Pianta erbacea annuale o biennale della famiglia delle Compositae Tubuliflore,è
molto conosciuta per i suoi bei fiori giallo-arancio.E’probabilmente originaria
dell’Atlante,ma oggi viene coltivata nelle regioni temperate.Il nome Calendula deriva
da Calendae (il primo giorno del mese)che ne indica l’abbondante fioritura in quasi
ogni mese dell’anno.I latini la chiamavano Solsequium(che segue il sole),perché i
suoi fiori sbocciano quando splende il sole,sono sempre rivolti verso di esso e si
chiudono al tramonto.La Calendula è da sempre conosciuta e utilizzata soprattutto
per uso esterno,per la sua attività antinfiammatoria,antisettica,cicatrizzante.La
tradizione popolare consiglia di strofinare i fiori di Calendula sulla zona colpita in
caso di punture d’insetti.
Principi attivi:La parte utilizzata è costituita dai capolini interi o
parzialmente frammentati,con preferenza per la varietà a fiore pieno.I
costituenti principali sono:glucosidi triterpendici,alcoli
triterpendici,carotenoidi, flavonoidi, curarine,olio essenziale,poli
saccaridi,composti azotati,vitamina,mucillagine, gomme,sostanze
amare,resine e fenoli.
Impiego terapeutico:La Calendula viene comunemente utilizzata per uso
topico nel trattamento di cute secca,screpolata,delicata,facilmente
arrossabile,in casi di dermatosi eritematose,lievi
ustioni,contusioni,geloni,ulcere,foruncoli, ipercheratosi. L’uso interno è
consigliato in caso di irregolarità mestruali,dismenorrea.L’attività
antimicrobica ,antifugina e antivirale è da attribuire soprattutto all’olio
essenziale.Non meno importanti sono l’azione antinfiammatoria e
vulneraria,con aumento dell’attività fagocitarla del sistema reticolo
endoteliale,incremento della produzione di fibrina e della formazione di
tessuto di granulazione.La Calendula inoltre tende ad equilibrare
l’idratazione della cute e ne migliora la circolazione sanguigna,agisce come
cicatrizzante,antinfiammatorio,emolliente,lenitivo,rinfrescante,antisettico,
eutrofico.
Molto utilizzata localmente per stomatiti,afte,gengiviti,piorrea e
parodontopatie, nelle tonsilliti e faringiti.Per quanto concerne l’uso interno
interessanti sono l’attività
emmenagoga,antispasmodica,coleretica,ipotensiva e vasodilatatrice.In
Europa Orientale viene molto utilizzata nel trattamento dei processi
distrofici delle mucose del tratto intestinale(ulcera,colite,gastrite,ecc.).

Lavanda
Lavandula stoechas è una delle numerose specie della famiglia delle labiate, comunemente note con il
nome di lavanda. Caratteristiche delle regioni mediterranee, queste piante sono utilizzate su larga scala
nell'industria profumiera.
Denominazione comune di alcune specie di piante erbacee e
arbustive molto profumate, appartenenti alla stessa famiglia
della menta. Le lavande sono originarie del continente
euroasiatico e sono caratterizzate da piccoli fiori violacei, riuniti
in verticilli che si sovrappongono lungo il fusto fino a formare
una spighetta apicale. Ogni fiore è costituito da un calice
tubulare con 5 denti, una corolla composta da cinque petali
(ovvero da due grandi labbra e da tre petali più ridotti), quattro
stami e un solo pistillo.
La lavanda propriamente detta è una specie spontanea
originaria del bacino del Mediterraneo; ha foglie sottili, coperte
da una lanuggine grigia, e minuscoli fiori lilla contenenti il noto
olio essenziale utilizzato nella produzione di profumi e aceti
aromatici. Viene ampiamente coltivata a scopo ornamentale in
orti e giardini; con i fiori essiccati vengono spesso confezionati
piccoli sacchetti utilizzati per profumare gli abiti o la
biancheria.
Classificazione scientifica: Le varie specie di lavanda formano il
genere Lavandula della famiglia delle labiate; il nome scientifico
della lavanda propriamente detta è Lavandula angustifolia.
Proprietà: le infiorescenze e le foglie di lavanda sono molto ricche di un
olio essenziale volatile dalla composizione molto complessa,costituito da
vari alcool terpenici e dai loro esteri.Il più importante di questi è il
linaiolo,l’essenza responsabile delle principali proprietà terapeutiche
della lavanda:
Sedativa e riequilibrante del sistema nervoso centrale e vegetativo:si
raccomanda in casi di nervosismo,nevrastenia,nausea,tendenza alla
lipotimia,palpitazioni.
Digestiva:esercita un’azione antispastica e carminativa sul condotto
digestivo,e inoltre ha un effetto aperitivo,facilitando la digestione.Poichè
l’essenza di lavanda possiede anche proprietà antisettiche,dà ottimi
risultati in caso di coliti.
Antireumatica e antinfiammatoria: applicati asternamente l’acqua,l’olio e
l’essenza di lavanda sono molto efficaci per calmare i dolori
reumatici,sia di origine articolare sia muscolare.
Antisettica e cicatrizzante: l’infuso di lavanda si utilizza per lavare ulcere
e ferite infette,poiché le aiuta a rimarginarsi rapidamente.L’olio di
lavanda allevia il dolore nelle bruciature leggere e disinfiamma le
irritazioni dovute a punture d’insetti.
Rilassante e riposante:in seguito a lunghe camminate,dopo un intenso
esercizio fisico o quando si avverte una grande stanchezza un bagno
.
caldo con acqua o essenza di lavanda aiuta a riattivare la circolazione e a
eliminare la senzazione di affaticamento.
Sedativa:il semplice atto di respirare l’aroma di lavanda esercita una
piacevole ed efficace azione sul sistema nervoso centrale.Questa pianta è
indicata per i bambini iperattivi o che dormono male.In questo
caso,risulta molto efficace mettere alcune gocce di essenza di lavanda sul
cuscino del bambino.
Balsamica:l’essenza di lavanda viene assunta per inalazione o vapori,per
accellerare la cura di laringiti,tracheiti,bronchiti,catarro bronchiale e
raffreddori.
PREPARAZIONE E USO:
Uso interno: Per facilitare la digestione e in caso di infiammazioni
intestinali.
Infuso:Si prepara con 30-40g di infiorescenze e foglie per 1l d’acqua.Bere
tre tazze al giorno,dolcificante con miele,dopo i pasti.
Estratto fluido:Ingerire 30 gocce 3 volte al giorno.
Essenza:La dose abituale è di 3-5 gocce 2 o 3 volte al giorno.
Uso interno: Per calmare dolori reumatici e infiammazioni.
Essenza di lavanda:Perché faccia effetto,basta aspirarne poche gocce o
sfregarle sulla pelle.Per lavare ulcere e ferite infette,poiché aiuta a
rimarginarle.
Per infiammazioni muscolari.
Fomenti caldi:Si preparano con infuso di lavanda o versando nell’acqua
alcune gocce di essenza.Esporre al vapore il collo,le spalle e le ginocchia.
Per reumatismi e infiammazioni,o come rilassante.
Lozioni e frizioni:Si possono praticare con alcune gocce di essenza,con olio
o con acqua di lavanda.
Olio di lavanda:Diluire 10g di essenza in 100g di olio d’oliva e applicarlo
come lozione sulla zone dolorante.
Acqua di lavanda:Versare 30g di essenza in 1 l di alcool a 90°. Dopo aver
lasciato riposare la miscela per 24 ore,colarla attraverso un filtro di
carta e conservarla in vasi ben chiusi. Se risulta troppo concentrata,è
possibile diluirla con acqua. Si può preparare anche lasciando macerare
250g di infiorescenze secche in 1 l di alcool per 2 settimane. Trascorso
questo tempo,colare il liquido attraverso un filtro di carta e conservarlo
in recipienti ben chiusi. Può essere utilizzato come antireumatico,
antinfiammatorio e rilassante applicandola esternamente con bagni .
TIMO
Il timo (Thymus vulgaris) è una delle numerose piante della famiglia delle labiate che vengono utilizzate in cucina come
erbe aromatiche, in virtù del loro intenso profumo. Dal punto di vista botanico, il timo è un piccolo arbusto che
produce fiori rosati riuniti in brevi infiorescenze a spiga. Cresce sui terreni aridi di tutte le regioni del Mediterraneo.
Denominazione comune di alcune specie semiarbustive, appartenenti a un
genere di piante aromatiche della famiglia delle labiate.
Il comune timo coltivato in orti e giardini può raggiungere un'altezza di 15-20
cm, ha minuscole foglie strette, quasi aghiformi, e fiori, bianchi o rossastri,
disposti in verticilli. Il timo settentrionale, o selvatico, ha un fusto
strisciante molto ramificato e tende a formare macchie e ciuffetti; è dotato
di un fitto fogliame, composto da piccole foglie ovali, e di infiorescenze
costituite da capolini cilindrici o globosi, formati da fiorellini purpurei. Pur
essendo meno profumato della varietà da orto, contiene anch'esso i
caratteristici oli essenziali tipici delle piante del genere.
È consuetudine pensare al timo come condimento alimentare per le sue
caratteristiche aromatiche e antisettiche che nei cibi ne prolunga la loro
conservazione. Non è da sottovalutere però la sua proprietà medicinale che
ne fa uno dei migliori antisettici naturali utile per disinfettare apparato
respiratorio e intestino. Combatte le fermentazioni e infezioni intestinali e
per la sua proprietà balsamica è fluidificante catarrale, benefico per tosse e
asma. Tisane e sciroppi di timo tonificano l’organismo, stimolano l’appetio
e la digestione, il funzionamento del fegato, combattono le malattie del
raffreddamento. Per uso estremo è uno stimolante della circolazione
periferica e disinfettante della pelle. Contro lìalito cattivo sono efficaci gli
sciacqui.
Classificazione scientifica: Le varie specie di timo compongono il genere
Thymus della famiglia delle Labiatae. Il nome scientifico della comune
varietà da orto è Thymus vulgaris, quello del timo settentrionale è Thymus
serpyllum.
Genere di piante erbacee aromatiche annuali o perenni, diffuse in tutto il
mondo e incluse nella famiglia delle labiate. Le specie che ne fanno
parte presentano caratteristiche e fragranze diverse, largamente
sfruttate in cucina oltre che in profumeria e nella preparazione di
medicinali e prodotti cosmetici.
Il nome Menta, secondo la mitologia Greca, deriva da quello di una ninfa:
Minte, amata da Ade, che Proserpina, sua moglie, per gelosia, tramutò
in pianta. La menta era conosciuta in tempi remoti per le sue proprietà
medicinali. I Greci e i Romani univano la menta al latte finchè
inacidisse per poi utilizzarla come digestivo. Plinio raccomandava di
appendere rametti di menta nelle stanze degli ammalati, cosicché
rianimasse il loro spirito. Anche gli indiani d’America la utilizzavano
per curare tossi e polmoniti. La menta, grazie ai suoi olii essenziali ha
proprietà analgesiche e disinfettanti. I Cinesi, anticamente, ne
vantavano le proprietà calmanti e le sue virtù antispasmodiche.
Ippocrate considerava la menta un afrodisiaco, mentre Plinio ne
vantava l’azione analgesica. Oggigiorno, la menta si usa, insieme con
verbena e tiglio, per preparare una tisana molto digestiva. Tutte le
specie di menta hanno le stesse proprietà medicinali, dovute, ha un
alcool estratto dall’essenza di menta, il mentolo, che fu scoperto nei
Paesi Bassi alla fine del XVIII sec. Il mentolo si è riservato un ottimo
stimolante per lo stomaco, un antisettico e un analgesico, non senza
pericoli per il sistema nervoso, perché se è usato a forti dosi può
provocare la morte.
Nelle specie appartenenti al genere Mentha, le foglie sono lanceolate e opposte,
disposte lungo il fusto a quattro a quattro (decussate); i fusti presentano
una sezione quadrangolare, rinforzati da quattro cordoni periferici di fibre
di sostegno. I sepali e i petali del fiore sono fusi in una corolla bilobata a
simmetria bilaterale. Gli stami (organi sessuali maschili), che possono
essere in numero di 2, 4 o 5, si trovano all'interno della corolla; l'ovario
supero ha 2 carpelli (organi sessuali femminili).
Tra le specie più note e diffuse, la menta acquatica (Mentha aquatica) è in uso
come pianta aromatica fin dall’età della Pietra. Molto comune in Italia,
cresce in luoghi umidi, in prossimità dei corsi d’acqua; viene sfruttata in
medicina come rimedio per il mal di stomaco e il mal d’orecchio. La
comune menta piperita (Mentha piperita) è una varietà ibrida ottenuta
dall’incrocio tra la menta acquatica e la menta verde; oltre a essere
ampiamente impiegata in cucina come pianta aromatica, ha proprietà che
vengono sfruttate in medicina e in erboristeria contro l’insonnia, il vomito,
la diarrea e la cattiva digestione. La specie Mentha arvensis, meno comune,
sprigiona un odore piuttosto acre, molto diverso da quello tipico della
menta. La mentuccia infine, classificata Mentha pulegium, ha un forte
aroma che, oltre ad essere apprezzato in cucina, veniva tradizionalmente
sfruttato per allontanare le pulci; da qui il nome della specie, pulegium, che
deriva dal latino pulex (pulce).
Classificazione scientifica: Le diverse specie di menta costituiscono il genere
Mentha della famiglia delle labiate, ordine lamiali, classe dicotiledoni,
divisione angiosperme. La menta piperita è classificata Mentha piperita, la
menta romana Mentha spicata e la mentuccia Mentha pulegium.
Un alunno di V F mentre scava il terreno
Qui mentre pianta la menta.
Voilà, eccola piantata !!
Alcuni alunni impegnati nel progetto.
Hanno partecipato a questo progetto gli alunni di IV e
V F del liceo “F.De Sanctis” con l’aiuto della
prof.ssa.Rosetta Tomeo.
Si ringrazia il Sig.Preside e la prof.ssa.Lombardi per
aver permesso di rimettere in sesto l’orto botanico e
di aver fatto realizzare questo progetto.
Gli alunni.
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Orto botanico - Il laboratorio per la didattica della Fisica del Liceo