LA COMUNICAZIONE CON LA FOTOGRAFIA
Lettura strutturale della fotografia
I L PRIMO DEI TRE ASSIOMI
Si pone il problema del «ciò che appare» e del «ciò che è».
1° assioma: «LA FOTOGRAFIA DI UNA SEGGIOLA …
…NON È UNA SEGGIOLA!»
Può sembrare
banale ma, quando
si vuol comunicare
con le immagini,
non bisogna mai
dimenticarselo; è
facile farsi trarre in
inganno!
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I L PRIMO DEI TRE ASSIOMI
“La fotografia di una seggiola non è una seggiola”
Autore: N. Taddei
Questa foto ci
farebbe pensare
che siamo di
giorno in una
giornata nuvolosa.
La foto è stata fatta con una
pellicola molto sensibile.
Invece siamo di notte in una
in una giornata serena; la
luce è quella del tardissimo
crepuscolo.
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“La fotografia di una seggiola non è una seggiola”
J. Murrai – ‘77
Nessuno di voi pensa
che esista una mano
con 12 dita!
Eppure nella foto
ho ripreso una
mano che stava
davanti all’obiettivo.
La foto è stata fatta
utilizzando dei tempi di
otturazione lunghi in
rapporto al movimento
laterale della mano
Ma è stata ripresa in
un certo modo da
far sembrare che le
dita siano 12!
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“La fotografia di una seggiola non è una seggiola”
Una mostra di gatti?
No! Sono 4 foto
diverse dello stesso
gatto!
Le 4 foto sono state realizzate
con 4 luci diverse.
Nota: si ricorda che “fotografare” significa
“disegnare” con la “luce”, quindi è come se
le 4 foto fossero state realizzate con 4
matite diverse!
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“La fotografia di una seggiola non è una seggiola”
Trapezi? Rombi?
No, sono due foto di uno stesso
cartoncino perfettamente quadrato …
… ripreso con due differenti
angolazioni!
È evidente la deformazione; per
cui veramente si può dire che «la
fotografia di un quadrato non è
un quadrato»
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“La fotografia di una seggiola non è una seggiola”
Autore: G. Neffari
Qui la foto dice che su
quella scalinata ci sono
due soli lampioni.
Pare proprio vero! Ma “la foto di una
scalinata con due lampioni NON È la
scalinata con due lampioni!
E infatti …
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“La fotografia di una seggiola non è una seggiola”
Autore: G. Neffari
Qui, di lampioni, se ne
vedono quattro!
Ma anche qui, quei quattro lampioni
saranno solo «il ciò che appare» o il
«ciò che è»?
Per essere sicuri,
bisognerebbe
andare sul posto!
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“La fotografia di una seggiola non è una seggiola”
Da questo primo assioma cogliamo che la fotografia è «RAPPRESENTAZIONE» dei
contorni delle cose; ma cogliamo anche che essa presenta quei contorni
«de/formatamente» e non necessariamente nell’accezione negativa, ma intesa come
«passaggio da una forma all’altra »: da immagine reale a immagine tecnica, da realtà
tridimensionale, inserita nel suo flusso temporale, a immagine bidimensionale, “ritagliata” dallo spazio reale e “congelata nell’attimo di tempo in cui è scattata, ecc. . Ne
segue che il significato della foto non corrisponde sempre e in tutto alla cosa che vi è
rappresentata e non ci fa conoscere cose, se non entro certi limiti.
Ehi, a tal proposito, guarda queste!
Si dice che la Torre di Pisa penda; ma
in una delle due foto non pende
affatto!
Quale delle due corrisponde alla realtà,
cioè ne rispecchia il significato?
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I L PRIMO DEI TRE ASSIOMI
“La fotografia di una seggiola non è una seggiola”
Per espandere il concetto di de-formazione che avviene nella comunicazione in
generale, e in particolare anche con la fotografia, dobbiamo tener presente che esso
si riferisce anche al «passaggio» della realtà interiore [r] di chi realizza la foto [C]
(Comunicante), cioè dalla interiorità (stato mentale) di quest’ultimo, all’interiorità
del destinatario [R] (Ricevente), attraverso la fotografia [S] (immagine-Segno).
Avrai ormai intuito che è facile
scambiare “ciò che è ” con “ciò che
appare”, con “ciò che si conosce o si
vuole esprimere“ e con “ciò che si
riesce o si vuole capire”!
Ciò rende possibile, in modo spesso
inavvertito, “far vedere delle cose
vere per dire delle cose false!”
BUGIE SEMIOLOGICHE
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I L PRIMO DEI TRE ASSIOMI
“La fotografia di una seggiola non è una seggiola”
Ancora un esempio …
Se voglio dire che “in piazza, al
comizio, c’era poca gente”, allora
scelgo la seguente inquadratura!
Faccio notare che le due foto riprendono lo
stesso comizio nello stesso istante, con due
tagli diversi.
Se, invece, voglio dire che “in
piazza, al comizio, c’è stata una
buona partecipazione”, allora
scelgo quest’altra inquadratura!
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… proseguiamo con il secondo dei tre assiomi …
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I L SECONDO DEI TRE ASSIOMI
2° assioma: «DIETRO OGNI FOTOGRAFIA C’È SEMPRE UN’IDEA»
Con questa foto ho voluto far
vedere che la montagna incombe
sull’aereo, trasmettendo la
sensazione di pericolo di impatto!
La ripresa è stata realizzata con un
teleobiettivo (lungofocale) che
schiaccia (avvicina) i piani sull’asse di
profondità. Può considerarsi una bugia
semiologica.
Sì, la montagna è incombente ma,
devo ammettere, non in quel
modo! Non ho usato trucchi, ma ho
fatto la ripresa in un certo “modo”!
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I L SECONDO DEI TRE ASSIOMI
“Dietro ogni fotografia c’è sempre un’idea ”
Autore: N. Taddei
In questa foto ho ripreso un
bambino nell’antico chiostro della
Chiesa dei SS. Quattro Coronati in
Roma.
Ho voluto evidenziare il
contrasto tra quel luogo
antichissimo, ora museo, e la
vita (si notino anche i fiori).
La mia “idea” è stata quella di
esprimere la perenne “vitalità
giovanile” dei nostri «beni
culturali».
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“Dietro ogni fotografia c’è sempre un’idea ”
Ops … attenti!!!
Quel tizio è un pugile!
Già, era proprio quello
che volevo dirvi con
questa foto!
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I L SECONDO DEI TRE ASSIOMI
“Dietro ogni fotografia c’è sempre un’idea ”
Da questo seconda assioma, pertanto, cogliamo che la fotografia, oltre che
«rappresentazione» è anche «ESPRESSIONE»; con essa più che far conoscere le cose
che fa vedere, esprime o l’idea personale che l’autore ha avuto di quella cosa
oppure l’idea che egli voleva esprimere servendosi della rappresentazione (fatta in
un certo modo) di quella cosa.
Quindi, ricordatevi che il significato vero delle
fotografie che vi ho mostrato è scaturito dal
contenuto della mia mente cioè dalle mie «idee».
Sono stato io a volere che quell’aereo significasse
“in pericolo d’impatto”, quella mano significasse
“12 dita”, che la Torre di Pisa significasse prima
«pendente» e, poi, «non pendente», ecc.
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Passiamo al terzo dei tre assiomi …
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I L TERZO DEI TRE ASSIOMI
3° assioma: «L’IDEA (O CONOSCENZA) È SEMPRE ESISTENZIALE»
Per esistenzialità, intendiamo tutti i fattori che compongono la nostra
personalità: il carattere, il grado o tipo di intelligenza, l’istruzione e
l’educazione avute, l’ambiente socio-culturale in cui siamo cresciuti o
nel quale ci troviamo e anche le condizioni psico-fisiche del momento,
ecc.
Quattro
Per
farti persone
capire meglio
guardano
… osserva
quell’uccellino
l’immagine
sulqui
ramo
sopra
… …
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I L TERZO DEI TRE ASSIOMI
“L’idea (o conoscenza) è sempre esistenziale”
Tutti vedono quell’uccellino sul ramo, ciascuno dalla
sua posizione: è già un primo dato di esistenzialità!
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I L TERZO DEI TRE ASSIOMI
“L’idea (o conoscenza) è sempre esistenziale”
IlAlla
Tatto
nonno
nonna
vorrebbe
pensa
piacerebbe
come
lo
in
considera
gabbia!
sarebbe
avere dal
quelle
buono
suopiume
punto
fatto arrosto!
per
di vista
il cappello
psicologico:
della festa!
Titti
loloCiascuno
vorrebbe
accarezzare!
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I L TERZO DEI TRE ASSIOMI
“L’idea (o conoscenza) è sempre esistenziale”
Con questa foto ho voluto
scolpire la realtà, senza
trucchi, cogliendola così
com’è, evidenziandola con
una opportuna ripresa!
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I L TERZO DEI TRE ASSIOMI
“L’idea (o conoscenza) è sempre esistenziale”
Per realizzare questa foto, al
contrario di prima, ho utilizzato
trucchi di laboratorio, al fine di
renderla più espressiva e
interessante .
Mi serviva per una pubblicità!
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I L TERZO DEI TRE ASSIOMI
“L’idea (o conoscenza) è sempre esistenziale”
L’esistenzialità agisce anche nel fruitore della foto: ci può essere,o meno, sintonia
tra l’esistenzialità dell’autore e quella del suo recettore; un autore ci piace di più e
un altro di meno. L’esistenzialità si può chiamare anche SOGGETTIVITÀ.
Gli spettatori di un film, generalmente, reagiscono in maniera diversa al film stesso,
perché ciascuno lo ha visto e lo ha recepito secondo la propria esistenzialità
(soggettività).
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TRE ASSIOMI
Riassumendo i concetti che stanno dietro ai tre assiomi, possiamo dire che:
- La fotografia ESPRIME rappresentaNDO in un certo modo quello che rappresenta.
- Rappresentando, la fotografia si porta dietro (ma subordinatamente al modo in
cui la rappresenta) il significato della cosa che rappresenta.
- Rappresentando però in un certo modo, cioè de/formatamente, la fotografia
esprime un proprio significato, che è l’idea esistenziale del suo autore.
Per chiudere il capitolo,
ancora due esempi …
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RAPPRESENTAZIONE ed ESPRESSIONE
La mia idea è stata quella di «far
vedere quelle due donne in
costume caratteristico»
Vediamo come ha fatto l’autore: ha rappresentato, di spalle, due donne di Bahia in
costume, per strada, che si colgono con facilità; quindi la foto assume il seguente
significato (almeno a livello elementare,): donne vestite con costumi caratteristici, e
con caratteristico cesto in testa che passano per una strada (Significato della cosa
rappresentata).
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RAPPRESENTAZIONE ed ESPRESSIONE
Studiamo ora il «modo» in cui sono
state ritratte le due donne:
- si vedono bene (al centro
dell’inquadratura) da vicino, a figura
intera, cosicché se ne possono
osservare i costumi;
- sono di spalle, quindi all’autore non
interessava la loro faccia e tantomeno
farle riconoscere, mentre si
evidenziano i cesti in testa.
- Il contesto è una strada senza altri
particolari.
Ne risulta che ciò che interessava all’autore era proprio «far vedere quelle due
donne», non in quanto «quelle due donne in particolare», bensì in quanto «donne
nei costumi del paese». Il «significato della cosa rappresentata » COINCIDE con il
«significato della foto» che risulta, quindi, una foto «informativa»
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RAPPRESENTAZIONE ed ESPRESSIONE
In questa foto il mio intento non
è stato far vedere o
documentare i fiori, bensì
quello di creare una
composizione di colori.
In questa foto il significato della cosa rappresentata (fiori variopinti in primo
piano, non rappresentati a figura intera, in un contesto presumibilmente
costituito da un prato ma non ben identificabile) NON COINCIDE con il
significato della foto (composizione di colori)
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RAPPRESENTAZIONE ed ESPRESSIONE
Concludendo, si può dire pertanto:
a) il significato della foto (= idea del suo autore) può coincidere,
MA NON È il significato della cosa rappresentata;
b) Il significato della cosa rappresentata è sempre in funzione del
significato della foto;
c) il modo in cui la cosa è rappresentata è lo strumento di cui si
serve l’autore per esprimere quello che vuole esprimere ed è quindi
ciò che dà il «significato della foto»
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Cap. “I Tre Assiomi”
FINE
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I tre assiomi - Luciano Piazza