25 APRILE
FESTA DELLA LIBERAZIONE
25 APRILE FESTA DELLA LIBERAZIONE
• La "Festa del 25 aprile"è la Festa della Liberazione.
Infatti questa data ricorda la fine del periodo nazi-fascista
e, appunto, la liberazione dell'Italia dalla dittatura di
Mussolini (alleato di Hitler) e la vittoria dei Partigiani
antifascisti che organizzarono la Resistenza per
riconquistare la libertà e la democrazia.
• Proprio il 25 aprile 1945 i Partigiani (con l'aiuto e
l'appoggio degli Alleati americani e inglesi) entrarono
vittoriosi nelle principali città, liberando l'Italia e gettando
le basi per una nuova democrazia.
LA COSTITUZIONE E LA RESISTENZA
• La Costituzione Italiana
attuale, nata dalle idee di
democrazia e di libertà
degli antifascisti, fu
elaborata negli anni
successivi proprio da
quegli uomini che
avevano lottato contro il
fascismo.
• Si dice, infatti, che la
nostra Costituzione è
figlia della Resistenza
antifascista
IL 25 APRILE 1945
• Il 25 aprile 1945 finiva, in
Italia, la Seconda Guerra
Mondiale.
• La guerra fu combattuta in
quasi tutto il mondo e si
concluse definitivamente
nell’agosto 1945 con la
vittoria di Inghilterra,
Francia, Stati Uniti e
Unione Sovietica,
chiamate “Alleati”, contro
la Germania nazista,
l’Italia fascista e il
Giappone.
Prima Pagina del Corriere della Sera
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
•
•
Hitler, capo della Germania detto
“Führer” (capo), voleva che la
razza tedesca fosse l’unica a
dominare in Europa, eliminando
tutti coloro che non erano “belli” e
“forti” come i tedeschi: malati,
disabili mentali, e soprattutto gli
ebrei, perché considerati inferiori.
Durante la guerra, la Germania
nazista sterminò 6 milioni di ebrei
nei Lager , campi di
concentramento . Il 1° settembre
1939 Hitler invase la Polonia.
Immediatamente, Francia e
Inghilterra dichiararono guerra alla
Germania: fu l’inizio di una guerra
in cui morirono oltre 24 milioni di
soldati e quasi 30 milioni di civili.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
• Il 10 giugno 1940 anche l’Italia
fascista entrò in guerra, convinta
di vincere a fianco della
Germania.
• L’Italia era governata da Benito
Mussolini, il capo del fascismo
detto “Duce”.
• Questi aveva creato la dittatura
fascista: gli Italiani non erano più
liberi di esprimere le proprie
idee, ma dovevano accettare
quelle del dittatore Mussolini;
chi si opponeva, veniva arrestato
o eliminato o costretto a fuggire
dall’Italia.
HITLER e MUSSOLINI
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
•
•
•
•
Nel 1941 Hitler tentò di invadere
l’Unione Sovietica, ma fu sconfitto.
Nello stesso anno, i giapponesi
attaccarono gli Stati Uniti, che
entrarono in guerra come “Alleati”.
Durante la guerra, le truppe
tedesche scesero in Italia,
occupando la penisola.
Nel 1943 gli “Alleati” sbarcarono in
Sicilia e cominciarono a liberare
l’Italia dai tedeschi con sanguinose
battaglie.
Nello stesso anno, cadde il
governo fascista di Mussolini e si
formò, nel sud, il governo del
generale Pietro Badoglio, che
firmò la pace con gli “Alleati”
(Armistizio di Cassìbile,
8 settembre 1943).
LA RESISTENZA
• Nel Nord-Italia, molti
uomini e donne
divennero “partigiani”:
organizzarono la
“Resistenza” e
cominciarono a
combattere contro i
fascisti italiani e i nazisti
tedeschi, aiutando
l’avanzata degli “Alleati”.
LA RESISTENZA
• La Resistenza nei confronti del nazismo e del fascismo
si manifestò in varie forme.
• Innanzi tutto quella dei reparti militari che, dopo
l’8 settembre 1943, non si arresero ma, in Grecia
come in Italia, combatterono contro i tedeschi.
• Inoltre furono molti coloro che, a rischio della vita o
della deportazione in Germania, non si arruolarono
nelle forze armate della Repubblica di Salò.
• Infine, vi furono le formazioni partigiane vere e
proprie, cui aderirono soprattutto militanti comunisti,
ma anche numerosi cattolici ed esponenti di vari altri
orientamenti politici.
LA LOTTA PARTIGIANA
• Nell’ Italia occupata la maggior parte dei giovani non rispose ai
bandi di arruolamento emanati dalla Repubblica Sociale, bensì
andò ad ingrossare il movimento della Resistenza che, per
motivazioni ideali e politiche diverse, intendeva opporsi con le
armi al nuovo Stato fascista e all’esercito nazista.
• Sulla base dei loro diversi orientamenti politici (comunisti,
socialisti, cattolici) si costituirono diverse formazioni partigiane
che agirono, soprattutto in montagna, con azioni di sabotaggio,
attentati contro convogli, blitz per procurarsi armi e viveri. Tali
furono infatti le caratteristiche della “lotta partigiana” che in
alcuni casi portò alla liberazione di intere zone, anche se il loro
controllo non durò a lungo. Nei territori liberati, tra l’estate e
l’autunno 1944, furono costituite le “Repubbliche partigiane”.
LA LOTTA PARTIGIANA
• La Resistenza coinvolse quasi 500 mila uomini e
donne nell’Italia del nord. Questo movimento
vide, per la prima volta nella storia d’Italia, una
enorme partecipazione di diversi settori della
popolazione, tra cui molte persone di estrazione
operaia e contadina, riunite, nel nome
dell’antifascismo, dalla volontà di garantire un
futuro più democratico allo Stato e alla società
italiana
I PARTIGIANI
• I Partigiani erano uomini, donne,
ragazzi, soldati, sacerdoti,
lavoratori, operai, contadini,
socialisti, cattolici, comunisti:
insomma, gente di diverse idee
politiche o fede religiosa, e di
diverse classi sociali, ma che
avevano deciso di impegnarsi in
prima persona (rischiando la
propria vita) per porre fine al
fascismo e fondare in Italia una
democrazia, basata sul rispetto
dei diritti umani, della libertà
individuale, senza distinzione di
razza, di idee, di sesso e di
religione.
I PARTIGIANI
I PARTIGIANI
I PARTIGIANI
BELLA CIAO
•
Stamattina mi sono alzato
O bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
Stamattina mi sono alzato
E ho trovato l'invasor
•
E seppellire lassu' in montagna
O bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
E seppellire lassu' in montagna
Sotto l'ombra di un bel fior
O partigiano portami via
O bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
O partigiano portami via
Che mi sento di morir
E le genti che passeranno
O bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
E le genti che passeranno
Mi diranno che bel fior
E se io muoio da partigiano
O bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
E se io muoio da partigiano
Tu mi devi seppellir
E questo e' il fiore del partigiano
O bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
E questo e' il fiore del partigiano
Morto per la liberta'
E questo e' il fiore del partigiano
Morto per la liberta'
CEFALONIA
• La situazione più difficile fu quella dei reparti che si
trovavano in Grecia, in Jugoslavia o nelle isole dell’Egeo,
nel momento in cui decidevano di non arrendersi e di non
cedere le armi ai tedeschi.
• L’episodio più drammatico si verificò a Cefalonia, un’isola
del Mar Ionio presidiata dalla Divisione Acqui, che fu
completamente sterminata dai tedeschi dopo alcuni giorni
di violento combattimento (15-22 settembre 1943).
• Anche quelli che si arresero vennero fucilati, col risultato
che, a Cefalonia, morirono 84 mila soldati italiani.
DIVISIONE ACQUI A CEFALONIA
25 APRILE 1945 :LA LIBERAZIONE
•
•
Il 25 aprile del 1945 il Comitato di
Liberazione Nazionale lanciava la
parola d’ordine dell’insurrezione.
Milano e le altre grandi città del Nord
si liberavano dai nazi-fascisti, mentre
gli Alleati risalivano l’Italia.
•
Il 25 aprile 1945 i partigiani liberarono
Milano. Anche la popolazione civile
insorse e vaste zone dell’Italia
Settentrionale vennero liberate prima
dell’arrivo dei soldati Anglo-americani
che, dopo aver superato l’ultimo
ostacolo della Linea Gotica in Toscana,
incalzavano le truppe tedesche in
ritirata nella pianura Padana.
•
Il nostro Paese riconquistava la libertà
e la democrazia.
25 APRILE 1945 :LA LIBERAZIONE
• Il 25 aprile 1945 i partigiani
entrarono a Milano,
liberando l’Italia dai nazisti
tedeschi e dalla dittatura
fascista.
• Per l’Italia finiva la Seconda
Guerra mondiale e iniziava
• la rinascita dell’Italia libera
e democratica, dopo
lunghe e dolorose
sofferenze che avevano
colpito la popolazione.
25 Aprile 1945 :
i Partigiani liberano Milano
GENOVA 25 APRILE 2008: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO FESTA DELLA LIBERAZIONE
•
…Sappiamo quel che significa per l’Italia la data del 25 aprile : essa segna
la liberazione piena del paese dalla dittatura e dall’occupazione
straniera, la riconquista su tutto il territorio nazionale di una condizione
di libertà, unità e indipendenza.
• Ma dobbiamo ogni volta sentirci impegnati a trasmettere nella sua
interezza, a ripercorrere nella sua complessità, l’esperienza vissuta nel
drammatico periodo in cui “l’Italia era tagliata in due” : esperienza
tradottasi in una straordinaria prova di riscatto civile e patriottico.
• Questo fu la Resistenza, dai primi giorni seguiti alla firma dell’armistizio e
al crollo dell’8 settembre 1943 fino ai gloriosi momenti conclusivi della
liberazione delle nostre città e della nostra terra. Ed essa non può perciò
appartenere solo a una parte della nazione, ma deve porsi al centro di
uno sforzo volto a “ricomporre, in spirito di verità” – come dissi nel mio
primo messaggio al Parlamento – “la storia della nostra Repubblica”…
GENOVA 25 APRILE 2008: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO FESTA DELLA LIBERAZIONE
•
•
•
…All’inizio dello scorso decennio, è apparso un saggio storico di non comune
impegno e profondità, dovuto a Claudio Pavone, nel quale si sono messi in
evidenza i diversi volti della Resistenza, e in particolare, accanto a quello di una
guerra patriottica, quello di una “guerra civile”.
Tale profilo è stato a lungo negato, o considerato con ostilità e reticenza, da
parte delle correnti antifasciste. Ma se ne può dare – Pavone lo ha dimostrato –
un’analisi ponderata, che non significhi in alcun modo “confondere le due parti in
lotta, appiattirle sotto un comune giudizio di condanna o di assoluzione”. E
questo vale anche per i fenomeni di violenza che caratterizzarono in tutto il suo
corso la guerra anti-partigiana e da cui non fu indenne la Resistenza, specie alla
vigilia e all’indomani della Liberazione.
Le ombre della Resistenza non vanno occultate, ma guai a indulgere a false
equiparazioni e banali generalizzazioni; anche se a nessun caduto, e ai famigliari
che ne hanno sofferto la perdita, si può negare rispetto: un rispetto
naturalmente maturato, col tempo, sul piano umano…
GENOVA 25 APRILE 2008: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO FESTA DELLA LIBERAZIONE
•
…Insomma, è possibile e necessario raccontare la Resistenza, coltivarne la storia,
senza sottacere nulla, “smitizzare” quel che c’è da “smitizzare” ma tenendo
fermo un limite invalicabile rispetto a qualsiasi forma di denigrazione o
svalutazione di quel moto di riscossa e riscatto nazionale cui dobbiamo la
riconquista anche per forza nostra dell’indipendenza, dignità e libertà della
Nazione italiana.
•
E a cui dobbiamo anche il contesto di rispetto della nostra sovranità entro il
quale fu elaborata la Costituzione repubblicana.
•
In Italia, il progetto di nuova Costituzione democratica venne invece elaborato
dall’Assemblea Costituente, eletta a suffragio universale, fu discusso in piena
libertà e autonomia di pensiero e approvato a stragrande maggioranza il 22
dicembre 1947. Le idealità e le aspirazioni dei nostri combattenti per la libertà
poterono così tradursi in un essenziale quadro di riferimento per l’elaborazione
della Carta costituzionale nell’Italia divenuta Repubblica per volontà di popolo…
GENOVA 25 APRILE 2008: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO FESTA DELLA LIBERAZIONE
aspirazioni appaiono pienamente recepite nella limpida sintesi
dei “Principi fondamentali” della Costituzione repubblicana e
nell’insieme dei suoi indirizzi e precetti. Ricordiamo i primi dodici articoli
della Carta.
• Diritti inviolabili dell’uomo e doveri inderogabili di solidarietà ;
uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, senza distinzione di
sesso, di razza, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali ;
rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona
umana ; diritto al lavoro ; unità e indivisibilità della Repubblica ; ripudio
della guerra e impegno a promuovere e favorire le organizzazioni
internazionali che mirano ad assicurare la pace e la giustizia fra le
nazioni – ebbene, non è precisamente questa l’Italia libera, più giusta,
aperta al mondo, che i combattenti per la Resistenza sognavano? Sì,
possiamo con buoni motivi dire che il messaggio, l’eredità spirituale e
morale della Resistenza, vive nella Costituzione : in quella Costituzione in
cui possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni
1943-45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale
o per giudizi acquisiti.
•
…Quelle
GENOVA 25 APRILE 2008: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO FESTA DELLA LIBERAZIONE
• La Carta costituzionale – di cui stiamo celebrando il
sessantesimo anniversario – costituisce infatti la
base del nostro vivere comune e della nostra
rinnovata identità nazionale. “Nessuna delle forze
politiche oggi in campo” – desidero ribadire quel
che ho detto dinanzi al Parlamento – può
rivendicarne in esclusiva l’eredità”. E’ un patrimonio
che appartiene a tutti e vincola tutti.
GENOVA 25 APRILE 2008: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO FESTA DELLA LIBERAZIONE
•
Contano nella nostra Carta – a sessant’anni dalla sua entrata in vigore – non solo
i principi, i diritti e i doveri, ma le istituzioni.
•
Queste sono certamente perfettibili e riformabili rispetto al disegno che ne fu
definito nel 1946-47, ma esse costituiscono, nell’essenziale, pilastri insostituibili
dello Stato di diritto e della democrazia repubblicana :
•
ll Parlamento, in cui si esprime la sovranità popolare ; le Regioni e gli enti locali ;
la magistratura come ordine autonomo e indipendente ; gli istituti di garanzia
costituzionale. Alla vitalità di queste istituzioni è ugualmente affidato il retaggio
della Resistenza, la trasmissione della drammatica esperienza vissuta dall’Italia
fino alla piena liberazione dal fascismo e dall’oppressione straniera.
GENOVA 25 APRILE 2008: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO FESTA DELLA LIBERAZIONE
• Penso a quel che disse, sul ruolo delle istituzioni, un grande
costruttore dell’Europa unita Jean Monnet, rivolgendosi nel lontano
1952 all’Assemblea della appena nata Comunità del carbone e
dell’acciaio :
• “Gli avvenimenti tragici che noi abbiamo vissuto” – Monnet si
riferiva, evidentemente, alla seconda guerra mondiale da pochi anni
conclusasi – “ci hanno forse reso più saggi. Ma gli uomini passano,
altri verranno e prenderanno il nostro posto. Quel che potremo
lasciar loro non sarà la nostra esperienza personale che sparirà con
noi ; quel che possiamo lasciar loro sono delle istituzioni. La vita delle
istituzioni è più lunga di quella degli uomini, e le istituzioni possono
così, se sono ben costruite, accumulare e trasmettere la saggezza
delle generazioni che si succedono”.
GENOVA 25 APRILE 2008: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO FESTA DELLA LIBERAZIONE
• In questo spirito celebriamo oggi
congiuntamente l’anniversario del 25 aprile e
quello della Costituzione e delle istituzioni
repubblicane, cui va il rispetto non formale ma
effettivo e coerente degli italiani di ogni parte
politica per garantire un degno avvenire
democratico al nostro Paese.
• Viva la Resistenza, viva la Costituzione, viva
l’Italia.
25 APRILE 2008
IL PRESIDENTE NAPOLITANO
ALL’ALTARE DELLA PATRIA
IL PRESIDENTE NAPOLITANO A
GENOVA
I testi e le immagini sono adattati da diversi
siti Internet tra cui “Gli amici di Sant’Egidio”, Televideo
Rai, Quirinale.it, La Girandola, Anpi, La Repubblica…
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