MARGHERITA ASTA
• Il 2 Aprile del 1985 Margherita Asta aspetta di
andare a scuola con sua madre e i suoi fratellini,
Giuseppe e Salvatore, due gemellini di 6 anni. Sa
che la campanella in aula sta per suonare e a lei non
piace arrivare in ritardo, così va a scuola con la sua
vicina di casa. “Non dimenticarti le fette biscottate”,
le ultime parole scambiate con la madre. Una bomba
messa nella litoranea di “Pizzolungo” (TP) dai
mafiosi, destinata al giudice Carlo Palermo li fa
saltare in aria. Margherita rimane sola con suo padre
a piangere , chiusa in se stessa, senza chiedere
nessuna spiegazione. Solo quando vede suo padre
sentirsi male poiché hanno assolto gli assassini di
Pizzolungo capisce che è giusto indagare e sapere
tutti i fatti. Il suo scopo non è quello di sapere i nomi
degli imputati, lei vuole sapere semplicemente il
perché. Scopre così una realtà a lei quasi
sconosciuta: la mafia e tutti i suoi orrori. Dopo la
morte del padre nel 1993 decide di incontrare il
giudice Palermo
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Lo invita più volte ma fino al 2004 riesce a
conoscere solo il suo avvocato. Grazie
all’associazione “Libera” riesce a incontrarlo e
dopo dei chiarimenti diventano grandi amici.
Oggi Margherita racconta com’è cambiata la sua
vita per colpa della mafia in convegni, dibattiti e
vari incontri con le scuole.
Ogni anno a Pizzolungo si ricorda quel giorno con
una processione e la deposizione di una ghirlanda
di fiori ai piedi della statua che raffigura la sua
mamma e i suoi 2 fratellini vittime della barbarie
mafiosa. Ma Margherita dice “Questa città non ha
memoria. Dimentica in fretta. I fatti non
cambiano quasi niente. L’indignazione dura poco.
Chi parla di mafia viene visto come un
forsennato, uno che vede solo nero. La città
rimuove, preferisce volgersi dall’altra parte.(..)
c’è chi viene ogni anno alle celebrazioni del 2
Aprile per adempiere a un rito e poi se ne va e
non gli importa nulla.” “La memoria può servire a
scuotere le coscienze dormienti. Per delegittimare
la mafia è giusto non dimenticare.” Grazie al suo
impegno con “Libera” ha la forza di continuare il
suo impegno anti-mafia a favore della legalità e a
vivere la vita che a causa ad un ritardo di
qualche attimo suoi fratellini le hanno regalato
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Margherita Asta