PALINURO e dintorni
Il Cilento è una subregione montuosa della Campania che si protende come
una penisola tra i golfi di Salerno e di Policastro, nella zona meridionale della
regione.
Fino alla creazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano il territorio
cilentano era individuato tra i paesi ai piedi del Monte della Stella (1131 mt) e altri
delimitati a est dal Fiume Alento.
Per ragioni oggettive si è voluto estendere il Cilento a buona parte della
provincia costiera e interna meridionale di Salerno.
Anticamente il Cilento era parte della Lucania (insieme con il Vallo di Diano e il
golfo di Policastro). Ne è rimasto segno nel dialetto, nelle tradizioni gastronomiche
e nella toponomastica (Vallo della Lucania, Atena Lucana).
Se ne fa derivare il nome da cis Alentum ("al di qua dell'Alento"), quantunque il
fiume non ne segni più il confine.
Dal Luglio 2011 la denominazione del Parco è cambiata in:
Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni.
Avanzamento automatico
I luoghi visitati in questa presentazione sono:
Palinuro,
Marina di Camerota,
S. Severino, paese fantasma,
Roccagloriosa,
Santuario di Pietrasanta.
Circa il 90 % delle foto sono originali.
Le altre foto sono tratte da Internet per completare la descrizione dei luoghi.
Le informazioni sono tratte da testi o siti Internet.
Musica: Core Ingrato
by Sal – i0sjc
PALINURO
Palinuro e’ la maggiore frazione di
Centola, in provincia di Salerno.
E’ una stazione balneare del Cilento
meridionale piuttosto nota, il cui nome
è legato ad un personaggio dell'Eneide,
il mitico Palinuro, nocchiero della flotta
di Enea…..
….che perde la vita perché il dio del
sonno lo fa addormentare con musica e
dolci parole e poi lo getta in acqua.
Così si avvera quello che il fato aveva
sempre detto per far sì che Enea
raggiunga il Lazio: uno di loro, un
troiano, dovra’ morire.
Il Promontorio di
Capo Palinuro visto
dai due lati ….
Dal lato ovest, località La Torre
Da est, dalla litoranea verso
Marina di Camerota
Il Paese di Palinuro visto dal promontorio
La fama di Palinuro è dovuta in
buona parte alla qualità delle
acque che le frutta da alcuni anni
la "Bandiera Blu“.
Lunghe spiagge sabbiose, o
raggiungibili solo dal mare,
sono un’ulteriore richiamo per
il turismo balneare.
Oltre alle spiagge situate ai lati del
promontorio, è piuttosto frequentata la
zona chiamata Spiaggia Mingardo
(detta anche Arco Naturale, per via di
una formazione rocciosa ad arco)
Altro motivo di attrazione turistica sono le numerose
grotte marine site attorno Capo Palinuro (tra cui la Grotta
Azzurra), apprezzate per le escursioni subacquee.
La Grotta Azzurra deve il suo nome ai giochi di luce
creati da un condotto a 20 metri di profondità che
permette la penetrazione della luce solare.
Il promontorio è costituito da rocce
calcaree che scendono a strapiombo
sul mare e nelle quali le acque
hanno scavato numerose grotte e
profonde gole.
Fra le altre:
La Cala Fetente (deve il suo nome
ad emanazioni sulfuree).
La Cala delle alghe.
La Cala delle Ossa con il suggestivo
spettacolo di ossa umane calcinate
nella roccia (probabilmente vittime di
antichi naufragi).
La Grotta d’argento deve il suo
nome ai riflessi argentei provocati dal
calcare depositato sul fondo.
La Grotta del sangue deve il suo
nome a piccole alghe rosse.
La Grotta dei Monaci mostra ai
tanti visitatori delle formazioni
calcaree che assumono la forma di
monaci in preghiera.
Cala fetente, solfatara
Un giro in barca è l’ideale per
scoprire ed ammirare anche
gli angoli più nascosti.
Una caletta ..….
La spiaggia del buon dormire.
…… con il bar !
Lo scoglio del coniglio
Il Porto
L’abitato di Palinuro visto dal porto
Da molti anni Palinuro è collegata
anche con un servizio di aliscafi.
Anche dal punto di vista naturalistico Palinuro
presenta delle sorprese: tra la macchia
mediterranea, cespugli di mirto, ginestre ed erica,
le pareti del promontorio ospitano un raro e
importante endemismo della flora mediterranea del
versante tirrenico meridionale, la Primula di
Palinuro (Primula palinuri), unico esempio
conosciuto di primula in ambiente non montano.
Primula Palinuri
E ancora:
Turisti USA
La stazione meteorologica
Calanchi in zona “Saline”
Tramonto
Marina di Camerota
Lasciamo Palinuro e ci dirigiamo verso est seguendo la litoranea SS 562,
costeggiando altre belle spiagge. Dopo circa 10 km siamo a Marina di Camerota.
Pare che Camerota sia stata fondata
nel VI sec. a.C. dai Focei, la stessa
popolazione greca che fondò la città di
Elea-Velia.
Il suo nome probabilmente deriva dal
greco Kamaratòn, cioè costruzione ad
arco.
Ciò sembra convalidato dal fatto che,
nella zona, sono presenti numerose
grotte naturali a volta.
Oggi, Marina di Camerota è una rinomata
località turistica balneare, sia per la qualità
delle acque che per il contesto naturale
essendo immersa fra le colline cilentane ricche
della tipica macchia mediterranea.
Una serie di spiagge lunga circa 7 km si
trova lungo la strada che la collega a Palinuro.
Prevalentemente di sabbia finissima, le
spiagge sono rinomate per la profondità dei
fondali, ideali per chi ama nuotare.
La "perla del Cilento", com'è soprannominata,
è compresa nel Parco nazionale del Cilento e
Vallo di Diano, quindi protetta dall'Unesco
quale patrimonio mondiale dell'umanità e
riserva della biosfera.
Numerose le strutture ricettive come:
villaggi, camping, hotel, case vacanza,
residence.
San Severino, città fantasma
Torniamo indietro sulla ss 562, e dopo alcuni km ci dirigiamo verso l’interno sulla
“Mingardina”. Ci addentriamo in una sorta di canyon percorso dal fiume Mingardo.
Sopra di noi appare la spettrale visione di un paese abbandonato ed arroccato su
di uno sperone di roccia, a picco sul fiume.
Il paese si chiama San Severino.
Gola del Diavolo
Borgo Medievale nato intorno al 1200 ai piedi del
castello fondato verso il 1045 dal normanno Turgisio,
giunto nella regione al seguito di Roberto il Guiscardo.
Il nome deriva dalla famiglia Sanseverino, che lo tenne,
insieme con altri feudi nell'Italia meridionale, fino al 1400.
Situato sui dirupi della Gola del Diavolo, dove nel 1075
venne ucciso in un’imboscata il longobardo Guido, Conte
di Policastro.
Alle sue pendici scorre il fiume Mingardo. In epoca
medievale era una postazione strategica di difesa.
A causa del tempo e dell'incuria degli uomini il
borgo ha mantenuto intatta solo la chiesa dedicata a
Santa Maria degli Angeli posta al centro del vecchio
paese.
È tuttavia ancora possibile scorgere le vecchie
case, quello che resta del castello ed insomma la
vita di allora, tramite un percorso attrezzato.
Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale
i circa 400 abitanti cominciarono a costruire delle
case a valle nei pressi della stazione ferroviaria e
lungo la strada provinciale, e nel giro di pochi anni
tutti gli abitanti si trasferirono nelle moderne
abitazioni.
La Chiesa
Roccagloriosa
Un luogo dalla storia millenaria;
come testimoniano i diversi reperti
dell'età del bronzo e dell’età del ferro.
Comune con circa milleseicento abitanti, sorge in posizione dominante (450 m. slm) su
uno spartiacque delle valli dei fiumi Mingardo e Bussento, a nord del monte Bulgheria.
S. Martino
L’abitato visto dal Castello
Il nome è composto dal termine "rocca" e
dall'aggettivo "gloriosa".
Il primo fa sicuramente riferimento alla sua
posizione geografica, il secondo invece, per
quanto ci tramanda la tradizione, deriva dalla
devozione degli abitanti nei confronti di
un'immagine della Madonna Gloriosa
presente nella chiesa del castello.
Il castello di Roccagloriosa, edificato tra i secoli VIII-IX
sulla cima più alta del paese, rappresentava un anello
strategico di una catena difensiva che otticamente,
collegava i castelli della Molpa, di Montelmo e
Policastro con le torri costiere.
La storia di Roccagloriosa ha radici remote, che
trovano tracce in antiche civiltà come quelle degli
Ausoni, degli Enotri, degli Osci, dei Greci e dei
Romani.
Nelle immediate vicinanze vi è il sito
archeologico dell'antica Leo (Orbitania per i
Romani), risalente al IV-V sec. a.C..
Antiche mura di cinta
La città di Leo fu edificata dai Sibariti su di un
falsopiano, protetto dal Monte Capitenali, la cui
posizione permetteva il controllo di vastissimi
territori.
Una delle tombe
Numerosi ed interessanti i reperti, anche in oro,
recuperati nelle tombe, e raccolti in un museo
situato al centro del paese.
Roccagloriosa, anche se piccolo borgo, vanta:
9 chiese , 6 palazzi padronali,
1 castello (ruderi), 1 area archeologica,
1 necropoli, 1 museo, in ampliamento.
P.S.: sembra che il principe
Antonio de Curtis, in arte Totò,
sia stato concepito a Roccagloriosa!
Corredo funebre, bracciale
Santuario Maria Santissima di Pietrasanta
Intorno al 1200 un gruppo di monaci Basiliani trovò la
statua della Madonna di Pietrasanta proprio in cima
alla collina. L’icona era incastrata nella roccia,
formando un tutt’uno con la nicchia in cui era posta.
Si racconta, anche, che il Santuario fu costruito in
seguito alla comparizione in quel posto della madonna
che indicò ad un pastorello il luogo dove avrebbe
dovuto costruire una cappella.
In lontananza, avvolto dalle nubi, il Monte Bulgheria.
(San Giovanni a Piro)
Posto in superba posizione, a 650 m. slm, il Santuario
domina l’anfiteatro del Golfo di Policastro.
Fino a poco tempo fa era raggiungibile solo a piedi,
attraverso la boscaglia, tramite un sentiero in salita; oggi
invece si può raggiungere tranquillamente in auto.
Inizialmente il Santuario era molto piccolo, conteneva al
massimo una decina di persone.
In questi ultimi decenni la chiesa è stata ristrutturata più
volte. L’ultima, nel 1988.
S. Giovanni a Piro
Visione apocalittica del Golfo di Policastro.
Il santuario è indicato dalla freccia.
Nella prossima presentazione :
Le grotte del Bussento,
Sapri e la Spigolatrice,
Maratea e il Cristo,
Fine
By Sal
Scarica

palinuro - Mondopps.com