“Il risultato della shoah non può
essere messo a distanza come un
evento del passato. Esso
appartiene ad un tempo
<<compresso>> la cui carica di
passioni, sentimenti e ricordi non è
stata disinnescata”
Enzo Traverso “Auschwitz e gli intellettuali”
Ricordiamoci
di non dimenticare
Ideologia nazista
IL nazismo è una dottrina politica che dava
contenuto ideologico al National Sozialistische
Deutsche Arbeiterpartei (NSDAP), improntando
la sua azione e, in generale tutta la politica
interna e estera di Adolf Hitler e del suo governo
dal 1933 al 1945. I principi centrali della dottrina
nazista, per alcuni aspetti affine al fascismo
italiano, erano ispirati alle teorie che sostenevano
una presunta superiorità biologica e culturale
della razza ariana.
Dal Mein Kampf
“Gli ebrei sono indubbiamente una razza, ma non
sono umani” e altrove “Se l’ebreo trionfa sui
popoli di questa terra, allora la sua corona diverrà
la danza di morte per l’umanità, allora questo
pianeta tornerà a muoversi nell’etere privo di
abitanti, come migliaia di anni fa. Perciò io credo
di agire oggi nel nome del Creatore onnipotente;
combattendo contro l’ebreo, io mi batto per l’opera
del Signore.”
Ideologia nazista
“Il Reich non deve avere
assemblee che decidono a
maggioranza ne capi elettivi.
Bisogna attribuire la
direzione suprema alle
migliori teste della comunità
nazionale. Non vi saranno
maggioranze, ma individui
che comandano e la decisione
sarà affare di un solo uomo”
Ideologia nazista
“Non esiste l’indipendenza della legge di fronte al
nazional-socialismo: per ogni decisione che prendete,
dovete dire a voi stessi:<<Come deciderebbe il Fuhrer al
mio posto?>> ad ogni decisione chiedetevi:<<E’ questa
decisione compatibile con la coscienza nazionalsocialista del popolo tedesco?>>”
Da un discorso del ministro della giustizia Hans Frank
Alcune leggi razziali
Durante il periodo nazista, l’antisemitismo non rimase una pura e semplice ideologia, ma
si tradusse in pratica attraverso la stesura di una legislazione che divenne parte
integrante della politica hitleriana. A testimonianza di ciò riportiamo alcuni articoli
emanati durante gli anni del nazismo:
• “Sono proibiti i matrimoni tra Ebrei e cittadini dello stato di sangue tedesco e affine. I
matrimoni già celebrati sono nulli, anche se celebrati all’estero per sfuggire a questa
legge”
Legge del 26/3/1933
• “A partire dal 1 gennaio 1939 agli Ebrei sarà proibito di condurre in proprio negozi di
vendita al dettaglio, uffici di spedizioni o agenzie di commissioni e la conduzione in
proprio di botteghe artigiane”
Legge del 12/11/1938
• “Ebrei i quali abbiano compiuto il sesto anno di età non debbono comparire in pubblico
senza il distintivo della stella ebraica”
• “La stella ebraica consiste in una stella di stoffa gialla a sei punte, grande quanto il
palmo della mano, con i contorni in nero e con la scritta,pure in nero, <<ebreo>>. Deve
essere portata in maniera visibile sulla parte sinistra del petto e saldamente cucita
sopra il vestito”
Legge del
1/9/1941
Le leggi di Norimberga
Tali leggi, emanate il 15 settembre 1935, furono essenziali in
quanto non solo legalizzarono la separazione degli Ebrei
dagli ariani ma chiarirono in modo esplicito chi dovesse essere
considerato ebreo.
Alcuni dei punti furono:
• “Agli Ebrei è proibito esporre la bandiera nazionale e il
vessillo del Reich, come pure far sfoggio dei colori nazionali”
• “È invece concesso loro di vestire o esporre i colori propri degli
ebrei. L’esercizio di tale diritto è soggetto a protezione da
parte degli organi statali”
Anche altri punti furono contemplati dalle leggi di Norimberga,
ma molte delle leggi erano già entrate in vigore alcuni anni
prima.
La deportazione
Politici
Criminali
Omosex
T.Geova
Zingari
Ebrei
I deportati dimenticati
Le leggi razziali di Hitler, e le deportazioni nei campi
di sterminio, non furono rivolte soltanto agli Ebrei,
ma anche ai malati mentali e handicappati, agli
omosessuali e lesbiche e agli zingari.
Furono leggi, anch’esse, molto dure, che portarono alla
morte un gran numero di individui, meno folto del
numero delle vittime ebree, ma da considerare allo
stesso modo.
La deportazione
di malati mentali e handicappati
Lo sterminio iniziò proprio dai disabili e dai malati mentali,
prima con i bambini, poi con gli adulti, con il famigerato
piano T4. Tra il 1940 e il 1941 oltre 70 mila persone furono
uccise in 5 "cliniche-lager" in Germania. Gli handicappati,
bambini e adulti, furono le prime cavie delle tecniche di
annientamento usate poi con gli ebrei. Lo sterminio iniziò
negli anni subito successivi all’ascesa di Hitler, nel 1933. Si
iniziò con una campagna di sterilizzazione, per impedire a
queste persone di avere figli, si proseguì con l’uccisione
sistematica di bambini disabili.
La deportazione
degli omosessuali e delle lesbiche
Nel lager, i gay fecero parte dei prigionieri sistematicamente uccisi per il divertimento
delle SS; non si conosce invece l'entità dei decessi in seguito a esperimenti medici volti
a curarne l'omosessualità e la castrazione.
Le leggi antiomosessuali, prima e durante il nazismo, si riferirono ai gay ma non alle
lesbiche, che non subirono una persecuzione sistematica. Ma per sfuggire la
persecuzione della diversità e dell'autonomia femminile in campo anche sessuale, non
poche donne ricorsero a matrimoni di comodo. Le lesbiche furono meno numerose dei
gay, in genere più discrete (si afferma anche che il vizio omosessuale non inficia il loro
cervello, come invece accade agli uomini), non misero in pericolo la purezza del sangue
germanico quanto il comportamento immorale degli omosessuali uomini, tutte ragioni
per cui la loro persecuzione avvenne su scala minore e, nello stesso tempo, fu meno
visibile e riconoscibile. La persecuzione delle lesbiche avvenne di solito con
motivazioni ufficiali diverse dall’omosessualità - ad esempio, furono perseguite come
ebree, come prigioniere politiche, come criminali comuni (soprattutto prostitute), come
asociali. Nei lager, le lesbiche furono catalogate con le prostitute, nella categoria delle
pervertite, e non come omosessuali.
La deportazione degli zingari
Tra il 1939 e il 1945 vennero uccisi oltre
500.000 zingari, vittime del
nazionalsocialismo. La storia della
deportazione e dello sterminio degli
zingari è una storia dimenticata:
ancora oggi la documentazione è
frammentaria e lacunosa. Eppure la
persecuzione degli zingari in epoca
nazista è l'unica, oltre a quella
ebraica, dettata da motivazioni
esclusivamente razziali: proprio come
gli ebrei, infatti, gli zingari furono
perseguitati e uccisi in quanto « razza
inferiore». E anche il regime fascista
di Mussolini diede il suo "contributo".
I Lager
Strumento della
repressione politica e
anti-ebraica che
assunse proporzioni
gigantesche, furono i
campi di
concentramento. Sorti
fin dal 1933,
diventarono vere e
proprie macchine del
terrore organizzato.
I lager
I lager sono i laboratori dove si sperimenta la trasformazione della
natura umana…finora la convinzione che tutto sia possibile
sembra aver provato soltanto che tutto può essere distrutto. Ma
nel loro sforzo di tradurlo in pratica, i regimi totalitari hanno
scoperto, senza saperlo, che ci sono crimini che gli uomini non
possono né punire né perdonare. Quando l’impossibile è stato reso
possibile è diventato il male assoluto, impunibile e imperdonabile,
che non poteva più essere compreso e spiegato con i malvagi
motivi dell’interesse egoistico, dell’avidità, dell’invidia, del
risentimento; e che quindi la collera non poteva vendicare, la
carità sopportare, l’amicizia perdonare, la legge punire.
Hannah Arendt, “l’età dei totalitarismi”
Auschwitz (1940)
Belzec (1942)
Bergen Belsen (1943)
Bolzano (1944)
Borgo San Dalmazzo
Buchenwald (1937)
Chelmno (1941)
Dachau (1933)
Dora Mittelbau (1943)
Esterwegen (1934)
Ferramonti (1940)
Flossenburg (1938)
Fossoli (1943)
Gross Rosen (1940)
Majdanek (1941)
Mauthausen (1938)
Natzweiler (1941)
Neuengamme (1938)
Ravensbruck (1939)
Risiera di San Sabba (1943)
Sachsenhausen (1936)
Sobibor (1942)
Stuthof (1939)
Treblinka (1942)
I lager
Auschwitz
Sorto nel maggio del ’40 ad ovest di
Cracovia per ordine dello stesso Himler
doveva contenere oltre 100.000 uomini.
Quando lo spazio all’interno di
Auschwitz divenne minimo, tanto che il
campo non poté ospitare più prigionieri,
ne vennero costruiti altri adiacenti:
Birkenau, Monowitz, Auschwitz 2 e 3.
Per coloro che arrivavano in buona
salute le aspettative di vita erano di
circa 3 mesi, gli altri erano destinati alle
camere a gas e ai forni crematori. E’
diventato il simbolo della follia e della
barbarie nazista.
L’angelo della morte:
Josef Mengele
Si circondò di un’equipe di medici
ed infermieri. I suoi studi
verterono su coppie di gemelli,
sui quali provò trasfusioni di
sangue incrociate, studiò il
“Norma”, una malattia data
dalla denutrizione, e con la
sua sperimentazione ne torturò
e uccise più di 3.000 (bambini
e adolescenti).
La sperimentazione medica
Nel corso del 1943, nel lager di
Auschwitz si sviluppò la
sperimentazione medica sui
detenuti. L’ufficiale medico che
divenne capo del campo di
Birkenau, Josef Mengele, compì
esperimenti su determinati gruppi
sociali: principalmente zingari e
gemelli, che successivamente
venivano uccisi con punture di
fenolo al cuore.
Altri interventi medici furono
effettuati solo per sperimentare
nuove tecniche o nuovi medicinali.
Il Block 10
Tristemente noto è il Block 10 nel quale si istituirono
vere e proprie camere operatorie e laboratori
scientifici.
Lo scopo di questo Block fu ancora quello degli
esperimenti medici, effettuati sui prigionieri “più
interessanti” da prendere in considerazione, tanto
che questi diventarono le cavie dei medici nazisti.
Venivano usati, studiati, torturati e uccisi.
La soluzione finale
Uccidiamoli tutti
<<Vi chiedo soltanto di ascoltare ma non di far parola su quanto sto dicendo in
questa cerchia. Ci si pone la domanda: che ne facciamo delle donne e dei
bambini? Anche in questo caso mi decisi per una soluzione chiara. Non
ritenni giusto sterminare gli uomini – diciamo, ucciderli e farli uccidere – e
lasciare crescere i bambini che potranno vendicarsi sui nostri figli e nipoti.
Così, si dovette prendere la difficile decisione di far scomparire questo
popolo dalla terra (…). La questione ebraica sarà regolata entro la fine di
quest’anno nei territori da noi occupati. Del popolo ebraico rimarrà soltanto
qualche resto, tra coloro che hanno trovato rifugio (…). Ora siete al
corrente, e tenete tutto questo per voi. In un lontano futuro, potremmo forse
porci il problema se dire qualcosa di tutto ciò al popolo tedesco. Io credo che
sia meglio se noi – tutti noi – assumiamo questo compito per il nostro
popolo, ne assumiamo la responsabilità portando questo segreto con noi
nella tomba>>.
Da un discorso di Heinrich Himmler - 6 Ottobre 1943
L’unico campo di lavoro del meridione
Il campo di Ferramonti
Il campo di concentramento
di Ferramonti di Tarsia fu
l’unico vero e proprio campo di
lavoro del meridione italiano.
Il campo tuttavia fu molto
diverso dai campi della morte
tedeschi, infatti era molto
simile a una cittadella con
scuole, circoli e addirittura un
parlamento incaricato di tenere
i contatti con la direzione.
La strage degli innocenti
nell’inferno nazista di Terezin
Il ghetto di Terezin funziona dal 1941 al
1945. I nazisti vi fanno affluire
dall’Europa occidentale e orientale circa
150.000 Ebrei: tutti quelli che abitano
nel protettorato di Boemia e Moravia,
gli Ebrei anziani, gli invalidi di guerra,
i decorati al valor militare della “prima
guerra mondiale”, illustri personalità.
Dei 15.000 ragazzi sotto i quindici anni
che hanno soggiornato nell’antica
fortezza cecoslovacca, appena un
centinaio riesce a sopravvivere. In
questo luogo tre sono i drammi che
lacerano la mente, la carne e la dignità
degli esseri umani che vi sono
ingabbiati: la promiscuità, la miseria e
la fame.
La tragedia e la speranza a Terezin
"... Siamo abituati a piantarci su lunghe file alle
sette del mattino, a mezzogiorno e alle sette
di sera, con la gavetta in pugno, per un po'
di acqua tiepida dal sapore di sale o di caffè
o, se va bene, per qualche patata. Ci siamo
abituati a dormire senza letto, a salutare
ogni uniforme scendendo dal marciapiede e
risalendo poi sul marciapiede. Ci siamo
abituati agli schiaffi senza motivo, alle
botte, alle impiccagioni. Ci siamo abituati a
vedere la gente morire nei propri escrementi,
a veder salire in alto la montagna delle casse
da morto, a vedere i malati giacere nella loro
sporcizia e i medici impotenti. Ci siamo
abituati all'arrivo periodico di un migliaio di
infelici e alla corrispondente partenza di un
altro migliaio di esseri ancora più
infelici...". Petr Fischl
“Prova amico, ad aprire il tuo cuore
alla bellezza
quando cammini tra la natura
per intrecciare ghirlande con i tuoi
ricordi
anche se le lacrime ti cadono lungo la
strada,
vedrai che è bello vivere”
Lettera di un bambino di Terezin
Miei cari genitori,
addio
“Se il cielo fosse carta e tutti i mari del mondo inchiostro, non potrei descrivervi
le mie sofferenze e tutto ciò che vedo intorno a me.
Il campo si trova in una radura. Sin dal mattino ci cacciano al lavoro nella
foresta. I miei piedi sanguinano perché ci hanno portato via le scarpe… Tutto il
giorno lavoriamo quasi senza mangiare e la notte dormiamo sulla terra (ci hanno
portato via anche i nostri mantelli).
Ogni notte soldati ubriachi vengono a picchiarci con bastoni di legno e il mio
corpo è pieno di lividi come un pezzo di legno bruciacchiato. Alle volte ci gettano
qualche carota cruda, una barbabietola, ed è una vergogna: ci si batte per averne
un pezzetto e persino qualche foglia.
L’altro giorno due ragazzi sono scappati, allora ci hanno messo in fila e ogni
quinto della fila veniva fucilato… Io non ero il quinto, ma so che non uscirò
vivo di qui. Dico addio a tutti, cara mamma, caro papà, mie sorelle e miei
fratelli, e piango…”
Il contributo della letteratura:
La testimonianza di Elie Wiesel
“Il nostro primo gesto di uomini
liberi fu quello di gettarci sulle
vettovaglie. Non pensavamo che
a quello…solo al pane…non ci
fu nessuno che pensò alla
vendetta. Il giorno dopo, qualche
giovanotto corse a Weimar a
raccogliere patate e vestiti e
qualche ragazza, ma di vendetta
nessuna traccia…volevo vedermi
nello specchio che era appeso al
muro di fronte: non mi ero visto
dal ghetto. Dal fondo dello
specchio un cadavere mi
contemplava. Il suo sguardo nei
miei occhi non mi lascia più.”
Elie wielsel, “La notte”
Il contributo della filmografia:
Con il pianista
Roman Polanski è
riuscito a dare una
rappresentazione
cruda e forte di
quanto avveniva
nei ghetti,
aiutando la
Polonia a meditare
sul proprio
passato.
Il pianista
Ricordiamoci di non dimenticare
“Ricordiamoci di non dimenticare” è questa la frase che abbiamo scelto per
intitolare il nostro lavoro.
Spinti dall’idea di conoscere meglio e di capire ciò che è successo durante la
seconda guerra mondiale, noi ragazzi, ci siamo dati da fare e abbiamo
letto libri, cercato informazioni e quant’altro, riunendole in questa
piccola presentazione. A un certo punto, non ricordiamo bene dove,
abbiamo trovato questa frase che ci ha molto colpito. Dobbiamo sempre
ricordare le possibili conseguenze di politiche che non pongono la loro
centralità nel rispetto della dignità umana. Soltanto ricordando e
trasmettendo le nostre conoscenze riusciremo subito a riconoscere azioni
indescrivibili e fermarle prima che dilaghino nel mondo o, peggio, nello
spirito della gente.
Questo è perciò un omaggio a tutte le vittime ebree e non, e a tutti i popoli
che hanno subito, anche dopo Auschwitz, massacri e torture da regimi
politici autoritari e repressivi.
Noi vogliamo con tutte le nostre forze che ciò non si ripeta.
Auschwitz (Francesco Guccini)
Son morto con altri cento, son morto ch’ero bambino,
Passato per il camino ed adesso sono nel vento…
Ad Auschwitz c’era la neve, il fumo saliva lento
Nel freddo giorno d’inverno e adesso sono nel vento…
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:
È strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento…
Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello
Eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento…
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
Di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento…
Io chiedo quando sarà che l’uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà…
Presentazione a cura di:
Apriceno Andrea 2°G
Fratto Daria 2°G
Lamanna Giancarlo 2°G
Trapasso Anna 5°L
Vottari Michele 2°G
Special thanks to:
prof. Alfonsina Biamonte
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Ricordiamoci di non dimenticare