•Anatomia
•Conduzione
dell’impulso nervoso
•Struttura dell’encefalo
•Il cervelletto
ANATOMIA
Il sistema nervoso è il vero “padrone” del nostro
corpo. Il Sistema nervoso centrale riceve
informazioni, integra le informazioni ricevute e
produce una risposta, trasmette il segnale e coordina
le attività metaboliche.
La parte principale del sistema nervoso è
l’ENCEFALO che svolge tutte le attività utilizzando i
neuroni, ovvero cellule nervose composte da:
DENDRITI: specializzati nel ricevere segnali
provenienti da altri neuroni o dall’ambiente esterno,
attraverso neurotrasmettitori chimici. I loro recettori
proteici si legano ai neurotrasmettitori e come
risultato si innescano segnali elettrici.
CORPO CELLULARE: dentro di esso confluiscono i
segnali trasformati in potenziale d’azione.
ASSONE: esso propaga il segnale.
TERMINALI SINAPTICI: trasferiscono i segnali.
LA STRUTTURA DELL’ ENCEFALO
La struttura dell’encefalo è fondamentalmente simile in tutti i vertebrati, con
modificazioni più o meno rilevanti in rapporto alle abitudini di vita e all’intelligenza.
L’encefalo consiste di parti diverse specializzate per funzioni specifiche:
ROMBENCEFALO composto da:
midollo allungato (centri che regolano la vita vegetativa: battito cardiaco – respiro digestione)
ponte (regola il passaggio tra sonno e veglia)
cervelletto (coordina movimenti ed equilibrio)
MESENCEFALO composto da:
formazione reticolare (filtra e seleziona gli impulsi da far arrivare al cervello)
PROSENCEFALO composto da:
talamo (integra gli stimoli)
sistema limbico formato da ipotalamo, amigdala e ippocampo (produce emozioni,
impulsi e comportamenti)
cervello composto da emisfero destro, emisfero sinistro e corpo calloso.
CORTECCIA CEREBRALE E
FUNZIONE DEI LOBI
Il corpo umano è una macchina
stupenda, ma ha bisogno di una
guida per muoversi. Questa guida
è il CERVELLO.
Il cervello forma la massa più
voluminosa dell’encefalo ed è
costituito da sostanza grigia
nella parte esterna, detta anche
CORTECCIA, e di sostanza
bianca all’interno.
E’ percorso da solchi sinuosi più o meno profondi, essi dividono la massa
cerebrale in quattro parti chiamate LOBI: lobo frontale, lobo parietale,
lobo occipitale, lobo temporale.
La simmetria bilaterale dell’encefalo umano è piuttosto evidente, in particolare per
quanto riguarda il cervello, che appare composto da due EMISFERI di aspetto
estremamente simile (emisfero destro – emisfero sinistro). (figura dei due emisferi)
Tuttavia, già agli inizi del nostro secolo,
si era scoperto che questa simmetria è
solo di tipo anatomico e non funzionale.
Gran parte di ciò che sappiamo sulle
differenze di funzionalità degli emisferi
proviene da due fonti:
1 - vittime di incidenti con danno
localizzato ad un solo emisfero
2 – individui per i quali è stato necessario recidere il corpo calloso (che pone in
comunicazione i due emisferi).
I due emisferi hanno aree sensitive e motorie e rielaborano le informazioni in modo
diverso, l’emisfero destro preside alle funzioni della parte sinistra del corpo e coordina le
attività artistiche, muscolari e la percezione della visualizzazione spaziale; l’emisfero
sinistro presiede alle funzioni della parte destra e coordina le attività logiche e aree
relative al linguaggio e comprensione del linguaggio stesso.
Rivalutare il “cervello minore” ( il cervelletto)
Di recente, le sue funzioni sono tornate ad essere oggetto di discussione. Grazie
all’impiego di nuovi strumenti di imaging cerebrale, i neuro scienziati hanno infatti
scoperto che il cervelletto umano è attivo durante un’ampia gamma di compiti che non
sono direttamente collegati al movimento.
Un danno arrecato ad alcune specifiche aree di quest’organo può provocare imprevisti
effetti negativi su processi non motori, interessando soprattutto la velocità e la precisione
con cui vengono percepite l informazioni sensoriali. Esso ha anche un ruolo di primo
piano nella memoria a breve termine, nell’attenzione, nel controllo degli impulsi, nelle
emozioni, nelle funzioni cognitive superiori, nella capacità di progettazione rivolta al
futuro e, forse, addirittura in patologie quali la schizofrenia e l’autismo.
La sua massa cospicua e la struttura
complessa suggeriscono che quest’organo
abbia un ruolo più penetrante e complesso.
Il cervelletto, ripiegandosi numerose volte
su se stesso, compatta una quantità
prodigiosa di circuiti nervosi in uno spazio
davvero ridotto, infatti la sua superficie è
all’incirca quanto quella di uno degli
emisferi cerebrali.
PIU’ DEL MOVIMENTO
Alcuni fisiologi (XIX sec.) osservarono che la rimozione di questa parte dell’encefalo
poteva provocare difficoltà nella coordinazione motoria.
Per molti anni, si è ritenuto quindi che il cervelletto avesse il compito di coordinare i
movimenti e permettere l’equilibrio; ora, le esperienze più recenti, dimostrano che il suo
ruolo è molto complesso.
Ad esempio:
- Nell’ 89 hanno notato che i pazienti che presentavano danni cerebellari non erano in
grado di quantificare con precisione la durata di un particolare suono;
- Agli inizi degli anni 90 si è osservato che un paziente con un danno al cervelletto
eseguiva determinati esercizi verbali più lentamente;
- Nel corso di studi più recenti, gli stessi pazienti con danni al cervelletto, sono meno
precisi nel giudicare sottili differenze (es. differenza tra due toni diversi);
- In Germania, hanno invece rilevato che questi pazienti compiono errori nei test dove si
richiede di individuare velocità e direzione di certi tipi di moto, inoltre hanno difficoltà nel
distinguere parole simili (es. rabbit e rapid), nei bambini la difficoltà è il controllo di
emozioni;
- Infine, si è scoperto che il cervelletto è normalmente in funzione quando viene richiesto
di ricordare un elenco di lettere o quando si svolgono attività di tipo sensoriale.
TOCCARE, PERCEPIRE
Con la micromappatura di Bower, rappresentazione frammentata degli
stimoli tattili di una vasta area del cervelletto, si è scoperto che i segnali in
entrata a quest’ultimo potevano provenire dalle zone più disparate del
corpo (es. il cervelletto dei ratti riceveva gli imput principalmente dal
muso, il gatto dalle zampe anteriori e le scimmie dalle dita), che nei
diversi animali hanno funzioni tattili. Si sta quindi comprendendo come il
cervelletto sia più coinvolto nelle funzioni sensoriali rispetto a quelle
motorie.
VIVERE SENZA IL CERVELLETTO
Alcuni scienziati hanno supposto che alcuni compiti psicologici attribuiti al cervelletto
possono esser scaricati dalla corteccia cerebrale quando questa è sovraccarica.
Ciò che lascia perplessi è il fatto che alcune persone riescono a guarire dalle lesioni al
cervelletto.
Sebbene la rimozione completa dell’organo alteri all’inizio la coordinazione del
movimento, questi soggetti, in particolare quelli giovani, possono, in un arco di tempo
sufficientemente lungo, recuperare in misura notevole la normale funzionalità.
Poche teorie sul cervelletto, comprese quelle che lo ritengono un controllore motorio,
hanno proposto una spiegazione a questa sorprendente elasticità.
Piuttosto, il fatto che il cervello sia in grado di compensare l’assenza del cervelletto implica
che quest’ultimo abbia una funzione di sostegno per il resto del cervello. Se esso venisse
rimosso altri sistemi cerebrali potrebbero compensare la mancanza di coordinamento nei
dati sensoriali. Se fosse principalmente una struttura di sostegno allora non contribuirebbe
alla coordinazione motoria, alla memoria, alla percezione, all’attenzione, all’analisi dello
spazio né ad alcuna delle numerose altre funzioni.
IN SINTESI
- Il cervelletto, la struttura alla base del cervello, ha una serie di complessi
circuiti neuronali che sono rimasti praticamente identici nel corso di milioni
di anni di evoluzione dei vertebrati.
- Recenti studi mettono in discussione l’idea tradizionale secondo cui il
cervelletto si limiterebbe a controllare i movimenti: è infatti attivo durante
una grande varietà di compiti. Il cervelletto potrebbe essere più coinvolto nel
processo di coordinamento dei segnali sensoriali che delle risposte motorie.
- È possibile vivere anche quando il cervelletto viene rimosso, perché, dopo
un periodo di difficoltà nel coordinamento, aree cerebrali diverse sono in
grado di assumersi le funzioni proprie del cervelletto, sopprattutto nei
soggetti giovani. Chi ha subito un danno cerebrale presenta tuttavia spesso
deficit sensoriali
CONDUZIONE DELL’IMPULSO NERVOSO:
A)
Conduzione all’interno del neurone
B)
Conduzione tra un neurone e un altro (sinapsi).
A)1- Potenziale di riposo: in condizioni di riposo c’è una differenza di potenziale di –70
mV con interno negativo. All’interno del neurone si ha un eccesso di K+ e di grosse
molecole proteiche negative che non possono uscire, lo ione potassio esce per trasporto
passivo, si ha l’eccesso di cariche negative, inoltre è attiva la pompa sodio-potassio che
consumando energia butta fuori sodio e fa rientrare potassio.
2- Potenziale di soglia: se arriva uno stimolo da un neurone sensitivo o da uno
adiacente si aprono alcuni canali del sodio che entrano nel neurone e rende meno
negativo il potenziale di riposo e se supera i –50 mV scatta il potenziale di azione.
3- Potenziale di azione: si aprono molti più canali del sodio e il potenziale in una
frazione di secondo diventa positivo. Innescato ciò, i canali del sodio si chiudono subito
e si aprono molti canali di potassio e ritorna tutto negativo (potenziale di riposo). Ciò che
aumenta la velocità di propagazione del potenziale di azione è una guaina isolante di
materiale lipidico chiamato mielina.
B)
Questa trasmissione avviene in regioni specializzate chiamate sinapsi, e i
segnali che sono trasmessi attraverso le sinapsi sono chiamati potenziali
postsinaptici. Uno spazio ridottissimo, chiamato fessura sinaptica, separa il
terminale sinaptico del primo neurone, o neurone presinaptico, dal secondo, o
neurone postsinaptico. Nel momento in cui è raggiunto dal potenziale di azione, il
terminale sinaptico diventa carico positivamente e questa carica lo induce a liberare
un neurotrasmettitore ormonale nella fessura sinaptica e si legano a recettori nella
membrana della cellula postsinaptica.
I potenziali postsinaptici sono prodotti dai neurotrasmettitori che si legano ai ricettori.
I dendriti di un neurone possono ricevere potenziali sinaptici eccitatori e inibitori
dalle terminazioni sinaptiche. I potenziali postsinaptici trasmessi dai vari neuroni
presinaptici si sommano algebricamente (vengono integrati). In genere l’azione dei
neurotrasmettitori sulla cellula postsinaptica si esaurisce in breve tempo così i
neurotrasmettitori sono rapidamente allontanati dalla fessura sinaptica o distrutti da
enzimi
•Studi introduttivi
•Nascita della psicoanalisi
•L’inconscio
Sigmund Freud medico e neurologo austriaco, fondatore della psicoanalisi.
Il suo principale contributo fu la creazione di un approccio del tutto innovativo alla
comprensione della personalità umana, sulla base della scoperta dell’esistenza
dell’inconscio.
Creò, inoltre, una tecnica di trattamento delle nevrosi e dei disturbi mentali che, con le
opportune modificazioni, viene utilizzata ancora oggi.
Anche se fu oggetto di numerose critiche, Freud è universalmente considerato una delle
menti più creative dell’epoca moderna.
Nato in Moravia nel 1856, studiò medicina all’Università di Vienna: stimolato da alcuni
lavori scientifici, desiderava approfondire la conoscenza delle scienze naturali per
risolvere alcune sfide che si ponevano agli scienziati dell’epoca.
Freud iniziò così a studiare il SISTEMA NERVOSO CENTRALE e vi si appassionò al
punto da tralasciare le altre materie: si laureò, infatti, con tre anni di ritardo rispetto al
previsto.
Nel 1881 ottenne l’abilitazione all’esercizio della professione medica. Nel 1883
abbandonò la ricerca teorica per dedicarsi alla pratica clinica.
Egli passò tre anni presso l’Ospedale Generale di Vienna, dove si dedicò alla
PSICHIATRIA e alle malattie nervose.
Ottenne una borsa di studio per frequentare a Parigi le lezioni del famoso neurologo
Charcot.
Charcot trattava i disturbi nervosi con la suggestione ipnotica: Freud iniziò così ad
occuparsi di isteria ed a incanalare i propri interessi verso la psicopatologia e lo studio
scientifico dei disturbi mentali.
Dopo aver conseguito la specializzazione in malattie nervose, esercitò privatamente la
professione medica a Vienna.
La classe medica non condivideva le sue concezioni poco ortodosse sull’isteria e
sull’ipnosi.
NASCITA DELLA PSICOANALISI
Il primo scritto di Freud trattava di uno studio su un disturbo neurologico, dovuto ad
una lesione del cervello, in cui viene colpita la capacità di pronunciare le parole.
A quell’epoca Freud era già attivamente impegnato a ricercare spiegazioni psicologiche
e non fisiologiche dei disturbi mentali: i suoi scritti successivi riguardarono infatti la
psicanalisi con il titolo “Studi sull’isteria”.
In questo scritto i sintomi isterici venivano presentati come manifestazioni di energia
emotiva non scaricata, in relazione ad un trauma psichico completamente dimenticato.
Attraverso l’induzione di uno stato ipnotico, diventava possibile recuperare il ricordo
del trauma e scaricare , attraverso la catarsi, le emozioni ad esso associate e causa dei
sintomi.
Questa pubblicazione segnò l’avvio della costruzione su basi cliniche della teoria
psicoanalitica.
L’INCONSCIO
Freud sviluppò molti concetti entrati a far parte della teoria e della tecnica psicoanalitica.
Abbandonò l’uso dell’ipnosi per dedicarsi allo studio dei flussi spontanei di pensiero dei
pazienti, rivelatori dei processi mentali inconsci e della struttura della nevrosi.
Infatti, trovò attraverso l’osservazione clinica le prove dell’esistenza dei meccanismi
mentali quali la rimozione e la resistenza.
Scoprì i processi inconsci avvalendosi delle libere associazioni dei pazienti come guida per
l’interpretazione dei sogni e dei cosiddetti “lapsus freudiani”.
L’analisi dei sogni, portò Freud a teorizzare l’esistenza della sessualità infantile e del
cosiddetto “complesso di Edipo”.
Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, ridusse l’attività clinica per dedicarsi
all’applicazione delle sue teorie all’interpretazione della religione, della mitologia,
dell’arte e della letteratura.
Dopo l’invasione nazista dell’Austria nel 1938, Freud si rifugiò con la famiglia a Londra,
dove morì l’anno successivo.
•La vita
•Motivi letterari ed ideologia
•Il capolavoro
•La coscienza di Freud e la coscienza di Zeno
LA VITA
Italo Svevo nasce a Trieste nel 1861, pseudonimo di Ettore Schmitz,
romanziere italiano, la cui opera costituì un momento di passaggio tra le
esperienze del decadentismo italiano e la grande narrativa europea dei
primi decenni del Novecento.
Di famiglia ebraica, Svevo riuscì grazie alle caratteristiche culturali di una
città come Trieste, a formare una cultura poco italiana e molto europea,
che gli consentì di acquisire uno spessore intellettuale raro nei nostri
scrittori del tempo.
Nei suoi scritti, egli osserva e descrive i complessi meccanismi economici,
burocratici e le conseguenze negative di questi sui rapporti sociali e
umani, prima fra tutte la perdita di autenticità in favore di una trionfante
ipocrisia.
Negli anni 1910-12 scopre la psicanalisi attraverso le opere di Sigmund
Freud. Subisce inoltre l’influsso del filosofo tedesco Schopenhauer.
Muore nel 1928 a Motta di Livenza per un incidente d’auto.
MOTIVI LETTERARI E IDEOLOGIA
I motivi letterari di Italo Svevo si basano principalmente su tre punti :
- Preminente attenzione ai problemi dell’uomo di cui ne scruta la coscienza (i
famosi “autoinganni”).
- Rappresentazione della Società con opere di rottura per salvarne le finzioni, le
angosce, per smitizzarla e demistificarla.
- Stile non elegante e antiletterario. Svevo ebbe sempre difficoltà con la lingua
italiana.
Secondo l’ideologia di Svevo la realtà è buffa commedia, un indecifrabile caos
dove non c’è posto per la felicità ne per la salute.
Cade definitivamente il “Mito positivo” romantico e borghese e si afferma il tema
dell’inetto, “dell’uomo senza qualità”.
Per gli inetti l’insuccesso è legato al “male di vivere”. Essi sono vinti ma senza
grandezza perché la malattia della coscienza e l’inettitudine escludono la lotta.
Il CAPOLAVORO
Poco dopo la fine della I° guerra Mondiale, Svevo cominciò ad
elaborare “La Coscienza di Zeno” (1923), unanimemente considerato il
suo Capolavoro.
In questo romanzo lo scrittore triestino, anche grazie alla conoscenza della
psicoanalisi, sviluppa un’analisi psicologica di straordinaria profondità e costruisce
tecniche narrative modernissime, soprattutto per la tradizione italiana.
Attraverso la rappresentazione interiore della nevrosi del protagonista e narratore,
l’autore riesce infatti a rendere la soggettività del pensiero e dei ricordi, in una
narrazione che appare ormai quasi completamente staccata dalle convenzioni
realistiche ottocentesche. Ma la novità di Svevo sta anche nella sua ironia, nella
costruzione di un protagonista “inetto”, radicalmente antitragico e antiteorico.
Il libro, composto da lunghi episodi, è l’autobiografia che Zeno ha scritto su
suggerimento del suo Psicologo Dottor S..
Il primo grande tema è quello del vizio del fumo. Tutta la vita di Zeno è segnata da
un legame odio/amore con il fumo, dalle prime sigarette ai piccoli furti dal panciotto
del padre per comprarle, al furto dei sigari del padre, alla serie degli innumerevoli
quanto inutili tentativi di smettere di fumare.
Alla propensione al fumo si intrecciano i rapporti conflittuali con il padre.
Intorno all’asse del rapporto con il padre ruota la parte più profonda della
personalità di Zeno. Per questo, tratteggiando il ritratto del padre, Zeno finisce
in realtà per tratteggiare il proprio autoritratto vivendo così una sorta di
complesso edipico dichiarando il dolore provato per la morte del padre che in
realtà odia profondamente e di cui si sente antagonista.
Nel tema sentimentale si evidenziano i turbamenti e le incertezze dell’individuo
“malato”. Zeno è obbligato a misurarsi con il proprio futuro ed il matrimonio è
il primo effetto di questa assunzione di consapevolezza. Pur amando Ada, per un
banale equivoco, egli sposerà Augusta che si rivelerà una moglie e un’amante
perfetta che tradirà ugualmente senza che in lui venga meno l’amore per la
moglie, ormai necessario completamento della sua vita.
La Psico-analisi, ultimo capitolo del libro che ha struttura e funzioni diverse da
quelle degli altri capitoli, fa parte della cornice del romanzo.
Il protagonista dichiara di abbandonare la Psico- analisi, si proclama guarito per
conto proprio e propone una serie di riflessioni conclusive sulla sua vicenda
personale e sulle condizioni di vita dell’umanità presente e futura.
LA COSCIENZA DI FREUD E LA COSCIENZA DI ZENO
Ampio è il dibattito fra gli studiosi di Svevo circa l’interpretazione da attribuire
al titolo del suo capolavoro “La coscienza di Zeno” in rapporto alla
terminologia freudiana.
Coscienza viene probabilmente usato come sinonimo di psiche, per sottolineare
il fatto che il romanzo verte sull’analisi della vita interiore del protagonista; il
titolo potrebbe anche, però, essere polemico nei confronti della psicanalisi e
riferirsi al fatto che essa non è in grado di guarire l’individuo dal suo disagio
esistenziale e dalle sue nevrosi.
Infine, il titolo potrebbe essere letto in chiave ironica: coscienza significherebbe
allora il suo opposto, ovvero l’incoscienza. Zeno, giustificherebbe così i propri
comportamenti dettati da pulsioni inconsce che egli stesso non riesce a dominare
(atteggiamento nei confronti del vizio del fumo).
Lavoro svolto da:
Classe 5Blt
A.s. 2003/2004
FONTI scientifiche
Il Cervello: tra anatomia e psicologia
Anatomia:

Enciclopedia “Conoscere” (F.lli Fabbri Editori)

Testo di biologia :“Biologia – la vita sulla terra” Vol. 2
Conduzione dell’impulso nervoso:

Testo di biologia: “Biologia – la vita sulla terra” Vol. 2

Appunti anno scolastico 2002/2003
Struttura dell’encefalo:

Appunti anno scolastico 2002/2003

Enciclopedia “Michelangelo” Ed. La nuova biblioteca italiana S.p.A.
Rivalutare il “cervello minore”:

Rivista “Le Scienze” n° 41 – Settembre 2003
FONTI umanistiche
Sigmund Freud
Primi anni di vita e studi:

Enciclopedia multimediale Encarta 98
Nascita della psicoanalisi:

Testo di filosofia: “Autori di fare filosofia” Vol. 3
L’inconscio:

Sito internet: http://www.psicoanalisi-Freud.com
Italo Svevo
La vita:

Enciclopedia multimediale Encarta 98
Motivi letterari e ideologia:

Sito internet: http://www.utenti.licos.it
Il capolavoro:

Sito internet: http://www.utenti.licos.it
La coscienza e la coscienza di Zeno:

Testo di italiano: “Letteratura – dal decadentismo al primo 900” Vol. 5 B
Scarica

Presentazione1