Diocesi di Roma – Centro per la
Pastorale Familiare “Associazione Famiglie Insieme”.
La valorizzazione delle persone come
cuore dell’esperienza delle Famiglie
Solidali
Intervento alla XIII edizione della scuola
8 febbraio 2012
Antonio Zappi
1
Alcune fondamentali premesse per le Famiglie Solidali
sottolineate nel primo incontro
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



Costruire insieme con “convinzione”, non per “convenzione;
Con spirito di “comunione” non nell’ ”isolamento”;
Essere Chiesa nel mondo non in sacrestia;
Rivelare ovunque la genuina natura della Chiesa;
Offrire vera amicizia;
Farsi carico del fratello;
Portare i pesi degli altri;
2




Dare aiuto concreto;
Rispettare la dignità di ogni persona;
Credere nella vera corresponsabilità;
Essere convinti che “Parrocchie e famiglie: o si
salvano insieme o languono insieme”.
L’operatività di questi “must” affidata alle persone; da qui il
significato della riflessione di questa sera su:………..
3

“La
valorizzazione delle persone
come cuore dell’esperienza
delle Famiglie Solidali”
4
La valorizzazione della persona presuppone che la
stessa sia:

Individuata;
Scoperta;
Conosciuta .

……….per poi poterla utilizzare (nel senso di


valorizzarla)


La persona non è un….. uso e getta.
Anzi………
5
………è
una
risorsa
strategica.
“ Egli (l’uomo), a differenza degli altri animali, è capace di
conoscere Dio, il suo Creatore, è capace della verità,
capace di una conoscenza che diventa relazione,
amicizia……di
una
conoscenza
fondamentale:
la
conoscenza di Dio….che per il cristiano ha il volto amoroso
di Dio fatto uomo, fattosi
uno di noi”…
(così Benedetto XVI, ad una udienza generale del
gennaio 2006 )
6
Il valore della persona

La persona umana è una realtà unica ed irripetibile, non
solo nel suo essere, ma unica ed irripetibile nel suo agire e nella
sua relazione con Dio che entra in modo determinante nel suo
costitutivo di persona.
7
Il grande valore della persona
E’ il “primo capitale da salvaguardare e valorizzare in quanto “l’uomo è
l’autore, il centro e il fine di tutta la vita economica-sociale” (Caritas in
Veritate, 2-25) e “Dio è il garante del vero sviluppo dell’uomo in quanto,
avendolo creato a sua immagine, ne fonda altresì la trascendente dignità e
ne alimenta il costitutivo anelito ad essere di più. L’uomo non è un atomo
sperduto in un universo casuale, ma è una creatura di Dio, a cui Egli ha
voluto donare un’anima immortale e che ha da sempre amato” (Caritas in
Veritate, 2-29).
8
Come si legge nel Catechismo della Chiesa Cattolica (parte III^, capitolo




primo)
“ La dignità della persona umana si radica nella creazione ad
immagine e somiglianza di Dio (articolo 1); ha il suo compimento nella
vocazione alla beatitudine divina (articolo 2).
È proprio dell'essere umano tendere liberamente a questo compimento
(articolo 3). Con i suoi atti liberi (articolo 4), la persona umana si
conforma, o non si conforma, al bene promesso da Dio e attestato
dalla coscienza morale (articolo 5).
Gli esseri umani si edificano da se stessi e crescono interiormente: di
tutta la loro vita sensibile e spirituale formano la materia per la loro
crescita (articolo 6).
Con l'aiuto della grazia progrediscono nella virtù (articolo 7), evitano il
peccato e, se l'hanno commesso, si affidano, come il figliol prodigo, alla
misericordia del nostro Padre dei cieli (articolo 8). Così raggiungono la
perfezione della carità”.
9
ALCUNI ASSUNTI CHIAVE PER IL VENTUNESIMO SECOLO
•
Lo “spirito umano” è il migliore strumento per
gestire la complessità (Crozier).
•
Quindi è fondamentale:
1. Valorizzare le persone; investire sull’uomo
2. Sviluppare le risorse umane come vantaggio competitivo
3. Decentrare il potere decisionale
4. Attribuire autonomia e responsabilità
5. Rispettare la personalità dei singoli.
… e tutto ciò vale sempre, anche nei nostri ambienti.
10
L’importanza della persona
“se ci lasciate il denaro, i nostri edifici ed i nostri marchi, ma ci
togliete le nostre persone, la società fallirà. Se, invece, ci
togliete il denaro, gli edifici, i marchi e ci lasciate le
persone, saremo in grado di ricostruire tutto in dieci anni”.
(così era solito ripetere il presidente di una grande società internazionale)
Affermazione condivisibile?
11




Certamente già emerge in maniera evidente che in
tutti i rapporti umani sono fondamentali :
”ascolto”
“dialogo”
”comunicazione”
12
L’ascolto impone di mettersi di fronte alla persona
”mistero” con la consapevolezza che chi vuole
veramente ascoltare:






fa il vuoto dentro di sé,
non dà nulla per scontato,
scaccia i propri pregiudizi,
non pensa a repliche mentre l’altro parla,
si concentra sull’interlocutore,
quando la comunicazione dell’altro ha termine, cerca di
ripetergliela con proprie parole per verificare di aver compreso
bene.
13
Quindi è fondamentale:



NON INTERROMPERE;
NON GIUDICARE;
NON VIOLARE la LIBERTA‘
in quanto…………
14

………..l'ascolto richiede: disponibilità, silenzio,
attenzione, tempo, coscienza, impegno,
capacità a saper accettare anche le critiche che
inevitabilmente arriveranno.

Ovviamente è meglio ricevere critiche…… confezionate con
educazione, dolcezza e tatto, ma non tutti hanno questa
sensibilità per cui anche nei nostri ambienti bisogna prepararsi a
fronteggiare critiche aggressive e pungenti.
15
ascoltare;

Ma non basta

Bisogna anche saper
dialogare .
16


Nel mondo d’oggi - e talvolta della vita delle singole
persone – c’è mancanza di un vero dialogo e di
un’altrettanta autentica comunicazione.
“Viviamo il paradosso di una comunicazione eccessiva
ed insufficiente nello stesso tempo: parliamo molto e
diciamo poco; ci incontriamo tanto ma sempre più
esiguo è lo spazio per la relazione; usiamo tutti i
mezzi possibili di comunicazione, ma il contenuto
scende difficilmente in profondità”.
17





Cosa è che non va? Perché il dialogo non decolla?
Perché spesso non si sa ascoltare; il dialogo parte dall’ascolto
reciproco, ma è bene ricordarsi che ascoltare non è facile, è più
semplice ascoltarsi, compiacersi nell’ascoltarsi;
“il dialogo è vero quando, incontrandosi, ci si guarda in faccia,
testimoniando con trasparenza e senza complessi di inferiorità la
propria identità, raccontandosi la propria storia, il proprio credo e le
proprie speranze” (Card.Tettamanzi);
è un problema di equilibrio e di misura perché si tratta di saper
accettare livelli diversi di maturazione, di saper pazientare, di
saper valorizzare le potenzialità degli altri, specie dei più giovani
e dei più bisognosi;.
bisogna maturare il convincimento che è indispensabile……..
18








……Parlarsi, dialogare, ascoltare;
……Dare vita a prove di dialogo concrete e sincere;
…..Pregare insieme;
…..Superare l’isolamento, l’individualismo, l’egoismo;
…..Comunicare.
…..Evitare di pontificare;
…..Essere vicini a chi ha più bisogno;
…..Essere famiglie fidate conosciute e sicure.
19
Urge raccogliere il messaggio che Benedetto XVI ha
lanciato nel Convegno ecclesiale di Verona:
” Andate! Portate nel mondo la
speranza di Dio che è Cristo Risorto.”
Portare significa :”Ovunque”
20
Si tratta di “uscire da noi stessi”, “scendere da cavallo”
“abbandonare il nostro comodo guscio da ben pensanti”
per “sporcarci le mani” con quelli che non sanno come
“sbarcare il lunario” perché hanno tanti problemi di ogni
tipo e di ogni gravità.
21

Bisogna:

“ESSERE ;

“NON APPARIRE”
22



Siamo sollecitati, ovunque collocati, a coltivare
comportamenti incentrati su:
schiettezza, lealtà, sincerità, generosità e
testimoniando una religiosità autentica e non
esteriore .
non si può essere “parolai della fede” in quanto……..
23







……. “ Nessuno vive da solo.”
……. “ Nessuno pecca da solo.”
……… “ Nessuno viene salvato sa solo”
………… “Continuamente entra nella mia vita quella degli altri: in
ciò che penso, dico, faccio, opero”.
…………..“E, viceversa, la mia vita entra in quella degli altri: nel
male come nel bene”.
………………“Non è mai troppo tardi per toccare il cuore dell’altro
né è mai inutile”.
……………..“ La nostra speranza è sempre essenzialmente anche
speranza per gli altri “.
(così Benedetto XVI nella enciclica Spe Salvi).
E si sgombri il campo dalla frase ricorrente….
24
……………Non ho tempo;
Siamo pochi.

Il tempo si trova e per cominciare basta anche una sola coppia.

E purchè si sia convinti che……….
25

…chi vuole fare qualcosa trova un mezzo, chi
non vuole fare nulla trova sempre una scusa.
26
In questo scenario non potranno essere dimenticati tre
pilastri fondamentali quali :
RISPETTO
RESPONSABILITA’
INTRAPRENDENZA
27
Rispetto, Responsabilità, Intraprendenza
RISPETTO:
Perno del senso civico.
Responsabilità:
Sapere e volere
rispondere delle proprie
azioni.
Intraprendenza:
Imparare a non tirarsi
indietro di fronte ai
problemi.
Garanzia per la dignità
di ogni uomo.
Essere giudicati in base
ai risultati conseguiti.
Convinzione di poter
superare gli ostacoli.
Espressione di cortesia
e manifestazione di
stima.
Cercare autonomia
senza rinunciare
all’assunzione di
responsabilità.
Non fuggire di fronte
alle difficoltà, ma
impegnarsi nel
raggiungimento degli
obiettivi.
28
TRE
altri aspetti essenziali da tener ben presenti
quando si vogliono VALORIZZARE le risorse umane in
maniera
confacente:
DELEGA,
LEADERSHIP,
FIDUCIA.
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LA DELEGA
Significa demandare a qualcun altro poteri o funzioni.
Non consiste semplicemente nell’assegnare un lavoro, ma significa
attribuire ad altri la responsabilità dei risultati.
Ciò vuol dire: giudicare le persone sui risultati conseguiti e non
sulle singole azioni operative.
In definitiva, ciò significa: :
LASCIARE LIBERE LE PERSONE DI SCEGLIERE IL MODO PIU’
IDONEO (purchè corretto) PER OTTENERE I RISULTATI
30
Con la DELEGA si facilitano: il coinvolgimento, la
partecipazione, la crescita personale e professionale, la
motivazione, la creatività, la condivisione, l’autonomia e
la responsabilità.
31
La “LEADERSHIP” è un modello comportamentale
basato sulla capacità di influenza riconosciuta dai
collaboratori e dai gruppi ai quali è rivolta i quali, in
definitiva,
riconoscono
ed
accettano
un
tale
comportamento.
32


La leadership è figlia del consenso e non di una
particolare investitura;
è e deve essere una conquista nei confronti dei
collaboratori ed una difesa nei confronti di chi la
insidia.
33
Il leader è un protagonista positivo
E’ colui che crede in se stesso ed in chi gli sta attorno.
Ama il nuovo e sa trascinare gli altri.
Riesce a far progredire le cose dovunque si applichi.
Cerca sempre di imparare.
Non è geloso delle proprie idee e sa valorizzare quelle altrui.
34


da contrastare la confusione, la gelosia, il concetto
errato di riservatezza ed il suo conseguente errato
uso;
Non va dimenticato che
….
35
……..la delega si fonda sulla FIDUCIA e questa
può richiedere del tempo per stabilirsi, mentre
può bastare un istante per distruggersi.
36
Con la fiducia
Che portano a una conferma della fiducia
Che si traducono in:
Si favoriscono:
1. Risultati
• Partecipazioni
2. Orgoglio
• Consenso
3. Comunicazione
• Sicurezza
Conseguentemente il collaboratore
manifesta:
1. Spirito di iniziativa
2. Dedizione
3. Apertura
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Con la sfiducia
Che portano a una conferma della sfiducia
Si favoriscono:
Che si traduce in:
1.
1.
Fallimenti
2.
Trascuratezza
3.
Riservatezza
2.
Un controllo eccessivo
Uno stile autocratico
3.
Dubbi
Conseguentemente il collaboratore
manifesta:
1.
2.
3.
Apatia
Risentimento
Incertezza
38
La fiducia si esercita avendo fede nei
comportamenti delle persone
E’, dunque, un atto di coraggio.
39

Tutto ciò richiede un’apertura effettiva agli altri,
cercando di utilizzare tutti nel migliore dei modi
(l’uomo giusto al posto giusto), tenendo
presente che “il lavoro è via per realizzare se stessi, mediante la
crescita e lo sviluppo delle potenzialità e delle capacità che si
acquisiscono con la formazione, l’esperienza e la concreta operatività”
(Giovanni Paolo II).
40

Per raggiungere uno scopo comune, è dunque
estremamente importante suddividere il lavoro tra i
vari soggetti, assegnando ad ognuno compiti e
responsabilità coerenti con le capacità e con le
attitudini dei singoli, senza sovraccaricarsi oltre
misura, ed evitando sovrapposizioni e duplicazioni
inutili.
41

Importanza altrettanto essenziale è data dalla
comunicazione intesa nel senso letterale del
termine (dal latino “communis”): mettere in comune,
condividere qualcosa, e non sfugge a nessuno quanto
ciò sia essenziale sempre e ancor più oggi.
42



Nel rapporto fra persone la comunicazione è
fondamentale, ponendo attenzione anche alle parole
che vengono utilizzate;
le parole possono essere “pietre”, possono aprire,
sostenere e facilitare oppure chiudere, aggredire e
negativizzare un rapporto o una situazione.
Anche il detto popolare dice che “la lingua può ferire
più di una spada”.
43


Bisogna sforzarsi per comunicare empatia (cioè sentire
quello che sente l'altro), fiducia, coraggio, speranza,
entusiasmo, crescita, umorismo, espansività.
Vanno evitate le “lamentele”: “chi semina
lamentazione raccoglie depressione”.
44


Dire la verità è un bene perché la “verità libera”, ma
dirla con aggressività può ferire l’interlocutore: le
cose vanno dette con tatto, con amore, su un
"vassoio d'argento".
Affermazioni del tipo "in questo momento non ho
voglia di parlare" potrebbero essere vissute come un
rifiuto.
45
In una parola, non dimenticare mai che ogni
persona umana ha le sue caratteristiche e
nessuna è uguale all’altra:
L’UOMO NON E’ FATTO IN SERIE
46
CHE FARE?





creare una rete di solidarietà in quanto comunità credente ed
evangelizzante, espressione di amorevole cooperazione fra tutti suoi
membri;
mettere in pratica valori quali il servizio, la solidarietà la funzione
sociale, la mutualità, la democraticità, la partecipazione;
conoscere il territorio nel quale si vive per poterlo adeguatamente
animare (spesso lo conosciamo solo per sensazione, per..sentito dire);
concorrere consapevolmente a superare qualche inadeguatezza nella
pastorale tradizionale nel rispondere alle varie aspettative di aiuto che
sollecitano l’aggregazione e la solidarietà fra le famiglie, la prestazione
di servizi all’infanzia, agli anziani, la realizzazione di attività comunitarie
e formative per i giovani, etc.;
impegnarsi per modificare il tipico atteggiamento di molti cristiani
“benpensanti” che si sentono tranquilli perché.. si fanno i fatti loro,
mentre fuori c’è il temporale.
Tutto ciò tenendo ben presente che è fondamentale………
47





…….Riconoscere l’insostituibile valore della preghiera;
…… Considerare la necessità della formazione;
………Superare le difficoltà, le incompletezze, la frammentarietà, il
mancato coordinamento;
………..Risvegliare il tutte le coppie il significato sacramentale del
matrimonio;
……….Impegnarsi in rapporto alle proprie competenze, professionalità
e specificità nel rispetto dei ruoli.
48
Dove fare?

Il luogo più idoneo è la Parrocchia.
49
……….Parrocchie che non possono essere una stazione di servizio che
amministra soltanto i Sacramenti, ma sempre più espressione di una
Chiesa che vive tra le case degli uomini, senza trascurare nessuno
nemmeno quelli che per qualsiasi motivo ne vivono lontani.
50
Parrocchie in cui si incontrano persone che:

Si prendono cura dei fratelli (in
particolare dei bambini e dei
giovani, degli adulti, degli
anziani e dei malati).
(Benedetto XVI)

Suscitano nei fedeli un vivo
senso di solidarietà con uno
spirito di apertura che faccia
delle famiglie cristiane una vera
sorgente di luce e un sano
fermento per le altre.
(Giovanni Paolo II)
51

Dovremmo darci da fare per far si che le nostre
Parrocchie siano concretamente l’espressione di una
“Chiesa che vive tra le case della gente, in rapporto con la gente,
con le altre famiglie, con la società che vive sul territorio (scuola,
luoghi di lavoro, mondo della sofferenza, etc”).

In questa ottica famiglia e parrocchia nel suo insieme
appaiono sempre più con destini intimamente uniti.
52


E’ proprio vero, allora, che, come indicato nel titolo
del nostro incontro, la “valorizzazione delle persone
come cuore dell’esperienza della Famiglie solidali” è
una cosa fondamentale.
Sono, infatti, le persone che con la loro intelligenza,
le loro conoscenze, le loro esperienze, la loro fantasia
e le loro emozioni costituiscono il vero ed
insostituibile patrimonio di ogni realtà comunque
organizzata, determinando il successo (o
l’insuccesso) della stessa.
53
Si delinea, così, l’impresa sociale che, nelle sue varie forme
giuridiche possibili (associazioni, cooperative, etc.), può offrire
anche occasioni di lavoro e di valorizzazione allargata alla propria
esperienza personale e professionale, aprendo il proprio cuore alle
necessità dei fratelli in maniera che questi “incontrandoci, non ci
trovino freddi e senza amore verso di loro”.
54
L’anima della impresa solidale
È…
giovane, giocosa, curiosa, ottimista,intraprendente,
impertinente, solidale, fantasiosa…
E’….. UMANA!
55



E, dopo le parole, facciamo seguire i fatti. Fatti
genuini, coerenti e di impegno per gli altri (le altre
famiglie nel nostro caso), tenendo presente che
“……..Se corri da solo perdi sicuro. Il Signore è la
meta per chi fratello con i fratelli condivide il
tracciato”.
E nel Deuteronomio (15,7) possiamo leggere: “ Se vi
sarà in mezzo a te qualche tuo fratello bisognoso, non indurire il
tuo cuore e non chiudere la tua mano”.
56
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