PROCEDURE, INTERVENTI E RUOLO DEI
SERVIZI TUTELA MINORI
George L. Del Re
Direttore U.O.C. Consultorio Familiare – Distretto S.S. n. 2
Azienda Ulss n. 10 «Veneto Orientale»
Procedure, interventi e ruolo dei Servizi Tutela Minori
G.L. Del Re
CONVENZIONI INTERNAZIONALI
Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo
- New York 1989
Convenzione europea sull’esercizio dei diritti dei fanciulli
- Strasburgo 1996
NORMATIVA NAZIONALE
 Costituzione Italiana
 Codice Civile
 Codice Penale e codice di procedura penale
 Legge n. 184 del 4 maggio 1983
 D.P.R. 616/77
 Legge 328/2000
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G.L. Del Re
LEGGI E ALTRE DISPOSIZIONI DELLA REGIONE VENETO
 L.R. 42 del 1988 «Istituzione dell’ufficio di protezione e pubblica tutela dei
minori»
 Linee Guida 2008 (approvate con D.G.R. 569 del 11.03.2008) tutela e protezione
del minore
 Linee Guida sull’affido familiare
 D.G.R. 3898 del 9.12.2008 «Orientamenti per la comunicazione tra la scuola, i
servizi sociali e sociosanitari per la protezione e tutela dei diritti dei bambini e dei
ragazzi nel contesto scolastico»
 D.G.R. 779 del 21.05.2013 «Linee di indirizzo per la comunicazione tra i Servizi
Socio-Sanitari e Autorità Giudiziarie»
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G.L. Del Re
PIANO DI ZONA DEI SERVIZI SOCIALI 1998 - 2000
Obiettivo F: “ Coordinare e potenziare la rete dei servizi che si occupano
della tutela minorile, garantendo prestazioni specialistiche qualificate”
Riorganizzazione e potenziamento
dei servizi preposti alla tutela minorile in relazione alla definizione a
livello istituzionale delle specifiche
competenze (art. 3, D.P.R. n°616/77)
Costituzione di un Servizio
Minori per la presa in carico
delle problematiche minorili a
livello sovradistrettuale
Stipula convenzioni Azienda Ulss - Comuni
(giugno 1999)
avvio attività del Servizio Tutela Minori
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LA REGOLAMENTAZIONE DEI RAPPORTI TRA I SOGGETTI
DELLA RETE
Anno 1999:
Comune
S.T.M./C.F
Stipula delle convenzioni tra i comuni
e l’Azienda Ulss 10 per la gestione dei
servizi socio- assistenziali delegati
dell’area materno-infantile
Art. 1: “I comuni deleganti affidano all’Azienda Ulss 10 la gestione
delle attività e degli interventi relativamente alle competenze civili ed
amministrative previste dall’art. 23 lett. C) del D.P.R. 616/77 rispetto
alle situazioni di pericolo o pregiudizio per il minore con particolare
riguardo a: maltrattamento fisico o psicologico, molestie e/o abuso
sessuale, trascuratezza, nonché la realizzazione delle attività
strettamente collegate alla programmazione, gestione/sostegno degli
affidi etero familiari”
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LA REGOLAMENTAZIONE DEI RAPPORTI TRA I SOGGETTI
DELLA RETE
Art. 3: “ La delega comprende:
Comune
S.T.M./C.F
- Interventi in favore di minorenni soggetti a
provvedimento delle Autorità Giudiziarie
nell’ambito della competenza
amministrativa e civile (art. 23 lettera c del
DPR 616/77)
- interventi in favore di minori in disagio sociale conclamato, nell’accezione
contenuta nell’intesa complementare dell’Accordo di Programma sottoscritto in
data 21.12.1995 dal Provveditorato agli studi di Venezia, dall’Azienda Ulss n. 10 e
dai 20 Comuni del Veneto Orientale, laddove, ai fini dell’individuazione dei minori
in disagio sociale, “ … Le parti” hanno chiarito “che in disagio sociale si possa
definire un minore o adolescente che si trovi in situazioni dal lato ambientale e/o
familiare, che determinano in lui una riduzione od una significativa distorsione
nella realizzazione delle potenzialità emotive-affettive, relazionali e/o cognitive,
con conseguenze negative anche sul versante della vita relazionale intrascolastica ed extra scolastica e della accettazione delle regole da questa date …”
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IL SISTEMA DI PROTEZIONE E TUTELA DEI MINORI
Pubblico Tutore dei Minori
Privato
Sociale
Tutori volontari
Comune
C.A.S.F
Centri Regionali
contrasto abuso
e maltratt.
Enti
Convenzionati
Scuola
Cure
Primarie
S.T.M./C.F
U.O.C.
Ospedaliere
S.E.E.
(N.P.I.)
Forze
dell’Ordine
D.S.M.
Reti Sociali
Ser.D
U.O.S.
Handicap
Adulti
D.C.A.
Uff. di Servizio Sociale
Minorenni
Autorità
GIiudiziaria
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FINALITA’ E FUNZIONI DEL CONSULTORIO FAMILIARE
1. Situazioni disfunzionali
2. Situazioni di disagio sociale
3. Individuo, coppia e famiglia nei cicli di vita naturali
Attività e progetti di particolare rilievo
Equipe adozioni
Consultorio Giovani
Percorso Nascita
Educazione sessuale e socio-affettiva
Contrasto e prevenzione dell’abuso sessuale sui minori
Sostegno alla genitorialità
Separazione, divorzio e mediazione familiare
Spazio neutro
Ambulatorio ginecologico
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SERVIZIO TUTELA MINORI
Il Servizio Tutela Minori prende in carico i minori segnalati dal Tribunale per i Minorenni
e, previa decisione in UVMD, quelli segnalati dal Servizio Sociale di base, dalla scuola o
da altri servizi socio-sanitari che a vario titolo entrano in contatto con situazioni di
minori a rischio di disagio e di emarginazione sociale, al fine di garantire una gestione
unitaria, omogenea e coordinata degli interventi a tutela dei minori.
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LINEE GUIDA 2008
PER I SERVIZI SOCIALI E SOCIOSANITARI
La cura e la segnalazione
Forniscono orientamenti utili agli operatori sociali e a tutte le figure professionali
che si occupano di tutela e protezione del minore.
Definiscono le diverse competenze e la rete dei servizi che ruotano attorno al minore
(Enti Locali, Aziende Ulss, Procura della Repubblica, T.M., T.O., etc)
Approfondiscono la tipologia di interventi a tutela del minore, a partire dalla raccolta
di possibili situazioni di rischio di pregiudizio e di pregiudizio fino alla segnalazione
alla competente Autorità Giudiziaria.
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L’UNITA’ VALUTATIVA MULTIDIMENSIONALE DISTRETTUALE
PER MINORI
Le delibere della Regione Veneto e dell’Azienda Ulss n. 10
 Linee Guida 2008 “La cura e la segnalazione”
 DGRV n. 4588 del 28.12.2007: “Attività di Valutazione Multidimensionali
Distrettuali di cui alla DGR 3242/01”
 Delibera del Direttore Generale n. 110 del 08.03.2005 “Approvazione del
Disciplinare per il funzionamento dell’Unità Valutativa Multidimensionale
Distrettuale per Minori”
 Delibera del Direttore Generale n. 110 del 22.12.2008 “Approvazione del
regolamento sull’attività di Valutazione Multidimensionale Distrettuale
(U.V.M.D)”
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L’UNITA’ VALUTATIVA MULTIDIMENSIONALE DISTRETTUALE
PER MINORI
Definizioni
Equipe multiprofessionale che svolge attività di valutazione
multidimensionale e di presa in carico delle situazioni di famiglie
multiproblematiche con minori.
Modalità di lavoro finalizzata ad organizzare il lavoro multiprofessionale
per l'integrazione della rete dei servizi socio-sanitari nelle valutazioni,
negli interventi di tutela del minore e nella gestione di casi complessi.
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L’UNITA’ VALUTATIVA MULTIDIMENSIONALE DISTRETTUALE
PER MINORI
Obiettivi generali
La tutela del minore con l'attivazione di processi di cambiamento della famiglia
finalizzati al miglioramento della qualità della vita del minore e del suo nucleo di
appartenenza;
Il miglioramento della collaborazione tra Istituzioni per un approccio
multidimensionale nella valutazione delle situazioni multiproblematiche;
La costruzione di un osservatorio privilegiato sui minori e la famiglia per identificare
i bisogni emergenti nel territorio, valutare i livelli di integrazione fra Servizi e
promuovere le iniziative volte a migliorarli.
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L’UNITA’ VALUTATIVA MULTIDIMENSIONALE DISTRETTUALE
PER MINORI
Obiettivi operativi
Individuare il servizio di riferimento che sarà tenuto ad elaborare il P.E.I.
come previsto dalle Linee Guida Regionali
Definire gli oneri sociali e sanitari in riferimento ai L.E.A. previsti dalla
normativa .
Definire specificità cliniche, relazionali e socio-ambientali del caso
indicando caratteristiche, tempi e contesti degli interventi
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L’UNITA’ VALUTATIVA MULTIDIMENSIONALE DISTRETTUALE
PER MINORI
Componenti
Membri Fissi:
• Direttore di Distretto S.S. (o delegato)
• L’Assistente Sociale del Comune di Residenza
• Lo Psicologo e/o l’Assistente Sociale del Servizio Tutela Minori
Membri Variabili:
• Il Medico di Famiglia del Minore (M.M.G. o P.L.S)
• Servizio per l’Età Evolutiva
•Rete dei Servizi Pubblici
• Privato Sociale
• Tutore del Minore (se nominato)
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Evidenza di
situazione di disagio
di minore
Rilevazione degli
INDICATORI DI DISAGIO
DEL MINORE
Rilevazione degli
INDICATORI DI RISCHIO
Ipotesi di
trascuratezzamaltrattamentoabuso?
SI
Se urgente,
segnalazione
immediata
NO
Altre ipotesi
di lavoro
Approfondimento
Valutazione dei
FATTORI
AGGRAVANTI
Valutazione dei
FATTORI
PROTETTIVI
SINTESI
SI
Richiesta
ATTIVAZIONE
U.V.M.D./M
Conferma
ipotesi
Necessità di
ulteriori
approfondimenti
NO
Altre ipotesi di
lavoro
U.V.M.D. Minori:
Individuazione del rischio/pregiudizio
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U.V.M.D. Minori:
Metodologia e fasi
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PROTOCOLLO TRA LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE,
L’AZIENDA ULSS n. 10 E I COMUNI DEL VENETO ORIENTALE
PER LA RILEVAZIONE E SEGNALAZIONE DELLE SITUAZIONI DI
PREGIUDIZIO O DI RISCHIO DI PREGIUDIZIO IN DANNO DI MINORI
Soggetti Coinvolti:
• Istituti scolastici di ogni ordine e grado del territorio
• Ufficio Scolastico Territoriale
• Comuni della Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale
• Azienda Ulss n. 10 “Veneto Orientale “
Obiettivi generali:
1. Favorire la rilevazione delle situazioni di pregiudizio o rischio di pregiudizio dei
minori e l’attivazione dei percorsi di protezione e cura
2. Favorire la rilevazione e l’avvio a percorsi clinici e/o assistenziali delle
situazioni definibili di “area grigia”
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Obiettivi specifici:
a) Stipulare un accordo tra istituzioni scolastiche, comuni del territorio e Azienda Ulss
n. 10 per la definizione delle competenze relativamente alla protezione e cura dei
minori e alle prassi operative di competenza dei soggetti interessati
b) Definire le modalità operative per la collaborazione tra i soggetti istituzionali
relativamente alla segnalazione delle situazioni di pregiudizio e/o di rischio di
pregiudizio per i minori.
c) Definire le modalità operative di intervento e la collaborazione tra i soggetti
istituzionali relativamente alle situazioni definite di “area grigia” o alle problematiche
emergenti (es: comportamenti antisociali, condizioni familiari carenti);
d) Divulgare la corretta informazione tra tutti gli operatori interessati sulle modalità di
segnalazione e sui percorsi di collaborazione tra le istituzioni coinvolte nei compiti di
protezione e cura dei minori
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PROCEDURE
La denuncia e la segnalazione all’Autorità Giudiziaria
Emergono fatti penalmente
rilevanti
Emergono condizioni di
rischio di pregiudizio o di
pregiudizio
OBBLIGO DI DENUNCIA
OBBLIGO DI SEGNALAZIONE
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Notizia di reato a
danni di un minore
Il docente/i segnala al Dirigente
Scolastico inviando il
“Modulo per la segnalazione di
pregiudizio o di rischio di
pregiudizio a danni di minori o di
ipotesi di reato”
Situazione che
presenta dubbi nella
valutazione
Situazione conclamata
Consultazione
del Servizio
Tutela Minori
Segnalazione diretta
all’autorità giudiziaria o
alla Forze dell’Ordine
Conferma
dell’obbligo di
denuncia
Non confermata
ipotesi
Definizione altri
interventi
Richiesta
ATTIVAZION
E U.V.M.D./M
UNITA’ VALUTATIVA
MULTIDIMENSIONAL
E DISTRETTUALE
PER MINORI
Definizione ruoli
e responsabilità
Definizione del
piano di lavoro
Diagramma A:
Procedure per la denuncia
di reato in danno di minore
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LA SCUOLA E LA SEGNALAZIONE DELLE SITUAZIONI DI PREGIUDIZIO O DI
RISCHIO DI PREGIUDIZIO
• Procedure per la segnalazione delle situazioni di pregiudizio o rischio di
pregiudizio
• Informazioni dei servizi sociali alla scuola
• Coinvolgimento e informazione della famiglia
• In caso di dubbio
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Evidenza di situazione
di pregiudizio o rischio
di pregiudizio
Situazione
conclamata con
carattere d’urgenza
Situazione
conclamata
Il docente/i segnala al Dirigente
Scolastico inviando il
“Modulo per la segnalazione di
pregiudizio o di rischio di
pregiudizio a danni di minori o di
ipotesi di reato”
Situazione che
presenta dubbi
nella valutazione
Segnalazione
diretta all’autorità
giudiziaria
Consultazione
del Servizio
Tutela Minori
Conferma della
condizione di
rischio o
pregiudizio
Non
confermata
ipotesi
Definizione
altri
interventi
Richiesta
ATTIVAZIONE
U.V.M.D./M
UNITA’ VALUTATIVA
MULTIDIMENSIONALE
DISTRETTUALE PER MINORI
SI
Definizione
ruoli e
responsabilità
Segnalazione
all’Autorità
Giudiziaria
Conferma
ipotesi di rischio
o pregiudizio?
Necessità di
ulteriori
approfondimenti
NO
Altre ipotesi
di lavoro
Diagramma B:
La segnalazione di pregiudizio o di
rischio di pregiudizio da parte della
scuola
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LINEE DI INDIRIZZO PER LA COMUNICAZIONE TRA I SERVIZI
SOCIO-SANITARI E AUTORITA’ GIUDIZIARIE
D.G.R. del Veneto n. 779 del 21.05.2013
Parte I: LA SEGNALAZIONE
 Procedure, contenuti e forma della segnalazione alla Procura della Repubblica
presso il Tribunale per i Minorenni
 La relazione informativa dei servizi in risposta alla richiesta della procura della
repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di approfondimento o valutazione di
una situazione
Parte II: LA RELAZIONE
 La comunicazione scritta tra Autorità Giudiziaria e Servizi Territoriali sociali e
socio-sanitari
 I contenuti delle relazioni richieste dall’Autorità Giudiziaria
 Lo conclusioni della relazione
 Relazioni su iniziativa dei servizi territoriali
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venerdì 28 giugno 2013