Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
La comunicazione animale come adattamento
cognitivo e sociale all’ambiente
La comunicazione affonda le sue radici nell’evoluzione delle specie
animali
Psicologia evoluzionistica: consente di migliorare le conoscenze
sulla comunicazione e sulla mente umana attraverso la
comprensione dei processi che nel corso della filogenesi ne hanno
modellato l’architettura
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Lo studio dell’evoluzione della comunicazione può portare a due
errori:
•
errore di omissione = mancato riconoscimento nelle specie
animali di abilità che possiedono
•
errore di falsa attribuzione = attribuzione alle specie
animali di abilità che non possiedono
2
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Antropocentrismo
Antropomorfismo
=
=
Differenze e discontinuità nei
sistemi di comunicazione
(rischio: la comunicazione degli
uomini è un’attività esclusiva)
Somiglianze nei differenti sistemi
di comunicazione
(rischio: attribuzione di
competenze tipicamente umane
a specie animali)
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Gli esseri umani possiedono un sistema di comunicazione qualitativamente
differente da quello impiegato da altre specie animali.
E’ in gioco la specificità comunicativa di ogni specie animale in funzione
delle sua dotazione genetica, delle sue strutture nervose, dell’ambiente di
riferimento e della sua organizzazione sociale.
Tuttavia, assieme agli aspetti di discontinuità, occorre riconoscere e accertare
gli aspetti di continuità evolutiva fra la comunicazione animale e quella umana.
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
In questo senso si tratta di prendere atto delle somiglianze comunicative fra
le diverse specie animali in termini sia di:
omologie (somiglianze dovute alla discendenza da un antenato comune; è il
caso dell’uomo e dello scimpanzè)
omoplasie (somiglianze per evoluzione convergente o parallela delle varie
funzioni comunicative in specie fra loro distanti; per esempio, l’uomo e le
scimmie del Nuovo e del Vecchio Mondo).
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Conoscenza del mondo fisico e sociale
Nei primati non umani, presenza di:
• costruzione di una mappa mentale del territorio
• abilità cognitive manifestate attraverso la costruzione e l’impiego di strumenti
• capacità di discriminazione e categorizzazione degli oggetti. In particolare,
presenza di:
o abilità per risolvere i problemi di inferenza transitiva (date le premesse
A>B, B>C, si ha A>C)
o principio della transitività associativa (disporre elementi in un ordine
sequenziale lungo una determinata dimensione)
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
La conoscenza del mondo sociale
Conoscenza e padronanza del campo sociale
Capacità dei primati di:
•
riconoscere gli individui della propria comunità
•
prevedere le azioni dei consimili
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
• Conoscere le relazioni che intrattengono con i propri consimili
• relazione di parentela, importante nelle azioni di attacco e di
difesa;
• relazione di dominanza, utile per orientare la condotta di
avvicinamento o di ritirata
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
• Percepire e comprendere le relazioni fra terzi:
a.
aggressione spostata (individui, che sono stati vittime di un
attacco, reagiscono in modo aggressivo, in un momento
successivo, con i piccoli dei loro aggressori);
b.
minaccia protetta (una femmina minaccia un’altra femmina
dominante, mentre si dimostra sessualmente disponibile al
maschio dominante rispetto a entrambe)
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Coalizioni e alleanze, reciprocità e altruismo
POLITICA DEGLI SCIMPANZÈ
Cooperazione per la competizione;
se stabile = alleanza
alleanza
reciprocità
scambio
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Reciprocità = alternanza di favori nel medesimo tipo di attività
Scambio = alternanza di favori in diverse attività
Altruismo reciproco = comportamento che risulta vantaggioso
per i propri simili, ma svantaggioso per sé. E’ particolarmente
evidente nei richiami d’allarme e nei richiami per il cibo
In questa prospettiva la comunicazione diventa una necessità per
la soppravivenza dell’individuo e della specie.
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Le principali competenze comunicative
dei primati non umani
La comunicazione referenziale
Capacità di alcune specie animali di scambiarsi precise
informazioni su particolari stati del mondo
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Flessibilità dei segnali
•
Sono appresi durante il primo anno
•
Errori di ipergeneralizzazione
•
Apprendimento legato all’esposizione
Effetto audience = uso sociale dei segnali comunicativi
Siamo in presenza di un preciso sistema di categorizzazione
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
La comunicazione intenzionale
Il segnale inviato dall’emittente implica uno scopo e un certo grado di
flessibilità nei mezzi espressivi per raggiungerlo
1. La comunicazione intenzionale: implica che un individuo sappia
usare lo stesso segnale in modo flessibile e verifichi se il
messaggio ha qualche effetto sul ricevente.
Esiste un notevole grado di accordo nel ritenere che i primati si
comportino in modo intenzionale.
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
2. La comunicazione simbolica: riguarda l’apprendimento del
linguaggio da parte dei primati non umani. Scimpanzé allevati in
contesto umano hanno mostrato di saper impiegare e capire i
simboli linguistici umani e comprendere combinazioni di simboli
in maniera creativa. Si parla in tal senso di
Comunicazione gestuale
con gli esseri umani
Facilita l’arricchimento e la
variazione del repertorio di gesti
comunicativi degli scimpanzé.
Apprendono il gesto deittico
dell’indicare
Apprendimento e uso di simboli
linguistici
Scimpanzé allevati in contesto
umano sanno impiegare i
simboli linguistici umani e
comprendere combinazioni in
maniera creativa
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Apprendimento e uso di simboli linguistici
APPRENDIMENTO DEL LINGUAGGIO
lessico
(buona capacità di
padroneggiare i simboli astratti)
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sintassi
(mancanza di marcatori e
connettivi sintattici di
secondo ordine)
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
I primati non umani hanno una teoria della mente?
La comprensione dello sguardo e dell’attenzione degli altri
La comprensione dello sguardo degli altri implica:
•
vedere come attenzione referenziale
•
vedere come atto cognitivo
•
vedere come prospettiva epistemica
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Regola della faccia (Povinelli)
Regola degli occhi
=
=
“rivolgiti alla persona la cui faccia
è visibile”
“rivolgiti alla persona che ha gli
occhi visibili”
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Il riconoscimento di sé allo specchio
•
gioco contingente = riproduzione volontaria di movimenti e di
azioni insolite come smorfie o espressioni di emozioni
•
superamento del test della macchia implica la presenza di
competenze cognitive quali l’imitazione, l’impiego di simboli,
l’inversione dei ruoli, la permanenza dell’oggetto, il gioco di
finzione ecc.
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
autoriconoscimento allo specchio
rappresentazione di sé
genesi della ToM
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
La condotta e la comunicazione ingannevole
- Menzogna intenzionale:
•
nel contesto C1 un animale produce un segnale S1
poiché sa che esso produce un cambiamento nelle
credenze dei consimili e, di conseguenza, produce in
loro un certo comportamento X
•
a ragione della loro comprensione fra S1 e X, in
modo occasionale l’animale produce S1 in un
contesto diverso C2, sapendo che i suoi compagni
risponderanno con X (falsificazione attiva)
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
•
a ragione della loro comprensione fra S1 e X, in modo
occasionale l’animale inibisce la produzione di S1,
sapendo di non fornire tale informazione agli altri
(occultamento di informazione)
•
in entrambe le situazioni l’animale ottiene un vantaggio
personale a discapito degli altri
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
- Menzogna tattica
menzogna tattica = capacità di un animale di produrre un’azione
comune in modo tale che gli altri individui del gruppo siano indotti
a interpretare erroneamente il suo significato, e ciò a vantaggio
dell’animale ingannatore
• occultamento attivo. Es.: alcuni gorilla e scimpanzé coprono con
le mani le loro espressioni facciali per non far vedere il loro stato
emotivo al partner
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
• condotta fuorviante. Es.: in una situazione, uno scimpanzé,
arrabbiato con un altro, ha disteso un braccio in segno di
riappacificazione e, quando l’altro si è avvicinato, lo ha attaccato
ripetutamente
• controinganno. Condotte di risposta all’inganno con altre forme
di inganno
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Primati non umani: «teoria del comportamento» o
«teoria della mente»?
Capacità di rappresentarsi mentalmente le rappresentazioni
mentali altrui
I primati non umani hanno una teoria della mente?
• È necessaria la presenza della rappresentazione
secondaria o metarappresentazione
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
I requisiti della comunicazione intenzionale sono:
•
processo di mediazione: gli atti comunicativi di A
raggiungono lo scopo prefissato in maniera mediata
attraverso l’azione di un altro individuo
•
contatto attentivo: A osserva se B ha recepito il suo
segnale e lo ha preso in considerazione
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Ipotesi della reinterpretazione (Povinelli): la specie umana è
caratterizzata dalla comparsa di una nuova specializzazione
cognitiva che consente agli esseri umani di ragionare sugli stati
mentali propri e altrui e di interpretare le tendenze
comportamentali degli altri in un nuovo modo
Teoria implicita della mente: capacità “unica” dei primati non
umani di percepire i consimili come “animati” e “diretti” verso uno
scopo, in grado di comportarsi in modo spontaneo e, in parte,
prevedibile in base a una serie di indizi
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Caratteristiche distintive della comunicazione animale
La comunicazione nei primati non umani:
• è relazionale e non proposizionale
• è referenziale
• è unidirezionale
• ha carattere “imperativo”
• manca della capacità imitativa
Per questi motivi i primati non umani non sono in grado di
sviluppare una cultura
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Cultura e comunicazione
Nel passaggio fra comunicazione animale e comunicazione umana la
cultura costituisce il fattore determinante, poiché essa istituisce le
condizioni necessarie per l’elaborazione dei significati.
Le premesse della cultura:
- Bipedismo e stazione eretta
- Aumento del quoziente di encefalizzazione
- Apparato vocale
- Prematuranza neonatale
- Cooperazione e altruismo spontaneo
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Gli essere umani hanno inventato la cultura in tempi recenti:
• Per milioni di anni gli ominidi si sono serviti di manufatti litici che
sono forme primitive di protocultura
• Con la comparsa dell’Homo sapiens fu introdotto l’impiego di
simboli per comunicare e strutturare la vita sociale e fu migliorata la
capacità di destinare gli strumenti litici a scopi differenti
La nascita della cultura coincide con la nascita della capacità
simbolica degli umani
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Simboli = non sono fotocopie della realtà, ma strutture mentali
flessibili, che consentono di «raffigurare» per le corrispettive
situazioni della realtà
La nostra è una specie simbolica in grado di produrre,
condividere e comunicare simboli e quindi cultura.
Su questa base si è costruita la cultura simbolica che
rappresenta la piattaforma del contratto sociale e di ogni forma
di civiltà
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Le origini del linguaggio
Quando è sorto il linguaggio?
È comparso dopo la conformazione moderna dell’apparato
vocale, ma è probabile. Probabilmente circa 80-10.000
anni fa nelle comunità Homo sapiens
Com’è nato il linguaggio?
1. Teoria della discontinuità:
Chomsky sostiene l’ipotesi del salto linguistico secondo cui
l’origine del linguaggio sarebbe un prodotto secondario e
imprevisto della selezione secondo l’ipotesi del salto
linguistico
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
2. Ipotesi del protolinguaggio:
Per milioni di anni gli ominidi avrebbero parlato solo il
protolinguaggio, composto solo da parole, privo di grammatica.
Il passaggio dal protolinguaggio al linguaggio vero e proprio è
spiegato da Brickerton secondo la teoria del grande salto in
avanti secondo cui l’evoluzione sarebbe stata caratterizzata da
una singola mutazione genica che avrebbe riorganizzato il
cervello.
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
3. L’istinto del linguaggio
Secondo Pinker il linguaggio è un istinto specie-specifico che si è
evoluto progressivamente sotto le pressioni della selezione naturale;
non si tratterebbe pertanto di una comparsa improvvisa.
4. Teoria della continuità
Jackendoff parla di continuità evolutiva e sostiene una teoria
gradualistica: il linguaggio sarebbe articolato in sottoinsiemi
indipendenti ciascuno dei quali ha seguito una propria linea evolutiva
in modo progressivo.
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
5. Il linguaggio come grooming e pettegolezzo
Dunbar sostiene l’origine sociale del linguaggio: la pratica del
grooming occupa il 20% dell’attività quotidiana dei primati. Essa
funziona in modo efficace solo in gruppi che ammontano a circa 5055 individui.
Poiché inefficiente in contesti maggiori, la selezione naturale ha
portato a sostituire il grooming con il linguaggio.
Dunbar conclude che la maggior parte della comunicazione è
destinata al pettegolezzo che ha la funzione di mantenere e
rinnovare i legami sociali.
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
6. Teoria motoria
È presente una stretta associazione tra centri motori e quelli
linguistici. Il linguaggio si innesterebbe in modo graduale su moduli
cognitivi extralinguistici già esistenti.
Il sistema dei neuroni a specchio contribuisce a riconoscere gli stati
psichici dell’interlocutore e inferire la sua intenzione comunicativa
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Né la prospettiva della discontinuità che quella della continuità hanno
trovato evidenze empiriche.
Un’ipotesi attuale che gode di maggior accreditamento è che il
linguaggio si sia evoluto per esplosioni punteggiate.
Secondo Petersen è possibile che all’origine vi fosse una sola lingua
madre detta nostratico sviluppata nella mezzoluna fertile.
Tale ipotesi è oggi superata dagli studi di evoluzione sul linguaggio che
tendono ad affermarne un’origine africana
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Il concetto di cultura
La cultura come sintesi di “esterno/interno”
Emico ed etico
come punti di vista
monoculari, parziali
e inconciliabili
La cultura è nello stesso tempo dentro e fuori
dalle menti:
Nei confronti della cultura ciascuno di noi è
nello stesso tempo destinatario, protagonista e
osservatore
Psicologia della cultura come superamento
delle dicotomia
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Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione , Il Mulino 2011
Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Cultura come contingenza
La cultura è un caos contigente che non ha una direzione prefigurata.
Questa condizione di contingenza è difficile da accettare perchè abbiamo
bisogno di dare un significato a tutto ciò che accade.
Si tratta della distorsione dell’illusione interpretativa
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Evoluzione della cultura
L’evoluzione della cultura è l’esito di un processo interdipendente fra la sua
trasmissione e la sua appropriazione.
La trasmissione culturale avviene mediante l’interazione sociale.
Apprendimento culturale o appropriazione: capacità di acquisire nuove
informazioni in modo indipendente dalla dotazione genetica e di adattarsi
all’ambiente.
Acculturazione: espressione dell’evoluzione culturale nel corso del tempo.
Si tratta di un processo cumulativo secondo cui la cultura produce cultura in
modo continuo.
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Cultura come mediazione
L’utilizzo di strumenti di mediazione all’interno di una data cultura la trasforma,
così come la cultura consente il miglioramento e l’inserimento di nuovi
strumenti
Il rapporto fra soggetto e oggetto, non solo diretto e immediato, ma anche
mediato dagli artefatti, diventato così culturale
Azione mediata: interdipendenza
tra strumenti di mediazione e
persone che li utilizzano
Su tale interdipendenza si basa il
progresso della tecnologia
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Gli artefatti sono convenzioni e costituiscono pratiche sociali, che si
trovano nello stesso tempo all’interno e all’esterno della mente
Artefatti primari: strumenti e dispositivi impiegati direttamente per la
produzione e per l’attività umana
Artefatti secondari: modelli mentali (schemi cognitivi e norme/credenze)
impiegati nell’interazione sociale e nella comunicazione
Artefatti terziari: mondo dell’immaginazione e della fantasia
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Capitolo II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica
Cultura come partecipazione
La cultura è partecipazione in quanto implica la condivisione dei processi di
significazione, di comunicazione, di pratiche e di valori, nonché l’accordo sulle
regole da parte dei suoi componenti
Dialogismo: Bachtin sostiene che la i processi culturali costituiscono un
divenire non formalizzato di differenti voci secondo un andamento ciclico
rigenerativo. Il dialogo è fondato sull’eteroglossia intesa come partecipazione
ed elaborazione congiunta di significato fra parlante e destinatario
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Partecipazione di senso: la cultura delimita e ordina lo spazio della realtà cui
conferisce senso, la rende intellegibile, attribuisce rilevanza a certi contenuti e
ne trascura altri, privilegia certi punti di vista e ne ignora altri
La consapevolezza culturale costituisce quindi una premessa rilevante per
comprendere le culture altrui e prendervi parte in modo attivo permettendo il
passaggio da una mente monoculturale a una biculturale nell’ottica della
continuità
Cultura e comunicazione sono fortemente interdipendenti poiché le pratiche
comunicative dipendono dalla cultura di appartenenza e i processi di
comunicazione attribuiscono forma e senso alla cultura stessa
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