Silvia Di Castro
Laboratorio sui
linguaggi non verbali
Silvia Di Castro
PREMESSA
FINALITA’
OF
OSA
Laboratorio sui
linguaggi non verbali
Questa non vuole essere una premessa, ma la
riflessione
di un’insegnante
che si
è
peregrina
Potenziare
l'osservazione
linguaggio
visivo
OSA
per la classe
1ª (dalledel
Indicazioni
Nazionali)
trovata
cosìalcuni
tantiaspetti
debiti affettivi
confrontidei
dei
per
cogliere
dell'arte,nei
servendosi
e Immagine
suoi alunni,
daartista
nonArte
sapere
cos’altro
per saldarli
quadri
di Miró,
che
sfugge
al fare
dualismo
se non utilizzare la moneta più preziosa del suo
figurazione/astrazione.
Conoscenze
portafoglio: l’immaginazione.
Individuare
e rielaborare
forme
e scelte
I
colori
primari
e
secondari.

Potenzialità
Codesto laboratorio,
nei miei
intenti,
doveva
essere
cromatiche
che
sembrano
emergere
daquelli
un mondo
Obiettivoplastici
Formativo
espressive
dei
materiali
e
di
tutt’altra
invece è stato
proprio
così, come
sognato,
da cosa,
una dimensione
irreale
e incantata.
bidimensionali.

Le differenze di forma. Le
ora
vi racconterò.

Trasformare
l’attimo di un’emozione nell’eternità
relazioni
spaziali.

Scoprire
come Miró rappresenti le proprie
di
un dedicato
simbolo, concretando
il segno
e il colore con
L’ho
a Mirò perché,
perdonate
percezioni attraverso un attento lavoro di controllo
l’immanenza
della
materia
biologica.
l’immodestia,
forse
non tutti
conoscevano Enrico
e Abilità
semplificazione dei segni.
Prampolini, il futurista che più mi ha cresciuto
Usare creativamente
il colore.
esperienze
Utilizzare
ildi
(artisticamente
Oppure
ho scelto Mirò

Riprodurre,
conparlando…).
tecniche
varie
ed
colore
differenziare
e riconoscere
perché,per
a ben
ricordare,
soltantanto
le
sueoggetti.
stampe,
polimaterismo,
la concettualizzazione
delgli
portate
in classe,
provocato
immediato
Rappresentare
figure
tridimensionali
condi
surrealismo
di Mirò,hanno
sfruttando
comeunfonte
coro di:<<Maé,
ma sogni
questo
so fare
pure io!>>.
ispirazione
i propri
o lo
i propri
incubi.
materiali plastici.

Distinguere
la
figura dallo
sfondo.
<< Va bene ragazzi- ho ribattuto- allora
cominciamo!>>.
Silvia Di Castro
L’impianto
progettuale
dièquesto
laboratorio
muove
Devo confessarlo:
tutto
nato da
una mancanza
di
IPOTETICO
APODITTICO
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linguaggi non verbali
dalla considerazione
scrupoli
imperdonabile
che,
da all’interno
parte di un’insegnante
della scuola, che
si
aveva malaccortamente
conceda
poco spazio ai bambini
acquistato,
per la
collibera
facile
consumo, unadei
espressione
ventina
sentimenti.
di fogli di plexiglass 21x29. Essi
dalaboratorio
Il
anni giacevano
sui linguaggi
negletti in
non
unverbali
armadio,
è teso,
quando…
dunque,
Avendo
a
crearenotato,
uno spazio,
tra gli
fisico
alunni,
e didattico,
un amore per
indiscusso per
le figurazioni
comunicare
in surrealistiche,
modo anticonformista
che quotidianamente
la parte più si
danno battaglia
intima
del vissuto
sugli
personale:
schermiiltelevisivi
sogno. sotto forma di
mostri,
-La
prima
robots,
fase del
creature
lavoro metafisiche
prevede, dunque,
ecc., ho
un inizato
a progettare unsulpercorso
brainstorming
contenuto
didattico
dei sogni,
incentrato
con attenzione
sulle
immaginialle
puntata
oniriche.
immagini
Ho oniriche,
chiesto aiaibambini
colori, ai
di suoni, ai
raccontarmi i loro sogni(quelli belli e quelli brutti)
sentimenti.
senza
-In
seconda
preoccuparsi
istanza che
si tenterà
il racconto
un approccio
avesse una
euristico
trama.
Mi sono
per
arrivare
cimentata
alla connotazione
in un interrogatorio
dei sentimenti
fitto fitto
tramite
sui
particolari
un
parallelopiù
convividi
i colori
delle
e le
scene
percezioni
sognate,
tattili.
in Il
particolaredisulla
contenuto
talepresenza
lavoro sarà
deisintetizzato
colori nel sogno.
in una
Ho
mostrato
tabella
a tre
loro,
colonne:
poi, alcuni
nellatra
prima
i quadri
saràpiù
scritto
conosciuti
il
di
Mirò, chiedendo
sentimento,
nellase
seconda
talune ildicolore
quelle ad
raffigurazioni
esso associato
somigliassero
e
nella terza laairelativa
personaggi
percezione
dei loro tattile.
sogni o li
potessero, in qualche modo, incarnare.

CONTINUA 2

CONTINUA 2
Contenuti
Contenuti
-Tecniche
ritaglio.
-La tecnicadidel
frottage.
-Tecniche
di cartoncino.
pitturaede elementi
découpage
plexiglass.
--Psicocromatologia
Disegno su
di su
cromoterapia
-Tecniche
spugnatura
e velatura.
-applicata.
Campituradel
di fondo:
spazi chiusi
con materiali
di
-Elementi
di prospettiva.
recupero.
-Forme geometriche
regolari e spazi chiusi da
linee curve.
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FROTTAGE
PRODUZIONE
SU SFONDO
TRASPARENTE
MOSAICO
POLIMATERICO
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Attività
Attività
Il sogno-fiaba su un palcoscenico di plexiglass
Si costruisce
Nascono i protopersonaggi
la scatola dei sogni
-Ritaglio dei soggetti (personaggi e
per definire
--Brainstorming
Ritagliare un cartone
delle associazioni
dimensioni ditra
un
ambientazioni).
colore
e sentimento(o
sensazione,
emozione).
foglio
A4
per realizzare
la copertina.
-Preparazione
del fondo
su
plexiglass
con la
-Analogo
procedimento
per
l’associazione
delle
-tecnica
Definire
lo spazio
della ocornice
e disegnare
il
della
spugnatura
della velatura.
percezioni
tattili
alle
sensazioni
emotive.
soggetto
interno,
ispirandosi
al contenuto
deldi
-Disposizione
di ciascun
ritaglio
su
un foglio
-Ricerca
di materiali
incm)
rilievo
(carta da parati,
libro
e copiando
lo stile
di Mirò.
plexiglass(21x29x0,2
e sovrapposizione
laminati
e plastica).
-cartoncini,
Campire
letessuti,
figure
con il materiali
che si
dei
vari fogli
di plexiglass,
con
bilanciamento
di
-Disegno
di
figure
(geometriche,
stilizzazioni
di
desidera,
utilizzando
la dei
colla
vinilica
come
vuoti e pieni
e rispetto
piani
prospettici.
oggetti,
volti,dei
corpi)
concome
connotazioni
agglomerante.
-Incollaggio
ritagli,
da disposizione
psicologiche;
associazione
del
colore
e del
- Incollarecon
la la
copertina
al coperchio
di
studiata,
tecnica del libro
découpage.
materiale
figura stessa.
una scatolaappropriato
di altezza
uguali
-Rifinitura
dei
pannelliealla
dilarghezza
plexiglass
con o di
-Campitura
della
con mista
la tecnica
del e/o
poco superiori
al figura
foglio
A4.
elementi
pittorici
a tecnica
(tempera
frottage.
china).
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Pur affatto convinta delle loro entusiastiche risposte affermative, ho
comunque continuato il lavoro sui sogni (rivelatisi più che altro incubi)
cercando di stilare un catalogo di tutte le sensazioni, positive e
negative, che i bambini avevano provato ad occhi chiusi o,
successivamente, al risveglio. Queste stesse sensazioni sono poi state
associate ad un colore e ad una percezione tattile, sempre scelti dai
bambini dopo discussioni collettive o su perentoria volontà espressa da
singoli. Tutto è stato stigmatizzato in una tabella.
Terminata questa fase di indagine e di stimolo alla creazione, ho
preteso che i miei alunni disegnassero i protagonisti del loro
immaginario con forme surreali (e qui l’influenza di Mirò, che pure
avevo presentato con estrema noncuranza, non ha tardato a farsi
sentire…).
Le forme futuriste sono state colorate in base alla sensazione che
avevano suscitato nella fase onirica e secondo la tabella che era stata
precedentemente stilata. Per la colorazione si è usata la tecnica del
frottage proprio con lo scopo di trasmettere, insieme al segno grafico,
anche una percezione tattile oculare. Gran parte del materiale da
“strofinare” è stato portato a scuola, con grande entusiasmo, dai
bambini.
INDIETRO 1
Laboratorio sui
linguaggi non verbali

CONTINUA 3
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Un’ulteriore richiesta circa il contenuto dei sogni è stata posta
relativamente alla connotazione dell’ambientazione in cui i loro
personaggi surreali si muovevano: pur non avendo le immagini chiare in
proposito, i bambini hanno mostrato grande creatività nel tratteggiare
opalescenti fondali su cui far vivere i loro incubi.
Per concludere, ora avevo a disposizione una congerie illimitata di
mostri colorati e vari palcoscenici illusionistici ove animare una
sceneggiatura dei sogni sognati. Mi sono ben guardata, credetemi, dal
chiedere ai bambini di scrivere una storia, giacché si prospettava irta
di turpitudini sanguinolente e altro ancora! I personaggi, nei loro
sfondi, si sarebbero mossi, sì, ma solo fisicamente, senza trama alcuna.
Ecco infatti, deus ex machina, arrivare in aula i fogli di plexiglass.
Utilizzando la tecnica mista del découpage e della pittura a tempera
e/o a china, su ogni foglio di vetroresina è stato incollato un soggetto
onirico, rispettando l’unico criterio di non ubicare l’immagine ritagliata
nello stesso spazio in cui era stata incollata (ma su un’altra lastra di
plexiglas) un’altra figura. Così facendo, sovrapponendo anche
casualmente i fogli di plexiglass, veniva fuori un quadro tridimensionale
sempre variabile, a seconda delle sovrapposizioni.
INDIETRO 2
Laboratorio sui
linguaggi non verbali

CONTINUA 4
Silvia Di Castro
Questa fase del lavoro, a differenza delle altre, è stata fatta a gruppi
di cinque bambini: la classe risultava divisa in quattro gruppi, ciascuno
dei quali aveva a disposizione 5 lastre di plexiglass e tutti i disegni
elaborati singolarmente.
Al termine di questa fase è sorto il problema di dove mettere a
riposare i pesanti sogni appena ridestati; è stato allora che è nata
l’idea di creare una scatola dei sogni con immanente coperchio
tridimensionale.
Trovate le scatole adatte e reperito il materiale di recupero idoneo,
con la tecnica del mosaico polimaterico sono stati riempiti gli spazi
decorativi tracciati a matita sul coperchio.
Ecco l’elenco del materiale più usato: pasta, tappi, piume, foglie, penne,
sigarette, chewing-gum (masticato!), sassi, stoffa…
La messa a riposo dei disegni, fortunatamente, non ha posto fine ai
sogni!
In fede, questo è quanto è stato fatto nel laboratorio sui linguaggi non
verbali nell’anno scolastico passato.
A testimonianza di ciò restano nel museo della scuola 4 scatole per
camicie, piene di paure ed emozioni.
INDIETRO3
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linguaggi non verbali

IL PIANO
DELL’OPERA…
TRE TECNICHE
A REGOLA
D’ARTE …
Silvia Di Castro
-In seguito l’insegnante avrà cura di mostrare agli alunni una
serie di dipinti futuristi, nel tentativo di far comprendere
come il segno grafico possa trascendere la realtà ed
arrivare a trasmettere ciò che l’uomo non riesce a
comunicare con le limitazioni delle figure reali. Si
prenderanno a modello le pitture di Mirò e di Enrico
Prampolini.
-Terminata l’osservazione si passerà alla rappresentazione
delle immagini oniriche secondo lo stile suggerito; ciscuna
figura sarà colorata in base al tipo di sensazione che tende
ad esprimere. La tecnica di campitura usata sarà il frottage.
Tale scelta è motivata dalla necessità di trasmettere una
percezione tattile tramite un’immagine essenzialmente
bidimensionale. Sfregando il pastello a cera o a legno su una
superficie ruvida si potrà, per esempio, infondere il senso
del disagio, della cattiveria… Così come, sfregando su
monete o altri bassorilievi, si potrà connotare in modo
duplice un disegno, sia con la forma da cui è tratteggiato, sia
con l’immagine che risalta dopo lo sfregamento.
INDIETRO1
Laboratorio sui
linguaggi non verbali

CONTINUA 3
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-La precedente fase prevede un lavoro individuale da parte
degli alunni, con interventi di tutoraggio o collaborazione tra
pari. In questa fase si creeranno i personaggi dei sogni.
-Successivamente si parlerà delle ambientazioni in cui i
personaggi-sogno si sono mossi o potrebbero continuare ad
agire. Gli sfondi saranno solo abbozzati a matita su fogli
formato A4 e colorati con la tecnica del frottage.
-A questo punto si passerà al ritaglio delle figure
personaggio; anche lo sfondo sarà ritagliato ma a mo’ di
puzzle scomposto.
-Ora i bambini saranno divisi in 4 gruppi, ciascuno con cinque
elementi; ad ogni gruppo saranno affidati 5 fogli di plexiglass
21x29x0,2cm. Un foglio sarà trattato con un fondo spugnato
o sfumato a china e/o atempera. Sulle restanti lastre
trasparenti saranno incollati le parti dello sfondo e le figure,
usando la tecnica del découpage.
Ogni foglio di plexiglass conterrà uno solo dei suddetti
elementi, i quali saranno disposti in modo da non coprirsi l’un
l’altro quando le singole lastre trasparenti verranno
sovrapposte.
INDIETRO2
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linguaggi non verbali

CONTINUA 4
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linguaggi non verbali
La sovrapposizione delle lastre potrà essere variata a
piacimento, ma dovrà rispettare il criterio prospettico e
l’equilibrio compositivo tra spazi vuoti e pieni.
-Il lavoro si completerà con la decorazione di una scatola per
camicie destinata a contenere i fogli di plexiglass che,
beninteso, non saranno incollati tra di loro, ma resteranno
liberi di essere composti in innumerevoli possibili
sovrapposizioni.
La “scatola dei sogni” sarà rivestita con carta e immagini
ritagliate secondo la tecnica del découpage. Il coperchio,
invece, sarà decorato usando la tecnica del mosaico
polimaterico. Anche questa fase operativa vedrà i bambini
riuniti nei gruppi formati precedentemente. Le scatole dei
sogni saranno tante quanti sono i gruppi.
INDIETRO3

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TRE TECNICHE
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Mirò - La Teca Didattica