L’INQUADRATURA FOTOGRAFICA
In questa lezione ci occuperemo dell'inquadratura, andando a scoprire alcune semplici
regole che permettono di scattare fotografie con buoni risultati estetici. Sia per i
fotografi alle prime armi che per quelli un po’ più navigati le regole base per fare delle
belle foto sono sempre ed essenzialmente due:
Equilibrio
Cromatismo
Intorno a questi due concetti ruotano tutti gli artifici della tecnica fotografica.
L’inquadratura è uno degli aspetti principali che permettono di lavorare sull’equilibrio,
questo perché fotografando bisogna cercare di inserire il mondo in quel rettangolo
delimitato dal mirino in maniera armoniosa; fare si che l’immagine occupi i giusti spazi
permette di ottenere un effetto bilanciato, pulito. Lo stesso soggetto può diventare
centro dello scatto oppure complemento, un ritratto essere incisivo come un pugno o
leggero come l’aria, un paesaggio armonioso oppure drammatico.
Una premessa:
ci sono due fattori che permettono di ottenere buone foto, quello tecnico, composto da
un’insieme di regole alla portata di tutti (basta leggere un libro), e quello soggettivo, legato alla
visione personale, il buon gusto, la capacità di vedere in senso fotografico, capire quali sono gli
elementi da includere e quelli da scartare, e via dicendo, per acquisire questa capacità ci vuole
esperienza, e quindi tempo, ed anche il mettersi a confronto con altri fotografi non può che
aiutare, inutile quindi pensare di poter bruciare le tappe, un approccio del genere può portare
a grosse delusioni.
Quando ci troviamo di fronte ad un bel paesaggio, il nostro occhio gode nello spaziare a tale
vista, ogni particolare contribuisce a formare il totale di ciò che vediamo ed il cervello elabora
le informazioni in tal senso, se ci si guarda intorno, è come se il cervello unisse tanti scatti
(ossia le nostre occhiate) in un'unica visione panoramica.
Inoltre la nostra vista è binoculare e ci permette istintivamente di percepire la profondità e la
tridimensionalità di ciò che osserviamo.
La fotocamera, invece, non è così versatile, ha una visione monoculare, e registra ciò che le fai
inquadrare senza interpretarlo come fa la nostra mente, cosa può comportare questo fatto?
Può comportare, ad esempio, che quando in una inquadratura ci sono molti oggetti uguali
come tono o colore, (per es. molta vegetazione, molti alberi, quindi molto verde) può
manifestarsi un appiattimento generale dell’immagine.
Oppure potremmo inserire nell’inquadratura troppi elementi, anche se di colore e tono
diversi, e ottenere un’immagine confusionaria e caotica, dove l’occhio non riesce a trovare
un equilibrio, un punto di interesse, e che dopo un po’ può creare addirittura fastidio e
disorientamento all’osservatore.
Come rimediare? Ci sono diversi modi.
• Scegliere le ore adatte
• Inserire nell’inquadratura un elemento che funga da punto di interesse
• Curare la profondità di campo
• Non includere troppi elementi nell’inquadratura
• La regola dei terzi
• Camminare e spostarsi alla ricerca del punto più adatto all’inquadratura
• Sperimentare diverse focali
Paesaggi
Alcuni degli errori più comuni sono quelli di lasciare troppi spazi vuoti all’interno del
fotogramma o di non tenere conto delle linee geometriche sia del soggetto che, più
spesso, dello sfondo; un ottimo esercizio per evitare questi inconvenienti e fare pratica
sulla regola dei terzi e sulla regola della diagonale.La regola dei terzi divide il
fotogramma in nove rettangolini, tre sezioni per la base e tre sezioni per l’altezza.
In questa foto la regola dei terzi si legge in orizzontale: il terzo più basso nel fotogramma
è occupato dagli ultimi ciuffi d’erba e dalla morena in ombra, il terzo centrale è riempito
dalla montagna mentre il terzo superiore è riservato al cielo. La lettura in verticale vede il
terzo di sinistra completamente occupato, in alto dalla nuvola e al centro ed in basso
dalla montagna, il terzo centrale lascia spazio ad una porzione di cielo mentre il terzo di
destra si apre seguendo il profilo della montagna e lasciando ancora più cielo in maniera
da dare respiro all’immagine. Bisogna cercare di dividere in piani l’immagine, ogni piano
ne occuperà appunto un terzo; tenete presente che avete a disposizione nove sottospazi
in cui posizionare liberamente gli elementi compositivi dell’immagine.
La regola della diagonale segue lo stesso principio ma dividendo il fotogramma in due
triangoli, uno sopra e l’altro sotto la diagonale.
In questa foto la divisione è estremamente semplice, terra nel triangolo in basso, cielo nel
triangolo in alto.I paesaggi sono di consueto il primo tema che si affronta nel fare fotografia,
per prima cosa perché sono lì, non si muovono! Si ha tutto il tempo di riflettere con calma e
meditare lo scatto, si potrebbe ingenuamente dire che sono facili; in secondo luogo perché la
natura offre esplicitamente all’occhio del fotografo le basi compositive di cui ha bisogno.
Basta guardare un qualsiasi paesaggio per riconoscere immediatamente quali elementi si
riferiscono al primo piano, quali al secondo e quali allo sfondo; proprio abituandosi a fare
questo esercizio si allena l’occhio a creare inquadrature, sarà così facile trasporre questa
tecnica da un soggetto statico come il paesaggio a soggetti dinamici che in una manciata di
secondi vi lasciano appena il tempo di imbracciare la macchina, esporre e scattare. La foto
seguente ne è un esempio.
Le regole dei
terzi e della
diagonale
sono sempre
valide,
qualunque sia
il soggetto
della vostra
foto.
Persone
finché il soggetto è caratterizzato da geometrie definite, come un paesaggio o gli elementi
architettonici di un edificio, esse sono la parte principale della inquadratura ed è naturale
dedicarvi maggiore attenzione; quando al contrario paesaggi o edifici fanno da sfondo ad
un diverso soggetto, come potrebbe essere una persona, ci si dimentica della loro esistenza
incappando in errori grossolani.
Questa simpatica signora che
si gode il fresco della fontana
in pieno centro a Milano è
stata un’occasione da non
perdere per ottenere uno
scatto divertente: la posizione
ed il viale che separavano il
fotografo dal soggetto non gli
permettevano di spostarsi, in
più il soggetto stava uscendo
dalla fontana, così preso dal
momento il fotografo ha
scattato senza soffermarsi
troppo; le linee geometriche
dello sfondo hanno
compromesso l’equilibrio della
foto.
In questa ripresa in interno è stato il bordino del muro a
compromettere la scena, di certo la ragazza ritratta non sarebbe
contenta di vedersi spuntare due linee dalla testa! Lo stesso errore
capita frequentemente al mare o sul lago, riprendendo una persona
con lo sfondo dello specchio d’acqua fate attenzione a posizionare la
linea dell’orizzonte sopra la testa oppure sotto il bacino.
L’inquadratura usata nel ritratto va’ curata a dovere: se non c’è la necessità di
contestualizzare l’ambiente è preferibile che il soggetto riempia il fotogramma
lasciando pochi spazi vuoti; un’attenzione particolare la dovranno tenere i fotografi
di alta statura, abbassatevi per fotografare le persone, soprattutto se molto più
basse di voi, altrimenti rischierete di farle sembrare dei nanetti.
Tenete sempre la messa a fuoco sugli occhi, essi devono essere il polo d’attrazione
dello sguardo di chi osserva la foto.
Nelle riprese a mezzo busto rispettate la regola dei terzi ed inserite la testa del
soggetto in alto, porla al centro della foto lascerebbe vuoto metà fotogramma e non
darebbe forza al soggetto.
Ritratto
In questa foto di backstage si evidenzia la regola dei terzi non rispettata: la ragazza oltre
ad essere posizionata male fa da complemento ad un contesto che non è caratterizzante;
il cestino in secondo piano è sicuramente da evitare.L’impressione è che la modella sia
capitata casualmente in uno scatto del quale non fa parte.
Lo scatto corretto: la
ripresa a mezzo busto è
centrata, la regola dei
terzi viene rispettata e la
modella riempie
interamente il
fotogramma; lo sfuocato
delle foglie sullo sfondo
non disturba il primo
piano ma ci informa che la
ripresa è stata fatta in
esterno.Non sono
presenti linee di orizzonte
che spezzino il soggetto.
Se il soggetto che ritraete sta compiendo un’azione oppure guarda in una determinata
direzione, decentratelo e lasciate spazio in maniera da enfatizzare il gesto e dare
profondità al suo sguardo, renderete partecipe chi guarda la foto.
Nella prima foto l'inquadratura lascia troppo spazio a destra e troppo poco a sinistra, senza
dare quindi profondità allo sguardo della ragazza. Nel secondo caso l'osservatore è coinvolto
all'interno della scena: la sua curiosità è stimolata e vuole sapere cosa ha attirato
l'attenzione della ragazza.
Facciamo un altro esempio usando un ritratto animale, la prima foto di questa civetta
delle nevi non è bilanciata, è stato lasciato troppo spazio a sinistra quando il rapace
guarda dalla parte opposta; l'inquadratura corretta nella seconda immagine, più spazio
esattamente dove è rivolto lo sguardo del soggetto.
Provate a riflettere sul fatto che quello che entra nell'inquadratura, spazi vuoti compresi,
deve completare l'immagine in maniera armoniosa e nel contempo avere un senso
descrittivo. Spazi vuoti che portano il soggetto ad essere complemento marginale dello scatto
difficilmente sono piacevoli alla vista.
Ancora una volta notate come si sia giocato sulla regola dei terzi. Tutte queste regole servono
certamente per fare pratica ma rimangono unicamente delle linee guida, sperimentare è la
parola d’ordine e questo significa anche uscire dalle regole.
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