SCUOLA QUADRI
S.N.A.M.I.
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1° Corso Scuola
Sede di Milano
L’esclusività di
rapporto nella
Dirigenza Medica
La posizione dello
S.N.A.M.I. area
Ospedalieri
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ROMA - «Fra tre anni i
medici dovranno
lavorare solo per il
Servizio sanitario
nazionale.
Concorderemo con
loro tutte le modalità
ma l'esclusività del
rapporto pubblico è
una strada obbligata».
Rosy Bindi - dal Corriere
della Sera, Domenica, 9
Agosto 1998
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ROMA -«Chi è dipendente del
Servizio sanitario
nazionale deve dare il
meglio di sé nelle strutture
pubbliche, e non può fare
attività privata. Con la
penultima Finanziaria
abbiamo già avviato il
processo e il 70% dei
medici hanno già scelto di
poter fare attività libero
professionale dentro la
struttura pubblica».
Rosy Bindi - dal Corriere
della Sera, Domenica, 9
Agosto 1998
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ROMA - «La riforma
del sistema
sanitario è questa.
Se ne vorrete fare
un'altra, allora
dovrete farla con
un altro ministro».
Quando Rosy Bindi
solleva di scatto la
borsa dal tavolo del
governo, …
Rosy Bindi - da "il
Corriere della Sera",
Giovedì, 17 Giugno 1999
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In previsione del Consiglio dei
Ministri di oggi, Venerdì 18
Giugno, il cartello dei Medici
in lotta contro il Ministro Bindi
ha nuovamente acquistato due
pagine di giornale contenenti
un nuovo, accorato appello al
Presidente Ciampi affinché
NON promulghi i decreti.
L'annuncio è apparso su "il
Giornale" e su "il Giorno".
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È stato un crescendo di opzioni per il servizio
pubblico a caratterizzare negli anni la scelta dei
medici per la libera professione intramuraria.
Già nel 1933, infatti, una circolare del ministero
degli Interni (non c’era la Sanità) prevedeva
una libera professione «contenuta in giusti
limiti» e che non snaturasse «il carattere del
nosocomio». E già settanta anni fa si stabiliva
di limitare il numero dei posti riservati a questa
attività in ogni ospedale.
Ma allora, chi sceglieva l’intramuraria
guadagnava ben di più del proprio stipendio.
Un esempio. A Vercelli a fronte di compensi
ordinari tra le 5 e le 10mila lire come
“dipendenti”, un primario chirurgo aveva
incassato in un solo anno 125.449 lire, l’aiuto
40.681, l’assistente 20.456.
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Le leggi in materia si sono susseguite:
dalle «rette differenziate» per camere
speciali del 1969 alla prima
incompatibilità del 1975, fino alla
riforma sanitaria del 1978. Poi, con il
riordino della Sanità del 1992 si è
imboccata la strada della
«concorrenzialità» e sono arrivate le
camere a pagamento negli ospedali
pubblici. Finché la legge 272/97 ha
fissato i primi paletti dell’intramuraria,
analoghi a quelli di oggi.
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La Finanziaria del 1999 introduce
definitivamente la regola
dell’esclusività. Stabilisce nel 1° luglio
1999 la data entro cui i medici
avrebbero dovuto oscegliere. Ma la
mancanza del contratto, di regole
nuove e di certezze sui premi per chi
avesse giurato fedeltà al Ssn, hanno
provocato una serie di slittamenti, fino
al 14 marzo 2000.
Chi ha scelto l’extramuraria in tale
data, però, ha dovuto ”restituire” a
partire dal 1° luglio del 1999 al Ssn le
somme corrispondenti alle
penalizzazioni previste per i non
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Resta il problema degli spazi e dei
compensi.
Intorno agli anni Trenta i posti letto per
l’intramuraraia erano poco meno dell’1%
di quelli complessivi, negli anni Novanta
(1998, ultima rilevazione del ministero
della Sanità) la media sale al 2,5%, contro
uno standard previsto fra il 5 e il 10 %.
Le scelte dei medici, al contrario, sono
cresciute, e il 62% nel 1998 era affiancato
dal 12% di ”non scelte”, che oggi, con la
regola del silenzio-assenso, porterebbe
l’intramuraria a quota 76% circa. Ma i
primi dati sull’opzione dimostrano che si è
andati ben oltre le aspettative, almeno fino
all’85 per cento.
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Fatta la legge trovati gli spazi? Stavolta sì !!
A dispetto di tutti i pronunciamenti giudiziari
tendenti a interpretare l’opzione fra intra e
extra-moenia come subordinata
all’individuazione di apposite strutture
all’interno dell’azienda: una vecchia visione
che per anni ha peraltro impedito il decollo
di un obbligo di scelta più volte teorizzato.
Le norme stavolta sono state scritte e
"concordate" con i sindacati in modo da non
offrire il fianco ad attacchi di questo genere:
l’intra-moenia il medico può svolgerla anche
nel suo studio, a patto di versare parte dei
relativi onorari all’azienda di appartenenza.
da "il Sole 24 Ore", Lunedì 20 Marzo 2000
A individuare questo specifico
perimetro per la libera professione
sono l’atto di indirizzo e
coordinamento e il contratto.
Entrambi ribadiscono che fino alla
realizzazione di idonei spazi in
azienda si può ricorrere per l’attività
ambulatoriale a locali reperiti in
strutture non accreditate: per la
stessa esigenza i direttori generali
possono autorizzare transitoriamente
i medici a utilizzare lo studio privato
purché non vi siano oneri aggiuntivi a
carico dell’azienda.
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L’autorizzazione può riguardare anche gli studi
per i quali la riforma ter abbia previsto il rilascio
di apposita autorizzazione all’esercizio
dell’attività, ovvero studi odontoiatrici e medici
attrezzati per erogare prestazioni di chirurgia
ambulatoriale o eseguire procedure
diagnostiche e terapeutiche di particolare
complessità. I relativi volumi d’attività dovranno
essere preventivamente autorizzati (in misura
non superiore ai livelli istituzionali) dall’azienda.
Se il medico svolge da almeno un biennio la
propria attività in più sedi della stessa Regione
ne può essere eccezionalmente consentita la
prosecuzione in una doppia sede.
da "il Sole 24 Ore", Lunedì 20 Marzo 2000
Le tariffe sono fissate d’intesa con il
medico, nel rispetto dei vincoli ordinistici e
secondo i regolamenti aziendali:
• nella tariffa saranno compresi i costi per
l’eventuale concordata utilizzazione di
altro personale e per la fornitura di
dispositivi medici agli assistiti, che saranno
a carico dell’azienda.
• Per ricevute e fatture il medico utilizzerà
il bollettario dell’azienda.
• Il medico tratterrà a titolo di acconto il
50% della quota che gli spetta sugli importi
versati dagli utenti e verserà il resto entro
15 giorni all’azienda, che provvederà a
sua volta a trattenute e conguagli.
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Riferendosi alla cosiddetta “scelta” della
maggioranza dei medici degli Ospedali per il
“rapporto esclusivo” un Primario, Parlamentare
del Polo, ha detto assai bene:
“l’ordine regna a Varsavia”
Vediamo perché.
Ma si è trattato veramente di una libera scelta?
La legge prevede per chi vuole mantenere una
attività professionale esterna all’Ospedale, cioè
vuole optare per il rapporto “non esclusivo”,
pesanti decurtazioni salariali a fronte di impegni
d’Ospedale invariati .
Inoltre viene inibita a chi fa questa scelta
qualsiasi progressione di carriera. Di più, se è
già primario viene rimosso dall’incarico e
destinato ad un limbo di compiti imprecisati.
Quindi, una vera e propria degradazione sul
campo.
La perdita della posizione direttiva è doppiamente
penalizzante per il Professore Universitario che è
assoggettato alla normativa Ospedaliera.
Infatti, non potendo più organizzare il Reparto in modo
che l’assistenza qualificata ai pazienti possa divenire
oggetto di insegnamento e ricerca, di fatto non può più
svolgere efficacemente i suoi compiti universitari.
Proprio per protestare contro questa pesante ingerenza
della normativa Ospedaliera sulle funzioni universitarie,
ingerenza che il Ministro Zecchino ha dovuto
evidentemente subire molti docenti hanno fatto ricorso
al TAr.
Ma cosa offriva il Ministro Bindi sull’altro
piatto della bilancia?
• Un aumento dello stipendio, comunque
ben al di sotto degli standard europei, che
oggi viene messo in discussione !!!
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Il principio che il Medico Ospedaliero svolga la sua libera
professione all’interno è una conseguenza della
aziendalizzazione degli Ospedali.
Esso è in sè accettabile purché realizzato in modo
adeguato, come avviene in vari Paesi avanzati.
Per intenderci, la libera professione interna non può essere
svolta senza la disponibilità di strutture e di personale che la
rendano efficiente, decorosa, e autonoma rispetto alle altre
attività. Nella stragrande maggioranza degli Ospedali Italiani
queste condizioni, di cui si parla da anni, non sono ancora
state create, tanto è vero che vengono autorizzate soluzioni
intermedie, ibride.
Pubblico e privato possono convivere negli Ospedali solo in
una netta distinzione interna: altrimenti finiscono per
inquinarsi a vicenda in una commistione che, giustamente,
genera disorientamento e disgusto negli utenti del Servizio
Pubblico.
In sostanza il
Ministro ha
costretto i
Medici ad una
opzione “al
buio:
” e quindi a una
“non scelta”
oa
una “scelta
impossibile”.
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Si tratta di prospettive inquietanti, ma connaturate ad una legge la cui
filosofia di fondo, neppure tanto mascherata, è la totale trasformazione del
medico in lavoratore dipendente.
La legge vuole dunque sancire la fine di una professione:
Le professioni danno fastidio ai regimi in quanto sono aree di libertà e
indipendenza, nei confronti dello strapotere della politica e dei grandi
sistemi burocratici e aziendali.
Meglio dunque cancellare ogni traccia residua di “Professione medica” e
spingere i medici, soprattutto quelli più giovani, verso un lavoro totalmente
dipendente che assicura il massimo di crescita del potere politico.
Ma il rischio, veramente grave, è che scomparendo la “professione” vada
fatalmente a estinguersi, nel medio termine, anche la “professionalità”.
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L'arroganza rimane
impressa………..
Umberto Tirelli
Istituto Nazionale dei
Tumori
Aviano
Il giudizio più attendibile e autorevole sull’operato della
signora Bindi l’hanno dato i rappresentanti della sua parte
politica che l’hanno decisamente “scaricata” da loro
governo.
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ABBIAMO
COMBATTUTO
CONTRO LA 229
ADESSO
CAMBIATELA..!!!
l’ordine del l’ordine del giorno G37.100 DEL SENATO aa.
2002……………….>>> dopo 46 tentativi di G. Sirchia…
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Do lettura di tale ordine del giorno:
..impegna il Governo a
"Il Senato, in sede di esame del
intraprendere entro
disegno di legge finanziaria
sessanta giorni
2002, premesso che,
l’irreversibilità della scelta
dall’approvazione della
del medico in ordine
legge finanziaria 2003
all’esclusività del rapporto di
le opportune iniziative
lavoro, prevista dal decreto
legislative finalizzate
legislativo n. 229 del 16 giugno
1999, risulta in contrasto con il
al riordino dello stato
principio di cui all’articolo 4,
giuridico dei dirigenti
comma 2, della Costituzione, ed
sanitari, con
in particolare con la garanzia
particolare riferimento
della scelta in ordine
all’attività lavorativa da
all’abolizione
svolgere in esso contemplata;
dell’irreversibilità
l’ordine del giorno G37.100 DEL
SENATO….
della opzione
professionale".
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ABBIAMO
COMBATTUTO
CONTRO LA 229
ADESSO
CAMBIATELA
... quindi mancano
7 giorni, 12 ore, 1 minuti, e 40 secondi al
riordino dello stato giuridico dei dirigenti
sanitari !!!!
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ABBIAMO
COMBATTUTO
CONTRO LA 229
Le proposte dello
SNAMI della
Dirigenza
Medica in tema
di attività liberoprofessionale
nella dipendenza
Lo SNAMI difende il
principio della attività
medica come attività di
esercizio di :
professionisti della
medicina ….
Consegnamo ai partecipanti la Nostra relazione alla Commissione della
Camera del 2002
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ABBIAMO
COMBATTUTO
CONTRO LA 229
Le proposte dello
SNAMI della
Dirigenza
Medica in tema
di attività liberoprofessionale
nella dipendenza
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Dirigenza
medica
&
Autonomia e
responsabilità
Le proposte dello SNAMI della Dirigenza Medica in tema di attività
libero-professionale nella dipendenza
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I Medici, in quanto professionisti:
Le proposte dello SNAMI
della Dirigenza Medica in
tema di attività liberoprofessionale nella
dipendenza
sono diversi dagli altri
lavoratori poiché più critici
e meno fedeli
all’organizzazione, poco
inclini a ricevere supporto
da supervisori e tendenti a
socializzare solo con coloro
che posseggono
specializzazioni simili……..
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I Medici, in quanto professionisti:
Le proposte dello SNAMI
della Dirigenza Medica in
tema di attività liberoprofessionale nella
dipendenza
……. sono preparati ad agire in
modo indipendente con
autonomia decisionale e quindi
restii ad assumere posizioni
subalterne ed a perseguire
obbiettivi organizzativi
potenzialmente in conflitto con gli
scopi professionali, hanno come
punto di riferimento il paziente
e mirano ad ottenere più vantaggi
possibili a suo beneficio, spesso a
scapito dei costi
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I Medici, in quanto professionisti:
STANNO SUBENDO GRANDI
PRESSIONI PER ESSERE
TRASFORMATI IN RUOLO
IMPIEGATIZIO
E LO S.N.A.M.I. SI
OPPONE DA SEMPRE A
TALE DISEGNO
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SCUOLA QUADRI SNAMI - Chirurgia toracica per tutti