I Promessi Sposi
di Alessandro Manzoni
AMBIENTAZIONE
La ‘storia milanese’
si svolge dal 1628 al 1630 in
Lombardia durante
l'occupazione spagnola,in un
clima di oscurantismo
culturale e giudiziario. La
storia dei due innamorati si
intreccia ai grandi eventi
storici che lacerano il
territorio milanese negli anni
1628-39.
Fu il primo esempio di romanzo
storico della letteratura
italiana.
TRAMA
La storia vera e propria si svolge in 38 capitoli,
suddivisi in 4 tomi disparati:
1. I-VII dal 7 al 10 novembre 1628
2. IX-XVII dall’11 al 13 novembre
3. XVIII-XXVII dal 13 novembre al 18 dicembre
4. XXVIII-XXXVIII dal 14 settembre 1629 al 25
agosto 1630
I-VII
Nel primo gruppo, il meccanismo narrativo è messo in moto dall’impedimento che il
signorotto del luogo, don Rodrigo, oppone al matrimonio di Renzo e Lucia, i due
protagonisti dell’opera. Tramite i suoi bravi, Don Rodrigo impone al curato, Don
Abbondio di impedire il matrimonio tra Renzo e Lucia. Ma Renzo, che ha
strappato a Perpetua, la governante del curato, il segreto, dopo un tentativo
inutile presso il dottor Azzeccagarbugli, subdolo e succube dei potenti, viene
consigliato da Agnese, madre di Lucia, di architettare un matrimonio di sorpresa.
Intanto Padre Cristoforo, simbolo concreto di un cristianesimo professato e
vissuto, affronta don Rodrigo nel suo palazzo. Si apre la notte ‘degli imbrogli’:
don Abbondio riesce a sventare il matrimonio di sopresa. I due innamorati e
Agnese lasciano il paese, aiutati da padre Cristoforo,che ha preparato per loro un
temporaneo rifugio.
Abbandonato il paese natale i due innamorati si separano:
Lucia è diretta a Monza mentre Renzo a Milano.
IX-XVII
Lucia e Agnese si fermano a Monza, nel convento dove vive la monaca Gertrude, di
cui Manzoni si sofferma a narrare la storia. A Milano, Renzo,invece, viene coinvolto
nei tumulti popolari di rivolta contro i fornai: arrestato, fugge verso il territorio
della Repubblica di Venezia e trova ospitalità in un paese bergamasco presso il
cugino Bartolo.
XVIII-XXVII
Don Rodrigo,viene a conoscenza del luogo dove ha trovato rifucio Lucia, intende farla
rapire con la complicità di Gertrude e dell’innominato, un potente malfattore della
zona. Lucia, in una stanza del castello, terrorizzata fa voto dalla Madonna di
verginità ma, una profonda crisi morale, rimorsi e la paurosa prospettiva della
morte dell’innominato rovesciano la vicenda: Egli prova conforto nelle parole di
Grazia dell’arcivescovo Borromeo e fa liberare Lucia, che viene affidata alle cure di
una nobildonna milanese, di ‘pelosa’ carità, donna Prassede.
XXVIII-XXXVIII
Negli ultimi capitoli dell’opera, i fili dispersi si ricongiungono e riappaiono insieme.
Sullo sfondo della vicenda, le già misere condizioni della popolazione sono
aggravate dalla peste e dalla guerra. Renzo, guarito dalla peste, raggiunge Milano
alla ricerca di Lucia. Nel lazzaretto ritrova padre Cristoforo e infine Lucia,anch’essa
convalescente dalla peste. Ma nel lazzaretto, si trova anche don Rodrigo, ormai
morente che induce Renzo al perdono. Padre Cristoforo scioglie il voto di castità di
Lucia e Don Abbondio benedirà finalmente le nozze. Il territorio di Bergamo sarà il
teatro del lieto fine: i due promessi sposi si sposeranno. Il Manzoni chiude l’opera
con l’immagine di una famigliola serena.
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