusso:
Non agire senza pensare a ciò che fai,
e la sera rifletti su tutta la giornata.
Cosa ho fatto? Cosa ho udito? Cosa devo
rimpiangere?
Così salirai verso la divina virtù.
O ineffabile Tetractys, ti prendo a testimone.
O fonte inestinguibile delle forze dei tempi;
E tu che sai pregare, quando gli Dei sono con
te,
finisci la loro opera e lavora con fede.
Presto e senza fatica arriverai a conoscere
da dove viene, dove va e dove si ferma il tuo
essere;
Senza paura e senza desideri saprai i segreti
che la natura nasconde ai mortali indiscreti.
Pesterai sotto i tuoi piedi la debolezza umana
che la fatalità conduce senza scopo e a caso.
Saprai chi conduce l'incerto avvenire,
e quale nascosto demone tiene le fila del
destino.
Allora salirai sul carro di luce.
Spirito vincitore e re della materia.
Comprenderai il regno paterno di Dio.
E potrai sederti in una calma eterna.
• Nulla ci è giunto degli scritti di Pitagora e solo pochi frammenti di quelli dei
suoi diretti discepoli. Essi ebbero, però, una notevole influenza sul
pensiero di Platone e, in linea generale, il pitagorismo, insieme all'orfismo
e agli orientamenti misterici, fu alla base delle dottrine mistiche che si
svilupparono nel periodo ellenistico e i cui influssi rimasero vivi nel
Medioevo e, in particolare nel Rinascimento.
• Comunque ancora nel XV secolo insigni educatori come Erasmo (1466 1536) e J. L. Vives (1492 - 1540) ritenevano non utile la matematica per la
formazione delle persone poiché tendeva a distrarle dai fini pratici della
vita.
• La riscoperta della matematica durante l’Umanesimo ebbe un duplice
effetto spesso contraddittorio. Da una parte si intuirono le enormi
possibilità ad essa collegate per lo studio della natura , ma dall'altra si
individuò la via più facile della numerologia e della mistica dei numeri.
Come nella tradizione della Scuola Pitagorica tornava l'armonia delle figure
e delle proporzioni che con i numeri a lato avrebbero permesso di scoprire
una qualche cabala nascosta, ad esempio nella Bibbia, una qualche
formula magica che avesse permesso all'uomo di salvarsi o di scoprire una
qualche verità trascendente. Le armonie divine dovevano avere una
qualche relazione con cerchi, triangoli, quadrati ed altre figure geometriche
tra cui, naturalmente, i solidi regolari. La stessa creazione doveva avere
una matrice di matematica "spirituale" che era studiata a tal fine dai
pitagorici del Rinascimento.
La matematica certamente ebbe il merito fondamentale di
iniziare ad unificare un linguaggio che sempre più era per iniziati
nelle varie tradizioni. Dai concetti astratti, dalle similitudini, dalle
analogie, dai sillogismi, dalle proprietà di colori, suoni ed odori,
dalle cause ed accidenti si passava sempre più ad un qualcosa
che aveva un linguaggio univoco al quale non si poteva sfuggire
con sofismi di varia natura.. E fu proprio la potenza predittiva di
questo "linguaggio", della sua univocità che permise, alla fine
del Seicento l'affermarsi della tradizione meccanicista.
Ma ciò non tragga in inganno: la scena era in gran parte
occupata da altre vicende, da magia, alchimia ed astrologia (le
controversie su tali problematiche erano, all'epoca, forse più
importanti di quella tra geocentrismo ed eliocentrismo).
La scienza che noi oggi vogliamo vedere laica e scevra da
inquinamenti irrazionali nasceva immersa in questa cultura
(quanto si ritiene oggi scientifico nasceva mescolato al mistico
addirittura nello stesso autore) e se da una parte si può dire con
l'aiuto dell'opera dei classici greci, dall'altro è necessario
affermare che anche nonostante essi (per la loro visione statica
ed in qualche modo già chiusa e determinata del mondo
circostante)
Implicazioni scienza-politica
Interessante è anche apprendere che non furono i membri della Royal
Society l‘antica accademia nazionale inglese delle scienze a farsi promotori
di una battaglia contro le credenze nella stregoneria. Essi,in realtà, erano
spaventati dalle implicazioni atee del meccanismo di Cartesio e di Hobbes e
non seguirono con coerenza la filosofia meccanicista.
Il meccanicismo escludeva il ricorso al sovrannaturale, ma la tradizione
religiosa ammetteva senza tentennamenti l'esistenza di una gerarchia di
spiriti, ivi compresi i demoni, e respingere la stregoneria e la magia diabolica
significava schierarsi su posizioni religiosamente eterodosse.
È anche noto che la Royal Society, fondata nel 1660 sotto gli auspici di
Carlo II Stuart, traeva origine dal «Collegio Invisibile», istituito a Londra nel
1645 da Boyle e Locke, che a sua volta discendeva dalla segretissima setta
dei Rosacroce, insediatasi a Londra fin dal 1610, in pratica i primi
appartenenti alla Royal Society erano massoni
Molti di essi, seguendo le utopie ideologiche di Francesco Bacone, si
prodigavano a divulgare ed esaltare i risultati dell’indagine scientifica
newtoniana, perché questa tornava molto utile al nuovo ordine politico ed
alla nascente massoneria.
Alchimia
• Tra gli alchimisti certo non mancavano ciarlatani e truffatori,
che giravano le corti d’Europa in cerca di un potente che li
riempisse d’oro (questo sì reale!). Offrivano le loro
conoscenze di medicina, astrologia, filosofia e mistica, condite
da abbondanti trucchi e illusioni per stupire re e cortigiani
• Ma l’alchimia aveva anche un lato meno oscuro, ed è grazie a
questo che in un certo qual modo,si svilupperà la chimica. La
maggior parte delle trasformazioni che gli alchimisti
realizzavano erano in realtà semplici reazioni chimiche, e fu
per studiare queste che furono compilati i primi preziosissimi
manuali in cui si insegnava come distillare, come estrarre un
metallo dal suo minerale, come ottenere un vetro o
manipolare la polvere da sparo. Le prime nozioni sui passaggi
di stato della materia e sulla combinazione degli elementi
chimici furono ordinate e raccolte proprio dagli alchimisti.
• E le sostanze che usavano gli alchimisti, così come i loro
strumenti e le loro tecniche, in fin dei conti erano le stesse che
venivano utilizzate per preparare colori da pittura, profumi e
soprattutto farmaci.
L'alchimia tra le varie pratiche era certamente
quella i cui cultori custodivano più gelosamente i
suoi segreti. Questo è uno dei motivi per cui si sa
molto poco delle pratiche magiche ed alchemiche.
Solo pochi, pure sapienze elette, gli iniziati,
potevano avere le facoltà per operare in tali campi.
Per essere iniziati non bastava una scuola;
occorreva avere delle proprietà particolari, essere
dotati da Dio di particolari poteri, in modo che si
può anche sostenere che il mago rinascimentale è
un poco un eletto da Dio, una specie di Santo.
In questo senso la magia non temeva smentite. Il
linguaggio criptico conteneva in sé sempre una
affermazione ed il suo contrario ed il mago era
inattaccabile. Se delle cose non andavano poi
come dovevano era perché il 'paziente' non aveva
fatto esattamente, non si era attenuto, non era
stato casto, non...
Medicina
•
Ben poco si era fatto in vari secoli nel campo della
medicina da quanto si sapeva di Ippocrate e Galeno.
L'intervento di Theophrast Bompast von Hohenheim (14931541), detto Paracelso (più grande che Celso), che non era
neppure un medico nel senso tradizionale ma solo un chirurgo,
dette uno scossone a tale medicina che, anche per quello che
egli stesso dice, corrispose all'operazione fatta da Lutero con la
Chiesa cristiana: egli bruciò in piazza il Canone di Avicenna che
era il testo canonico di ogni medico, allo stesso modo che
Lutero aveva bruciato in pubblico la bolla papale di scomunica.
• Un tale personaggio, che certamente non ebbe un percorso
intellettuale netto e chiaro, era un 'abusivo' che si permetteva di
interferire in un campo nel quale da centinaia d'anni si lavorava
lucrosamente senza essere disturbati. Da qui gli odi che
Paracelso riuscì ad attirarsi e, con essi, le calunnie di ogni tipo.
• La novità sostanziale introdotta da Paracelso nel pensiero è
certamente quella che ogni fenomeno naturale discende da
cause naturali. Non esistono fenomeni strani e misteriosi,
occorre studiarli per capire la loro natura e l'uomo è in grado di
farlo, è in grado cioè di penetrare tali segreti naturali mediante
una ricerca di tipo sperimentale. Tra i fenomeni naturali vi sono
anche le malattie che non possono avere cure standard ma che
debbono essere seguite nel loro decorso, caso per caso.
Naturalmente queste enunciazioni restano in gran parte tali ed i
metodi di cura non sono del tutto differenti da quelli che
prevedono, ancora, l'uso di magia (ficiniana), astrologia ed
alchimia..
• La novità è il diverso approccio che, per esempio, vede
nell'alchimia non un mezzo per soddisfare brame di potenza
mediante l'arricchimento, ma un metodo per elaborare pozioni
che siano in grado di alleviare i dolori ed i malanni dell'intera
umanità .In un certo modo il mago assume un poco il ruolo del
santo.
La scienza dunque iniziò ad affermarsi con
molte difficoltà invischiata in varie forme di
irrazionalismo e anche i vari scienziati che sono
i padri fondatori della scienza moderna furono
immersi nella cultura ermetica, cabalistica ed
alchemica del loro tempo.
E successivamente ?
E oggi?
Scienze, magia,credenze e fedi sono proprio
così nettamente distinte?
«Volendo seriamente ricercare la verità
delle cose, non si deve scegliere una
scienza particolare, infatti esse sono
tutte connesse tra loro e dipendenti
l'una dall'altra… ben presto ci si
meraviglierà di aver fatto progressi di
gran lunga maggiori di coloro che si
interessano alle cose particolari e di
aver ottenuto non soltanto le stesse
cose da altri desiderate, ma anche più
profonde di quanto essi stessi possano
attendersi »
(Cartesio da "Discorso sul metodo")
bibliografia
• Paolo Rossi
Il tempo dei maghi. Rinascimento e modernità
Raffaello Cortina, 2006.
• C. Webster, Magia e scienza da Paracelso a Newton, Il Mulino,
Bologna 1984;
•
•
http://www.pbmstoria.it/dizionari/storiografia/lemmi/245.htm
http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/raimonpanikkar/ambiscienza.htm
•
http://www.ugobecciani.it/libri/streghe.doc
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