L’UOMO
CHE PIANTAVA
GLI ALBERI
di
Jean Giono
Classe IIB – scuola media di Fiera
LO SCRITTORE FA UN VIAGGIO
SULLE ALPI IN PROVENZA
Nel 1913 lo scrittore fa una
lunga camminata in una
regione delle Alpi, verso la
Provenza: un territorio sui
1200-1300 m, privo di
vegetazione a parte la lavanda
selvatica.
Dopo 3 giorni di marcia arriva
in un villaggio abbandonato:
abitazioni crollate, non c’è
acqua, il vento tra le case
sembra ruggire.
VEDE UN PASTORE
Cinque ore più
tardi non aveva
ancora trovato
acqua, avvistò una
sagoma pensando
che fosse un
tronco: era invece
un pastore con una
trentina di pecore.
IL PASTORE LO OSPITA
L’uomo gli dà da bere e
lo ospita nella sua casa
di pietra ben curata: lui
è di poche parole, ma è
ordinato nell’aspetto e
nel vestito. L’uomo
divide la cena con lo
scrittore e gli offre
alloggio per la notte.
Il vento sul tetto fa il
rumore del mare sulla
spiaggia.
IL MONDO CIRCOSTANTE:
I CARBONAI
I villaggi intorno erano
distanti, abitati da
boscaioli che
producevano carbone di
legna e che poi
vendevano: le relazioni
tra le persone sono
segnate da rudezza ed
egoismo; il vento senza
posa irrita i nervi.
LO SCRITTORE CHIEDE DI POTER
RIMANERE
Lo scrittore, colpito
dal comportamento
pacifico del pastore,
chiede di poter
restare anche il
giorno successivo.
IL PASTORE PIANTA LE GHIANDE
Dopo cena il pastore
rovescia sul tavolo un
mucchio di ghiande e ne
sceglie 100 perfette.
Il giorno dopo porta il
gregge al pascolo e nel
frattempo, accompagnato
dallo scrittore, pianta le
100 ghiande in un terreno
di cui non sa chi sia il
proprietario.
IL PASTORE RACCONTA LA SUA STORIA ED IL
SUO PROGETTO
Lo scrittore domanda
informazioni ed il pastore
risponde che in 3 anni ha già
piantato 100.000 querce,
anche se di esse solo 10.000
sarebbero cresciute.
Prosegue poi, illustrando il
suo progetto: continuare a
piantare querce e poi anche
altri alberi come faggi e
betulle.
I DUE SI SEPARANO
Ognuno dei
due se ne va
per la sua
strada.
SCOPPIA LA PRIMA GUERRA
MONDIALE (1914-18)
Nel 1914 scoppia la
prima guerra
mondiale.
Lo scrittore per 5
anni è soldato al
fronte.
LO SCRITTORE RITORNA
Finita la guerra, lo scrittore
ritorna in quel posto (nel
frattempo diventato più
umido) ed incontra il
pastore, che continua pur
con qualche cambiamento,
nel suo progetto.
Adesso ha smesso quasi
del tutto con le pecore ed
alleva le api.
IL PAESAGGIO E’ CAMBIATO
Anche il paesaggio è
cambiato: i primi
alberi piantati sono
diventati una foresta.
La crescita degli alberi
fa rivivere tutto il
paesaggio: tornano
l’acqua, i prati, i
giardini, i fiori.
ANCHE LA GENTE SE NE ACCORGE
La gente si accorge
dei cambiamenti,
ma non immagina
che sia opera del
pastore.
IL PASTORE CONTINUA
NELLA SUA OPERA
Il pastore continua
la sua opera nella
più totale
solitudine, anche in
mezzo a delusioni:
ad es. muoiono
10.000 aceri
piantati.
NE RIMANE STUPITA ANCHE UNA
GUARDIA FORESTALE
Nel 1933 arriva
una guardia
forestale : crede
che quella foresta
sia naturale e dà
ordini al pastore
perché egli la
rispetti.
POI ARRIVA ANCHE UNA
DELEGAZIONE GOVERNATIVA
Nel 1935 arriva anche
una delegazione
governativa per
esaminare la foresta.
Allora lo scrittore spiega
ad un capitano forestale
suo amico come sono
andate realmente le cose
e questi riconosce i
meriti del pastore.
ARRIVA LA II GUERRA MONDIALE
Grazie al capitano
la foresta viene
protetta: non viene
trasformata in
carbone e
nemmeno in
gasogeno durante
la II guerra
mondiale.
CON LA SUA TENACIA ED IL SUO
IMPEGNO IL PASTORE HA REALIZZATO
UN’OPERA GRANDIOSA
Il paesaggio è profondamente cambiato:
da disabitato e desertico con case in rovina e poca
gente priva di possibilità di vita,
il paese è diventato un villaggio rimesso a nuovo,
abitato, e con prospettive di sviluppo.
Più di 10.000 persone devono la loro nuova vita al
pastore.
Lo scrittore è ammirato davanti all’opera
grandiosa da lui compiuta.
CONCLUDE LA SUA VITA A 89 ANNI
PRESSO LA CASA DI RIPOSO
Nel 1947, a 89 anni,
il pastore muore
serenamente in una
casa per anziani.
SECONDO NOI, ELZEARD E’…
- un contadino di 55 anni, semplice e senza grande istruzione, che aveva vissuto
la sua precedente esperienza di vita con momenti tristi (morte della moglie e del
figlio);
- si ritira in quel posto, sulle Alpi francesi, perché ama la solitudine e trova piacere
a vivere lentamente;
- di fronte al problema di quel posto (la morte progressiva del paese per mancanza
di alberi) sì dà da fare per rimediare, in prima persona, senza essere obbligato da
qualcuno;
- con forza d’animo, supera delusioni e sconfitte nel vedere che una parte degli
alberi piantati muore e che quindi una parte dei suoi sforzi fallisce;
- apparentemente “orso” e di poche parole, trasmette a chi lo incontra un
messaggio di pace;
- con il suo lavoro ha ridato vita a quel posto e migliaia di persone devono a lui la
possibilità di stare lì in buone condizioni;
- ha trovato così uno scopo alla sua vita, cioè un bel modo di essere felice: fare
qualcosa che piaceva a lui e che nello stesso tempo era utile agli altri; può quindi
morire serenamente, soddisfatto di ciò che ha realizzato.
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