Sinopie per chi ci vorrà essere
Convegno
“La forma della psichiatria:Passione e pratica
Napoli 13 e 14 dicembre 2013
Intervento dedicato a “Fausto Rossano”
wwww.raffaelebarone.it
 I cittadini delle nostre società occidentali appaiono
spiazzati. Vivono la dolorosa sensazione di trovarsi in
un mondo che non padroneggiano, regolato da
dinamiche che sfuggono, in preda a una crisi che non
smette di produrre i suoi effetti. Come possiamo
riposizionarci in modo più attivo di fronte a questo
mondo?
 Non dobbiamo rinunciare ad avanzare un po' di più
nella comprensione del mondo complesso in cui ci
troviamo a vivere. (Zygmunt Bauman).
 Richard Sennett ha parlato di collaborazione aperta
informale
 Vulnerabilità vuol dire che i sistemi di protezione che
garantivano stabilità sociale, culturale, politica,
economica, familiare, terapeutica non sono in grado di
dare la protezione che veniva data in precedenza. E
quindi è tutto un sistema che sta rielaborando sistemi
di variabili: nella fattispecie le terre senza difesa sono
vulnerabili, e la vulnerabilità si esprime in vari campi.
Per quello che riguarda noi cambiano le sindromi.
 Profondi cambiamenti nella cura e nell’assistenza alla
follia sono stato resi possibili se non quando sostenuti
da passione etica e civile (Fausto Rossano)
 Crisi della passione civile.
 La crisi della nostra società prima che economica è
etica.
 Crisi della psichiatria tecnica e ideologica.
 gravi disordini di personalità e patologie di confine
 Problematiche correlate tra salute mentale e giustizia.
 Il disagio adolescenziale come epifenomeno del mal di




vivere
Correlazione fra grave crisi economica e sofferenza
mentale.
Eventi traumatici e emigrazioni di massa.
Infiltrazioni, sempre più diffuse delle mafie nelle istituzioni
e nella economia con relativa violenza
Nuove dipendenze, autolesionismi, sindrome mutanti,
disturbi post-traumatiche da stress.
 Difficoltà dei servizi di ri-pensarsi e praticare salute
mentale comunitaria.
 Difficoltà di incidere sull’allocazione di risorse
economiche parassitarie e speculative.
 Assenza di ricerca finalizzata al miglioramento dei
servizi
 La formazione nei servizi difficilmente coinvolge
operatori, utenti e familiari.
 Il movimento del ”ricovery”
 La nascita di associazioni di utenti
 Le pratiche d’inclusione sociale e lavorative
 Lo sviluppo di modalità operative fondate sui gruppi
(psicoanalisi multifamiliari, gruppi di mutuo-aiuto,
gruppi in SPDC, psicoterapia di gruppo nelle varie
forme).
 La diffusione di gruppi appartamenti o alloggi
sostenuti.
 Ruolo crescente della cooperazione sociale e
dell’associazionismo.
 Gli operatori sociali, sovrastati dalla crisi, esasperano da
una parte un approccio tecnico ai problemi, dall'altra un
approccio tragico. Ora il primo porta a un fallace senso di
onnipotenza
 in un tempo in cui il loro mandato è una delega a
«risolvere» problemi che con i loro strumenti non possono
essere affrontati. Il secondo, nel prendere atto del dramma
dell'esistenza umana in questo momento sociale ed
economico, induce spesso senso di impotenza e inutilità.
Eppure solo una ricombinazione in positivo dei due
approcci può dare
 senso e consistenza a piccoli movimenti locali di
emancipazione in una prospettiva di
«riterritorializzazione» della vita (Benasayag)
I DSM potrebbero ritrovarsi
nelle migliori condizioni
politiche, istituzionali e
professionali, per dare senso ai
cambiamenti epocali in atto ed
alle ripercussioni di questi
cambiamenti nelle nostre
comunità di vita. Ciò rende
necessaria però una costante
opera di ridefinizione e
rinegoziazione collettiva e
comunitaria nella mission di
ciascun singolo servizio, di
ogni singolo Dipartimento così
come del Servizio Sanitario
Nazionale del suo complesso.
Questa opera di cocostruzione collettiva è da
portare avanti attraverso
politiche di concertazione
sociale
sia sui diritti alla cura, alla
casa, al lavoro e più in generale
alla partecipazione sociale,
sia sul ruolo che la salute
mentale deve avere
nell’economia civile delle
nostre comunità,
ma soprattutto sul posto che
deve occupare in queste
comunità chi soffre di grave
patologia mentale.
 La recovery/guarigione riguarda la costruzione di una
vita soddisfacente e dotata di senso così come definita
dalla persone stesse, nonostante la presenza o meno di
sintomi o problemi ricorrenti
La recovery rappresenta un progressivo
distanziamento dalla patologia e dalla malattia verso la
salute e lo stare bene
 Un cambiamento di prospettiva è che le persone
hanno bisogno che venga loro offerta la “speranza” di
ridefinirsi e di determinare la loro vita.
 Sviluppare senso d’identità e di appartenenza alla
comunità e delle relazioni con essa nonostante la
presenza di sintomi o difficoltà persistenti.
 Maturare empowerment
 Tutti hanno dei punti di forza, delle abilità e anche la
capacità di acquisire competenze.
 Gli insuccessi di una persona nel dimostrare la propria
competenza non sono dovuti solo ai deficit
dell’individuo, ma piuttosto al fallimento dei sistemi
sociali nel fornire o creare delle opportunità per
dimostrare e acquisire abilità (apprendere
dall’esperienza).
 L’assistenza viene fornita nell’ambiente naturale della
persona con l’obiettivo di facilitare le relazioni con gli
altri membri della comunità, sviluppare il senso di
cittadinanza, combattere lo stigma e sostenere le
persone ad adattarsi alle persone in difficoltà.
 Attiva percorsi d’inclusione sociale e interventi contro
l’esclusione.
 Interventi di sviluppo di comunità locale.
 Prevede che la persona stia alla guida.
 Gli operatori imparano a non fare niente senza
l’approvazione dell’utente.
 Il processo di riscoperta e ricostruzione di una costante
percezione di sé come agente attivo e responsabile
costituisce una fonte importante di miglioramento.
 Sostenere la persona senza stare né un passo indietro e
né un passo avanti, accettando che possa fare errori e
sbagli.
 Molte persone con disturbi psichiatrici sono stati
abituati dagli operatori a “ricevere” aiuto e a lasciare
che altri prendono le decisioni al loro posto e così si
sentono di non avere molto da condividere.
 Attivare relazioni a doppia direzione operatore-utente
“si da e si riceve”.
 Sviluppare senso di agency e autostima.
 Interventi creati su misura sensibili ai contesti sociali e
culturali.
 Approccio antropologico ed etnopsichiatrico.
 Attenzione alle differenze culturali fra le varie e
differenti etnie, razze, orientamenti sessuali, politici.
 Attenzione alle preferenze degli utenti.
 Apprezzare il contesto di vita della persona,
valorizzando la storia personale, le sue esperienze, i
percorsi di sviluppo e aspirazioni.
 Capire l’impatto dell’emarginazione sugli utenti e sulle
loro aspettative, e incoraggiarli a riprendere contatto
con la persona che erano e creare possibili ponti che li
aiuti a diventare quello che vogliono essere,
nonostante i limiti imposti dalla loro condizione.
 Il contesto di povertà e di esclusione dalle risorse
materiali e da opportunità quali l’istruzione, il lavoro e
robuste reti sociali può sia aggravare sia interagire con
l’emarginazione, l’invisibilità e la “visibilità distorta”
della malattia mentale.
 Alloggio e lavoro non vanno promessi se non sono
disponibili ma l’operatore sostiene e affianca l’utente
sostenendo la relazione finchè la risorsa in questione
non sarà disponibile.
 Disoccupazione e povertà sono sicuramente stressanti.
 Il recovery è fondamentalmente un processo sociale.
Le relazioni di sostegno con i membri della famiglia,
gli amici, gli operatori, i membri della comunità e i
pari permettono agli individui di diventare
interdipendenti in una comunità che può sia
condividere la loro delusione e il loro dolore, sia gioire
della loro felicità e dei loro successi.
 I successi sono dovuti: “crede davvero in me”, “vede in
me cose che io non riesco a vedere”
 Stabilire relazioni di sostegno e fiducia per mezzo della
perseveranza e della coerenza.
 Massimizzare gli aiuti informali degli amici, dei
familiari, i vicini, volontari e di altri membri della
comunità. Gli operatori non si sostituiscono a queste
reti sociali.
 L’azione si svolge nei centri d’arte, nella parrocchia,
nella squadra di calcio, nei centri formativi, nelle
opportunità che la comunità offre.
 Potere decisionale
 L'accesso alle informazioni e alle risorse
 Avere una gamma di opzioni tra cui scegliere
 . Gli individui possono prendere decisioni giuste solo
quando hanno informazioni sufficienti per valutare le
possibili conseguenze delle diverse scelte: prendere
decisioni informate. Ancora una volta, fuori dal
paternalismo, i professionisti della salute mentale a
volte limitano tali informazioni, credendo di fare gli
interessi degli utenti
 Essere impegnato in un programma di empowerment
consiste nell’impegnarsi a identificare, facilitare o
creare contesti in cui le persone fino ad allora
silenziose e isolate, che sono escluse da
vari dispositivi, organizzazioni e comunità, possano
ottenere comprensione, voce e influenza
sulle decisioni che riguardano la loro vita.
 Riconoscimento del ruolo centrale degli utenti e delle loro
famiglie ai processi decisionali ed in particolare alla fase di
programmazione e verifica socio-sanitaria.
 Promuovere il protagonismo degli utenti incoraggiando lo
sviluppo di pratiche innovative sia sul piano assistenziale
che su quello della ricerca, della formazione professionale,
della educazione generale.
 Documento elaborato dai rappresentanti delle
associazioni AIRSAM, AISMe, Coordinamento
Toscano Associazioni per la Salute Mentale, Rete
Toscana degli Utenti e UNASAM congiuntamente al
Mental Health Europe .
 Domiciliarità, gruppi appartamento, abitazioni sostenuti,




associazionismo degli utenti, inclusione sociale e
lavorativa, promozione e formazione di facilitatori sociali
Allocazione delle risorse nel Badget di salute
individualizzato attraverso l’individuazione dei bisogni di
salute e il PTI
Attuazione dei Piani di Azione locale per la salute mentale
con la partecipazione delle associazioni degli utenti e delle
associazioni delle famiglie con individuazione degli sprechi
e di pratiche illecite
La valutazione dei servizi da parte degli utenti
Sviluppo di pratiche di psicoterapia di comunità
Un contesto di vita/cura può essere definito dispositivo
terapeutico comunitario in presenza di:
 una teoria di riferimento e un linguaggio condiviso tra clinici,
operatori sociali, pazienti, familiari e committenti;
 un’organizzazione del lavoro che dia spazio alla narrazione
collettiva della storia clinico-sociale del paziente e alla
riflessione sulle relazioni tra tutti i soggetti coinvolti;
 una metodologia improntata alla condivisione democratica del
potere decisionale sul trattamento nel suo complesso, sui
progetti specifici e sulle attività quotidiane;
 un progetto inter-culturale, pluri-istituzionale e multimodale,
in grado di incidere contemporaneamente sul nucleo familiare
e sul contesto comunitario di riferimento del paziente;
 l’intenzione clinica di costruire un campo mentale comunitario
che funzioni come campo gruppale, per agire in senso
terapeutico piuttosto che antiterapeutico.
Un dispositivo di formazione psico-sociale attraversato
da tre livelli di intenzionamento comunitario e
centrato su:
 Le comunità di vita e d’origine dei pazienti e dei
familiari e degli operatori
 La comunità locale interessata alla progettazione e le
sue implicazioni antropologiche
 La comunità scientifica di riferimenti degli operatori,
l’analisi delle pratiche operative messe in atto, la
ricerca di un linguaggio comune e l’apertura al
cambiamento sociale, culturale ed organizzativo.
 Barone R., Bellia V., Bruschetta S. (2010), Psicoterapia di
Comunità. FrancoAngeli, Milano.
 Barone R., Bruschetta S., Giunta S. (2010), Gruppoanalisi e
Comunità Terapeutica. FrancoAngeli, Milano.
 Barone R., Bruschetta S. D’Alema M. (2013)
L’inclusione sociale e lavorativa in salute mentale.
FrancoAngeli, Milano.
Barone R. Bruschetta S, Frasca A.
Gruppoanalisi e sostegno all’abitare. Domiciliarità e
residenzialità nella cura comunitaria della grave patologia
mentale FrancoAngeli ( in press)
SITO : raffaelebarone.it
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Possibili scenari futuri sui servizi di salute mentale