JUDO
CULTURA- EDUCAZIONE - SPORT
I molteplici aspetti dell’arte marziale
giapponese
Indice
INTRODUZIONE
COS’E’ IL JUDO
LA NATURA DEL JUDO
ORIGINI- STORIA E LEGGENDA
AMBIENTE E VESTIARIO
FONDAMENTALI (KIHON)
LA TECNICA (WAZA)
L’ALLENAMENTO
LA GARA
DIZIONARIO
Introduzione
·
·
·
Il vero judo è EDUCAZIONE, CULTURA e poi anche SPORT.
EDUCAZIONE intesa come “insegnare ad affrontare la realtà” e il judo prepara a
situazioni impreviste sia fisiche che psicologiche.
CULTURA intesa come “saper fare”, scoprendo come realizzarla nella collaborazione
con gli altri.
Infine SPORT anche agonistico con l’idea che vincere è importante, ma lo è ancor di più
come si vince.
Cos’è il judo
Il judo è la Via (DO) più efficace per utilizzare la forza fisica e mentale. Allenarsi nella disciplina del
Judo significa raggiungere la perfetta conoscenza dello spirito attraverso l’addestramento attaccodifesa e l’assiduo sforzo per ottenere un miglioramento fisico-spirituale. Il perfezionamento dell’io
così ottenuto dovrà essere indirizzato al servizio sociale, che costituisce l’obiettivo ultimo del judo.
Il mio metodo di insegnamento consiste nell’esercitare la tecnica di combattimento e nella ricerca
teorica, entrambe cose elaborate nel principio “yawara”. Questa definizione richiede un
approfondimento, perché voler spiegare tutta la teoria del judo partendo da questo principio è una
forzatura. “Yawara” significa adeguarsi alla forza avversaria al fine di ottenerne il pieno controllo.
Però se per “Waza” (tecnica) del judo si intende unicamente adeguarsi alla forza avversaria, allora
nessuna iniziativa si dovrebbe intraprendere quando l’avversario non attacca ed entrambi
resterebbero inattivi. La dottrina del judo non è così ristretta: noi possiamo agire ogni volta che
vogliamo. L’importante è impiegare la forza minima per ottenere un risultato vantaggioso. Anche per
quanto riguarda la funzione psico-mentale è necessario agire nel modo più efficace, sottoponendo a
studio caso per caso. Appropiarsi dell’uso più efficace della forza fisica e mentale mediante
l’addestramento attacco-difesa significa poter disporre di una panacea valida per tutte le situazioni. Il
judo può essere applicato non solo alle discipline di combattimento, ma ad ogni ambito del vivere
comune, estendendo il concetto a tutta la vita sociale.Coloro che vogliono iniziarsi alla disciplina del
judo, via attraverso la quale si impara l’impiego della forza fisico-mentale, scopriranno che attraverso
questo cammino potranno fruire di un generoso vantaggio in ogni situazione di vita.
Jigoro Kano, rielaborato da Quaderni del Bu-Sen, 1915-1916
La natura del judo
“Il Judo ha la natura dell' acqua.
L'acqua scorre per raggiungere un
livello equilibrato. Non ha forma
propria, ma prende quella del recipiente
che la contiene. E' permanente ed eterna
come lo spazio e il tempo. Invisibile
allo stato di vapore, ha tuttavia la
potenza di spaccare la crosta della terra.
Solidificata in un ghiacciaio, ha la
solidità della Roccia. Rende
innumerevoli servizi e la sua utilità non
ha limiti. Eccola, turbinante nelle
cascate del Niagara , calma nella
superficie di un lago, minacciosa in un
torrente o dissetante in una fresca
sorgente scoperta in un giorno d'estate
...."
Gunji Koizumi, Shi-han
Hana Wa Sakura Gi
Hito Wa Bushi
Il Miglior Fiore e' il Ciliegio
Il Miglior Uomo e' il Samurai
La Leggenda
ORIGINI DEL JU-JUTSU
C’era una volta, molto tempo fa, un medico che si chiamava Shirobei Akiyama. La
tradizione vuole che egli avesse studiato in Cina i metodi di combattimento del suo tempo,
senza ottenere però il risultato sperato. Contrariato dal suo insuccesso, decise di pregare il
Tanijn di Dazaifu e per cento giorni si immerse nella meditazione.
Avvenne che un giorno era nevicato abbondantemente. Il peso della neve spezzava i più
robusti rami degli alberi che rimanevano spogliati.
Gli occhi di Shirobei Akiyama si posarono allora su un albero, che invece era rimasto
intatto. Era un salice. Ogni volta che la neve accumulatesi sui rami, minacciava di
spezzarli, questi si flettevano per liberarsi del suo peso e riprendevano immediatamente la
posizione primitiva.
Il fatto impressionò vivamente il bravo dottore che intuendo l’importanza del principio
della “non resistenza” lo applicò alla tecnica del combattimento, che poi prese il nome di
ju-jutsu.
La Storia
Judo, così come noi lo conosciamo, è l'evoluzione di una tecnica di combattimento più
antica : il Jujitsu. Il Jujitsu aveva numerose scuole che si distinguevano tra di loro per i
metodi di combattimento. In sostanza questa disciplina era un'arte di attacco e difesa spesso
senza l'uso delle armi contro uno o più avversari, armati o no..La successiva evoluzione del
Jujitsu da Justu , parola che può essere tradotta come metodo , arte o tecnica, in Do , parola
che indica la via verso il risultato più spirituale che pratico , la dobbiamo ad un giovane
studente di Tokyo, Jigoro Kano.
Vecchia
tavola sul
ju-jutsu
La Storia
Il professor Kano nacque nel 1860 vicino a Kobe, di fisico debole e troppo fiero per sottomettersi
alla brutalità dei compagni più forti, sentì parlaredel Jujitsu , metodo che serviva per combattere
anche contro avversari più forti, così decise di apprendere tale tecnica. Incontrò diversi maestri che
lo iniziarono al Jujitsu, e dopo alcuni anni di apprendimento, fondò una sua scuola chiamata
Kodokan e cominciò ad insegnare il proprio metodo chiamato Judo . Kano allora aveva 23 anni. .
La famiglia Kano
Jigoro Kano
La Storia
Dice Kano : " Studiai il Jujitsu non solo perchè lo trovavo interessante, ma anche perchè lo
ritenevo il metodo più efficace per l'educazione sia del corpo che dello spirito. Per questo mi è
venuta l'idea di diffonderlo ovunque. Ma era necessario cambiare il vecchio Jujitsu, per renderlo
accessibile a tutti, perchè il vecchio stile non era immaginato per l'educazione fisica o morale...
Perchè l'ho chiamato Judo invece che Jujitsu ? Quello che insegno non è solo jutsu, arte o pratica,
ma è anche Do, via o principio." In queste poche parole del professore Kano è spiegato
chiaramente il principio che lo ha spinto a creare il Judo e la sua scuola il Kodokan.
La definitiva supremazia sulle altre scuole di Jujitsu venne quando, sotto gli auspici del capo della
polizia metropolitana , fu indetto un torneo tra le due scuole. Il Kodokan vinse tutti i
combattimenti tranne due finiti in parità.
Il registro delle
iscrizioni del vecchio
Kodokan
Dojo (Palestra)
“Dojo” è una parola giapponese che
significa Luogo per la Ricerca della Via.
E’un termine usato nel Buddismo per
indicare il locale destinato al
raccoglimento e alla meditazione
spirituale. Esso è usato anche per
denominare il locale in cui si praticano
le arti marziali, volendo significare che
nel locale deve regnare un’atmosfera
attenta e concentrata come si addice a un
luogo di culto.
Generalmente la
palestra è formata da una vasta sala
coperta di uno speciale materassino detto
Tatami, da locali adibiti a spogliatoi, da
impianti igienici (docce).
La vecchia sede del Kodokan
Dojo (Palestra)
LA STRUTTURA TRADIZIONALE
Il dojo tradizionale consiste in una sala rettangolare. Il lato da cui si entra è il meno importante e
viene indicato con la parola Shimoza. Di fronte ad esso è il lato nobile detto Kamiza, alla cui
parete vengono affisse le fotografie delle persone eminenti fra le quali genericamente spiccano le
immagini dei “grandi” delle Arti marziali praticate in palestra. A sinistra di chi entra vi è Joseki,
riservato alle cinture nere di grado elevato e agli insegnanti. A destra, di fronte a Joseki, è il lato
Shimoseki, destinato agli allievi. Le cerimonie di apertura e di chiusura degli orari di pratica
seguono questo schema.
Schema della struttura
tradizionale del Dojo
Dojo (Palestra)
CONTEGNO NEL DOJO
- Tenere sempre presente che il dojo, oltre che palestra sportiva, è scuola morale e culturale.
- Chiedere sempre il permesso e non dimenticarsi mai di fare il saluto sia quando si accede sia quando si lascia la materassina.
- Osservare scrupolosamente le regole generali della cortesia e in particolare del judo; sforzarsi in ogni circostanza di aiutare i
propri compagni di pratica e di allenamento, evitando di essere per loro causa di imbarazzo o di fastidio.
- Rispettare le cinture di classe superiore ed accettarne i consigli. Dal loro canto le cinture superiori devono aiutare il
miglioramento tecnico di coloro che sono meno esperti con diligenza e cordialità.
- Quando non si pratica, bisogna mantenere un contegno corretto e non permettersi mai posizioni ed atteggiamenti scomposti
anche se si è affaticati. Nel dojo, bisogna mantenersi silenziosi e se necessario parlare, lo si deve fare solo per la pratica judoistica e
a bassa voce.
- Rispettare l’orario dei corsi ( salvo particolari autorizzazioni ). Non allontanarsi mai dal dojo, prima della fine della lezione
dell’insegnante.
- Avere cura costante della correttezza e della pulizia della propria tenuta. Quindi pulizia del judoji, pulizia del corpo e rassetto dei
propri indumenti che devono essere sempre messi a posto ogni volta che è necessario. Sarebbe meglio non portare sotto il judoji
nessun indumento salvo la biancheria intima e una maglietta bianca per le donne. Le unghie delle mani e dei piedi devono essere
tagliate molto corte. Durante l’allenamento bisogna togliersi anelli, catenine e tutto quanto possa procurare danno a se stessi e ai
propri compagni di pratica.
- All’inizio e alla fine di ogni lezione, l’insegnante e gli allievi si salutano reciprocamente. I praticanti si dispongono
ordinatamente in fila, sul bordo della materassina e di fronte all’insegnante. Il judoka con la cintura di grado più elevato si dispone
all’estremità del lato d’onore della sala, seguito gerarchicamente dagli altri. Tutti devono osservare che il proprio judoji sia in
ordine.
- Quando si cessa la pratica, e quando si frequenta il dojo senza praticare osservare con attenzione quanto avviene sulla
materassina e seguire le spiegazioni in atto, per trarne proficuo insegnamento.
- Nel dojo, anche prima di indossare il judoji e dopo terminata la pratica, si sta a capo scoperto, ci si astiene dal fumare e ci si
comporta con discrezione, evitando ogni coversazione estranea al judo.
Ichiro Abe, 8° dan
Tatami e Judogi
TATAMI (MATERASSINA)
Il Tatami è formato da elementi misuranti circa un metro per due, di paglia di riso compressa,
talvolta ricoperti in materia plastica, talaltra con un telo di canapa. Alcuni materassini
contengono anche segatura o cascame. Dovrebbero appoggiare su un suolo preparato in
legno sospeso su molle o su copertoni d’auto. Il Tatami deve formare una superficie dura ed
elastica, che protegga dalle cadute, ma che permetta degli spostamenti leggeri come quelli
possibili normalmente nella strada o su suolo battuto.
JUDOGI (ABITO PER LA PRATICA DEL JUDO)
Prendendo spunto dalla vita reale, la pratica del judo avviene con il corpo protetto da uno
speciale costume che è detto, con un vocabolo giapponese Judogi. Consiste in una casacca
priva di bottoni od oggetti metallici, stretta in vita da una cintura e da un paio di pantaloni. Il
costume è in cotone o cotone misto a materie sintetiche, specialmente concepito per il taglio,
le cuciture e l’ampiezza, in modo da poter resistere a una pratica violenta e prolungata.
Obi (Cintura)
La cintura può essere di diverso colore: infatti essa serve per distinguere le varie classi di
allievi tra di loro e a segnalare il grado raggiunto dagli esperti. I colori sono:
Kihon (Fondamentali)
IL SALUTO (REI)
Durante la pratica del Judo si usano 2 forme di saluto: il
primo è lo Za-rei, il secondo è il Ritsu-rei. Lo Za-rei si
esegue nella posizione inginocchiata (za-zen) ed è il saluto
cerimoniale, viene eseguito all'inizio ed alla fine della
lezione per salutare il compagno nel lavoro a terra.Il Ritsurei si esegue in piedi e viene usato quando si sale o si
scende dal Tatami oppure all'inizio ed alla fine della
pratica in piedi.
Za-rei
Ritsu- rei e Za-rei
Kihon (Fondamentali)
LE POSIZIONI (SHISEI)
Shizen-Hontai
La Shizen-hontai è la posizione o attitudine
fondamentale del Judo. I piedi sono
indicativamente ad una distanza simile alla
nostra larghezza delle spalle. Questa posizione
sarà detta Migi-shizen-hontai quando avremo il
piede destro avanzato, mentre con il piede
sinistro avanzato sarà chiamata Hidari-shizenhontai.
Shisen-Hontai
Migi-Shisen-Hontai
Hidari-Shisen-Hontai
Kihon (Fondamentali)
LE POSIZIONI (SHISEI)
Jigo-Hontai
Con il termine Jigo-hontai nel judo chiamiamo la posizione difensiva. Questa attitudine,
come vediamo nel disegno, può essere destra ( migi ) o sinistra ( hidari ). Lo spazio tra i
piedi rispetto alla Shizen-hontai aumenta ed abbassiamo il baricentro flettendo le gambe.
Questa posizione ci permettedi assorbire un attacco dell'avversario per poi passare ad una
tecnica di controattacco.
Jigo Hontai-Migi
Jigo-Hontai
Jigo Hontai-Hidari
Kihon (Fondamentali)
GLI SPOSTAMENTI (SHINTAI)
Il termine Shintai indica tutti quei movimenti necessari a muovere il corpo sul tatami. I
movimenti utilizzati nel Judo sono tre.
Ayumi-ashi che consiste nello spostarsi avanti ed indietro nella camminata normale, cioè
con il piede che sorpassa piede.
Tsugi-ashi invece è una camminata particolare in cui i piedi non si sorpassano mai:
questa camminata è spesso indicata come piede scacciapiede, infatti i piedi non si devono
mai unire.
Tsuri-ashi è lo spostamento in cui si mantiene il baricentro alla medesima distanza dal
suolo senza sollevare i piedi dal suolo.
Tai-sabaki è il movimento rotatorio del corpo. Con il tai-sabaki il corporuota sul tatami
di 90° o 180° gradi secondo la necessità della tecnica.
Tre esempi di Taisabaki a 90°
Kihon (Fondamentali)
LE PRESE (KUMI-KATA)
Il termine Kumi-kata indica il modo di afferrare il judogi
dell'avversario per poter eseguire le tecniche. Nel Judo agonistico
sono previste delle prese fondamentali, manica bavero opposto,
sia a destra che a sinistra,ma generalmente quasi tutte le prese
sono valide. Solo alcune vengono vietate e questo per evitare
incidenti durante gli allenamenti o le gare.Qui di seguito saranno
indicate alcune prese vietate:
-non si può afferrare l'interno delle maniche e dei pantaloni
-non si può arrotolare il judogi al corpo dell'avversario
-la presa in cintura la si può tenere solo per il tempo necessario
mentre per eseguire la tecnica a terra non ci sono limitazioni.
Le prese fondamentali
a destra
Kihon (Fondamentali)
L'esecuzione di una tecnica di lancio si può
sostanzialmente dividere in tre momenti, Kuzushi,
Tsukuri e Kake. Tori inizia l'azione applicando infatti lo
squilibrio, kuzushi, dopo prosegue con la preparazione
tsukuri ed infine abbiamo la proiezione kake
GLI SQUILIBRI (KUZUSHI)
.E' di un'importanza notevole lo squilibrio, infatti nel Judo
nessuna tecnica viene applicata tramite la forza fisica, ma
si cerca di sfruttare la posizione di uke e la sua forza per
creare il suo squilibrio e quindi la proiezione.Le direzioni
dello squilibrio fondamentali sono otto: ma in realtà anche
tutte le altre posizioni intermedie vengono utilizzate.Ma
vediamo in realtà cos'è lo squilibrio : l'equilibrio lo
possiamo raffigurare come un filo a piombo che dal nodo
della cintura cade fino al suolo, ora quando il filo cade
all'interno della base A-B noi saremo in equilibrio, mentre
quando il filo come nella fig.2 cade al di fuori siamo
squilibrati. Questo sarà quindi il momento che una nostra
tecnica avrà il massimo dell'efficacia.
Le direzioni
fondamentali dello
squilibrio
Kihon (Fondamentali)
COSTRUZIONE DEL MOVIMENTO E
PROIEZIONE (TSUKURI E KAKE)
Quando il corpo umano sta in piedi si trova in uno stato di equilibrio instabile che sarà
difficile conservare una volta spinti o tirati senza far cambiare di posto i piedi. E
siccome nessuna proiezione può essere effettuata con armonia se l’avversario non si
trova in squilibrio, la prima e più importante questione del judo sarà di rompere questo
equilibrio e di controllarlo. Questa è la ragione per la quale, durante gli allenamenti,
bisogna aver sempre presente lo studio di questa tecnica indispensabile per qualsiasi
proiezione.
Anche il Kake, che va dal momento in cui il corpo sta per staccarsi dal suolo fino al
momento in cui cade, è anche molto importante. Se il Kake non è eseguito bene, non si
può controllare completamente il corpo del proprio avversario e in seguito il proprio.
Kihon (Fondamentali)
LE CADUTE (UKEMI)
Con il termine giapponese di Ukemi, nel Judo, vengono indicate le tecniche che ci
permettono di cadere a terra senza procurarci incidenti. E' buona norma dedicare sempre
parte dell'allenamento alle cadute perchè solo con una buona padronanza di queste si può
progredire nella via della conoscenza del Judo. I vari tipi di cadute sono:
Ushiro-ukemi la caduta all'indietro,
Mae-ukemi, la caduta in avanti,
Yoko-ukemi la caduta laterale,
Zempo-kaiten-ukemi o Mae-mawariukemi, la caduta in avanti con rotolata
Kihon (Fondamentali)
LE FORME DI ENTRATA
Hiki dashi Tirare
Tobi komi Saltare dentro
Mawari komi Cambiare direzione
I PRINCIPI D’ATTACCO
Sen Prendere l’iniziativa
Sen no sen Prendere l’iniziativa anticipando quella dell’avversario
Go no sen Contrattaccare l’iniziativa
LE DIFESE (BOGYO NO WAZA)
Go Parare, bloccare
Chowa Schivare,evitare
Nami-chowa spostarsi in armonia con il movimento di Uke
Gyaku-chowa spostarsi nella direzione opposta all’attacco
Yavara Assecondare, seguire, cedere
Waza (Tecniche)
Le tecniche del judo sono suddivise in tre grandi gruppi:
Nage-Waza le tecniche di proiezione
Ne-Waza le tecniche al suolo
Ate-Waza le tecniche per colpire l'avversario
• NAGE-WAZA
Il nage-waza è a sua volta suddiviso in due gruppi:
Tachi-Waza le tecniche in piedi . In esso sono comprese:
Te-waza : tecniche di braccia
Koshi-waza : tecniche d'anca
Ashi-waza : tecniche di gamba
Sutemi-Waza le tecniche di sacrificio, cioè quelle tecniche in cui sacrifichiamo il nostro
equilibrio per proiettare l'avversario. In esso sono comprese:
Ma-sutemi-waza : tecniche di sacrificio cadendo sul dorso
Yoko-sutemi-waza : tecniche di sacrificio cadendo sul lato
Le 40 principali tecniche di proiezione sono classificate nel Gokyo
Waza (Tecniche)
• NE-WAZA
Le tecniche che compongono il ne-waza sono divise in tre gruppi:
Osae-Waza le tecniche di immobilizzazione,
Shime-Waza le tecniche di soffocamento e
Kansetsu-Waza le tecniche di leva articolare.
•
ATEMI-WAZA
Con il termine atemi-waza vengono indicate le tecniche per colpire l'avversario ed anche
queste sono sottoposte ad una divisione per tipologia:
Ude-ate sono le tecniche per colpire con mani e braccia.
Ashi-ate sono le tecniche per colpire con piedi e gambe.
CLASSIFICAZIONE GIAPPONESE DELLE TECNICHE
DI PROIEZIONE
Nel 1882 il maestro Kano Jigoro aprì la sua prima palestra di judo kodokan e, tredici anni
dopo, nel 1895, insieme ad un gruppo di maestri di alto grado della vecchia scuola di
jujitsu e dei suoi migliori allievi stabilì il primo metodo d'insegnamento del judo moderno
(da lui così definito per distinguerlo dalle altre scuole di jujitsu), diviso in cinque GO
principi KYO. Esso comprendeva un totale di trentotto tecniche di proiezione. Questa
prima progressione fu basata sulla lunga esperienza data dal jujitsu e dai lunghi anni di
studio effettuati al Kodokan.
Nel 1920, il maestro Kano realizzò la successiva scuola di jujitsu unificando, così, tutte le
scuole esistenti in Giappone. Fu allora che prese la decisione di elaborare un nuovo metodo
d'insegnamento e per questa revisione si avvalse dall'assistenza dei suoi discepoli. In questa
revisione troviamo tecniche nuove altre sono state spostate da un principio all'altro ,altre
ancora eliminate. Tutto ciò per una più facile interpretazione con un senso di progressione
più graduale e logico.
Ogni gruppo kyo comprendeva otto tecniche per un totale di quaranta movimenti, in più vi
erano sedici tecniche classificate come non fondamentali.
Go Kyo
Nel 1982 gli altri gradi dell'attuale Kodokan hanno ritenuto opportuno modificare
radicalmente la progressione tecnica, dandogli una classificazione in base alla parte del
corpo che ne determina la proiezione.
Questa classifica nasce dal fatto che alcune tecniche non trovano riscontro nella pratica
agonistica dei nostri tempi. La recente classificazione è composta da quarantasette
tecniche; noteremo che sono state reintegrate alcune di quelle eliminate nel 1895.
La progressione originale prevede che ogni movimento è la preparazione della
proiezione seguente ed è la combinazione o contrattacco del movimento che segue o
precede, quindi la sua classificazione è di base per lo studio tecnico. Vi sono altre
numerose ragioni che hanno portato alla sua stesura, tra le quali il fatto che il
principiante non esegue tecniche di spinta.
Go Kyo
Il Go kyo con le quaranta
tecniche fonadamentali
scelte da Jigoro Kano nel
1920
Te waza
IPPON SEOI NAGE
MOROTE SEOI NAGE
KATA GURUMA
TAI OTOSHI
UKI OTOSHI
SUMI OTOSHI
SUKUI NAGE
Ippon Seoi Nage
PROIEZIONE SOPRA LA SPALLA
Morote Seoi Nage
PROIEZIONE SOPRA LA SPALLA CON DUE PUNTI D’APPOGGIO
Kata Guruma
RUOTA SULLE SPALLE
Tai Otoshi
CADUTA DEL CORPO
Uki Otoshi
CADUTA FLUTTUANTE
Sumi Otoshi
CADUTA NELL’ANGOLO
Sukui Nage
PROIEZIONE A CUCCHIAIO
Koshi waza
O GOSHI
UKI GOSHI
HANE GOSHI
HARAI GOSHI
KOSHI GURUMA
TSURI KOMI GOSHI
SODE TSURI KOMI GOSHI
O TSURI GOSHI
USHIRO GOSHI
UTSURI GOSHI
O Goshi
GRAN COLPO D’ANCA
Uki Goshi
ANCA FLUTTUANTE
Hane Goshi
COLPO D’ANCA SALTATO
Harai Goshi
SPAZZATA CON L’ANCA
Tsurikomi Goshi
COLPO D’ANCA TIRANDO E SOLLEVANDO
Sode Tsurikomi Goshi
COLPO D’ANCA TIRANDO E SOLLEVANDO PER IL BAVERO
Ushiro Goshi
COLPO D’ANCA ALL’INDIETRO
Tsuri Goshi
COLPO D’ANCA SOLLEVANDO
Utsuri Goshi
COLPO D’ANCA IN CONTRATTACCO
Ashi Waza
DE ASHI BARAI
OKURI DE ASHI BARAI
HIZA GURUMA
SASAE TSURI KOMI ASHI
HARAI TSURI KOMI ASHI
O UCHI GARI
KO UCHI GARI
O SOTO GARI
KO SOTO GARI
KO SOTO GAKE
O SOTO OTOSHI
O SOTO GURUMA
UCHI MATA
O GURUMA
De Ashi Barai
SPAZZATA AL PIEDE AVANZANTE
Okuri Ashi Barai
SPAZZATA A ENTREMBI I PIEDI
Hiza Guruma
RUOTA SUL GINOCCHIO
Sasae Tsurikomi Ashi
TRATTENUTA DEL PIEDE TIRANDO E SOLLEVANDO
Harai Tsurikomi Ashi
SPAZZATA AL PIEDE TIRANDO E SOLLEVANDO
O Uchi Gari
GRANDE FALCIATA INTERNA
Ko Uchi Gari
PICCOLA FALCIATA INTERNA
O Soto Gari
GRANDE FALCIATA ESTERNA
Ko Soto Gari
PICCOLA FALCIATA ESTERNA
Ko Soto Gake
PICCOLO AGGANCIAMENTO ESTERNO
O Soto Otoshi
GRANDE CADUTA ESTERNA
O Soto Guruma
GRANDE RUOTA ESTERNA
Ashi Guruma
RUOTA DI GAMBA
Uchi Mata
SPAZZATA ALL’INTERNO DELLA COSCIA
O Guruma
GRANDE RUOTA
Ma Sutemi Waza
TOMOE NAGE
SUMI GAESHI
IKKOMI GAESHI
URA NAGE
TANI OTOSHI
Tomoe Nage
PROIEZIONE A CERCHIO
Sumi Gaeshi
ROVESCIAMENTO NELL’ANGOLO
Ikkomi Gaeshi
ROVESCIAMENTO CON TRASCINAMENTO A TERRA
Ura Nage
LANCIO ALL’INDIETRO
Tani Otoshi
CADUTA NELLA VALLE
Yoko Sutemi Waza
UKI WAZA
YOKO GURUMA
YOKO OTOSHI
YOKO GAKE
Uki Waza
TECNICA FLUTTUANTE
Yoko Guruma
RUOTA SUL FIANCO
Yoko Otoshi
CADUTA SUL FIANCO
Yoko Gake
AGGANCIAMENTO LATERALE
SOTO MAKIKOMI
(AVVOLGIMENTO ESTERNO)
HANE MAKIKOMI
(AVVOLGIMENTO SALTATO)
Osae Waza
HON KESA GATAME
KUZURE KESA GATAME
MAKURA KESA GATAME
USHIRO KESA GATAME
KATA GATAME
YOKO SHIO GATAME
KUZURE YOKO SHIO GATAME
KAMI SHIO GATAME
KUZURE KAMI SHIO GATAME
TATE SHIO GATAME
KUZURE TATE SHIO GATAME
Hon Kesa Gatame
CONTROLLO A FASCIA FONDAMENTALE
Kuzure Kesa Gatame
VARIANTE DELLA PRECEDENTE
Makura Kesa Gatame
CONTROLLO A FASCIA CON CUSCINO
Ushiro Kesa Gatame
CONTROLLO A FASCIA DA DIETRO
Kata Gatame
CONTROLLO CON LA SPALLA
Yoko Shio Gatame
CONTROLLO DI QUATTRO PUNTI LATERALE
Kuzure Yoko Shio Gatame
VARIANTE DELLA PRECEDENTE
Kami Shio Gatame
CONTROLLO DI QUATTRO PUNTI DA SOPRA
Kuzure Kami Shio Gatame
VARIANTE DELLA PRECEDENTE
Tate Shio Gatame
CONTROLLO DI QUATTRO PUNTI LONGITUDINALE
Kuzure Tate Shio Gatame
VARIANTE DELLA PRECEDENTE
Shime Waza
GYAKU JUJI JIME
NAMI JUJI JIME
KATA JUJI JIME
HADAKA JIME
OKURI ERI JIME
KATA HA JIME
KATATE JIME
MOROTE JIME
RYOTE JIME
SODE GURUMA JIME
SANKAKU JIME
Gyaku Juji Jime
STRANGOLAMENTO INCROCIATO CON PRESA INVERSA
Nami Juji Jime
STRANGOLAMENTO INCROCIATO CON PRESA NORMALE
Kata Juji Jime
STRANGOLAMENTO INCROCIATO CON UN BRACCIO
Hadaka Jime
STRANGOLAMENTO A MANI NUDE
Okuri Eri Jime
STRANGOLAMENTO AD ENTRAMBI I BAVERI
Kata Ha Jime
STRANGOLAMENTO COL BRACCIO AD ALA
Katate Jime
STRANGOLAMENTO
Morote Jime
STRANGOLAMENTO CON DUE PUNTI D’APPOGGIO
Ryote Jime
STRANGOLAMENTO CON I POLSI
Sode Guruma Jime
STRANGOLAMENTO A RUOTA CON IL BAVERO
Sankaku Jime
STRANGOLAMENTO A TRIANGOLO
Kansetsu Waza
UDE GARAMI
UDE HISIGI UDE GATAME
UDE HISIGI JUJI GATAME
UDE HISIGI HARA GATAME
UDE HISIGI WAKI GATAME
UDE HISIGI HIZA GATAME
Ude Garami
BRACCIO ARROTOLATO
Ude Hisigi Ude Gatame
CONTROLLO CON LE BRACCIA DELLA LEVA AL BRACCIO
Ude Hisigi Juji Gatame
CONTROLLO INCROCIATO CON LEVA AL BRACCIO
Ude Hisigi Hara Gatame
CONTROLLO CON L’ADDOME DELLA LEVA AL BRACCIO
Ude Hisigi Waki Gatame
CONTROLLO CON L’ASCELLA DELLA LEVA AL BRACCIO
Ude Hisigi Hiza Gatame
CONTROLLO COL GINOCCHIO DELLA LEVA AL BRACCIO
Combattimento al suolo
NOGARE KATA (METODI DI ROVESCIAMENTO)
Lo studio dei metodi di rovesciamento dell’avversario quando è riuscito ha immobilizarci è molto
importante nel combattimento al suolo. Infatti quando capita che l’avversario riesca a entrare in
Osae-komi diventa indispensabile poter reagire con efficacia, con il minore spreco di energie per
poi contrattaccare con i Gaeshi-waza.
HAIRI KATA (METODI PER ARRIVARE A UN
CONTROLLO)
La conoscenza degli Hairi-kata è indispensabile per arrivare a concludere un’azione con una
tecnica di controllo. E’ più efficace averne studiati molti per poter attaccare da qualsiasi posizione
l’avversario.
FUSEGI KATA (METODI DI DIFESA)
I Fusegi-kata sono tutte quelle azioni che neutralizzano all’inizo, durante o dopo gli attacchi
dell’avversario al suolo. Esistono posizioni difensive che servono a bloccare o a evitarel’attacco
prima ancora di subirne il controllo, altre che attraverso il bloccaggio della gamba invalkidano
l’efficacia di una azione a altre ancora, in Shime e Kansetsu Waza, per rompere l’azione delle
braccia o delle gambe dell’avversario anche se si trovano in un’ottima posizione.
TECNICHE IN COMBINAZIONE
Lo studio dei Renraku-waza viene genralmente effettuato con le tecniche
preferite: è importante scegliere le tecniche da combinare con il Tokui-waza
(TECNICA FAVORITA). Ci sono tre maniere per applicarli: dopo il Tokuiwaza, studiando la tecnica adatta quando l’avversario evita o blocca l’azione; in
preparazione del Tokui-waza, quando Uke ha una posizione non adatta alla
tecnica favorita ed è necessario smuoverlo con un’altra azione per portarlo in
una posizione più favorevole; con una finta, Damashi, allo scopo di
confondere, ingannare Uke, per poi partire con il Tokui-waza.
Renraku waza
A) Nage waza + nage waza: due attacchi consecutivi di proiezione. Il primo non va a
buon fine, ma lascia una traccia che permette a Tori di eseguire con successo la tecnica
successiva. Quest'ultima sfrutta la reazione di Uke al primo attacco. Le susseguenze nage
waza + nage waza vengono classificate in 5 gruppi a seconda della direzione dello
squilibrio (kuzushi) che utilizzano le due proiezioni applicate da Tori:
1. AVANTI + AVANTI
Es. Ippon seoi nage + Kata guruma
2. INDIETRO + INDIETRO
Es. O soto gari + O soto otoshi
3. AVANTI + INDIETRO
Es. Ippon seoi nage + Ko uchi gari
4. INDIETRO + AVANTI
Es. O soto gari + Harai goshi
5. UN LATO + LATO OPPOSTO
Es. O uchi gari + Ko uchi gari
Renraku Waza
B) Nage waza + katame waza: ad un attacco di proiezione riuscito solo
parzialmente Tori combina una tecnica di controllo e/o di lotta a terra. Esistono
dunque tre possibilità combinatorie:
1. NAGE WAZA + OSAE KOMI WAZA
Es. Tai otoshi + Hon kesa gatame
2. NAGE WAZA + KANSETSU WAZA
Es. Tai otoshi + Ude hishi juji gatame
3. NAGE WAZA + SHIME WAZA
Es. Tomoe nage + Ryote jime
C) Katame waza + nage waza: ad una tecnica di leva o strangolamento eseguita
in posizione eretta Tori fa seguire una proiezione che sfrutta la reazione di Uke
alla prima tecnica. Esistono quindi due possibilità combinatorie:
1. KANSETSU WAZA (in pos. eretta) + NAGE WAZA
Es. Ude garami + Sumi gaeshi
2. SHIME WAZA (in pos. eretta) + NAGE WAZA
Es. Tsukkomi jime + Ko uchi gari
Renraku Waza
D) Katame waza + katame waza: due tecniche consecutive di controllo e/o di
lotta a terra. La prima determina una reazione di Uke che viene sfruttata da
Tori per eseguire la seconda tecnica. Esistono innumerevoli possibilità
combinatorie che arricchiscono la lotta a terra. Partendo da una tecnica di
presa si avranno tre possibilità:
1. OSAE KOMI WAZA + OSAE KOMI WAZA
Es. Hon kesa gatame + Kata gatame
2. OSAE KOMI WAZA + KANSETSU WAZA
Es. Hon kesa gatame + Ude hishi juji gatame
3. OSAE KOMI WAZA + SHIME WAZA
Es. Yoko shio gatame + Katate jime
Esempi di Renraku Waza
IPPON SEOI NAGE – KATA GURUMA
O SOTO GARI - O SOTO OTOSHI
IPPON SEOI NAGE – KO UCHI GARI
O SOTO GARI – ASHI GURUMA
O UCHI GARI - KO UCHI GARI
TAI OTOSHI – HON KESA GATAME
Ippon Seoi Nage
Kata Guruma
O Soto Gari
O Soto Otoshi
Ippon Seoi Nage
Ko Uchi Gari
O Soto Gari
Ashi Guruma
O Uchi Gari
Ko Uchi Gari
Tai Otoshi
Hon Kesa Gatame
TECNICHE IN CONTRATTACCO
Lo studio dei Kaeshi-waza è legato ai metodi di difesa, Bogyo no
waza. A seconda di quala principio si è applicato si ottengono tre tipi di
contrattacchi: Go-bogyo-no gaeshi (contrattacco dalla parata) Chowabogyo no gaeshi (contrattacco dopo aver schivato al tecnica) Yawarabogyo no gaeshi (contrattacco dopo aver ceduto, assecondato la
tecnica). E’ molto importante lo studio delle difese e dei contrattacchi
per saper reagire nel modo migliore quando l’avversario porta un
attacco.
Gaeshi Waza
A)
1.
2.
3.
4.
5.
Nage waza vs nage waza: Uke esegue una tecnica di proiezione in
maniera imperfetta e Tori sfrutta l'errore dell'avversario contrattaccando a
sua volta con una tecnica di proiezione. Si possono raggruppare le azioni di
nage waza vs nage-waza in 5 modalità fondamentali di contrattacco.
ANTICIPANDO L'AZIONE DI UKE
Es. Sasae tsurikomi ashi vs attacco di o soto gari
BLOCCANDO L'ATTACCO DI UKE (GO)
Es. Ushiro goshi vs attacco di o soto gari
SCHIVANDO L'ATTACCO DI UKE (CHOWA)
Es. De ashi barai vs attacco di de ashi barai
APPROFITTANDO DELLO SQUILIBRIO DI UKE (YAWARA)
Es. Yoko wakare vs attacco di o soto gari
SEGUENDO IL RITORNO DI UKE
Es. Hane goshi vs attacco di o soto gari
Gaeshi Waza
B) Nage waza vs katame waza: Uke tenta un controllo in posizione eretta su Tori.
Quest'ultimo contrattacca con una tecnica di proiezione.
Es. Sukui nage vs ude hishiji waki gatame (in posizione eretta)
C) Katame waza vs nage waza: Uke esegue una tecnica di proiezione in maniera
imperfetta e Tori sfrutta l'errore dell'avversario contrattaccando con una
tecnica di controllo.
Es. Okuri eri jime vs seoi nage
D) Katame waza vs katame waza: Uke esegue una tecnica di controllo in
maniera imperfetta e Tori sfrutta l'errore dell'avversario contrattaccando a sua
volta con una tecnica di controllo.
Es. Hadaka jime vs kami shio gatame.
Gaeshi Waza
GONOSEN NO KATA
Il GONOSEN NO KATA (non compreso nell’elenco di quelli codificati dal kodokan di Tokio) è il Kata
dei controcolpi fondamentali del Tachi waza (lotta in piedi).
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
Uke attacca con:
O soto gari
Hiza guruma
O uchi gari
De ashi barai
Ko soto gake
Ko uchi gari
Kubi nage
Koshi guruma
Hane goshi
Harai goshi
Uchi mata
Kata seoi
Tori contrattacca con:
O soto gari
Hiza guruma
De ashi barai
De ashi barai
Tai otoshi
Sasae tsuri komi ashi
Ushiro goshi
Uki goshi
Sasae tsuri komi ashi
Utsuri goshi
Sukui nage
Sumi gaeshi
Geiko (Allenamento)
TAISO (GINNASTICA)
Negli ultimi anni, nella maggioranza delle attività sportive, si è dato troppo rilievo alla
forza fisica a danno della preparazione tecnica. Fortificare il corpo è importante ma non
bisogna dimenticare la necessità di una elasticità articolare e, di conseguenza, una
scioltezza fisica.
Per rendere il corpo più elastico, per aumentare la forza fisica e la velocità, per evitare le
lussazioni, sono necessari degli esercizi appropriati; infatti,nella disciplina del judo,
tutto il corpo è soggetto ad un grande lavoro, quindi per acquisire una grande efficacia
nella tecnica è necessario sviluppare le parti del corpo più sollecitate nelle proiezioni e
nelle tecniche a terra.
Possiamo dividere gli esercizi ginnici in due grandi categorie:
1) - esercizi ausiliari: hanno lo scopo di rendere il corpo più elastico e di aumentare la forza
fisica. Questi si potranno eseguire a corpo libero oppure con degli attrezzi;
2) - esercizi preparatori: servono a predisporre il corpo a movimenti judoistici; poichè
questo sport si pratica su di un materassino tatami sarà necessario adattarli a questo,
eseguendoli sia in posizione eretta che sul ventre o sul dorso. Non si deve dimenticare
che le stesse cadute sono un ottimo esercizio ginnico.
Geiko (Allenamento)
UCHIKOMI (RICERCA DEL CONTATTO)
L’Uchikomi consiste nel ricercare il contatto che precede l’esecuzione della tecnica per controllare con
sicurezza i movimenti e potenziare le ricerca delle opportunità.
Va eseguito in movimento e prevede tre livelli. Nel primo si esegue ripetutamente il movimento della
tecnica in esame, utilizzando lo spostamento preferito. Nel secondo Tori muove Uke portandolo
nell’opportunità che ha studiato precedentemente. Infine nell’ultimo Uke decide gli spostamenti
creando nuove situazioni e Tori sfrutta le occasioni da lui offerte.Durante l’esecuzione dell’Uchikomi è
importante la collaborazione di Uke.
KAKKE-AI (STUDIO DELLA PROIEZIONE)
Kakke-ai è lo studio della proiezione, in cui si cura la parte finale della tecnica. Va eseguito da fermi e
in movimento, in rapide successioni, concentrando tutta l’energia nella parte finale della proiezione.
Geiko (Allenamento)
YAKUSOKU-GEIKO (ALLENAMENTO ALTERNATO)
Lo Yakosoku-geiko consiste nel muoversi liberamente come in combattimento senza opporre
difesa, proiettando una volta ciascuno. Permette di avvicinarsi al Randori con tecniche nuove e
di rinforzare la posizione nei movimenti già imparati.
KAKARI-GEIKO (ALLENAMENTO COMBINATO)
Kakari-geiko è l’esercizio in cui Tori esercita la tecnica speciale (Tokui-waza) e i Renraku,
tecniche in combinazione mentre Uke oppone una adeguata difesa semplicemente parando,
schivando e cedendo o sperimentando i Gaeshi, i contrattacchi. Tori e Uke si alternano con
tempi di due o tre minuti.
BUTSUKARI-GEIKO (POTENZIAMENTO)
Butsukari è un esercizio per il potenziamento della tecnica, specilmente per il Tokui-waza. Tori
allena la tecnica ricercando il contatto o caricando Uke che rimane fermo cercando di fargli fare
il massimo della fatica, senza mai bloccarlo, però. Questi esercizio va fatto con le tecniche
preferite e alla fine della lezioni, quando si è ben caldi in modo da evitare spiacevoli incidenti.
Geiko (Allenamento)
• RANDORI (ESERCIZIO LIBERO)
Il randori è la pratica libera delle tecniche imparate. Deve essere un esercizio creativo; il
judoista deve plasmare con la sua personalità la forma tecnica che gli viene insegnata e
riprodurla completamente nuova, frutto della sua creatività. La mente deve essere sgombra, tesa
esclusivamente alla ricerca dell’Ippon.
Può essere praticato in piedi, quando si esguono solo tecniche di Nage-waza o al suolo, quando
si eseguono solo tecniche di Ne-waza.
Jigoro Kano non era molto soddisfatto dei randori un cui i contendenti esibivano più forza che
abilità e insistette sempre su un randori basato sull’abilità tecnica.
Guardando indietro allo sviluppo del randori dal periodo Edo ad oggi, l’elemento più
determinante fu l’allungamento delle maniche voluto da Jigoro Kano che permise di allargare e
cambiare il numero delle tecniche. Dopo di allora, il randori divenne il modo e il luogo più
importante per lo sviluppo tecnico della disciplina.
Geiko (Allenamento)
Io insegno sempre che una corretta esecuzione dei "Kata" equivale ad una
corretta grammatica, un corretto "Uchikomi" ad una corretta sintassi, e
ancora, che il "Randori" o "Shiai" equivalgono ad una frase, al componimento
libero. Infatti, chi per molto tempo ha assimilato l'errato suono di una parola,
non
può
arrivare
alla
sua
corretta
pronuncia.
Il mio Maestro Sumiyuki Kotani 10° dan dice sempre che per divenire un
bravo Judoka, un giovane allievo deve allenarsi tramite il Randori e lo Shiai,
mentre un esperto Judoka migliora attraverso la pratica dei Kata.
Lo studio del Judo continua tutta la vita, quindi raccomando a tutti coloro che
hanno intenzione di migliorare e perfezionarsi la pratica del kata.
Per mezzo del Judo accresciamo noi stessi ma soprattutto aiutiamo chi è
intorno a noi e facendo ciò aumentiamo il numero dei nostri amici.
Katsuyoshi Takata 8° Dan Kodokan Judo
FORMA
KATA significa “modello”. Esso è un esercizio d’attacco e di difesa con azioni
preordinate che segue forme immutabili allo scopo di tramandare la purezza
della tecnica judoistica nel tempo. Ciascuno dei partecipanti conosce
esattamente le azioni e i movimenti che esegue l’avversario e quelli che dovrà
eseguire egli stesso. Le azioni dimostrate attraverso i vari Kata sono una
selezione dei movimenti più importanti delle varie tecniche del judo. Ecco
perché, di tutti gli esercizi che fanno parte dell’allenamento del judo, il kata è il
più difficile, e la sua comprensione è più ardua per il profano. Il Kata comincia
da un esercizio fisico, ma mira molto più in alto: alla ricerca della bellezza in se
stessa.
Kata (Forma)
Troviamo nei Kata i 3 principi fondamentali del Judo:
1.
L'impiego massimo dell'energia: - Il massimo d'efficacia per il minimo sforzo
2.
La prosperità e il miglioramento reciproco che sono i punti fissati. Il Kata è un lavoro
di gruppo che cura sia il perfezionamento personale che il valore dimostrativo ed
educativo.
3.
La maniera e la tecnica del Judo consistono nel cedere per meglio vincere.
•
KATA E RANDORI
Per allenarci, progredire e comprendere il judo, abbiamo a disposizione due metodi di
esercitazione. Essi sono il Randori e il Kata. E non possiamo trascurare né uno né
l’altro. Lo stesso che noi troviamo tra la grammatica e il comporre. La grammatica
insegna le regole fondamentali della scrittura e del corretto parlare; ecco il Kata. Il
comporre, o esercizio libero, è il Randori.
Per fare un buon Randori è quindi necessario conoscere a fondo il Kata.
Kata (Forma)
Oggi al Kodokan sono comunemente insegnati dieci Kata, o Forme. Essi sono:
1.
NAGE NO KATA (FORME DEI LANCI)
2.
KATAME NO KATA (FORME DEI CONTROLLI)
3.
JU NO KATA (FORME DELLA CEDEVOLEZZA)
4.
KODOKAN GOSHIN JUTSU (ARTE DELLA DIFESA DEL KODOKAN)
5.
KIME NO KATA (FORME DELLA DECISIONE)
6.
JTSUTSU NO KATA (FORME DEI CINQUE)
7.
KOSHIKI NO KATA (FORME DELLE COSE ANTICHE)
8.
SEIRYOKU ZEN’YO KOKUMIN TAIIKUNO KATA (FORME DELL’EDUCAZIONE
FISICA NAZIONALE BASATA SUL PRINCIPIO DELLA MASSIMA EFFICIENZA)
9.
FUJOSHI YO GOSHIN NO KATA (FORME DI DIFESA PER DONNE E RAGAZZE)
10.
IPPAN YO GOSHIN NO KATA (FOrME DI DIFESA PER UOMINI)
Kata (Forma)
1.
NAGE NO KATA (FORME DEI LANCI)
Tra le numerose tecniche di proiezione sono state scelte quindici tecniche
rappresentative per questo Kata. Sono divise in cinque gruppi di tre tecniche
ciascuno: Te waza, Koshi waza, Ashi waza, Ma sutemi waza, Yoko sutemi waza. Sono
state selezionate come tecniche modello per aiutare lo studio delle Teoria della
proiezione e sono:
1.
Te waza: Uki otoshi, Seoi nage, Kata guruma
2.
Koshi waza: Uki goshi, Harai goshi, Tsuri komi goshi
3.
Ashi waza: Okuri ashi barai, Sasae tsuri komi ashi, Uchi mata
4.
Ma sutemi waza: Tomoe nage, Ura nage, Sumi gaeshi.
5.
Yoko sutemi waza: Yoko gake, Yoko guruma, Uki waza.
Kata (Forma)
2. KATAME NO KATA (FORME DEI CONTROLLI)
Per dare vita a questa forma sono state scelte quindici tecniche modello tra quelle del
“combattimento corpo a corpo”. Sono divise in tre gruppi di cinque tecniche: Osae
waza, Shime waza, Kansetsu waza. Eesse sono ritenute gli esempi più adatti a far
comprendere le teoria e la pratica del Combattimento corpo a corpo.
1.
Osae waza: Kesa gatame, Kata gatame, Kami shio gatame, Yoko shio gatame, Kuzure
kami shio gatame
2.
Shime waza: Kata juji jime, Hadaka jime, Okuri eri jime, Kata ha jime, Gyaku juji
jime.
3.
Kansetsu waza:Ude garami, Ude hisigi juji gatame, Ude hisigi ude gatami, ude hisigi
hiza gatame, Ashi garami (leva alla gamba piegata).
GARA
Tutte le competizioni di judo si svolgono secondo un certo regolamento che
ha permesso di inserire il judo fra le discipline sportive, eliminando le
tecniche che possono nuocere all’avversario (ad esempio gli atemi waza).
Dal 1956 si svolgono regolarmente i campionati mondiali di judo e nel 1964
il Comitato Internazionale Olimpico ha ammesso questa specialità ai
Giochi; a partire da queste date il judo inteso come sport è andato in
crescendo di popolarità e diffusione.
Le gare di judo si svolgono generalmente tra praticanti di uguale grado,
anche se non è sempre così, della stessa fascia di età e della stessa categoria
di peso. In ogni caso la gara è l’occasione per verificare quanto si ha
imparato con l’allenamento. Per questo tutti i praticanti di judo devono
partecipare alle gare, che sono altrettante occasioni per verificare il livello
tecnico ed esercitare lo spirito. Ogni competitore deve osservare le regole a
perfezione e, combattendo lealmente e impegnandosi al massimo,
dimostrare lo spirito del judo.
Shiai (Gara)
IL SIGNIFICATO ESATTO DELLA VITTORIA NEL JUDO
“Io ho deciso di rimanere fedele al judo per tutta la vita perché nel judo io trovo le vera essenza
della vita umana. Molto di ciò che noi esperimentiamo nel vivere quotidiano, durante la nostra
esistenza, è legato al principio di vittoria e sconfitta. Naturalmente io non voglio dire che il judo
sia l’unico tipo di disciplina fisica che implichi questo principio, ma io sento, nel contatto fisico,
nel proiettare ed essere proiettati, nella sensazione di lavorare e sudare insieme, una purezza che
trascende parole e teorie. Le Arti Marziali Giapponesi insegnano l’importanza di superare il
conflitto e l’avversario per sviluppare un autocontrollo sempre più profondo.
Per questo nel judo è essenziale un’approfondita conoscenza di se stessi. L’abilità deve avere
origine dall’esame di sé. In altre parole, solo il riconoscimento delle nostre forze e debolezze ci
consente di superarle e di farci strada.
Il creatore del judo moderno, Jigoro kano, disse che il vero spirito del judo è temperare il corpo e
los pirito attraverso le tecniche di attacco e difesa e così contribuire al miglioramento del mondo.
Nella pratica giornaliera è importante trovare le proprie debolezze e vincerle una ad una. La
miglior cosa da fare è correggere i propri errori il più possibile e dedicare la massima attenzione
alle proprie possibilità al fine di creare un distinto, personale metodo di judo.
Se si vince o si perde, non ci sarà nessun progresso a meno che non si analizzino le ragioni della
vittoria o della sconfitta. Infatti la differenza fra un vero successo e la sconfitta nel judo, si deve
cercare solo in questo punto.
Shiai (Gara)
Colui che impara a capire se stesso attraverso gli allenamenti e gli incontri, che acquista
sicurezza, che gusta la felicità della vittoria e che continua a sviluppare ancora oltre le proprie
possibilità, può dire di avere trovato il vero successo nel judo. Il judo senza fiducia in sé è privo
dio significato, ma la sconfitta può avere anche troppo significato. Benché, quando si pensa che
le cose vadano bene, la sconfitta sia uno shock, questa può indurci a fare un esame di coscienza.
La risultante rivalutazione delle proprie tecniche e possibilità è un punto di partenza per ulteriori
sviluppi e successi. Sono convinto che il vero grande vincitore è colui che sa sempre che vittoria
e sconfitta sono le due facce della stessa moneta e che in ogni trionfo è possibile trovare il seme
della sconfitta.Il fatto di sapere ciò, di conoscere le proprie forze e debolezze, è un modo per
progredire e sviluppare uno spirito più forte. In breve, il saper riconoscere la sconfitta nella
vittoria vuol dire essere un vero vincitore.
Il judo non è uno sport di gruppo; ognuno deve contare su se stesso. Di conseguenza, tanto più
l’incontro è importante, tanto più grande è l’impegno che senta prima che cominci.
La forza e l’abilità tecnica da sole non assicurano la vittoria negli incontri di judo: è necessaria
un’acuta attività mentale. Si deve essere abili a prevedere le mosse che l’avversario farà e
valutare accuratamente le sue reazioni alle nostre mosse.
Il nostro dovere ora è di educare in noi stessi forza di volontà e creatività per amore di un
nuovo judo che può essere l’orgoglio di tutte le genti della storia, della mia vita e della vita di
tutti gli uomini devoti al judo.”
Isao Okano, rielaborato da “Judo Vitale”, Edizioni mediterranee, 1977
Dizionario
NUMERI IN GIAPPONESE
1
ICHI
2 NI
3 SAN
4 SHI
5 GO
6 ROKU
7 SHICHI
8 HACHI
9 KU
10 JU
Dizionario
Ashi Piede o gamba.
Ate Suffisso indicante le tecniche per colpire.
Atemi Colpi, colpire con il corpo l'avversario.
Barai Spazzare.
Bo Bastone.
Budo La via del combattimento.
Bushido La via del guerriero.
Dan Gradi della cintura nera.
Do Via, percorso, inteso in senso spirituale.
Dojo Luogo della via, più semplicemente la palestra.
Gake Agganciamento.
Garami Arrotolato, avvolto.
Gari Falciare.
Gatame Controllo, immobilizzazione.
Go-kyo Cinque principi, gruppo delle tecniche fondamentali.
A-G
Dizionario
G-K
Goshi Anca.
Gyaku Al contrario, rovesciato.
Guruma Ruota.
Harai Nel judo ha lo stesso significato di Barai.
Hara Centro dell'energia posto appena quattro dita sotto l'ombelico.
Hidari Sinistra.
Hikkomi Trascinamento a terra.
Hiza Ginocchio.
Hon Fondamentale.
Jime Soffocamento, tecnica di soffocamento.
Jitte Particolare arma a tre punte.
Ju Cedevolezza.
Ju-do Via della cedevolezza.
Judogi Costume utilizzato nella pratica del Judo.
Jujitsu Antica arte marziale da cui deriva il Judo.
Kake Fase finale di una tecnica.
Kami Da sopra, lato superiore.
Dizionario
Kansetsu Leva articolare,
Kansetsu-waza tecniche di leve articolari.
Kata Forma oppure spalla.
Katame Controllo, immobilizzazione.
Katana Spada da samurai
.Kendo Via della spada.
Kesa A traverso, trasversale.
Ki Energia.
Ko Piccolo.
Koshi Anca.
Kuzure Variante.
Kyujutsu Arte dell'arco.
Mae Avanti.
Mae-ukemi, caduta in avanti.
Migi Destra.
Nage Lancio.
Nage-waza, tecniche di lancio.
K-N
Dizionario
N-S
Nami Normale.
Ninja Uomini dediti sostanzialmente al crimine, mercenari.
O Grande.
Obi Cintura.
Osaekomi Mantenere fermi, immobilizzare.
Otoshi Caduta sul luogo.
Randori Esercizio libero.
Rei Saluto.
Ritsu-rei Saluto dalla posizione in piedi.
Ryu Scuola.
Shime Soffocamento.
Shintai Spostamenti.
Shio Quadrato, quattro lati.
Shisei Posizioni. Shizen-hon-tai posizione fondamentale, Jigo-hon-tai posizione
fondamentale difensiva.
Suiei Arte del nuoto in armatura.
Sutemi Sacrificio.
Sutemi-waza, tecnica di sacrificio.
Dizionario
Tai Corpo.
Tanto Coltello.
Tatami Tappeto o stuoia di paglia di riso.
Tate Allungato, verticale.
Te Mano, braccio. Te-waza, tecnica di mano.
Tori Colui che esegue l'azione
.Uchi-komi Esercizio di ripetizione.
Ude Gomito.
Uke Colui che subisce l'azione.
Ukemi Cadute.
Uki Fluttuante, galleggiante.
Ushiro Indietro, all'indietro.
Ushiro-ukemi, cadute all'indietro.
Waza Tecnica.
Yoko Laterale.
Yoko-ukemi, caduta laterale.
Za-rei Saluto in ginocchio è il saluto più cerimoniale.
Zempo Saltato.
S-Z
Scarica

Judo Animazione - Kodokan Judo Vittorio Veneto