VI cappella
L’orazione di Gesù nell’orto degli ulivi
«Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli:
"Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare". E, presi con sé Pietro e i due figli di
Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: "La mia anima è
triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me". E, avanzatosi un poco, si
prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da
me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!"» (Mt 26, 36-39).
Il suggestivo ampio viale che porta dalla V alla VI cappella.
La VI cappella
La cappella, preceduta da un pronao, ha
pianta ottagonale.
In facciata è murato uno stemma in marmo
che reca le lettere “AD BM”
Una relazione dei canonici di Sant’Eufemia di
Isola Ossuccio, datata 1714, informa che la
cappella fu realizzata a spese di Antonio e
fratelli Brenta Moretti di Azzano.
L’atmosfera della scena è buia e cupa. Il Cristo Dio affronta, tragicamente solo, il sacrificio che gli è chiesto. I discepoli
dormono sopraffatti dalla stanchezza. Sullo sfondo, Giuda guida i soldati alla cattura…
… e l’angelo gli porge il “calice amaro” della croce.
Solitudine e sofferenza dell’Uomo Dio
L’angelo.
Le statue sono di Agostino Silva.
La ricevuta di un pagamento effettuato da fra Timoteo Snider il 21 giugno 1680 attesta che le pitture “già eseguite dove andrà il
mistero dell’orto” spettano a Francesco Innocenzo Torriani. La decorazione ad affresco, svolta con continuità sulle pareti della
cappella eretta su pianta ottagonale, raffigura l’avvicinarsi e l’ingresso nell’orto degli ulivi dei soldati incaricati della cattura di Gesù.
Il greve sonno degli apostoli.
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Cappella VI