I gessetti colorati
Da un racconto di Bruno Ferrero
Nessuno
sapeva
quando
quell'uomo
fosse
arrivato
in città.
Sembrava sempre stato là, in quell’angolo
della piazza, tra il viavai della gente.
Ginocchioni per terra,
con dei gessetti colorati, dipingeva.
Dipingeva angeli e immagini sacre,
fiori,
volti
dolcissimi,
paesaggi
luminosi
che suggerivano sogni di libertà.
Da tempo, i passanti si erano abituati
Da
tempo,e igettavano
passanti sivolentieri
erano abituati
all'uomo
all'uomo
una moneta
sul
e gettavano volentieri
una moneta sul disegno.
disegno.
Alcuni si fermavano
e gli parlavano.
Gli raccontavano
qualcosa delle loro
preoccupazioni e delle
loro speranze:
anche le prodezze del più piccolo dei figli.
Era divenuto un amico perché
ascoltava molto e parlava poco.
Un giorno, l'uomo cominciò
a raccogliere le sue cose per andarsene.
Si riunirono tutti intorno a lui e lo guardavano.
Lo guardavano ed aspettavano.
“Lasciaci qualcosa”.
Disse una ragazza
abituata a sognare.
“Qualcosa per
ricordarti”.
L'uomo mostrava le sue mani vuote:
che cosa poteva donare?
Poi ci ripensò e frugando nel suo zaino tirò fuori i
gessetti colorati.
Li sparse per terra e li distribui tra i presenti.
Quindi salutò
con un
sorriso e se
ne andò.
Cosa ne fece
la gente
del gessetto
avuto in regalo?
Alcuni lo conservarono come un caro ricordo;
altri lo
infilarono in
un cassetto.
I più se ne dimenticarono.
E' venuto un Uomo che ci ha lasciato la possibilità di
colorare il mondo.
Cosa abbiamo fatto
dei gessetti che ci ha regalato?
Cosa abbiamo fatto
dei gessetti che ci ha regalato?
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