L’agricoltura siciliana in crisi
La tempesta finanziaria mondiale degli ultimi
tre anni, con la conseguente caduta della
domanda e dei prezzi dei prodotti alimentari,
ha ulteriormente aggravato le situazioni di crisi
che attanaglia l’agricoltura siciliana da oltre un
decennio.
Diverse sono le cause esterne
alla regione, come diverse
sono le cause interne, ma in
generale esse possono
ricondursi ad un unico
processo: la globalizzazione
Prima di entrare nel merito di questo
processo, vale però la pena di inquadrare il
sistema agricolo regionale con i dati più
recenti, a cominciare dal Censimento 2010.
(Le successive elaborazioni grafiche sono tratte dalle presentazioni dell’Ufficio Regionale di Censimento:
http://censimentoagricoltura.istat.it/index.php?id=58)
 Alla data del 24 ottobre 2010 in Sicilia risultano attive 219.581
aziende agricole e zootecniche (il 13,5% dell’Italia, seconda regione
dopo la Puglia) di cui 14.881 (7,1%) con allevamento di bestiame. Nel
complesso, la Superficie Aziendale Totale (SAT) risulta pari a
1.545.977 ettari (8,9% dell’Italia) e la Superficie Agricola Utilizzata (la
più estesa SAU, fra le regioni) ammonta a 1.384.043 ettari (10,7%).
Aziende: -37,1%
SAU: + 8,2%
Aziende
Province e
Regioni
SAT: +6,2%
SAU
2000 assolute
Variazioni
Var.
%
349.134 -129.553 -37,1
1.384.043 1.279.718 104.325
Mezzogiorno 976.514 1.387.316 -410.802 -29,6
SICILIA
ITALIA
2010
219.581
Variazioni
2000 assolute
Var.
%
SAT
1.630.420 2.405.453 -775.033 -32,2
2000
Variazioni
assolute
Var.
%
8,2
1.545.977 1.455.456
90.521
6,2
6.075.342 5.871.402 203.940
3,5
7.433.764 7.737.791
-304.027
-3,9
12.885.186 13.183.407 -298.221
-2,3
17.277.023 18.775.271 -1.498.248
-8,0
2010
2010
 Per le superfici, la variazione della Sicilia è di segno opposto a quella
dell’Italia, e determina una dinamica più accentuata della dimensione media
 La dimensione media aziendale è cresciuta notevolmente, passando da 3,67 ettari
di SAU per azienda a 6,32 ettari nel 2010 (+72,2%). Si tratta di un incremento
maggiore della media nazionale (44,4%)
SAU media
2010
2000
Var. %
SAT media
2010
2000
Var. %
SICILIA
6,32
3,67
72,21
7,05
4,17
69,06
ITALIA
7,93
5,49
44,44
10,61
7,81
35,85
 La riduzione delle aziende è da porre in relazione, oltre che a fattori
economici, alla maggiore accuratezza ed ai diversi criteri di compilazione
degli archivi amministrativi da cui sono tratte le liste precensuarie. La
crescita delle superfici si spiega con le misure della Politica Agricola
Comunitaria (PAC) che in Sicilia hanno fatto emergere uno scenario più
reale dell’organizzazione economica delle aziende.
 Dal 2000 ad oggi si sono susseguite tre riforme (Agenda 2000, riforma
Fischer ed Health Check) che hanno rinnovato profondamente la PAC con
strumenti quali il pagamento unico aziendale (Pua), indipendente dalla
produzione e l’imposizione di vincoli finalizzati al benessere animale ed alla
tutela ambientale con particolare riferimento alle condizioni agronomiche.
 Il confronto con il 2000 rivela una forte riduzione delle aziende
agricole di minori dimensione (<10 ha) ed un incremento di quelle
maggiori (>10 ha).
Tavola 3 - Aziende in complesso e SAU totale per classi di Superficie Agricola Utilizzata. Anni 2000 e 2010
Classi di Superficie
Aziende
2010
Aziende
2000
Variazioni
assolute
Variazioni
%
SAU 2010
SAU 2000
Variazioni
assolute
Variazioni
%
609
488
121
24,8
Meno di 1,00
71.737
166.868
-95.131
-57,0
39.495,9
77.044,0
-37.548,1
-48,7
1,00 - 1,99
44.989
67.256
-22.267
-33,1
62.197,6
93.960,4
-31.762,8
-33,8
2,00 - 4,99
49.259
63.724
-14.465
-22,7
154.078,0
198.422,2
-44.344,2
-22,4
5,00 - 9,99
23.305
26.350
-3.045
-11,6
161.398,6
180.861,9
-19.463,3
-10,8
10,00 - 19,99
14.438
13.372
1.066
8,0
199.351,3
183.634,7
15.716,6
8,6
20,00 - 29,99
5.621
4.570
1.051
23,0
135.678,5
110.334,3
25.344,2
23,0
30,00 - 49,99
4.602
3.497
1.105
31,6
174.829,1
132.908,1
41.920,9
31,5
50,00 - 99,99
3.148
2.169
979
45,1
213.197,1
146.834,0
66.363,1
45,2
100,00 ed oltre
1.387
840
547
65,1
241.391,0
155.718,2
85.672,8
55,0
219.095
349.134
-130.039
-37,3
1.381.617,0 1.279.717,8
101.899,2
8,0
Agricola Utilizzata
(in ettari)
Senza Sau
Totale
 Le aziende <10 ha. passano dal 93,0% all’86,7%. La loro incidenza
sulla SAU totale si riduce dal 43,0% al 30,2%
 Le aziende >50 ha. passano dallo 0,9% al 2,1%. La loro incidenza
sulla SAU totale aumenta dal 23,6% al 32,9%
Aziende per superficie agricola utilizzata - anno 2010
Aziende per superfice agricola utilizzata - anno 2000
meno di 10,00
24%
30%
33%
43%
10,00 - 49,99
37%
50,00 e più
33%
 Si può assimilare questo trend ad un processo di concentrazione dell’attività
agricola e zootecnica in unità di maggiore dimensione che sta avvicinando la
Sicilia ad altri contesti territoriali, ma questa deduzione necessita di ulteriori
informazioni sui mezzi impiegati e sulle caratteristiche tecniche delle aziende
Le principali variazioni nelle coltivazioni dei terreni agricoli
 Un incremento della SAU a seminativi del 5,4% è l’effetto di una notevole
riduzione dei cereali (-12,9%) e di un aumento delle foraggere (53,5%). Fra le
legnose agrarie (-4,3%), si registra una riduzione della superficie a vite (-9,5%) ed
un aumento di quella olivicola (3,5%), mentre arretra la SAU degli agrumi (-2,3%)
e quella frutticola (-13,8%). Un notevole incremento di “prati permanenti e
pascoli” (33,5%) rispetto al 2000 è da far risalire alle specifiche misure della PAC
che hanno incentivato allevamenti più sostenibili e si concentra nei territori più
vocati a questa attività
Superficie investita (ha) per tipo di coltivazioni. Anni 2000 e 2010
400.000
350.000
2010
300.000
2000
250.000
200.000
150.000
100.000
50.000
0
Cereali
Foraggere
avvicendate
Ortive
Vite
Olivo
Agrumi
Fruttiferi
 Le aziende con allevamenti si riducono in Sicilia da 18.306 a 14.881.
Anche per il settore zootecnico i dati provvisori segnalano comunque
una crescita dimensionale, dato che il numero di capi è in aumento
nelle tipologie più significative.
Allevamenti di bovini in Sicilia: confronto 2010-2000
Il comparto zootecnico ha subito profonde trasformazioni nell’ultimo decennio che, in
risposta a norme e politiche di settore, hanno determinato importanti innovazioni di
processo, in termini di requisiti igienici e sanitari e di registrazione dei capi allevati. Si
sono così ritirate le aziende non adeguate, è quasi scomparsa la caseificazione in proprio
e si sono di molto ridotti i macelli comunali: tutti fattori di concentrazione che hanno
favorito la crescita della dimensione media registrata dal censimento.
Forme di conduzione
 La struttura agricola e zootecnica, continua a basarsi sulla conduzione
individuale o familiare (92,2% delle aziende). Tale quota è però in
diminuzione (era 93,7% nel 2000) ed è per riflesso in aumento la
percentuale di aziende condotte con salariati (dal 6,2 al 7 per cento).
 Il confronto in termini di superficie è ancora più significativo, dato che
le aziende con salariati coprono nel 2010 il 16,8% della SAU, contro il
12,2% del 2000.
Tavola 7 - Aziende in complesso e Superficie Agricola Utilizzata per forma di conduzione. Anni 2000 e 2010
Forma di conduzione
Conduzione diretta del coltivatore
Conduzione con salariati
Altra forma di conduzione
Totale
Aziende
2010
202.087
15.281
1.727
219.095
Aziende Comp. Comp.
2000 % 2010 % 2000
327.226 92,2
93,7
21.726
7,0
6,2
182
0,8
0,1
349.134 100,0 100,0
Comp. Comp.
% 2010 % 2000
1.130.397 1.121.475 81,8
87,6
231.746 156.619 16,8
12,2
19.475
1.624
1,4
0,1
1.381.617 1.279.718 100,0 100,0
SAU 2010 SAU 2000
Titolo di possesso
 La SAU in affitto cresce da 46 mila a 172 mila (272%) rispetto al 2000,
quella in uso gratuito aumenta da 18 mila a 61 mila circa (227%). Si
tratta di incrementi molto superiori a quelli medi nazionali (52,4 e 76,6
per cento rispettivamente) e si spiegano con la creazione di nuove
aziende a seguito di specifiche misure incentivanti della PAC (es.
«insediamento giovani agricoltori»).
Conduttori per età
 Cresce lievemente l’incidenza delle classi di età fino a 49 anni (dal 24,8
al 27,7 per cento dei conduttori). Alla riduzione del peso delle classi più
anziane fa contrasto l’incremento dei >80
 Il dato più significativo fra quelli sopra riportati, la crescita della
dimensione media delle aziende, sembra avvicinare la Sicilia
all’agricoltura più professionale di altri contesti territoriali.
 Si aggiunge a questo dato l’incremento delle aziende con salariati, la
crescita delle superfici in affitto e quella degli allevamenti più
sostenibili.
 Ma questi cambiamenti sono più il riflesso di specifiche misure della
PAC, che gli effetti di una spontanea tendenza al rafforzamento della
struttura produttiva.
 Quest’ultima si è anzi indebolita, come risulta evidente dai dati
economici più generali.
Vediamo quali …
I fattori della crisi
 La globalizzazione dei mercati, con sempre minori vincoli e protezione
e con aumento esponenziale della competitività fra imprese
(multinazionali) e fra paesi, è dilagata come conseguenza della
evoluzione delle politiche internazionali e specialmente di quelle
espresse negli accordi GATT e nella istituzione del WTO
800,000
World agricultural export
volume (mln $)
700,000
600,000
500,000
400,000
300,000
200,000
100,000
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
FAOSTAT | © FAO Statistics Division 2012 | 17 February 2012
2007
2008
2009
La Politica Agricola Comunitaria da un forte sostegno ai prezzi dei prodotti
e da pesanti interventi di mercato è passata al pagamento unico aziendale
(disaccoppiato) ed alla piena libertà imprenditoriale.
La profonda e diversificata evoluzione della domanda alimentare, in special
modo nei paesi ad economia avanzata, ha provocato il mutamento negli stili di
vita e di consumo e la richiesta sempre più esigente di sicurezza, qualità,
trasparenza di informazione e rispetto e tutela dell’ambiente
Il numero di aziende biologiche ha avuto un andamento altalenante nel corso
degli anni, a causa delle dinamiche dei contributi comunitari per l’agro-ambiente.
Per questo, data la domanda crescente, è cresciuto il numero di importatori
Andamento del numero degli operatori biologici in Italia per tipologia
Fonte: SINAB – MiPAAF (elaborazioni su dati OdC)
I fenomeni appena accennati si sono accompagnati, a un profondo cambiamento
nella funzione della distribuzione, dove il peso delle grandi aziende è cresciuto
notevolmente, inducendo modifiche dirompenti nella produzione.
Alimentari (Fresco + Confezionato) in Italia - Quote di Mercato %
Fonte: Federdistribuzione «Mappa del sistema distributivo italiano»
Il Sistema Agroalimentare
 La domanda del consumatore si orienta verso prodotti confezionati ed
etichettati, rilevanti nelle quantità, differenziati nella gamma tipologica, di
qualità costante e garantita, consegnati con puntualità e con calendario
piuttosto ampio.
 Ne deriva un approccio fra le imprese della filiera opposto alla logica
tradizionale di domanda/offerta, basata su politiche orientate al prodotto,
ovvero quasi esclusivamente alle sue caratteristiche tecniche, e si
affermano sempre più, nei rapporti produttivi e commerciali, politiche di
impresa definite in rapporto alle esigenze di marketing.
 Sono dunque ormai i settori agricolo e industriale, o per meglio dire
l’impresa agricola e l’industria agroalimentare, a dover rapportarsi ed
adeguarsi alle condizioni imposte dalle imprese distributive, le quali per
effetto della globalizzazione diventano sempre più società multinazionali.
La struttura dei mercati
 Aspetto ancora più importante è il differente grado di concentrazione.
 Sui mercati in cui gli agricoltori acquistano: in Italia 1,6 milioni circa di aziende
(97,1% individuali) fronteggiano un’offerta di fitofarmaci in cui la metà della
distribuzione nazionale è commercializzata dal 9 per cento delle imprese e
fronteggiano un’offerta di sementi in cui il 6 per cento delle imprese commercializza
quasi il 50 per cento della distribuzione totale nazionale
Indice di
concentrazione:
imprese distributrici di
fitofarmaci e sementi Anni 2003-2009
(0= fenomeno
equidistribuito;
1= massima
concentrazione)
Fonte: ISTAT, «Indagine
conoscitiva sulla situazione dei
mercati delle sementi e degli
agrofarmaci»
La struttura dei mercati
 Sui mercati in cui gli agricoltori vendono: ogni agricoltore produce una quota molto
bassa della produzione totale e pertanto non ha alcuna influenza sul prezzo. Al
contrario, le imprese della trasformazione e, ancor più quelle della distribuzione,
detengono una quota di mercato sufficientemente grande da influire sul prezzo .
Dinamica degli indici ISTAT dei prezzi nelle diverse fasi di commercializzazione
Fonte: ISTAT; 1980= 100
Per tutti i fattori citati, la ragione di scambio, ovvero il rapporto tra l’indice dei
prezzi dei prodotti venduti e l’indice dei prezzi dei prodotti acquistati dagli
agricoltori, a partire dal 2003 è peggiorata. Questo peggioramento è stato
determinato dapprima dalla diminuzione dei prezzi dell’output (tra il 2003 e il
2005) e poi da una dinamica dei prezzi dell’input relativamente crescente nel 20082010.
Indice dei prezzi dei prodotti agricoli: output, input e ragione di scambio output/input – Anni 2000-2010 – (Anno
2000=100 - variazione percentuale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente)
Fonte: ISTAT, «Indagine
conoscitiva sulla situazione
dei mercati delle sementi e
degli agrofarmaci»
Una soluzione di contenimento dei costi: il lavoro immigrato
 Secondo stime dell’INEA*, relative al 2008, operano in Sicilia circa 8.500 lavoratori
extracomunitari e neo - comunitari impiegati in agricoltura che hanno prestato
complessivamente poco più di 1 milione di giornate lavorative, sui circa 3 milioni
della manodopera extrafamiliare. Le giornate lavorative svolte dai soli lavoratori
extracomunitari, al netto cioè di quelle prestate da lavoratori polacchi e rumeni
(pari a 188.900), ammontano complessivamente a 833.800.
 Mediamente poco più della metà è vincolata ad un regolare contratto di lavoro e
riceve un compenso pari al salario sindacale. Per alcuni comparti, quali
l’orticoltura protetta, la trasformazione di ortofrutta e l’agriturismo, si registra una
maggiore incidenza dei contratti regolari. Un numero ancora consistente di
extracomunitari viene impiegato stagionalmente e con compensi lontani
dall'effettivo salario sindacale
 Il flusso di manodopera extracomunitaria impiegata in agricoltura in Sicilia ha
però avuto, con la crisi, una battuta di arresto. La difficoltà di assorbimento è
stata avvertita in quasi tutti i comparti agricoli.
* Vedi : INEA «L’impiego degli immigrati extracomunitari nel settore dell’agricoltura in Sicilia». Sta in
http://www.inea.it/sedi_regionali/sicilia/it/
La riduzione dei margini operativi per i produttori si evidenzia anche in Sicilia
nell’andamento contrastante di Produzione lorda vendibile e Consumi intermedi
che, a partire dal 2003, ha determinato una contrazione del Valore aggiunto
settoriale.
Sicilia: andamento dell'agricoltura negli anni 2000 (migliaia di euro
5,000,000
4,500,000
4,000,000
Produzione della
branca agricoltura,
silvicoltura e
pesca
3,500,000
3,000,000
Consumi
intermedi
(compreso Sifim)
2,500,000
2,000,000
1,500,000
Valore aggiunto
della branca
agricoltura,
silvicoltura e
pesca
1,000,000
500,000
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica della Regione su dati ISTAT
2007
2008
2009
2010
La riduzione è più sentita nell’Isola perché il peso relativo dell’attività agricola è qui
maggiore che altrove ….
20.0%
Percentuale di V.A. delle regioni sul totale dell'Italia - Anno 2009
15.0%
10.0%
5.0%
0.0%
Fonte: Elaborazioni Ufficio Statistica della Regione su dati ISTAT
Quota VA totale
Quota VA agricoltura
…ed è però più frammentata la struttura produttiva e meno diffusa di
capacità di competere. Secondo il CORERAS* l’agricoltura siciliana, ancor
oggi, realizza ai fini commerciali essenzialmente due tipologie di
produzione:
 «L’agricoltura settore», la più tradizionale, limita la sua attività alle
derrate agricole di massa adotta nei processi anche tecnologie
industrialmente moderne per la produzione e per la difesa del
prodotto, ma non estende questi processi, in tecnologia e soprattutto
in organizzazione, fino alla fase finale del prodotto finito e pertanto
opera nei canali commerciali lunghi (produzione-intermediazionedettaglio).
 Questa Sicilia agricola tradizionale rappresenta la parte preponderante
della produzione: in quantità l’85-90%, in valore il 70-75% della
produzione agricola di base. La struttura produttiva è costituita
dall’azienda agricola individuale, condotta da agricoltori in età
avanzata.
* Consorzio regionale per la ricerca applicata e la sperimentazione. Vedi : A. Bacarella ,»Riflessioni sul sistema
agroalimentare siciliano» in http://www.coreras.it/Articoli.asp
…Solo in alcuni comparti (specialmente il vitivinicolo) si riscontra
l’organizzazione associativa, che però (fatte poche e talvolta importanti
eccezioni) adotta processi di lavorazione che si limitano alle prime fasi
della trasformazione industriale e/o del commercio; e pertanto, pur
concentrando l’offerta del prodotto primario, non opera nei mercati esteri
e non adotta politiche di qualità e di marketing.
 Questa è la Sicilia agricola che per sopravvivere ha dovuto basare la
sua operatività sugli aiuti regionali e comunitari previsti dalle politiche
agricole e dalle organizzazioni comuni di mercato (OCM) sui prodotti
* Consorzio regionale per la ricerca applicata e la sperimentazione. Vedi : A. Bacarella ,»Riflessioni sul sistema
agroalimentare siciliano» in http://www.coreras.it/Articoli.asp
…
 L’altra, è l’agroalimentare sistema orientato al marketing che organizza processi
di filiera fino alla realizzazione del prodotto confezionato, spesso certificato, per
il consumatore ha dimensioni di offerta o immette nel mercato prodotti di
qualità tali da operare nei canali corti (produzione confezionata-grande
distribuzione organizzata) e/o direttamente nei canali HORECA (in diverse
tipologie di ristorazione e catering); ha come mercati di riferimento quello
nazionale e per quote anche rilevanti quelli esteri, realizza prodotti di qualità e
valorizza i prodotti tipici, tradizionali, storici, ecc.; valorizza con la
multifunzionalità i beni ambientali e culturali, l’artigianato, il turismo
enogastronomico, l’agriturismo. Questa Sicilia agroalimentare rappresenta in
quantità il 10-15% ed in valore il 25-30% della produzione agricola di base.
La crisi strutturale ed economica riscontrabile in tutti i comparti dell’agricoltura
regionale ha dunque come causa primordiale il lentissimo passaggio evolutivo da
agricoltura-settore a agroalimentare-sistema.
Politiche possibili e nuova PAC
 Rafforzare il sistema produttivo per prepararlo a reggere future fasi
difficili legate alla crescente riduzione delle protezioni e alla maggiore
volatilità dei prezzi.
 L’agricoltura delle piccole aziende deve rafforzare il suo potere contrattuale
concentrando l’offerta, migliorandola, standardizzandola, razionalizzandola
entrando nei circuiti distributivi.
 Questi processi non sono accessibili solo alle grandi aziende capitalistiche, ma
anche alle piccole aziende, se si consorziano.
.
.
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agricoltura siciliana in crisi - Rifondazione Comunista Sicilia