VINO tra arte e scienza
dalla pianta al degustatore
Realizzazione grafica
e testi: Maura Sacher
PARTE PRIMA
MAURA SACHER
vicepresidente degli “Amici del Caffè Gambrinus”
Quando il Presidente Esposito in Direttivo chiese chi voleva occuparsi di cosa in merito agli eventi in
Programma, io scelsi quello che riguardava la “storia del vino”. La ragione è che nel recente passato mi sono occupata di “galateo” e di galateo a tavola, e quindi dei modi di servire. Nelle mie
ricerche ovviamente ho trovato un sacco di materiale sui vini e sui bicchieri. Beh, ho ritenuto di
essere la persona adatta a organizzare un evento su quel tema.
In secondo luogo sono una donna che ama il buon vino (e il buon cibo) e qui permettetemi una
digressione strettamente personale.
Devo questo interesse a mio padre che mi ha insegnato molte cose sul vino, molte cose che ho imparato fin da piccola, cose che lui stesso aveva imparato da suo nonno materno il quale aveva
una vigna a Umago (in Istria) e anche per sua esperienza personale quando vi passava le vacanze. Come ad esempio quanto fosse importante la luna per travasare il vino dalle botti nelle bottiglie, come si filtrava il vino quando faceva i “fiori”, eccetera – tutte cose che oggi non esistono
più certamente, ma hanno fatto parte di una storia.
Così vorrei dedicare questa serata a mio padre che proprio oggi farebbe 95 anni: il 4 maggio sarebbe
stato il suo compleanno.
Nella mia introduzione all’argomento vero e proprio della serata, farò un excursus sulla storia del vino come prima tappa di un ideale itinerario che, attraverso le rappresentazioni mitologiche, artistiche, letterarie, farà
da breve premessa a quello che poi, ognuno per loro competenza, ci racconteranno i due ospiti: Gianni Menotti e Luisa Marcolin, che poi vi presenterò.
Coltivazione della vite nell’antichità
• La Bibbia attribuisce la scoperta del processo di lavorazione del vino
a Noè, discendente di Adamo ed Eva da solo 10 generazioni.
• Vi si legge anche che gli antichi ebrei vendemmiavano due volte
all’anno, nella prima ricavavano il vino dai grappoli, nella seconda
dai raspi.
• Diversi ritrovamenti archeologici dimostrano che la vitis vinifera
cresceva spontanea già 300.000 anni fa.
• Le più antiche tracce di coltivazione della vite sono state rinvenute
sulle rive del Mar Caspio e nella Turchia orientale.
• Agli Egiziani va il merito dello sviluppo della coltivazione e del
commercio.
• I Latini conobbero l’arte della vigna qualche centinaio d’anni dopo i
Greci.
• Grazie alle condizioni ottimali del clima, il bacino mediterraneo fu
area privilegiata per lo sviluppo della coltura della vite. La penisola
divenne la maggiore produttrice ed esportatrice.
Il Symposion nella Grecia Classica
I Greci non assumevano vino
durante il pasto ma alla fine,
durante il symposion




significa “bere assieme”
momento di vita sociale
spettacolo e divertimento
occasione di dibattito culturale
Il Simposiarca
 Al termine della cena, rimosse le tavole, i commensali si
coronavano di fiori, rametti di mirto e di edera (il mirto
era simbolo di Afrodite e l’edera di Dioniso), entravano in
scena i musicanti e le danzatrici, e quindi veniva
nominato un simposiarca – un “presidente” del
banchetto – che aveva il compito di assicurarne il buon
svolgimento, fare da moderatore ai discorsi e alle
esibizioni dei partecipanti e di stabilire in anticipo il
numero delle coppe da bere.
Dioniso, in una commedia di Eubulo,
raccomanda:
Tre coppe di vino non di più, stabilisco per i bevitori assennati.
La prima per la salute di chi beve, la seconda risveglia
l’amore ed il piacere, la terza invita al sonno. Bevuta
questa, chi vuol essere saggio, se ne torna a casa.
La quarta coppa non è più nostra, è fuori misurala quinta
urla, sei significa ormai schiamazzi, sette occhi pesti,
otto arriva lo sbirro, nove sale la bile, dieci si è perso il
senno, si cade a terra privi di sensi.
Il vino versato troppo spesso in una piccola tazza taglia le
gambe al bevitore.
Il convivium in Roma Imperiale
I Romani pasteggiavano con il
vino
Ogni portata aveva il suo tipo
di vino
Lo usavano per cucinare
Ci inzuppavano anche il pane
per merenda mattutina
Mani rigorosamente pulite per
prendere il calice



Il convivio era un banchetto
con molti ospiti e copiose
portate
Precise testimonianze nelle
Satire di Orazio
Le bevande stavano sulla
“mensa vinaria” ed era
compito dei servi riempire i
bicchieri
Magister bibendi
incarico simile al
simposiarca
Alcuni consigli di Orazio
(dal Secondo Libro delle “Satire”)



Se verso sera ti piomba all'improvviso un ospite e non vuoi che
la gallina sia dura riuscendo
ostica al palato, abbi l’astuzia
d'immergerla viva nel falerno
allungato: ciò la renderà tenera.
A stomaco vuoto si devono
ingerire soltanto bevande leggere
e giusto con vino dolce e leggero
innaffierai meglio le viscere.
Se un intestino pigro ti disturba,
le telline e i frutti di mare più
comuni ti rimuoveranno
l’ostacolo, come le foglioline di
lapàzio e, perché no? il vino
bianco di Coo.


…un vino di cinque anni, ma nostrano e versato durante la cottura (a cottura finita, invece, il
più indicato di tutti è quello di
Chio).
L’esperto che mescola il vino di
Sorrento con la feccia del
Falerno, riesce perfettamente a
raccoglierne il torbido con uova
di piccione, perché il tuorlo
scendendo verso il fondo trascina
con sé quelle impurità.
I vini generosi spengono la sensibilità
del palato
Scena simposiale affrescata su un muro di Paestum
I vini nella Roma Imperiale
• I Romani ne conoscevano bene le proprietà e le tecniche di
conservazione e di invecchiamento.
• Alle anfore applicavano un’etichetta (chiamata “pittacium”) con l’indicazione del tipo di vino, della zona di provenienza e dell’anno di
produzione; la data era indicata con il nome del console in carica in
quell’anno.
• A seconda della qualità, il vino veniva trattato in diversi modi e
veniva destinato a diversi usi, anche medicinali.
Polibio narra nelle sue "Historiae" come Annibale nelle pause belliche
sostenne l'esercito con i vecchi vini di cui era grandissima copia in
quella provincia e come i cavalli, colpiti da un'improvvisa epidemia,
furono curati con pozioni di vino caldo.
La vite e il vino nella mitologia e nella religione
• Nell’antichissimo oriente la vite
era identificata con l’albero
della vita – la dea madre era la
Dea Vite
• Dioniso nella mitologia greca e
Bacco in quella romana.
• A Roma le Feste Vinalie
cadevano il 23 aprile e il 19
agosto: le prime ritualizzavano
l’immissione a consumo del
vino dell’annata precedente,
mentre i secondi l’inizio della
vendemmia.
• Il vino è il “frutto della vite e del
lavoro dell’uomo”
• Trasformazione dell’acqua in
vino nel banchetto delle nozze
di Caana
• Il vino assume valore spirituale
e trascendentale, quale
“sangue” di Cristo morto in
croce e diventa mezzo di
‘comunione’ con Dio
• Divieto di consumo esiste solo
tra gli Islamici e i Buddisti.
SIMBOLOGIA
Simbologia della vita e dell’abbondanza: chicchi d’uva,
grappoli, pampini, tralci di vite.
Antico Testamento: Israele è una vigna lussureggiante che
ben sa dare i suoi frutti.
Il Calice della Nuova Alleanza tra Dio e gli uomini.
Bassorilievi, capitelli, fregi delle chiese, abiti sacerdotali.
Basilica del San Salvatore a Brescia (XII sec.)
Corteo bacchico su bassorilievo in marmo bianco di periodo neoclassico
Affresco a Pompei
nell’uva e nella vite coesistenza di
simbolismo sacro e profano
Particolare di un mosaico della Basilica di San Vitale in Ravenna.
Bacco – Caravaggio
Bacco – Leonardo da Vinci

Tutto il Rinascimento è ricco di opere – sia pittoriche che scultoree –
con scene Allegoriche di Bacco, con Arianna o senza, di Satiri, Putti
e Amorini che scherzano con belle fanciulle, che suonano strumenti,
danzano o dormono sfiniti sull’erba.

Si rifanno alla tradizione greco-romana le opere letterarie, teatrali e
musicali che hanno come protagonisti Bacco, Arianna e altri
personaggi della mitologia misterica a loro legati come Orfeo, per
esempio, o le figure delle Baccanti.

l’atmosfera tragica lascia spazio al divertimento goliardico, alla gioia,
all’allegria anche se sfrenata.
IL VINO NELLA LETTERATURA -1
Fortemente caricato di simboli legati ai suoi effetti inebrianti, il
vino non ha mai cessato di essere fonte di ispirazione.
“Il trionfo di Bacco e Arianna”, canto carnascialesco di
Lorenzo de’ Medici (“Quant’è bella giovinezza che si fugge
tuttavia…) (fine 1400),
“Favola di Orfeo” di Angelo Poliziano (1489) – che poi ha
ispirato il melodramma “Orfeo” del musicista Monteverdi
(1607),
“Bacco in Toscana”, ditirambo di Francesco Redi (fine 1685)
che potrebbe essere considerato un primo trattato di
enologia: Bacco e Arianna in festosa compagnia degli amici
del poeta passano in rassegna una vasta serie di vini toscani
per giungere a proclamare vincitore della gara il vino di
Montepulciano.
IL VINO NELLA LETTERATURA - 2
Charles Baudelaire (1821-1867)
Bisogna essere ebbri. Tutto qui:
è l'unico problema.
Per non sentire l'orribile peso
del Tempo che vi spezza le
spalle e vi piega verso terra,
bisogna che v'inebriate senza
tregua.
Ma di cosa? Di vino, di poesia
o di virtù, a piacer vostro.
Ma inebriatevi.
Il vino assomiglia all'uomo: non
si sa mai fino a che punto lo si
può apprezzare o disprezzare,
amare o odiare; né quanti atti
sublimi o crimini mostruosi è
capace di commettere.
Non siamo, allora, più crudeli
con lui che con noi stessi e
trattiamolo come un nostro
simile.
Per concludere
Certamente oggi è difficile immaginare un
buon pranzo, una buona cena, una serata
in compagnia senza l'indispensabile
apporto del buon vino, o meglio dei buoni
vini.
Ma spesso ci dimentichiamo che dietro un
buon vino c’è un bravo enologo …………
PARTE SECONDA
GIANNI MENOTTI
•
•
Enologo dell’anno per la Guida ai vini d’Italia 2006 del Gambero Rosso - Slow Food
Direttore dell’Azienda agricola Villa Russiz di Capriva del Friuli (Go).
Nato nel 1955 a Sagrado, laureato in Agraria, Gianni Menotti è figlio d’arte in quanto già
suo padre Edino condusse per 35 anni (dal 1955) l’azienda che nel 1988 passò sotto
la sua direzione.
Egli parla del suo lavoro sempre con entusiasmo il che deriva da una grande passione e
da un desiderio di continuare a imparare, come dimostra il lungo elenco di premi e
riconoscimenti, molti dei quali concentrati negli ultimi 5-6 anni.
“L’elemento che fa grandi i vini del Collio è il Collio stesso”, dice convinto Gianni Menotti.
La storia di Gianni Menotti all’interno dell’azienda forse non si può comprendere bene se
non si conosce la storia stessa dell’azienda.
Ma di tutto questo e dei traguardi raggiunti Gianni Menotti certamente parlerà con dovizia
di particolari nel suo intervento.
Premessa storica -1
Il florido vigneto dell’odierna azienda agricola nasce dall’intuizione del conte francese
Teodoro de La Tour che, nel 1869, vide proprio nelle soleggiate colline del Collio un
luogo ideale per vivere assieme alla moglie austriaca Elvine Ritter Von Zahony,
che dal proprio padre aveva ricevuto in dote un consistente appezzamento terriero in
località Russiz dove subito costruirono il castello; il conte ebbe così modo di dedicarsi
con serio impegno alla sua passione per la coltivazione della vite, applicandovi le
moderne tecniche enologiche che proprio in Francia avevano già all'epoca grande
sviluppo. I vini del conte ebbero successo tanto che egli divenne fornitore ufficiale
della Corte di Vienna.
Quella che è chiamata ancora “Villa Russiz” è stata ed è un simbolo di generosità e
sentimento. All’interno del castello la contessa, senza figli, nel 1877 aprì una scuola
per i bambini poveri del paese. Dopo la morte del marito, nel 1894, tra grandi sacrifici
si dedicò sia all’azienda sia all’istituto scolastico. La contessa morì nel 1916 e la
scuola fu presa in mano da Adele Cerruti, un'altra contessa, diventata poi suor Adele
che, arrivata a Russiz come crocerossina, trasformò Villa Russiz in Istituto per le
Orfane di Guerra, nel 1926 riconosciuto Ente Morale, retto dalla stessa Adele Cerruti
fino al 1945 ed ora a lei intitolato. L'attività di assistenza ed educandato superati
diversi periodi di crisi prosegue tuttora.
I fondatori Conti Elvina e
Teodoro de la Tour
Il castello di Villa Russiz
Azienda Agricola Istituto A. Cerruti
ente morale
Premessa storica -2
L’ente, retto da un Presidente e da un Consiglio di Amministrazione, unisce le due
denominazioni “Istituto A.Cerruti – Azienda agricola Villa Russiz” ed ha due direzioni
distinte. La particolarità è proprio il fatto che l'istituto è finanziato con il ricavato della
vendita del vino.
Attualmente nella Casa Famiglia sono ospitati 15 fra ragazzine e ragazzini dai 4 ai 18 anni
provenienti da tutta la regione. Durante il giorno frequentano la scuola pubblica, al
pomeriggio rientrano in collegio. E’ in via di ristrutturazione un vecchio edificio per
farne appartamenti che potranno essere usati dai ragazzi dopo i 18 anni, quando non
possono essere più ospitati nella casa famiglia.
La struttura ha 22 dipendenti nell'azienda agricola e 12 nella casa famiglia, tra cui 5 suore
a tempo pieno, più il medico, lo psicologo, il dentista.
DALLA VIGNA ALLA BOTTIGLIA
• scienza della coltivazione e vinificazione
• la terminologia tecnica moderna
• chi è l’“esperto” enologo e di cosa si
occupa
• l’imbottigliamento, la conservazione,
l’invecchiamento
• la cantina
L’ENOLOGIA
L’enologia è la scienza che
studia il vino e la sua produzione: dalla vendemmia
alla bottiglia, ne studia la
microbiologia, la chimica e
le caratteristiche sensoriali.
Il nome deriva dal greco oinos
(vino) e logos (studio).
LA MISSION:
 Passione
 Impegno
 Sentimento
 Tradizione
Il Collio
La fortuna del vigneto sta principalmente nello straordinario microclima della zona
geografica, in grado di offrire i massimi benefici nell'incontro fra i venti freschi delle
Alpi Giulie e le brezze marine del vicino Adriatico, entrambi addolciti nelle colline
perfettamente esposte di Capriva del Friuli.
94 ettari complessivi di cui 30 destinati a vigneto, con particolare attenzione nel
mantenere il numero di ceppi per ettaro fra i 4.500 e i 7.000, garantendo uve di
grande concentrazione.
Vitigni: Sauvignon, Merlot, Chardonnay, Pinot grigio, Tocai friulano, Pinot bianco, Ribolla
gialla, Riesling, Malvasia, Cabernet, tutti con denominazione d’origine controllata.
Sauvignon de La Tour, Graf de La Tour e Grafin de La Tour, i tre cru punte di diamante.
L'allevamento della vite è quello classico del Collio e cioè il doppio capovolto
(cappuccina); negli ultimi anni si è dato sempre più spazio al guyot. Il numero dei
ceppi ad ettaro va dai 4.000 ai 6.000.
Grande cura viene data alle operazioni di vendemmia, sempre rigorosamente a mano.
Viene ancora adoperata l’originale cantina interrata, costruita dal Conte
Teodoro.
Questioni terminologiche
• La terminologia relativa al
vino utilizza molti vocaboli
in lingua francese
• I vini possono essere
classificati sia in funzione
del vitigno (varietà di vite
utilizzata per la
produzione) che in
funzione della zona di
produzione
• e anche per il sistema di
vinificazione e per le
proprietà organolettiche
(colore, profumo, gusto e
retrogusto, ecc.)
Gradazione alcolica
TITOLO ALCOMETRICO:
nuovo termine che sostituisce la precedente
espressione “gradazione alcolica”
 detto anche “volumico effettivo” - si intende il
numero di parti in volume di alcol puro alla
temperatura di 20°C contenuta in 100 parti in
volume del prodotto considerato alla stessa
temperatura (es. 11°C.%)
 è espresso in volume percentuale dal simbolo
% vol, preceduto dal numero corrispondente
che può comprendere un solo decimale
 può anche essere espresso in termini di peso,
(grado alcolico in quantità di alcool espressa in
grammi per litro).
Vinificazione e imbottigliamento
Il vino ha origine dalla fermentazione alcolica del succo dell'uva.
Le moderne tecniche enologiche individuano per ciascun tipo di vino diversi percorsi
produttivi.
I grappoli dovrebbero giungere alla pigiatura in cassette in modo che gli acini non
vengano schiacciati o rotti, per evitare processi di fermentazione indesiderati.
Le fasi della lavorazione possono essere sintetizzate in quattro passaggi: pigiatura delle
uve, separazione delle bucce dal mosto, maturazione del vino in contenitori di vario
genere e per tempi differenti secondo il prodotto che si intende ottenere, affinamento
in bottiglia.
Ciascuna tipologia di vino (rosso, bianco, rosato, passito ecc.) richiede però particolari
accorgimenti.
Per molti vini a DOC i disciplinari di produzione regolano i tempi di maturazione e la
natura dei contenitori.
Il vino barricato viene lasciato invecchiare in botti di rovere (anche di ciliegio o faggio).
Fare vino di qualità significa avere una cura fin nel più piccolo dettaglio.
regolamentazione



L’etichetta
costituisce
una
sorta di Carta di Identità del
vino,
contiene
tutti
gli
elementi
necessari
per
identificare il prodotto a cui si
riferisce.
I vini DOC prima di essere
immessi in commercio sono
sottoposti
in
fase
di
produzione
ad
una
preliminare analisi chimicofisica
e
ad
un
esame
organolettico che certifichi il
rispetto dei requisiti previsti
dal disciplinare.
L’etichetta deve riportare la
presenza di anidride solforosa
o di solfiti (obbligo dal 2005)
La normativa italiana
(Legge 164/92) divide
i vini nelle seguenti
categorie:




Vini da tavola
Vini ad Indicazione
Geografica Tipica (IGT)
Vini a Denominazione di
Origine Controllata (DOC)
Vini a Denominazione di
Origine Controllata e
Garantita (DOCG)
La cantina


La cantina ideale per la conservazione del vino
deve essere ben aerata, con umidità intorno
all'80%, avere temperatura costante (compresa
tra 10 e 15 gradi), non devono passare né luce
né rumori, non vi devono essere conservati né
formaggi né salumi, ed evitando ogni fonte di
odore.
il caldo e il freddo eccessivo accelerano i processi
di maturazione ed influiscono sulla conservazione
dei vini.
In conclusione
“Cerco sempre di tradurre nel modo più perfetto possibile il territorio nel vino”.
“Il maggior lavoro va fatto in campagna. Poi nel vino, come nella vita, ricerco l’equilibrio. Un
vino equilibrato è quello senza spigoli, con una piacevolezza che affascina l’intenditore
ma che anche un consumatore non esperto può comprendere al primo impatto”.
“…con tutto lo staff dell'Azienda Agricola abbiamo lavorato in questi anni convinti che la
qualità paga e oggi Villa Russiz è un piccolo modello virtuoso di investimento pubblico
riuscito”.
Associazione italiana sommelier
delegazione provinciale di Trieste
DALLA BOTTIGLIA AL CONSUMATORE
l’arte della degustazione
► la
terminologia tecnica
► chi è l’“esperto” sommelier e di cosa si
occupa
► strumenti del sommelier
► assaggio e degustazione
► tecniche di servizio
formazione sommelier
► la
figura dell'assaggiatore di vini è sempre
stato presente nella storia
► i percorsi della formazione
► cosa fa il sommelier
La parola deriva dal termine provenzale saumelier
“portatore di bestie da soma”
Gli strumenti
Il kit dei sommelier
 Il tastevin, ormai sostituito dal









bicchiere da degustazione,
il cavatappi,
il cestello portabottiglia,
le caraffe da decantazione,
la pinza,
il tappo stopper,
il termometro a lettura rapida,
i secchielli,
il carrello dei vini
e una serie di bicchieri diversi
a seconda della tipologia di
vino servito
LA DEGUSTAZIONE
La degustazione di un vino è una operazione
complessa, che coinvolge in sequenza tutti i
nostri sensi.
 La vista esamina il vino fin dal momento in cui si mesce: gli
occhi pregustano quello che si berrà.
 Il tatto (la lingua e il palato) sente la temperatura (un vino
bianco sarà fresco, un vino rosso sarà a temperatura
ambiente).
 L'odorato apprezza gli aromi: il naso è portato sul bicchiere il
tempo necessario per cogliere le varie sfumature del bouquet.
 Il gusto ci permette di percepire la dolcezza, il grado di acidità
ed eventualmente le note amare del vino
L’ASSAGGIO
I gusti fondamentali riconosciuti dalle
papille sono:
-
dolce (sulla punta della lingua)
acido (sui lati della lingua)
salato (sui lati della lingua più indietro)
amaro (in fondo alla lingua)
Il servizio
Le statistiche dicono che è
astemio un italiano su 3, ma
chi beve, sceglie vino di
qualità.
Un vino adeguato può salvare
un pranzo fallito e
sicuramente VICEVERSA
Temperatura di servizio:
temperatura ideale per la
consumazione
Come vanno serviti
i vini in un pranzo
Sequenza dei vini in un pranzo




Un buon ordine di servizio si ispira ad una
sequenza molto semplice:
dai vini leggeri ai più corposi
dai più giovani ai più vecchi
dai più secchi ai più dolci
Ci sono molti pregiudizi da sfatare e
opinioni da correggere
Si sceglie un vino in base:




All’occasione (pranzo familiare, pranzo di
gala, cenetta romantica, colazione di
lavoro)
Al menù (secondo le qualità di carni e di
pesci, ai sapori prevalenti)
Al temperamento degli ospiti (all’età, alle
abitudini di vita, ecc.)
Anche al clima (estate o inverno, giornata
afosa o fredda, se si mangia all’aperto o al
chiuso)
I bicchieri
La scelta del bicchiere è molto importante e dovrebbe rispettare alcuni
requisiti, tra i quali:
 essere di vetro o di cristallo trasparente per apprezzare la limpidezza
del vino. (Non devono avere decorazioni e neanche il filino d’oro.
Solo per i vini da dessert è consentito l'utilizzo di vetri colorati)
 avere uno spessore minimo per gustare la giusta temperatura della
bevanda.
 avere una forma di calice (perché il lungo stelo evita qualsiasi
interferenza della mano nella degustazione olfattiva e impedisce che
il calore delle dita possa modificare la temperatura del contenuto)
Il bicchiere deve favorire la decantazione del vino e la concentrazione degli
odori.
BICCHIERI per
Vini bianchi e rosati
Vini Bianchi Giovani e
Freschi (A) – Vini Bianchi
Corposi e Maturi (B) –
Vini Rosati Giovani e
Freschi (C) – Rosati
Corposi e Maturi (D)
vini rossi
Vini Rossi Giovani (A) –
Vini Rossi Corposi o
Maturi (B) –
Vini Rossi Corposi e
Molto Maturi (C e D)
BICCHIERI per
vini dolci e liquorosi
Vini dolci e passiti (A)
Vini liquorosi: Marsala,
Porto, Sherry (B)
spumanti
Metodo “Charmat” (A)
Metodo Classico (B)
Metodo Classico Maturi
e Millesimati (C)
Aromatici Dolci (D)
In vino veritas
proverbio latino ma la frase è pronunciata da Alcibiade nel Simposio di Platone
• San Tommaso d’Aquino: “… perché è scritto: il vino
rende lieto il cuore dell’uomo”
• Bonvesin della Riva (XIII secolo) “Chi s'ubriaca
malamente, in tre maniere offende; nuoce al corpo e
all'anima ed il vino perde”.
• Anthelme Brillat-Savarin (1755 – 1826) “Un pasto
senza vino è come un giorno senza sole”.
• Charles Baudelaire (1821-1967): “Un uomo che beve
solo acqua ha un segreto da nascondere”.
• Proverbio pugliese “Dall'ubriaco potrai ricevere un
bicchiere di vino, ma dal goloso nemmeno una briciola di
pane”.
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Presentazione - Associazione culturale "Amici del Caffè Gambrinus"