Progetto Operativo di Assistenza Tecnica - P.O.A.T. Salute
Linea 7 Regione Siciliana
Supporto Operativo alla diffusione delle competenze in materia di programmazione, adesione a
programmi e progetti di ricerca e di cooperazione internazionali, comunitari, nazionali e
regionali
Palermo – 6 novembre 2013
Dipartimento delle Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (DASOE)
Le principali innovazioni di metodo per la
programmazione 2014-2020 verso il rispetto della
concentrazione tematica e dell’approccio dei
risultati attesi - metodo “BARCA”
Regione Siciliana
ASSESSORATO DELLA SALUTE
Indice
• Quale è la differenza tra fondi comunitari
diretti e fondi comunitari indiretti
• Cosa è il metodo «Barca»
• Quali
sono
le
prospettive
programmazione 2014-2020
della
2
Quale è la differenza tra fondi comunitari
diretti e fondi comunitari indiretti
Si possono distinguere essenzialmente due tipologie di
finanziamenti comunitari
Fondi Diretti
Fondi Indiretti
Finanziamenti la cui gestione è
direttamente
effettuata
dalla
Commissione europea che stabilisce
autonomamente i criteri e i principi di
funzionamento dei vari programmi.
Queste risorse finanziarie sono dunque
regolate da un rapporto diretto tra la
Commissione europea e gli utilizzatori
finali.
Finanziamenti la cui gestione è
demandata
agli
Stati
membri
attraverso le Amministrazioni centrali
(Ministeri) e regionali. I fondi non sono
assegnati
direttamente
dalla
Commissione
Europea.
Le
Amministrazioni centrali e regionali
organizzano in linea con i Regolamenti
di attuazione le modalità di gestione.
3
Fondi diretti: Iter di erogazione dei fondi
La Commissione predispone dei programmi pluriennali
La DG competente gestisce direttamente gli stanziamenti
previsti attraverso la pubblicazione periodica di bandi
comunitari
I bandi pubblicati contengono la descrizione del programma, la
sua dotazione finanziaria, la procedura e i termini di
presentazione delle proposte, l’importo del contributo
erogabile, i requisiti minimi per poter partecipare, i criteri di
selezione e gli indirizzi utili
4
Chi sono i possibili beneficiari dei fondi
diretti?
L’UE concede sovvenzioni in modo diretto a coloro
(organizzazioni pubbliche o privati, Università, aziende,
organizzazioni non governative e, in alcuni casi, persone
fisiche) che presentano proposte di progetti atti a promuovere
le politiche europee nelle varie aree (ricerca e sviluppo,
educazione, formazione, ambiente, protezione del
consumatore e della salute e informazione).
Esistono innumerevoli tipi di finanziamento disponibili e
ognuno ha la sua logica e la sua base giuridica
5
Alcune caratteristiche dei fondi diretti
• Quasi tutti i progetti finanziabili sono individuabili in una delle
politiche interne all’Unione Europea
• La Commissione attraverso questi fondi co-finanzia dei
progetti
• Il finanziamento viene erogato in più tranche e solitamente è
soggetto alla presentazione di rapporti sull’avanzamento delle
attività
• Tutti i bandi comunitari richiedono la creazione di partnership
transnazionali
6
Alcuni Programmi relativi ai fondi diretti –
2007-2013
Ambiente
Life + (2007-2013)
Marco Polo II (2007-2013)
Cultura
Cultura (2007-2013)
Europa per i cittadini (2007-2013)
Media 2007 (2007-2013)
Capitale europea della cultura (20072019)
Energia e Trasporti
Giustizia, Libertà e Sicurezza
Daphne III (2007-2013)
Programma quadro “Diritti fondamentali e
giustizia” (2007-2013)
Programma quadro “Solidarietà e gestione dei
flussi migratori” (2007-2013)
Programma quadro “Sicurezza e tutela delle
libertà” (2007-2013)
Ricerca
7° Programma quadro di Ricerca e Sviluppo
Tecnologico (2007-2013)
7° Programma quadro Euratom (2007-2013)
Galileo (2007-2013)
Occupazione, Affari Sociali e Pari
Opportunità
Progress (2007-2013)
7
Alcuni Programmi relativi ai fondi diretti –
2007-2013
Relazioni Esterne
Strumento europeo di vicinato e
partenariato (ENPI) (2007-2013)
Strumento per la stabilità (2007-2013)
Strumento per il finanziamento della
cooperazione allo sviluppo (2007-2013)
Strumento finanziario per la promozione
della democrazia e dei diritti umani nel
mondo (2007-2013)
Società dell'Informazione e Imprese
Safer Internet plus (2005-2008)
eContentplus (2005-2008)
Programma quadro per la competitività e
l’innovazione (CIP)(2007-2013)
Programma per l’innovazione e
l’imprenditorialità 2007-2013
Idabc (2005-2009)
Salute e Tutela dei Consumatori
Programma d'azione comunitaria in
materia di politica dei consumatori (20072013)
Programma di azione comunitaria in
materia di sanità (2007-2013)
Programma d'azione comunitaria nel
settore della sanità pubblica (2003-2008)
8
Politica sociale: Programma per il
cambiamento e l’innovazione sociale (PSCI)
Questo strumento costituirà il nuovo programma comunitario
per i settori dell’occupazione e degli affari sociali. Sarà
strutturato in 3 azioni che riuniscono in un unico quadro di
finanziamento i tre strumenti attualmente esistenti: il
programma PROGRESS (per l’occupazione e la solidarietà
sociale), EURES (la rete di servizi per l’impiego e la mobilità
professionale) e lo Strumento Progress di microfinanza
Per il nuovo programma è stato proposto un budget di
958,19 milioni di euro
9
Fondi indiretti: Iter di erogazione dei fondi
Le risorse finanziarie vengono trasferite dalla Commissione agli
Stati membri ed in particolare alle regioni, le quali, sulla
base di una programmazione approvata dalla Commissione
stessa, ne dispongono l’utilizzazione
NB: Queste risorse sono rappresentate principalmente dai
Fondi strutturali e dal Fondo di Coesione
10
Qual è l’iter per erogare questi fondi?
La Commissione europea definisce, attraverso i Regolamenti la base
giuridica per la gestione e le macro priorità
Ogni Stato elabora un documento strategico nazionale che rispecchia le
indicazioni della Commissione (QSN= Quadro Strategico Nazionale)
Le Regioni elaborano un programma operativo regionale (POR)
Le Regioni pubblicano periodicamente dei bandi (regionali)
11
Fondi indiretti: Programmazione 2014-2020
La struttura legislativa proposta dalla Commissione per la Politica di
Coesione 2014-2020 comprende:
• 1 Regolamento generale che definisce le norme comuni e i principi
generali dei Fondi
• 3 Regolamenti specifici dedicati ai singoli fondi (FESR, FSE, FC)
• 2 Regolamenti relativi all’obiettivo di cooperazione territoriale europea
e al Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT)
• 2 regolamenti sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione
(FEG) e sul Programma per il cambiamento sociale e l’innovazione
 Il bilancio proposto dalla Commissione è pari a 376 miliardi di Euro
(33% budget totale)
12
Tuttavia persistono disparità
tra le regioni
PIL/pro capite*
*indice EU27=100
< 50
75-90
50-75
100-125
90-100
Media
2006 - 2007 - 2008
► Il superamento di tali
divergenze rimane un
obiettivo prioritario
> 125







Canarie
Guyana
Riunione
Guadalupa/
Martinica
Madeira
Azzorre
Malta
© EuroGeographics Association for the administrative boundaries
│
13
Struttura della programmazione
Schema della Politica di Coesione
2007-2013
2014-2020
Regioni meno
sviluppate
Convergenza
FESR
FSE
FC
Competitività
regionale e
occupazione
FESR
FSE
Cooperazione
territoriale
europea
FESR
Investimenti
nella crescita e
nell’occupazio
ne
Cooperazione
territoriale
europea
Regioni di
transizione
FESR
FSE
FC
Regioni più
sviluppate
FESR
FSE
FESR
14
Cosa è il metodo «Barca»
 7 innovazioni di metodo
 3 opzioni strategiche riferite a
 Mezzogiorno
 Città
 Aree interne
 Obiettivi per le 11 aree tematiche
individuate per l’intera Unione Europea
15
Le trappole del non-sviluppo
«Sono il risultato di scelte consapevoli delle classi dirigenti locali e
nazionali. Tali scelte sono dettate dalla convenienza a estrarre un
beneficio certo dalla conservazione dell’esistente – giovani non
istruiti, accessibilità inadeguate, imprese inefficienti assistite,
barriere amministrative all’entrata, ambiente non tutelato, bandi di
gara e progetti mal fatti – anziché competere per un beneficio
incerto in un contesto innovativo e in crescita – dove i giovani sono
competenti, l’accessibilità buona, le imprese inefficienti acquisite da
quelle efficienti, l’entrata è facile, l’ambiente è tutelato, bandi di
gara competitivi e progetti ben fatti attraggono l’offerta dei
migliori. In altri termini, l’azione pubblica è di cattiva qualità non
per l’incapacità delle classi dirigenti che ne sono responsabili, ma
per la loro espressa volontà»
16
Le innovazioni di metodo, dunque:
 Mirano a creare per tutti i cittadini opportunità di
vita, lavoro e impresa che dipendano il meno
possibile da condizioni e luogo di nascita
 Puntano ad evitare di fare affluire i fondi nelle mani
di chi è responsabile dell’arretratezza e della
conservazione
 Cercano invece di aprire varchi per gli innovatori sia
nei beni pubblici prodotti, sia nel modo in cui li si
produce
17
7 innovazioni di metodo;
RISULTATI ATTESI
AZIONI
TEMPI PREVISTI E SORVEGLIATI
APERTURA
PARTENARIATO MOBILITATO
LA VALUTAZIONE DI IMPATTO
FORTE PRESIDIO NAZIONALE
18
RISULTATI ATTESI
Gli obiettivi concordati dovranno essere definiti
sotto forma di risultati attesi dalle azioni previste, cioè:
“cosa” si intende ottenere in termini di qualità della
vita delle persone e di progressi delle imprese “dove” e
“per chi”
Esprimere anticipatamente e in modo misurabile e
verificabile i risultati attesi serve a rendere
comprensibile “perché” e “per chi” si spendono i fondi
Un risultato atteso può essere misurato, in genere, da
più “indicatori di risultato”
19
AZIONI
In ogni Programma devono
essere individuati i risultati attesi
essere scelti gli indicatori con cui misurarli
essere precisati i metodi con cui rilevare quegli
indicatori e le risorse finanziarie e umane per farlo
20
TEMPI PREVISTI E SORVEGLIATI
In un programma, il dominio dei tempi è fondamentale,
perché è il tempo di avviare una procedura, di progettare, di
realizzare, di valutare, che determina il “se” e il “quando”
potranno verificarsi le trasformazioni auspicate (i risultati
attesi)
Il tempo di realizzazione deve pertanto divenire una variabile
fondamentale nella programmazione
Nel programma operativo, a ogni azione prevista deve essere
quindi associato un tempo medio atteso di attivazione
(quando comincia) e di conclusione (quando termina), basato
su un calcolo il più possibile esaustivo di cosa è necessario
(atti formali, condizioni di operatività indispensabili, etc.)
affinché quell’azione possa effettivamente essere realizzata
21
APERTURA
Le precedenti tre innovazioni non sarebbero efficaci senza due
altri requisiti: trasparenza e apertura delle informazioni che
quelle innovazioni producono; e rafforzamento delle possibilità
di mobilitazione dei soggetti interessati e del partenariato. Per
quanto riguarda la trasparenza e l’apertura, le informazioni
verranno rese disponibili secondo formati unificati, nazionali, in
modo al tempo stesso comprensibile e scaricabile per usi di ogni
genere, sulla falsariga del prototipo “OpenCoesione”
È questa la condizione affinché i cittadini, singoli o organizzati,
possano esercitare una pressione sugli amministratori,
spronandoli a far bene. E affinché l’attività di monitoraggio sia
di qualità
22
PARTENARIATO MOBILITATO
Il principio europeo del partenariato non è una novità, ma a esso
dovrà essere data vera attuazione, sia estendendolo alla fase
discendente della programmazione (al disegno dei bandi in
primo luogo), sia coinvolgendo nella “valutazione pubblica
aperta”, oltre alle parti economiche e sociali, tutti i soggetti che
dalle azioni che sono potenzialmente influenzati o che alle
azioni possano dare un contributo di conoscenza
La mobilitazione per ogni intervento anche dei soggetti detentori
delle conoscenze rilevanti, sarà soddisfatta indicando in ogni
programma i “centri di competenza” rilevanti e il modo in cui
essi sono coinvolti
23
LA VALUTAZIONE DI IMPATTO
La valutazione non è certo una novità per i programmi dei
Fondi strutturali, ma deve salire di rango nello
strumentario delle decisioni politiche su cosa fare e non
fare
E’ importante rafforzare nel sistema l’atteggiamento di
disponibilità all’apprendimento dalla valutazione da parte
dei responsabili delle scelte
La valutazione deve essere sempre più ricerca rigorosa e
creativa e sempre meno l’applicazione un po’ stanca di una
routine operativa
24
FORTE PRESIDIO NAZIONALE
1. Consolidare la natura non-contrattabile delle “regole del
gioco” che saranno approvate nell’Accordo di partenariato (una
volta concluso il confronto aperto da questo documento);
2. Prevedere il lancio da parte nazionale di azioni di coprogettazione strategica territoriale in aree selezionate sulla
base dei prototipi già avviati con il Piano Azione Coesione
3. Trasformazione del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione
Economica in una Agenzia
4. Rafforzare il presidio assicurato dal Dipartimento per lo
Sviluppo con la creazione dell’Agenzia
5. ipotetica assunzione da parte del livello nazionale di maggiori
ruoli di gestione dei programmi
25
Approccio 2007-2013
2007-2013
Definizione della
strategia
Analisi del
contesto e dei
fabbisogni
Misurazione dei
risultati e impatti
Esplicitazione delle
azioni
Regolamenti CE
Razionalizzazione
delle finalità
26
27
Lezioni dal passato: il 2000-2006 e 2007-2013
Principali criticità
•Fase di definizione
- Scarsa attenzione alla misurabilità (fonti ufficiali, sistemi di
monitoraggio e indagini ad hoc)
- Non sufficiente correlazione tra strategia e indicatori
- Target sganciati dalla strategia
- Ridondanza
•Fase attuativa
-Scarso coinvolgimento dei responsabili di misura nella raccolta
dati (monitoraggio)
-Indagini ad hoc non pianificate e quindi non realizzate
-Mancata analisi dell’avanzamento degli indicatori per indirizzare
l’eventuale riprogrammazione
Approccio 2014-2020
2014-2020
Definizione dei
risultati attesi
Analisi del
contesto e dei
fabbisogni
Misurazione dei
risultati e impatti
Concetrazione
Territoriale
Indicatori correlati
ai risultati
Scelta delle azioni
per conseguire i
risultati
29
Alcuni esempi di risultati attesi
Obiettivi operativi per alcune aree di policy
• Rafforzamento del sistema dell’istruzione
Risultati attesi per stessa area di policy
 Incremento delle competenze degli
studenti in matematica
• Rafforzare la rete dei servizi di prevenzione e delle
attività orientate alle situazioni di maggiore disagio  Incremento della presa in carico di
nelle aree urbane
bambini 0-3 anni da parte dei servizi di
cura per l’infanzia
• Potenziare i poli sanitari regionali e adottare
 Presa in carico degli anziani per il
tecnologie avanzate per la qualificazione dei servizi
servizio di assistenza domiciliare
integrata
• Potenziare e qualificare l’offerta di ricerca favorendo
la creazione di reti tra Università e centri di ricerca e
 Maggiore presenza di ricercatori nelle
sostenendo il trasferimento tecnologico e la
imprese
diffusione dell’innovazione a favore delle imprese
30
Binomio risultati-indicatori
• “I risultati attesi devono esprimere le trasformazioni
della realtà a cui si ambisce in modo che esse siano
osservabili e scrutinabili dal pubblico”
• Misurabili attraverso uno o più indicatori/variabili in
modo univoco
• Il risultato atteso deve guidare la scelta degli indicatori
31
Definizione e classificazione degli
indicatori
Indicatori di realizzazione/input
Esclusiva dipendenza dalle azioni dei Programmi (Es.: asili
nido realizzati, numero)
Indicatori di risultato
Forte dipendenza dalle azioni del Programma (Es.: copertura
dei bambini 0-2 anni, %)
Indicatori di impatto/outcome
Parziale dipendenza dalle azioni dei programmi (Es.: Tasso di
occupazione femminile, %)
Le Fonti degli indicatori
Monitoraggio
Fonte ufficiale
Vantaggi
 Misurabilità
 Affidabilità
 Comparabilità
 Valore normativo
 Senza oneri finanziari
Vantaggi
•
•
•
•
•
Alta correlazione con
azioni
Misurabilità
Senza oneri finanziari
Tempestività
Territorializzazione
dell’informazione
Svantaggi
 Non tempestivi
 Possibilità di scarsa correlazione Svantaggi
 Limitato campo d’osservazione • Necessità di metodi
comuni di rilevazione
della statistica ufficiale
per comparabilità
 Scarsa possibilità della
• Occorre piena
territorializzazione
attenzione da parte
dell’informazione
dei responsabili del
monitoraggio
Indagini ad hoc
Vantaggi
•
•
•
•
•
Alta correlazione con
azioni
Copertura di temi non
coperti da altre fonti
Misurabilità
Affidabilità
Territorializzazione
dell’informazione
Svantaggi
•
•
•
•
Costi
Tempestività
Necessità di metodi
comuni di rilevazione per
comparabilità
Replicabilità
33
Strumenti per la definizione dei target
Indicatori di realizzazione
o Dotazione finanziaria disponibile per il risultato atteso di riferimento
o Natura stessa delle attività riconducibili al risultato atteso (costi
unitari)
o Performance raggiunte da interventi similari attuati nell’ambito di
precedenti esperienze
Indicatori di risultato
o Baselines e serie storica per andamento tendenziale in assenza di
intervento aggiuntivo
o Dotazione finanziaria del risultato atteso
o Benchmarking
o Target prefissati a livello normativo
34
OBIETTIV
O
TEMATIC
O
Obiettivo
Tematico
2
Migliorar
e
l'accesso
alle
tecnologi
e
dell'infor
mazione
e della
comunica
zione,
nonché
l'impiego
e la
qualità
delle
medesim
e
INDIRIZZI
RISULTATI ATTESI
Nella prospettiva di garantire lo
sviluppo di capacità di banda larga e
ultra
larga
in
funzione
dell’evoluzione dei servizi e dei
contenuti, è necessario accelerare
l’attuazione di strategie e misure
soprattutto per ridurre i divari
digitali tra i territori e rispetto ai
Paesi competitors.
L’approccio
strategico
alla
definizione
delle
priorità
di
intervento dovrà essere mirato ad
assicurare uno sviluppo bilanciato di
tutte le componenti dell’Agenda
digitale. Occorre in particolare
evitare possibili disequilibri (a) tra
gli investimenti in infrastrutture di
telecomunicazioni e quelli per lo
sviluppo di servizi e (b) tra interventi
in favore dell’offerta (creazione di
public eServices e reti in banda
larga) e in favore della domanda
(diffusione delle ICT tra le PMI,
creazione di competenze digitali,
etc.). I requisiti di programmazione
dovranno puntare sia sul lato
dell’offerta infrastrutturale sia su
quello della domanda e dell’offerta
di servizi digitali. Non meno
importate sarà anche il ricorso ad
- Riduzione
dei
divari
digitali nei territori e
diffusione di connettività
in banda larga e ultra larga
coerentemente con gli
obiettivi fissati al 2020
dalla “Digital Agenda”
europea
- Digitalizzazione
dei
processi amministrativi e
diffusione
di
servizi
digitali della PA offerti a
cittadini e imprese (in
particolare nella scuola,
nella sanità e nella
giustizia)
- Miglioramento
della
capacità amministrativa
delle PA centrali e locali
- Potenziamento
della
domanda di ICT in termini
di utilizzo dei servizi
pubblici
on
line
e
partecipazione in rete
- Diffusione di Open data e
del riuso del dato pubblico
- Rafforzamento del settore
ICT e diffusione delle ICT
AZIONI
PARTENARIATO
Beneficiari
(stakeholders)
Cittadini e imprese
delle
aree
di
- Abilitare e potenziare
intervento
l’offerta infrastrutturale
- Sostenere l’offerta di
Centri di competenza
servizi,
la
diffusione
dell’ICT in settori rilevanti, Agenzia Italia Digitale
nonché la promozione di AGCOM, Consip, Mise
soluzioni per smart cities - Dipartimento per le
and communities
Comunicazioni, Miur - Potenziare la domanda di Dipartimento per la
servizi
avanzati
e programmazione e la
promuovere
gestione delle risorse
l’alfabetizzazione digitale umane, finanziarie e
- Favorire la diffusione delle strumentali, PCM –
ICT nelle PMI
Dipartimento
Funzione Pubblica.
Min. della Giustizia,
Min. della Salute,
35
Mibac eIstat
OB
Tem.
Obiettiv
o
Tematic
o9
Promuo
vere
l'inclusi
one
sociale
e
combatt
ere la
povertà
INDIRIZZI
RISULTATI ATTESI
AZIONI
Gli indirizzi strategici per questo
obiettivo
tematico
prevedono
l’accesso ai diritti di cittadinanza
attraverso un forte coordinamento
con l’impiego delle risorse ordinarie.
Tale priorità dovrà essere conseguita
garantendo la concentrazione delle
risorse a sostegno dell’inclusione
sociale e della tutela diretta dei diritti
di cittadinanza, seguendo l’esperienza
degli “obiettivi di servizio” nonché del
Piano d’Azione per la Coesione. Per
tali ragioni le strategie di indirizzo
prevedono:
-La
necessità
di
intervenire
preventivamente a sostegno delle
persone e delle famiglie in occasione
di eventi quali la perdita del lavoro o
la dissoluzione del nucleo familiare;
- La necessità di interventi di carattere
preventivo a sostegno delle persone
straniere con particolare riferimento
alla fase iniziale del loro insediamento
nel Paese e a sostegno delle persone
in uscita da istituti, strutture di
detenzione o case di cura;
- attivazione di progetti che
prevedono l’intervento sulle persone
meno giovani senza dimora;
- attivazione di progetti di riutilizzo dei
beni confiscati, anche al fine della
promozione dell’economia sociale.
- Incremento degli interventi di
inclusione attiva rivolti alle fasce
maggiormente vulnerabili e a
rischio di discriminazione;
- Realizzazione di interventi di
sperimentali
di
innovazione
sociale
nell’ambito
della
integrazione
tra
sussidi
economici e servizi;
- Riduzione del numero di persone
in condizione di povertà o
esclusione sociale;
- Riduzione del numero di famiglie
con minori in condizioni di
povertà assoluta;
- Sviluppo della collaborazione in
rete tra i servizi dei comuni e i
servizi forniti da altre istituzioni
con particolare riferimento ai
servizi per l’impiego, ai servizi per
la tutela della salute, alle scuole;
- Potenziamento dei servizi di cura
per la prima infanzia e per gli
anziani non autosufficienti;
- Promuovere imprenditoria da
parte dei soggetti non profit;
- Miglioramento della qualità della
giustizia;
- Promuovere servizi integrati a
sostegno dei senza dimora;
- Potenziamento
del
sistema
informativo delle prestazioni
sociali;
- Potenziamento dei servizi di cura –
child care e long term care, nell’ottica
della promozione della partecipazione
delle donne al mercato del lavoro e
dell’integrazione dei soggetti più
vulnerabili e a rischio di esclusione
sociale;
- programmi di sperimentazione di una
nuova Social card, ( sussidio
economico e servizi a sostegno
dell’inclusione attiva);
- diffusione capillare del processo civile
telematico e la sua estensione anche ad
altre fasi rilevanti per l’attrattività dei
territori per gli investimenti;
- l’offerta di strutture, interventi e servizi
di sostegno/prevenzione alle persone
senza dimora o in condizioni di disagio
abitativo;
- Promuovere iniziative di collegamento
scuole-università-imprese sui temi della
Responsabilità Sociale delle Imprese
(RSI);
- Coordinare gli interventi nazionali con i
programmi europei “Gioventù in
azione” e “Lifelong learning”;
- Promuovere i principi della finanza
sociale/etica nelle imprese no profit e
nelle organizzazioni di Terzo settore;
- programmazione sul territorio di attività
di sostegno allo spin-off di imprese di
inserimento lavorativo.
PARTENARIATO
Beneficiari (Stakeholders)
Cittadini,
Cittadini
con
particolari fragilità, Immigrati,
Associazioni
del
Terzo
Settore, Imprese agricole che
praticano l’agricoltura sociale,
Centri di competenza
Ambiti – Distretti sociali e
socio
sanitari,
Amministrazioni
locali,
Amministrazioni
Pubbliche
che
erogano prestazioni
sociali, Associazioni del terzo
settore,
Associazioni
di
categoria,
Centri
per
l’Impiego, Comuni, Ministero
del Lavoro e delle Politiche
Sociali,
Italia
Lavoro,
Dipartimento Politiche per la
Famiglia
–
PDCM,
Dipartimento Pari Opportunità,
Consigliera Nazionale di
Parità, Min. della Salute, Min.
delle Infrastrutture e dei
Trasporti, Istat, Unità sanitarie
locali.
36
Grazie per l’attenzione
37
Scarica

programmazione 2014-2020