EventeoFormativo
11 gennaio 2013
IPSIA Castigliano
“Stress Lavoro-Correlato e
Mobbing nella Scuola”
Relatore
Dott.ssa Patrizia GAROFANO

Psicologa specialista in
– “Psicologia Clinica”
– “Psicologia Giuridica”




Specializzanda in Psicoterapia Breve Strategica
Counselor
Mediatrice
Formatrice
LO STRESS
La sindrome generale di adattamento
STRESS
Hans Seyle
Selye definisce lo stress come: la “risposta
generale aspecifica a qualsiasi richiesta
proveniente dall’ambiente”
In base a queste osservazione tale sindrome era
da considerarsi una risposta aspecifica
dell’organismo, tesa a ripristinare il normale
equilibrio perturbato da fattori esogeni ed
endogeni
Nell’idea di Selye la reazione di stress si articola in
tre fasi fondamentali costitutive della Sindrome
Generale di Adattamento



FASE DI ALLARME
FASE DI RESISTENZA
FASE DI ESAURIMENTO
Gli stressor turbano l’omeostasi dell’organismo
inducendolo a reagire per arginare la minaccia
Le fasi dello stress
CONTROSHOCK
stato
normale
SHOCK
fase di
ALLARME
fase di
RESISTENZA
fase di
ESAURIMENTO
1 - Fase di allarme
Questa fase è promossa dagli stressors (fisici, biologici e psicosociali)
L’organismo riconosce il pericolo insito nello stimolo, e immette nel flusso
sanguigno due ormoni, adrenalina e noradrenalina, che hanno il compito di
scatenare una reazione immediata del SNA.
La fase d’allarme viene suddivisa in due momenti successivi
Fase dello “shock”
Fase del “controshock”
la resistenza dell’organismo si
abbassa, l’individuo accusa il
colpo e subisce passivamente
l’azione dell’agente stressante
mobilitazione delle risposte
aspecifiche dell’organismo e
reazione del sistema
neurovegetativo
2 - Fase di resistenza
La fase di resistenza è correlata alla durata dello stato di stress;
è soprattutto uno stress prolungato che richiede la messa in atto
di questa fase
Questa fase è anche detta
“fase di adattamento “
Perché in essa l’organismo si adatta allo stressor
Attivazione delle reazioni
aspecifiche, determinate
da stressors protratti nel
tempo, che consentono
all’organismo
di resistere
È la fase caratterizzata
dall’organizzazione e dalla
stabilizzazione delle attività di
cui l’organismo necessita per
salvaguardarsi dagli agenti
nocivi
3 - Fase di esaurimento
Riduzione delle capacità adattive dell’organismo causata del
perdurare degli stressors
Uno stressor che si prolunga nel tempo provoca il fallimento
delle reazioni di adattamento predisponendo l’individuo allo
sviluppo di malattie
L’organismo risulta scoperto davanti a successivi attacchi
stressogeni e sarà soggetto all’insorgenza di fenomeni
patologici di varia natura
Questa fase può comparire più o meno tardivamente
e può anche non verificarsi, qualora lo stress si esaurisca
in tempo utile
Come si manifesta lo Stress
QUANDO LA TENSIONE RAGGIUNGE
LIVELLI CRITICI:
RISPOSTE FISIOLOGICHE
Emicrania, stanchezza, mal di schiena, disturbi alimentari,
irrequietezza, disturbi digestivi, impotenza, eccessiva
sudorazione, tic, nevrosi, sonno irregolare, etc.
RISPOSTE PSICOLOGICHE
Ansia, suscettibilità, tristezza, irritabilità, mancanza di
fiducia, infelicità, distacco affettivo, difficoltà ad
affrontare le situazioni della vita normale, etc.
RISPOSTE COMPORTAMENTALI
Fumo eccessivo, isolamento, frequenti dimenticanze o
conflitti, assenteismo, indifferenza verso gli altri, etc.
Stress
È UNO STATO FISIOLOGICO NORMALE
non può e non deve essere evitato
Non si può evitare lo stress, ma lo si può
affrontare in modo efficace e trarre vantaggio
dalla conoscenza dei suoi meccanismi
STRESSOR
Accadimenti, cause, agenti nocivi in grado
di indurre la “G.A.S.”
Stressor Prossimali
Inducono una risposta di stress
sulla base di una componente
fisicamente misurabile.
• Stress fisici
• Stress metabolici
• Stress psicologici
• Stress psicosociali
La loro
frequenza,
durata e
intensità
condizionano
fortemente
l’entità della
risposta
GLI STRESSOR PROSSIMALI
non sono gli unici ad essere in grado
di attivare una risposta di stress
Stressor Distali
Inducono una risposta di stress sulla base della
risonanza psicologica soggettiva che sono in
grado di determinare.
Lazarus (1966) è tra i primi autori a mettere in evidenza
l’importanza della condizione psicologica e cognitiva del
fenomeno stress
Lo stress psicologico è un particolare tipo di rapporto
tra la persona e l’ambiente, un rapporto valutato dalla persona come
gravoso o superiore alle proprie risorse
Egli mette in evidenza l’importanza della condizione soggettiva
con cui l’evento stressante viene vissuto
Si focalizza l’attenzione sulla valutazione della situazione da parte della
persona e sulla funzione della frustrazione e del conflitto quali elementi
importanti nel produrre stress
Il conflitto viene percepito quando si verifica la presenza simultanea di due o più
traguardi tendenzialmente incompatibili
La frustrazione si verifica perché per raggiungere un traguardo inevitabilmente se
ne escluderà un altro
Tipologie di stress
EUSTRESS o stress acuto
STRESS POSITIVO (assume un significato positivo):
È la complessa reazione dell’intero organismo che lo spinge ad agire
con prontezza, concentrazione ed efficacia in tempi relativamente brevi
E’ la condizione nella quale l’attivazione biologico comportamentale,
indotta dallo stimolo stressante, si instaura rapidamente e si esaurisce
in breve tempo, con ritorno alla condizione di baseline
L’eustress è la risultante dell’energia ben mirata e utilizzata al fine di
raggiungere degli obiettivi che l’individuo si pone
L’attivazione complessiva dei vari piani psicobiologici, dai sistemi
progettuali ai sistemi motori, si esaurisce una volta affrontato il
problema legato all’evento
Tipologie di stress
DISTRESS o stress cronico
STRESS NEGATIVO (assume un significato negativo):
la condizioni di attivazione permane anche in assenza di eventi
stressanti; l’organismo reagisce a stimoli lievi in maniera
sproporzionata, come se fosse in presenza di situazioni altamente
pericolose e dannose alla sua sopravvivenza
il DISTRESS viene definito proprio come un’alterazione permanente della
risposta di stress, un’attivazione dell’organismo che permane anche
in assenza di eventi stressanti, una reazione spropositata a stimoli
lievi
Si generano stati di ansia, rabbia e sensi di colpa che potranno
ripercuotersi sull’organismo in modo negativo.
Lo stress cronico è direttamente correlato all’insorgenza di disturbi
cardiovascolari come l’ipertensione, l’ ischemia o l’infarto
Lo stress lavorativo
GESTIONE DELLO STRESS
SUL LAVORO
Le strategie di Coping
Particolari
meccanismi di difesa
che consentono agli
individui di gestire
situazioni percepite
come avverse o
pericolose
Insieme di strategie
di fronteggiamento e controllo
delle potenziali fonti di stress
“To cope” letteralmente significa far fronte, tener testa.
“l’insieme dei processi cognitivi che pongono le premesse per un
adattamento/cambiamento dell’ambiente da parte dell’individuo”
STRATEGIE DI COPING
Problem Focused:
Tipologie di risposta che
tendono alla risoluzione
diretta e immediata
dell’impatto negativo di un
problema
Strategie miranti al
cambiamento esterno ovvero
alla modificazione della
situazione, ma anche al
cambiamento di se stessi
Esempi: imparare ad utilizzare
nuove abilità personali
Emotional Focused:
Strategie orientate alla gestione
dello stress emotivo, cioè alla
riduzione o alla modificazione
dei sentimenti negativi che
derivano da una situazione di
minaccia
Esempi: distrazione, attenzione
selettiva, capacità di minimizzare o
di evitare in seguito quella stessa
situazione che ha creato esperienze
emotive di malessere
Coping Reattivo vs Proattivo

Coping reattivo: insieme di
strategie cognitive e
comportamentali che l’individuo
mette in atto per compensare,
eliminare, ridurre o
modificare gli eventi
stressanti incombenti.
Coping proattivo (Greenglass,
2000): possibilità di eliminare
una notevole quantità di stress
prima ancora che si verifichi.
Possono inoltre essere individuate delle Risorse che l’individuo
ha a disposizione per gestire le situazioni stressanti:
“le fonti di resilienza”
Tali fonti possono essere:
 Esperienze passate
 Informazioni che provengono dall’ambiente
 Risorse materiali
 Salute ed energia
 Risorse psicologiche e in particolare:
• l’attitudine sociale
• l’attitudine a risolvere i problemi
• le risorse legate alla personalità dell’individuo
Lo Stress Lavoro-Correlato
NELLA SCUOLA
La valutazione dei rischi SL-C è obbligatoria anche
per le scuole, così come è obbligatorio, nei casi in cui si
dimostri necessario, adottare specifiche ed adeguate
misure di prevenzione.
Ogni dirigente scolastico, responsabile della salute e
sicurezza di tutti i suoi lavoratori, deve essere
consapevole che un contesto lavorativo caratterizzato
da un buon livello organizzativo e, nel contempo,
capace di tutelare e di valorizzare il capitale umano a
disposizione, favorisce la crescita dell’istituzione
scolastica in termini di qualità dell’offerta formativa, di
sviluppo e ricerca didattica, di ampliamento delle iniziative
e delle attività, di coerenza dei messaggi educativi, di
apertura al territorio e alle scuole vicine, ecc., con indubbi
vantaggi in termini d’immagine e di credibilità, sia
interna che esterna.
L’obiettivo di questo processo di crescita è la
prevenzione del disagio e la promozione del
benessere organizzativo, al quale deve tendere ogni
organizzazione del lavoro complessa, come certamente è
la scuola.
Questo obiettivo si basa su diverse parole chiave, alcune
delle quali, riferite alla scuola, vale la pena citare:

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
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
confort ambientale
chiarezza e condivisione degli obiettivi del lavoro
valorizzazione ed ascolto delle persone
attenzione ai flussi informativi
relazioni interpersonali e riduzione della conflittualità
operatività e chiarezza dei ruoli
equità nelle regole e nei giudizi
MOBBING
MOBBING
Il mobbing è un insieme di comportamenti violenti
(abusi psicologici, angherie, vessazioni,
demansionamento, emarginazione, umiliazioni,
maldicenze, ostracizzazione, etc.) perpetrati da parte
di uno o più individui nei confronti di un altro
individuo, prolungato nel tempo e lesivo della dignità
personale e professionale nonché della salute
psicofisica dello stesso.
TO MOB: assalto, accerchiamento di
gruppo
Il mobbing ha radici profonde, è caratterizzato da
un’azione sistematica, premeditata ai danni di una
vittima ben precisa, con l’intento di danneggiarla o
allontanarla.
Una condizione importante per parlare di mobbing è il
requisito temporale: le violenze psicologiche
devono essere regolari e, sistematiche, frequenti
e durane nel tempo (almeno 6 mesi).
Conflitto vs Mobbing
Non esistono rapporti professionali privi di confitto,
inteso in senso dialettico come differenza di vedute.
Se il clima lavorativo è sano questi conflitti producono
scambi di idee, miglioramenti, mediazioni. Al
contrario un ambiente lavorativo disfunzionale non
accetta il conflitto e neppure l’idea della divergenza di
opinioni, sono questi gli ambienti in cui nasce e si
radica il mobbing. Un conflitto non risolto, spesso
risultato di rivalità ed invidie, è la tipica situazione che
porta a cercare un capro espiatorio su cui riversare
tutte le colpe e catalizzare l’insoddisfazione dei
colleghi.
Mobbing = Malattia Relazionale
In una scuola in cui si verifica anche un solo fenomeno
di mobbing tra docenti è alta la probabilità di
riscontrare situazioni di disagio nelle classi, quali
emarginazione, bullismo, prepotenze, violenze
psicologiche e fisiche. Non è un ambiente sereno
per nessuno: non lo è per i docenti e tanto meno per
gli alunni.
Il mobbing può essere considerato una “malattia
relazionale” che investe la scuola e che mette in
pericolo gli alunni, poiché questi potrebbero, loro
malgrado, essere coinvolti in tale ragnatela di relazioni
velenose.
TIPI DI MOBBING

Mobbing orizzontale: tra colleghi con pari
mansioni.

Mobbing verticale: tra persone con
posizioni gerarchiche diverse.
up-down
down-up
Il mobbing verticale
Nella scuola il mobbing verticale può
assumere due forme:
 Mobbing esercitato dal dirigente o un
suo vicario nei confronti di un insegnate
 Mobbing esercitato da un docente nei
confronti di un alunno.
Il mobbing esercitato dal dirigente o un suo
vicario nei confronti di un insegnatesi
manifesta attraverso:






Attacchi verbali immotivati, anche di fronte ai colleghi;
Ironia e messa alla berlina, anche se scherzoso e
paternalistico, nei confronti della persona, del suo lavoro,
delle sue idee;
Lettere di ammonizione o loro minaccia per motivi
infondati;
Messa in condizione che alla persona sia impossibile
esporre il proprio punto di vista durante le assemblee;
Ignorare in modo ostentato la persona, non rivolgerle il
saluto, farla sentire “non desiderata”.
Le parole, le opinioni e le azioni della vittima vengono
SEMPRE fraintese e interpretate nel modo peggiore,
facendola sempre sembrare in malafede nei confronti
dei colleghi.
GLI ATTORI: il mobber
Il mobber è una persona che assume
comportamenti aggressivi, intensifica e
prosegue il conflitto, non mostra senso di
colpa, e tende a colpevolizzare gli altri.
(Walter,1993)
GLI ATTORI: gli spettatori
Gli spettatori sono co-mobber o mobber
indiretti.
Si vedono come mediatori tra i protagonisti
del conflitto, dimostrando una grande fiducia
in sé stessi, ma spesso esprimono
apertamente la loro simpatia per una parte
oppure prendere le distanze da entrambe.
Spesso sono le persone chiave del conflitto.
Le armi del mobbing

Calunnia e pettegolezzo
(fino al punti che la menzogna diventa verità e la
verità diventa menzogna)

Il silenzio

L’ostracismo
(il bullismo degli adulti)
LE FASI
1.
Il conflitto quotidiano: stato latente del conflitto
che è presente ma non esplicitato.
2.
Inizio del mobbing e del terrore psicologico:
strategie di perseverazione attraverso attacchi
ripetuti e continuativi. Si cristallizzano i ruoli.
3.
Errori e abusi: il conflitto esce allo scoperto.
4.
Esclusione dal mondo del lavoro: la vittima
spesso si dimette, ci sono episodi di
assenteismo e di calo della produttività.
Effetti
Il danno esistenziale che ne deriva può
avere una duplice faccia (Doppio
Mobbing):

Personale: perdita di autostima,
di progettualità,…

Sociale: dopo una iniziale
solidarietà c’è disinteresse,
stanchezza ed esasperazione da
parte di chi è indirettamente
coinvolto dai fatti.
Normativa
In Italia non esiste una legge in materia di mobbing
e quindi il mobbing non è configurato come specifico
reato a sé stante. Gli atti di mobbing possono però
rientrare in altre fattispecie di reato, previste dal
codice penale, quali le lesioni personali gravi o
gravissime, anche colpose che sono perseguibili di
ufficio e si ritengono di fatto sussistenti nel caso di
riconoscimento dell'origine professionale della
malattia. La legge italiana disciplina anche il
risarcimento del danno biologico e/o psicologico,
associabile a situazioni di mobbing.
Strumenti di prevenzione
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

confort ambientale
chiarezza e condivisione degli obiettivi del
lavoro
valorizzazione ed ascolto delle persone
attenzione ai flussi informativi
relazioni interpersonali e riduzione della
conflittualità
operatività e chiarezza dei ruoli
equità nelle regole e nei giudizi
COMPLIMENTI!!
… avete saputo
Gestire lo “stress”
di questa lezione!
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