Acqua da bere
Dal rubinetto o in bottiglia?
- un confronto oggettivo Breve percorso fra applicazioni
usuali, pubblicità azzardata e
luoghi comuni.
Un paradosso
• Una famiglia media di 3 persone, che segua i consigli del medico di
famiglia, ingerisce circa 1.5 lt. di acqua a testa al giorno, (media
estate–inverno), quindi consuma circa 1650 lt all’anno. Se compra
acqua in bottiglia, ad un prezzo medio di €/lt 0.25, spende € 400
all’anno ... volentieri, sperando magari di prevenire l’acquisto di
medicinali per i reni!
• La stessa famiglia, senza piscina e senza giardino, consuma circa lt
200 di acqua, per usi non potabili, a testa al giorno, quindi consuma
circa mc 220 all’anno. Al prezzo medio di €/mc 1,25 spende € 275
all’anno … ma stavolta reclama!
• Sembra un paradosso, ma per gli italiani è così!
• La famiglia media non crede all’”acqua del
sindaco”, mentre si fida dell’acqua in
bottiglia … ma sarà vero?
Luoghi comuni a confronto
• Anche dalle nostre parti (dati su Carrara) dove l’”acqua del sindaco”,
una volta potabilizzata, manifesta caratteristiche chimico-fisicobiologiche confrontabili con quelli dell’acqua in bottiglia, la famiglia
non gradisce l’acqua del sindaco per vari luoghi comuni:
• 1 - perché a volte “arriva sporca”
• 2 – perché è “acqua di pozzo”
• 3 – perché “sa di cloro”
• 4 – perché “il gestore o il controllore non stanno attenti”
• 5 – perché ??? – dite voi!
– Ma c’è anche chi non gradisce l’acqua in bottiglia!
• 1 – perché la plastica cede qualcosa di tossico
• 2 – perché può stare un intero anno in deposito sotto il sole
• 3 – perché viaggia troppo a lungo e inquina l’ambiente
Potabilità:
un calvario fra verità scientifica e
luoghi comuni
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L’acqua è il principale alimento degli esseri animati, animali o vegetali
che siano.
La disinfezione delle acque di rete investe una problematica
complessa, dato che si tratta di garantire la salute della persona, anzi
la salute pubblica.
Molte difficoltà di sanificazione provengono dal mancato allineamento
tra gli aspetti scientifici dei medici igienisti e le interpretazioni pratiche
degli impiantisti.
Le acque in bottiglia, invece non sono assoggettabili, per legge, ad
alcun trattamento, quindi devono essere sterili e “bevibili” per loro
natura.
La definizione di potabilità per acqua del sindaco o per acqua in
bottiglia è diversa, nel senso che sono diverse le caratteristiche
fisico-chimico delle due tipologie.
1 - Principi per la fruizione dell’acqua
La Regione Toscana assume e fa propri una serie di principi derivanti dalla
Direttiva 200/60/CE del Parlamento Europeo del 23.10.2000
– L’acqua non è un prodotto commerciale, bensì un patrimonio che va
protetto …;
– Tutte le acque superficiali e sotterranee … sono pubbliche, …;
– L’uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative ed i diritti
delle generazioni future a fruire … (delle stesse)
– Gli usi delle acque sono indirizzati … a non pregiudicare il patrimonio
idrico …;
– L’uso dell’acqua per il consumo umano è prioritario rispetto agli altri
usi…;
– Gli altri usi sono ammessi… a condizione che non ledano la qualità
dell’acqua per il consumo umano:
– L’acqua è un bene comune, il primo alimento dell’uomo…;
– L’acqua appartiene all’intera umanità:
– Le istituzioni pubbliche hanno la responsabilità di gestirla … in modo
equo;
– L’acqua è una risorsa troppo vitale perché si possa consentire che
sfugga alla supervisione dei poteri pubblici e dei cittadini;
– L’acqua è troppo importante per la vita delle persone perché possa
essere ulteriormente trascurata.…;
2 - I trattamenti fisico-chimici e batteriologici
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E’ sempre più difficile reperire acqua che sia potabile fin dalla
sorgente.
La qualità dell’acqua all’origine è di solito abbastanza buona.
Le acque rischiano sempre degli eventi di contaminazione.
Sono frequenti tracce d’inquinamento naturale per la
degradazione delle sostanze organiche proprie dell’ambiente.
Vi è inquinamento artificiale per le attività umane. Per esempio la
lavorazione nelle cave.
Vi può essere infiltrazione lenta nel sottosuolo di materie non
gradite (nitrati e sostanze organiche di sintesi).
Le acque contaminate chimicamente all’origine, vengono sempre
escluse dal consumo.
Acque contaminate solo batteriologicamente, richiedono la
potabilizzazione, sanificazione e disinfezione.
Trattamenti fisico-chimici: Torbiditàfiltrazione; durezza
addolcimento; bicarbonati, silice, ferroresine a scambio ionico.
Trattamenti biologici: disinfezione, sanificazione.
3 - La disinfezione: principi
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I batteri presenti nell’ambiente naturale non sono normalmente pericolosi
per le persone sane.
Gli agenti patogeni non sono normalmente presenti nell’ambiente
naturale, ma vi possono essere veicolati da contaminazioni.
La disinfezione è il trattamento che garantisce la potabilità dell’acqua, per
quanto riguarda immunità da microrganismi e parassiti, e va applicata
secondo le indicazioni della normativa vigente.
Il processo della disinfezione provoca nei microorganismi la corrosione
della parete cellulare o causa cambiamenti nella permeabilità della
stessa e nell'attività degli enzimi o del metabolismo cellulare.
Quando il cloro entra in contatto con gli enzimi, uno o più atomi
d’idrogeno all’interno delle molecole citoplasmatiche, vengono sostituiti
dal cloro, che provoca il deterioramento dell'intera molecola enzimatica.
I disturbi nell'attività delle cellule inducono i microorganismi a non essere
piu' in grado di moltiplicarsi e ciò li porterà ad esaurirsi in breve tempo: la
cellula o il batterio quindi “muoiono” e perdono l’aggressività.
I disinfettanti ossidanti distruggono anche la materia organica presente
nell'acqua, causando la mancanza dei nutrienti per i batteri.
4 - Metodi antichi di disinfezione:
rame, argento
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Sia il rame che l'argento sono stati utilizzati per secoli a causa del
loro meccanismo biocida.
I nomadi usavano pezzi di rame o d'argento per migliorare la
qualità dell'acqua potabile all’interno dei pozzi.
La “ionizzazione Rame-Argento”, risulta adatta a moltissime
applicazioni particolari e divenne di grande interesse, quando la
NASA la uso' per la produzione d’acqua potabile a bordo delle
astronavi Apollo nel 1960.
Oggi è usata dalle aziende di imbottigliamento per sterilizzare le
bottiglie, è applicata con successo negli ospedali per la
disattivazione dei pericolosissimi batteri di Legionella.
Purtroppo essa non è economicamente conveniente per le grandi
produzioni di acqua potabile, come è invece la disinfezione con il
cloro.
5 - Metodi pratici di disinfezione:
ipoclorito di sodio, diossido di cloro
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Il cloro è il disinfettante più ampiamente utilizzato.
Le proprietà di disinfezione dei composti di cloro in acqua sono duplici:
sostituzione del cloro sulle cellule enzimatiche dei batteri e potere
ossidante degli atomi di ossigeno liberi.
I prodotti più usati sono l’ipoclorito di sodio ed il biossido di cloro.
il biossido viene adoperato dove esistono impianti con personale
presente, mentre l’ipoclorito è congeniale agli impianti di minori, non
presidiati.
La presenza di “cloro residuo libero”, acquisisce il ruolo di “tracciante”
dello stato della disinfezione, anche per lunghi percorsi.
Il cloro è il principale disinfettante usato oggi nel mondo e dalla maggior
parte dei gestori.
- Problemi Sanitari:
Alterazione dell’aspetto organolettico dell’acqua;
Formazione di alcuni sottoprodotti sospettati come pericolosi per la
salute;
- Problemi Strutturali:
Distruzione corrosiva dei tubi metallici;
Formazione di concrezioni calcaree sui tubi metallici.
6 - Cenni sui difetti sanitari e sui rischi per la salute
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L’alterazione organolettica dipende dal tipo e dalla concentrazione del
composto chimico, dalla temperatura dell’acqua e dalla sensibilità delle
persone.
Restano da risolvere alcuni problemi attinenti ai rischi per la salute da
parte dei sottoprodotti della disinfezione.
L’ipoclorito, sostituendo atomi di cloro nella sostanza organica, provoca
sottoprodotti sospetti di rischio per la salute.
I composti del cloro generano sottoprodotti chiamati “organo-alogenici”
comprendono: trialometani, acidi acetici alogenici, aloacetonitrili, etc
Tutte sostanze complesse e di difficile implicazione sanitaria.
Sono in corso numerose verifiche sanitarie per accertare i rischi per la
salute. Ad oggi le normative sanitarie consentono specifiche prescrizioni
per l’accettazione del cloro come sostanza da ingerire.
Nel 1991, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC)
provò l’esistenza di un rischio limitato e tale da non poter essere
dimostrato da prove epidemiche.
7 - Cenni sulla corrosione - effetti del disinfettante sulle tubazioni
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Per una buona prestazione economica, una rete idrica, come ogni bene
immobile, deve avere un ammortamento di 30 – 50 anni.
La rete deve essere preservata soprattutto dai fenomeni corrosivi che
avvengono all’interno delle tubazioni.
Ad esempio: l’incrostazione dei tubi in ferro causata dai depositi calcarei
(calcio - magnesio), ed alimentata dai batteri ferroriduttori, i cui effetti
sono capaci di ridurre a zero il lume del tubo.
Più grave ancora risulta il quadro distruttivo dei tubi in ferro, per la
componente causata dall’acidità apportata dalla disinfezione, che
provoca prima il fastidioso fenomeno dell’acqua rossa e poi i depositi
incrostanti, nel giro di pochi anni.
Le incrostazioni ferrocalciche portano alla formazione, di un’area
d’adesione del film batterico, che può arrivare a dimensioni colossali,
(ricordare cosa è la geometria dei frattali).
Oggi non è più possibile accettare tubazioni che non sopportano l’effetto
degli agenti disinfettanti clorati.
8 - Il caso dei pozzi e degli ambienti calcarei
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I pozzi profondi sono immuni da forme di vita, per le difficili
condizioni ambientali presenti nel sottosuolo (forse), condizioni
che riducono la proliferazione microbica, passaggio obbligato per
la patogenicità.
Le sorgenti in ambiente calcareo invece, ad esempio per le
infiltrazioni dall’esterno, causate da eventi meteorici violenti.
Acque di sorgente possono provenire dal sottosuolo profondo e
sterile, come Fonteviva a Massa e Azzurrina a Careggine.
Nelle condizioni meteorologiche ordinarie le acque sono potabili
senza trattamento
Durante i grandi acquazzoni di tipo estivo e le lunghe piogge
invernali, tali sorgenti sono aggredite da livelli di torbidità. In
queste condizioni il carico organico e batterico diviene
proporzionale alla torbidità misurata.
9 - Metodi moderni: raggi UV, ozono, perossido d’idrogeno
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Raggi UV altamente efficaci all’istante, ma non garantiscono di
proseguire l’effetto all’interno di tubazioni contaminate
L’azione puramente fisica, cioè senza presenza di reagenti chimici,
presenta tutti i vantaggi sanitari possibili, compreso il fatto che non
provoca sottoprodotti.
L’attività degli UV rimane quindi circoscritta a piccoli acquedotti di nuova
costruzione con tubi in PEAD
Possono essere usati ad ausilio ad altri sistemi di disinfezione con
tracciante, con lo scopo di ridurre la carica dei precursori
Ozono uccide batteri nocivi o sostanze inquinanti, non ci sono
generalmente sottoprodotti
Ozono usato per la disinfezione dell'acqua potabile, ma solo per grandi
portate ed all’interno di impianti presidiati da personale di controllo.
Il perossido d’idrogeno non è usato spesso per la disinfezione dell'acqua
potabile, ma la sua popolarità sembra aumentare. Non rilascia
sottoprodotti, ma da prove con animali in laboratorio da parte IARC,
risulta cancerogeno per gli animali.
Anche i sistemi più avanzati presentano svantaggi di notevole importanza
sanitaria e soprattutto operativa, a causa dell’alta corrosività
dell’ossigeno,
10 - Cenni sui tubi antichi: ghisa, acciaio, fibrocemento
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I tubi in ferro (ghisa e acciaio) sono stati i veri protagonisti della
rivoluzione idraulico -sanitaria urbana, consentendo la
realizzazione di reti idriche di enormi dimensioni.
Nel dopoguerra, ai tubi in ghisa ed in ferro, si aggiunsero i tubi in
fibrocemento, per la loro attitudine a non essere corrosi
La loro corrosività sia interna (acque acide o clorate) sia esterna
(terre chimicamente attive, correnti vaganti) impedisce loro una
lunga durata.
I tubi di acciaio restano validissimi per l’uso ad alte pressioni e per
liquidi non potabili, ma presentano ormai gravi difetti chimicosanitari che ne sconsigliano l’uso per le acque potabili
11 - Cenni sui tubi moderni: PEAD e acciaio a tre strati
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Nei primi anni ’80 iniziò la produzione italiana di tubi in polietilene a
bassa densità (PEBD) con utilizzo per piccole pressioni.
Polietilene ad alta densità (PEAD) in grado di sopportare, dal 2000 circa,
pressioni di 25 bar.
I principali vantaggi delle tubazioni in PEAD: Leggerezza, lunghezza dei
rotoli, affidabilità delle giunzioni, flessibilità, versatilità di posa, scabrezza
minima, identificabilità per colore, basso costo (sui piccoli diametri).
Soprattutto vita utile di 50 anni, aspettativa di vita fino a 100 anni,
assenza di corrosione, inesistenza di incrostazioni, bassa produzione di
biofilm.
Tutti vantaggi grandissimi sulla scena della disinfezione chimica, atti a
ridurre le complicazioni sanitarie sopra evidenziate nei tubi in ferro.
I tubi a tre strati in plastica, in acciaio ed in cemento, sono così
fortemente adesi da risultare un tutto unico come cemento e ferro nel
calcestruzzo.
La plastica esterna consente protezione dall’acidità delle terre e dalle
correnti vaganti, l’acciaio intermedio dà resistenza strutturale alle
pressioni, ed il cemento o il propilene sono ottimali contro la corrosione e
contro l’adesione del biofilm.
12 – Risanamento delle reti e dosaggio ridotto
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In conclusione il risanamento dei tubi in ferro avviene oggi con
tubi in PEAD e con installazione di impianti di disinfezione a
disaggio ridotto.
Il panorama della disinfezione invece non è concluso, ma per gli
studi in corso potrebbe essere improvvisamente semplificato da
qualche innovazione scientifica o sanitaria.
I medici ritengono di adottare il principi di prevenzione e
precauzione laddove gli studi sanitari non hanno dato risultati
univoci.
In questi casi si cerca di ridurre al minimo gli inconvenienti
organolettici e gli effetti negativi dei sottoprodotti della
disinfezione.
La strategia è di coniugare nella maniera tecnologicamente più
avanzata la disinfezione delle acque potabili con il rispetto delle
norme, il rispetto per la salute umana, e l’economicità del sistema.
13 - Rischi per la popolazione
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Pur riconoscendo che per una persona in buona salute i rischi di malattia da
microrganismi sono limitati, restano presenti anche se le prescrizioni microbiologiche
sono rispettate.
L'OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) e gli organi sanitari dell’Unione
Europea raccomandano che i microrganismi patogeni siano presenti in piccolissime
quantità nell'acqua potabile in modo da contenere il rischio di malattie al di sotto di
una soglia tollerabile. Negli Stati Uniti la soglia di rischio accettabile è di 1 caso di
malattia per 10'000 persone.
Inoculo minimo per diversi agenti infettivi contaminanti dell'acqua potabile
Microrganismi
Dose infettiva minima (malattia in 1% delle
esposizioni)
Vibrio cholerae
1'400 batteri
Salmonella typhi
260 batteri
Campylobacter jejuni
1.4 batteri
Giardia lamblia
<1 parassita
Rotavirus
<1 particella virale
E’ quindi ritenuto assolutamente indispensabile effettuare la disinfezione per
le acque distribuite in rete alla popolazione.
14 - Persone e popolazione
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Se l’acqua assunta da persone sane potrebbe anche contenere un certo
numero di microrganismi, senza che queste ne vengano influenzate, nel
caso di acqua distribuita ad un’intera popolazione, dove possono essere
presenti individui a rischio moderato (con patologie di natura modesta) o a
rischio elevato (malati negli ospedali, nelle case di cura, negli asili nido), il
rischio che compaia comunque una prima infezione e che questa si diffonda
per le normali forme di contatti tra tutti gli individui, impone che l’acqua
distribuita ad un intero abitato sia garantita immune da qualsiasi forma di
microrganismo.
Per questo motivo l’acqua di città deve essere disinfettata, mentre questo
non è necessario per la fontanella “naturale” presente in montagna. In tal
caso non è vietato l’uso individuale, anche se sarebbe opportuna la
presenza di un cartello di “acqua non controllata”.
15 – I rischi della disinfezione - 1
• La disinfezione dell'acqua può essere realizzata con diversi
disinfettanti, usati per uccidere o disattivare i microorganismi
patogeni. Esempi sono:
1 – Cloro - Ipoclorito di sodio
2 - Diossido di cloro
3 – Cloroammine
4 - Perossido di idrogeno
5 - Ionizzazione con argento/rame
6 – Bromo
7 - Alti disinfettanti includono ozono e UV.
• Dato che la disattivazione chimica sulle cellule dei microrganismi
avviene quasi sempre tramite l’alterazione della membrana cellulare
dei microrganismi con formazione di sostanze sia viventi che non,
mutate in altre, esiste il rischio di assumere materiale mutageno o
teratogeno.
16 – I rischi della disinfezione - 2
•
1 – Cloro o ipoclorito di sodio: Il cloro e' ancora il disinfettante principale sia
in Italia che negli Stati Uniti, dal momento che è relativamente poco
costoso. L'applicazione del piano di gestione del rischio (RPM) per l'atto di
gestione dell'aria pulita (CAA) per l'immagazzinamento dei prodotti chimici
tossici da parte dell'EPA (giugno, 1999) e la ri-registrazione del cloro
gassoso come antiparassitario (EPA, 2001), hanno causato il passaggio
degli impianti di trattamento dell'acqua reflua da cloro gassoso ad ipoclorito
di sodio. Ciò avviene perché le aziende non desiderano realizzare un
programma di gestione del rischio per il cloro gassoso, in quanto questo
richiede tempo e soldi. Il difetto principale nell’uso del cloro riguarda
soprattutto un certo disgusto al palato per la presenza di cloro gassoso
all’uscita dal rubinetto, (cui si può rimediare con una pausa di qualche
minuto, prima dell’uso). Nel caso di acqua sorgiva particolarmente carica,
esso può formare dei sottoprodotti pericolosi di disinfezione, come i
trialometani (THM). Pertanto si deve evitare il cloro per la disinfezione di
acque prelevate da fiumi o laghi, senza altri trattamenti preliminari, dal
momento che i trialometani sono sospettati di creare danni al fegato, reni,
sistema nervoso centrale e sono considerati cancerogeni.
17 – I rischi della disinfezione - 3
•
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•
2 – Diossido di cloro: Il diossido di cloro è una sostanza molto instabile; quando entra
in contatto con la luce solare, si decompone; inoltre risulta nocivo per inalazione ed
esplosivo. A parte questi difetti di natura operativa, per gli utenti il diossido di cloro e i
suoi prodotti di disinfezione cloriti e clorati possono creare problemi nei pazienti in
dialisi. La ricerca della mutagenicità è impedita dalle sue particolari modalità di
disinfezione.
3 – Cloroammine: Le cloroammine sono poco usate in Italia perché risentono di molti
svantaggi. Sono persistenti e non scompaiono per esposizione, pertanto devono
essere eliminate prima del consumo con appositi filtri. Esse producono nitrati, che
nello stomaco si trasformano in nitriti, molto tossici per il sangue. Non garantiscono
l’efficacia contro i batteri come il cloro, possono generare ammoniaca pericolosa per i
pesci e corrodere le tubazioni in ferro.
4 - Perossido di idrogeno: Il perossido di idrogeno può irritare la pelle, le membrane
mucose e gli occhi, con possibili lesioni permanenti dell'apparato visivo. Prove con
animali da laboratorio da parte dell'agenzia internazionale americana sulla ricerca sul
cancro (IARC) provano che il perossido di idrogeno può essere cancerogeno per gli
animali. Prove di laboratorio con i batteri indicano che il perossido di idrogeno è
mutageno: cambia e danneggia il DNA. Gli organi sensibili ad esposizione a
perossido di idrogeno sono i polmoni, l'intestino, il timo, il fegato ed i reni. Gli effetti di
un'esposizione cronica per gli esseri umani sono sconosciuti. Gli effetti sulla
riproduzione e sullo sviluppo non sono stati ancora dimostrati.
18 – I rischi della disinfezione - 4
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•
5 – Ionizzazione rame – argento: Risulta di modestissima utilizzazione a causa dei
difetti e dei costi. E’ stato adottato con enorme successo sulle navette spaziali
americane. Risulta efficace solo in casi di piccole dimensioni e, pur non uccidendo i
microrganismi, ma alterandone la funzione di riproduzione, contiene gli stessi difetti di
mutagenesi di molti altri sistemi.
6 – Bromo: Essendo affine al cloro, ne possiede pregi e difetti. Genera un cattivo
odore e composti organobromurati tossici per l’ambiente e pericolosi per la tiroide,
l’apparato genitale ed il sistema nervoso. Risulta molto corrosivo per i metalli.
7 – Altri sistemi: principalmente si distinguono sistemi non chimici, come
l’irraggiamento UV ed RX, che rispetto ai sistemi chimici hanno il difetto di non
mantenere il livello di disinfezione lungo il percorso, per cui una contaminazione
successiva al punto di contatto non subisce il trattamento. Altri sistemi chimici sono
dati dalla commistione di sostanze, come l’acido peracetico (acido acetico e acqua
ossigenata), il perossone (ozono e perossido di idrogeno), I composti tendono a
incrementare gli effetti ed a ridurre i difetti, ma risultano molto più costosi e delicati.
Commento: L’azione di disinfezione più efficace, per i piccoli impianti di
acquedotti tipicamente diffusi sul territorio, si ottiene con dosatori di ipoclorito
di sodio, telecontrollati da una centrale appositamente destinata.
24 - Analisi di “acqua di CARRARA”
ACQUA DI CARRARA
PARAMETRO
Temperatura al prelievo
Attività ioni idrogeno
Conducibilità elettrica a 20°
C
Residuo fisso a 180° C
Durezza complessiva
Ione Nitrico
Ione Fosforico
Ione Sodio
Ione Potassio
Ione Magnesio
Ione Calcio
Ione Idrocarbonico
Ione Cloridrico
Ione Solforico
Ione Silice (come SiO2)
Ione Fluoruro
Ione Stronzio
Anidride carbonica libera
Ossigeno
GIUDIZIO
U. di M.
TORANO
CARBONERA
TORANO
PIZZUTELLO
°C
Ph
11
8,1
10,5
7,9
mS/cm
mg/l
°F
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
mg/l
249
186
12
2,6
< 0,4
4,9
0,3
4,8
44
135
9,2
\
2,4
\
\
\
\
BASICA
OLIGOM.
268
201
15
1,5
< 0,4
3,4
0,2
8,1
45
122
7,6
\
2,4
\
\
\
\
BASICA
OLIGOM.
26 – Ma…forse è un farmaco?
Qual è l’acqua migliore?
Da sempre l’uomo ha studiato a fine terapeutico la composizione delle
Acque Salubri scoprendone indicazioni e controindicazioni, usandola
come un farmaco, per contrastare determinate patologie. Ed ecco quindi
che l‘acqua, da nutrimento fondamentale, si trasforma in un vero e
proprio “farmaco” con ben precisi limiti di utilizzo e rischi collaterali a
seconda delle patologie e delle caratteristiche chimiche e fisiche
dell‘acqua utilizzata.
Per esempio, un’acqua acidula (PH<7) è sicuramente da escludere in
caso di acidosi esofagea o di ulcera gastrica: un’acqua carica di sali è
sconsigliata per chi ha calcoli renali.
Spinti dalla emulazione della pubblicità, e spesso senza considerare le
qualità intrinseche del prodotto, può capitare che si faccia un uso
improprio e dannoso per la salute. Per ciò la scelta di un’acqua di
sorgente, trattata o da tavola, deve provenire dal proprio medico curante
o dal dietologo, al fine di aiutare e non peggiorare determinate patologie.
.
26 - Conclusioni
•
Torniamo alla domanda iniziale:
• “La famiglia media italiana crede all’”acqua del sindaco”, o si
fida dell’acqua in bottiglia?
• La risposta è “si fida dell’acqua in bottiglia!”.
•
Infatti una recente ricerca di Legambiente ed Altreconomia assegna all’Italia il
primo posto in Europa per consumo di acqua minerale, il 98% della popolazione
beve abitualmente acqua minerale per un consumo di 196 litri a testa, ad un prezzo
che è 500 – 1000 volte più alto dell’acqua di rubinetto. Per di più il consumo di acqua
minerale in Italia è triplicato in poco più di 20 anni, nel 1985 era appena di 65 litri a
testa.
•
•
Eppure, come si è visto le pratiche di disinfezione per garantire all’intera
popolazione una sicurezza sanitaria sono molto studiate, sofisticate e
complesse, quindi ci si deve aspettare un risultato sicuro.
Perché dubitarne?
27 – Conclusioni 2
•
– come il gestore o il controllore possono diventare credibili?
•
I luoghi comuni negativi dell’acqua del sindaco sono facilmente
superabili da una gestione responsabile, avanzata e corretta, dove le
reti di acquedotto siano realizzate con tubi rivestiti in polietilene, i
depositi in cemento siano manutenzionati e gli impianti di disinfezione
siano telecontrollati in tempo reale.
•
Tutto questo ha dei costi non modesti, se si pensa che la maggior parte degli
acquedotti sono stati realizzati durante il boom economico del dopoguerra e
che oggi sono a fine vita, ma come non essere indignati quando si scopre che
l’acqua in bottiglia costa 500 – 1000 volte l’acqua del sindaco e la gente la
compra tranquilla e convinta, mentre sta a discutere sull’ultimo euro della
bolletta?
Fidatevi! l’acqua di acquedotto è controllata! (quasi sempre).
Beviamo serenamente l’acqua di acquedotto, e si pretenda l’accertamento della
gestione responsabile da parte dei controllori, che ci sono e sono tanti.
(attraverso i tipici sistemi di partecipazione sui problemi di pubblico interesse).
Se poi l’acqua gassata piace di più, conviene farsela in casa: a basso prezzo
con la vecchia Idrolitina, a maggior costo, per i più sofisticati con le moderne
macchine gasificatrici da famiglia a scambio ionico.
•
•
•
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ACQUA 2007 WORKSHOP ACQUEDOTTI ITALIA 16.03.2007