IL CAMPANILE DI GIOTTO
Il campanile di Giotto è la torre campanaria di Santa Maria del
Fiore, la cattedrale di Firenze, e si trova in piazza del
Duomo. Le sue fondamenta furono scavate attorno al
1298 all'inizio del cantiere della nuova cattedrale, quando
capomastro era
Arnolfo di Cambio .
La posizione inusuale del campanile, allineato con la
facciata, riflette la volontà di conferirgli una grande
importanza come
segno di forte verticalità. Nel 1334
Giotto di Bondone subentrò nell'incarico di capomastro
occupandosi subito della
costruzione del primo
piano del campanile. Giotto fornì un
progetto originale
del campanile, con una terminazione a
cuspide
piramidale alta circa 30 metri, secondo cui
l'elevazione totale sarebbe dovuta essere di 110-115 metri
circa (l'altezza attuale è invece di 84,75 metri).
L'impronta giottesca è soprattutto evidente nel pittoricismo del
raffinatissimo
rivestimento
in marmi
bianchi,
e rossi, e
L'impronta
giottesca
è soprattutto
evidente
nelverdi
pittoricismo
del
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figurativo che
adorna
il basamento
raffinatissimo
rivestimento
in marmi
bianchi,
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quelli
del Battistero
di Parma.
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il primo dado
era compiuto,
e già si erano evidenziate
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a Perugia
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strutturalididel
progetto.
quelli
del Battistero
Parma.
Alla morte di Giotto nel 1337
solo il primo dado era compiuto,
e già si erano evidenziate le
carenze strutturali del progetto..
In effetti, i più recenti rilievi effettuati sul campanile
proverebbero che il progetto iniziale prevedeva uno
spessore murario alla base di 1,60 metri, che non avrebbe
consentito
alla torre di raggiungere l'altezza prevista. Al
di sopra del
primo livello, inoltre, Giotto aveva fatto
eseguire una risega
(arretramento della faccia esterna
dei muri) di ben 24
centimetri che restringeva lo
spessore dei muri di quasi mezzo metro.
In più, la scala di accesso ai piani superiori non era prevista come normalmente avviene - a sbalzo nel pozzo centrale
della struttura, ma scavata al centro delle muraglie,
soluzione che
permetteva sì di ottenere una serie di locali
di grande
dimensione e ben sfruttabili, ma che
indeboliva ulteriormente il basamento.
Giotto rimase a capo del cantiere fino alla sua morte, nel
1337. Giorgio Vasari menziona il pittore Taddeo Gaddi come
suo immediato successore, che alcuni ritengono abbia diretto
l'ispessimento delle mura all'interno del primo ripiano; l'unico
successore documentato è Andrea Pisano, che già aveva
collaborato all'arredo decorativo del campanile. Andrea Pisano
proseguì i lavori, modificando il disegno all'esterno con
l'aggiunta di due lesene (consiste in un fusto, a pianta
rettangolare, appena sporgente dalla parete stessa, con i
relativi capitello e base) per faccia, nell'intento di rimediare alla
diminuzione di spessore dovuta alla risega. Tra le lesene
avrebbe dovuto probabilmente aprirsi una monofora per dare
luce alla sala di rappresentanza al primo piano, inoltre le due
sale sovrapposte a quella al piano terra furono eseguite in
falso, cioè non appoggiando sulle murature ma sulle volte
della sala sottostante, permettendo di guadagnare preziosi
centimetri di spessore murario dall'interno.
La modifica strutturale
funzionò egregiamente,
in quanto il campanile
poté raggiungere i
previsti 85 metri senza
ulteriori problemi.
Unici inconvenienti
rimasero l'angustia del
vano alla base del
campanile e l'irregolarità
delle finestre. Andrea
Pisano diresse il cantiere
dal 1337 al 1348.
Il campanile era munito di due diverse scale: una scala
serviva a raggiungere la cella campanaria e la cima del
campanile, la seconda scala era riservata all'accesso alle tre
grandi sale, di cui quella a terreno e quella del primo piano
dovevano servire ad usi di rappresentanza, sale che vantano
rifiniture di alto livello, volte a costoloni impostati su colonnine
angolari e chiavi di volta decorate. Il punto più complesso si
trova proprio all'altezza del secondo dado del campanile:
Andrea riuscì a condurre entrambe le scalinate, ma per farlo
dovette sacrificare le finestre che avrebbero fornito luce alla
sala del primo piano. Infatti invece della monofora, dovette
fare due prese di luce ridotte e irregolari. All'esterno le
aperture non sarebbero apparse simmetriche e così Andrea la
modificò, riducendo la monofora nello spazio tra le lesene ad
una sottile striscia (coperta con una grata traforata in marmo),
riempiendo lo spazio non usato con altre due nicchie ogivali
lievemente (particolare rivelatore) più strette delle altre.
e
Il campanile, dopo l'interruzione dei lavori dovuti alla Peste
Nera, fu terminato nel 1359 da Francesco Talenti, che poté
portare più agevolmente a termine l'opera non avendo più da
risolvere complessi problemi di statica, risolti bene o male
dal suo predecessore. Francesco però diede prova di
grande
abilità, organizzando la costruzione come
quattro massicci
pilastri angolari collegati da diaframmi
murari relativamente
sottili in cui si aprono le grandi
finestre, ora era necessario un solo vano scale, e si poté
usare un solo pilastro alla volta,
scavandovi una scala
ad elica per scavalcare i finestroni
(l'elica è doppia
nell'ultimo piano per passare sopra
all'altissima
trifora).
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