Tagli…
…e bugie
NON E’ SOLO LA SINISTRA ...
Può far comodo al Governo semplificare le cose e dire che le critiche agli interventi sulla
scuola sono opera di una “sinistra” pregiudizialmente ostile e indisponibile al dialogo.
Le cose non stanno così: è il Governo, con i suoi comportamenti e con le sue scelte, ad aver
chiuso deliberatamente ogni spazio di confronto:
• in Parlamento, usando sistematicamente la decretazione e il voto di fiducia
• con le forze sociali, mai chiamate ad un confronto vero
• col mondo dell’associazionismo professionale, di cui si sono ignorate le prese di
posizione
• in generale col mondo della scuola, che chiede giustamente di essere ascoltato e
coinvolto
TUTTE le associazioni professionali, e non solo quelle “di sinistra”, hanno
chiesto il ritiro del decreto-legge 137/08.
TUTTI i maggiori sindacati, confederali e autonomi, sciopereranno contro le
scelte del Governo il 30 ottobre.
TEMPO PIENO
I posti che si tagliano non servono a dare più tempo pieno, ma a ridurre la spesa, secondo
quanto previsto dalla manovra finanziaria.
Avremo quindi meno classi. Su quelle che restano, inoltre, avremo meno tempo scuola
(mediamente tre ore in meno, come dice il quadro degli interventi allegato al Piano).
Il Governo, col maestro unico e con un ulteriore taglio all’orario (da 27 a 24 ore), dice che
riuscirà a dare più tempo pieno.
Intanto, però, avrà compresso ancor di più l’orario di tutte le altre classi, a scapito della
qualità dell’azione didattica.
Ma cosa troveremo, in termini di qualità, dentro un “tempo pieno” così costruito?
Certo qualcosa di meno di quanto consenta l’attuale modello, dal quale si prevede
esplicitamente di eliminare le flessibilità consentite dalla compresenza, che non è uno
spreco di risorse ma un’opportunità per la personalizzazione dei percorsi educativi e
didattici.
Il Governo evidentemente immagina che le famiglie possano accontentarsi solo di un più
lungo tempo di custodia dei figli.
Per noi il tempo pieno è un modello pedagogico. Non è solo un tempo scuola
più lungo.
NUMERO DEGLI ALUNNI
Gli alunni per classe potranno essere anche più di 30.
La bozza di Regolamento sulla formazione delle classi dice che aumenteranno i
parametri di formazione delle classi in tutti gli ordini e gradi di scuola.
Per la secondaria di II grado il numero massimo è 30 (29 nelle medie).
E’ però prevista una flessibilità del 10%, che di fatto porta a 33 questo limite.
In realtà le classi si faranno entro i limiti dei posti di organico attribuiti alla
provincia, che saranno in forte calo a causa dei tagli: anche per questo non
esiste piena garanzia di rispetto dei parametri stabiliti.
NESSUN LICENZIAMENTO?
E’ vero, nessun licenziato: solo disoccupati …
I numeri scritti nel Piano Programmatico del Governo ci dicono che in tre anni ci saranno
nella scuola 131.500 posti di lavoro in meno.
I pensionamenti previsti saranno al massimo, in tre anni, 70.000.
La differenza tra i due numeri ci dice quante saranno, secondo il Governo, le persone che
non troveranno più lavoro.
Che si tratti di lavoratori precari, che oggi si vedono rinnovare il contratto di anno in anno,
può forse tornare comodo al Governo per dire che “non ci sarà nessun licenziamento”: sono
però decine di migliaia di persone, non licenziate, ma solo … disoccupate!
Evidentemente l’occupazione non è, per questo Governo….. una preoccupazione.
Non è vero che in Italia c’è un docente ogni 9 alunni: il rapporto vero è di uno
ogni 11. Nel calcolo rientrano anche i docenti di sostegno, necessari per
l’integrazione degli alunni diversamente abili: una peculiarità positiva del
nostro sistema scolastico.
MAESTRO UNICO E LINGUA INGLESE
IL GOVERNO SI METTA D’ACCORDO CON SE STESSO
Berlusconi afferma che il maestro non sarà unico, ma prevalente.
In realtà, nel Piano si utilizza testualmente l’espressione “unico docente” e l’art. 4 del
Decreto-Legge 137/08 si intitola: “Insegnante unico nella scuola primaria”.
Per dimostrare che si tratta di maestro prevalente, e non unico, il Governo afferma che
l’insegnante sarà affiancato da un docente di inglese.
Il Piano Programmatico però prevede di eliminare in tre anni gli 11.200 posti di docente
specialista di inglese: chi affiancherà, dopo, il maestro prevalente? E se rimane unico,
saprà insegnare l’inglese?
SCUOLE DI MONTAGNA
Non è vero che nessuna scuola verrà chiusa.
Non è vero che il Governo si limiterà a ridurre le presidenze, senza toccare le
singole scuole: il Piano prevede che si facciano sia l’una che l’altra
operazione.
Il Piano Programmatico prevede la progressiva chiusura delle scuole con meno di 50 alunni.
In Italia ce ne sono 4.500.
La bozza di Regolamento attuativo del Piano riporta:
“Per la costituzione di plessi di scuola primaria e dell’infanzia si richiede la presenza di
almeno quindici alunni per ciascuna delle classi o sezioni funzionanti … con riduzione a 12
in zone di montagna e nelle piccole isole”.
Dodici alunni per cinque classi fanno 60 alunni. Questo diventa il limite (addirittura più alto
di quello indicato nel Piano) sotto il quale una scuola è a rischio di chiusura!
VOTO IN CONDOTTA
Ma chi ha detto che col 7 in condotta si boccia?
Pur di poter dare del bugiardo a qualcuno, il Presidente del Consiglio non esita a
inventarsi bugie mai dette da nessuno.
Chi ha detto che col 7 si boccia? Noi certamente no.
Facciamo invece notare che nel decreto 137/08 la bocciatura è prevista col voto
inferiore a 6, su decisione degli insegnanti in sede di Consiglio di classe.
Non c’è traccia della necessità di un parere da parte del Consiglio di Istituto, come
invece si è detto in conferenza stampa.
CHI DICE BUGIE SUI SOLDI
I numeri li ha scritti il Governo nella relazione tecnica allegata alla Finanziaria:
La scuola deve costare, a fine triennio, 3 miliardi e188 milioni di euro in meno
Mettendo assieme i “risparmi” di tre anni, si arriva a 7 miliardi e 800 milioni complessivi.
Sono i numeri che in più occasioni ha confermato lo stesso ministro Gelmini, usandoli per
dire qualche bugia sui benefici che potrebbero derivare, da questi risparmi, sullo stipendio
dei docenti.
Berlusconi ha ribadito che nel 2012 potrà dare aumenti di 7.000 euro al 40% dei docenti.
Ciò è FALSO. Una cifra simile potrebbe essere erogata al massimo a 85.000 persone, cioè
a poco più del 10% del personale. Con quali criteri, non è dato sapere.
Si dicono bugie e si evita di affrontare il primo problema, che è quello di rivalutare
decentemente gli stipendi di TUTTO il personale. I risparmi previsti con la manovra
“valgono” in realtà meno di 1.000 euro lordi annui pro-capite.
Tagli…
…e bugie
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