10.00
3-11 dicembre 2011
di P. Pierangelo Casella
Gesù riscuscita lazzaro
Palestina
Giudea
Betania
“Io sono la risurrezione e la vita,
chi crede in me, anche se muore, vivrà;
chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno”
Giovanni 11, 25-26.
Gesù ha voluto relazionarsi con altre persone non
solo in generale,
ma anche con legami di amicizia profonda.
Infatti ogni persona trova la sua identità nella
relazione che riesce a stabilire con gli altri
e più la relazione è profonda, più stabilisce legami
significativi e duraturi
che rendono la vita proiettata in un tempo senza
fine.
Così a Betania, vicino a Gerusalemme,
Gesù si era legato con amicizia profonda con
Lazzaro e le sue sorelle Marta e Maria.
Era stato ospite nella loro casa e aveva
conversato con loro dopo le fatiche del viaggio e
nei momenti di tranquillità
infondendo in loro il desiderio di conoscere quelle
realtà che solo Gesù poteva far loro conoscere.
Quando le sorelle mandano a dire a Gesù che
Lazzaro, colui che ama, è malato,
egli si trattiene ancora qualche giorno prima di
partire per la Giudea.
Dice ai discepoli che questa malattia non porta alla
morte, ma è per la gloria di Dio,
affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga
glorificato.
Lazzaro invece muore
e quando Gesù arriva
da Marta e Maria
si commuove profondamente
e scoppia in pianto.
Il cuore umano di Gesù conosce i legami
dell’affetto
e le lacerazioni profonde della separazione
che la morte infligge sprofondando nel buio della
tomba ogni gioia del cuore.
Ma Gesù è venuto per non lasciare che la coltre
che copre tutti i popoli regni
sprofondando ogni persona nella notte della morte.
Il dialogo con Marta rivela la vera identità di Gesù:
“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me,
anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in
me, non morrà in eterno” (Gv 11, 25-26).
È in Gesù che risiede la potenza per vincere la
morte e liberare l’uomo dalle tenebre eterne,
credere in lui e nella potenza della sua parola
significa accogliere la potenza di Dio che per
mezzo di Gesù dona la vita.
L’amicizia di Lazzaro con Gesù
e la preghiera delle sorelle Marta e Maria
permettono a Gesù di poter agire per la
liberazione dalla morte.
Udire con fede la parola di Gesù
significa quindi accogliere la sua potenza di
risurrezione che dona la vita in pienezza.
Ognuno che ode la sua voce che salva
si sente chiamare alla vita.
“Lazzaro, vieni fuori!”
è l’opera che Gesù compie
con ognuno che ascolta la sua voce
e crede in colui che l’ha mandato.
Signore Gesù, tu che hai pianto sulla morte di
Lazzaro,
tu che amavi Marta e Maria e ti eri legato con
affetto profondo alla loro casa
e sentivi il loro amore come dono che allietava
la tua vita,
entra anche nel nostro cuore perché ci possiamo
legare a te
con i vincoli di un amore che non viene spezzato
dalla morte.
Apri il nostro cuore perché possiamo ascoltare
sempre la tua voce
che ci chiama ad uscire fuori da ciò che ci tieni
prigionieri della morte.
Donaci la grazia di vivere nella Chiesa perché il
credo che professiamo
sia di aiuto a ognuno per accogliere Gesù che
vince la morte e dona la vita.
Scarica

Presentazione standard di PowerPoint