PROVA DELLE COMPETENZE
Gruppo scientifico
PROVA DELLE COMPETENZE
Il papiro
IL PAPIRO: Pianta palustre (Cyperus
papyrus) della famiglia delle
Ciperacee, con fusto alto da 3 a 5 m, a
sezione triangolare, che termina con
un’ampia infiorescenza a ciuffo.
Cresceva spontaneamente nell’antico
Egitto, lungo le rive del Nilo e nelle
paludi del suo delta, dove però è in
seguito quasi scomparso. Rimane
nell’Africa tropicale e in Sicilia
orientale, dove secondo alcuni è
originario, secondo altri fu importato
dagli Arabi nel 9° secolo. Si coltiva
anche in vasche a scopo ornamentale.
Nell’antico Egitto dal p. si
ricavavano cibo, combustibile,
cordami, farmaci, vesti, calzature
e piccole imbarcazioni, oltre al
materiale scrittorio omonimo, di
cui il paese era l’unico produttore
e anche esportatore.
LA PAPIROLOGIA
La papirologia è la scienza che ha
per oggetto la ricerca, la
conservazione, lo studio e l’edizione
dei testi scritti su papiro.
La papirologia nacque
con la riscoperta in epoca moderna del
p. come materiale scrittorio.
Un primo interesse fu suscitato dal
ritrovamento, tra il 1752 e il 1754, in
quella che venne detta appunto
VILLA DEI PAPIRI di Ercolano.
I papiri nella villa dei papiri
I papiri furono ritrovati tra il 1752 e il 1754 in cinque
punti della villa, ognuno dei quali era situato in piccole
casse. A prima vista quei piccoli cilindri furono ritenuti
tizzoni spenti, pezzi di legno che l’alta temperatura
della lava aveva bruciato e anneriti. Dopo ci si rese
conto di trovarsi alla presenza dei resti di una grande
biblioteca, si tentò di srotolarli con risultati disastrosi.
Il primo gruppo di rotoli fu ritrovato nel “tablinum” e
una volta capito cosa fossero, si cercò di aprirli con vari
strumenti e con una colla molto densa. I papiri
risultarono scritti in greco e si capì che dovevano
trattarsi di versi poetici. Un solo rotolo era in latino. In
un’altra stanza, forse un piccolo studio. In altri punti
della villa i papiri erano posti in casse, questo e il fatto
che furono trovati in punti diversi lascia supporre una
situazione di provvisorietà all’interno dell’abitazione
stessa. Quello che è certo è che la biblioteca era divisa
nella sezione greca e latina.
Metodi di svolgimento
Il primo metodo di svolgimento dei papiri ercolanesi che ebbe successo risale
al 1753 e lo si deve all'abate Antonio Piaggio. Il religioso si era distinto per le
sue spiccate doti per le arti meccaniche e grafiche e per le sue capacità nel
settore del restauro. Il suo sistema era basato fondamentalmente sull'utilizzo
di una speciale colla a base di sostanze naturali sia per agevolare lo
srotolamento dei papiri, sia per fissarne i frammenti su tele o su una speciale
pellicola, ottenuta dalla vescica di maiale o di pecora.
Troppo fragili per essere srotolati, i papiri carbonizzati ritrovati 260 anni fa
nella Villa dei papiri di Ercolano potranno finalmente essere letti grazie a una
nuova sofisticata tecnica di analisi tomografica. L'emettitore del fascio di
raggi X ruota attorno al papiro, raccoglie l'immagine; questa scorre in modo
molto preciso e determinabile all'interno di un tunnel di scansione,
presentando a ogni giro una sezione diversa dell’oggetto. Le sequenze di
immagini, assieme alle informazioni dell'angolo di ripresa, sono elaborate da
un computer, che presenta il risultato sul monitor.
La lavorazione
Il materiale scrittorio per
eccellenza fu il papiro, che i
Greci conobbero attraverso i
Fenici. La lavorazione del papiro
consisteva nel riprodurre in
strisce sottili, nel senso della
lunghezza, la sostanza interna al
fusto, che dapprima era stata
privata della sua corteccia
esterna.
Le strisce così ottenute venivano
accostate l’una all’altra sino a
formare uno strato, cui ne veniva
sovrapposto un altro analogo in
senso trasversale: i due strati,
essiccati al sole, aderivano tra loro
senza bisogno di colle e, una volta
levigati, formavano un foglio
compatto di papiro. Essi venivano
tagliati e uniti uno all’altro per
formare un rotolo. Per essere letti
dovevano essere srotolati da sinistra
verso destra, la lunghezza era
variabile, i più lunghi richiedevano
più rotoli.
L’ERUZIONE DEL 79
L’eruzione del 79 d.C è senza dubbio la più nota eruzione del Vesuvio.
Ha cambiato radicalmente l’aspetto del Vesuvio, e ha seppellito le città di
Pompei ed Ercolano. Il fenomeno, osservato da vicino dallo scrittore
Plinio il Vecchio (che morì per i gas tossici), fu descritto da suo nipote
Plinio il giovane in una delle sue lettere. Da lui infatti viene il nome
dell’eruzione “pliniana”.
L'eruzione pliniana è un tipo
di eruzione che si produce
dai vulcani grigi, caratterizzati
dall'emissione di lava densa
che non fluisce dal cratere, ma
si accumula alla somma,
impedendo ai gas di uscire;
questo provoca l'aumento della
pressione interna che porta a
far esplodere parzialmente o,
nei casi più disastrosi,
totalmente il vulcano. Durante
l'esplosione una grande
colonna di ceneri, lapilli e gas
detta colonna eruttiva si eleva
per decine di chilometri
nell'atmosfera.
Terminata la spinta dei gas le ceneri e
i lapilli ricadono formando colate
piroclastiche devastanti per
le regioni adiacenti all'eruzione.
Varianti di questo tipo di eruzione
sono: la Peléeana, Krakatoiane
e Ultra-Pliniane.
“Colà, sdraiato su di un panno steso a terra,
chiese a due riprese dell'acqua fresca e ne
bevve. Poi delle fiamme ed un odore di zolfo
che preannunciava le fiamme spingono gli
altri in fuga e lo ridestano. Sorreggendosi su
due semplici schiavi riuscì a rimettersi in
piedi, ma subito stramazzò, da quanto io
posso arguire, l'atmosfera troppo pregna di
cenere gli soffocò la respirazione e gli
otturò la gola, che era per costituzione
malaticcia, gonfia e spesso infiammata.”
-Lettera di Plinio il Giovane a Tacito
“ Si stava alzando una nube, ma senza che a
così grande distanza si potesse distinguere
l'esatta provenienza (si chiarì poi che usciva
dal Vesuvio), e nessun'altra pianta meglio
del pino potrebbe riprodurne l'aspetto e la
forma. Salendo infatti verso il cielo come
sorretta da un immenso tronco, si allargava
poi in qualcosa di simile a dei rami, forse
perché la potenza del turbine che dapprima
l'aveva sollevata si andava spegnendo: priva
di sostegno, dunque, o forse anche vinta dal
suo stesso peso, la nube si spandeva in
larghezza, talora candida, talora sporca e
chiazzata a seconda che fosse carica di
terra o di cenere. L'importanza del
fenomeno non sfuggì a mio zio, il quale, nel
suo zelo per la scienza, volle esaminarlo più
da vicino.”
- Lettera di Plinio il Giovane a Tacito
DIFFERENZE TRA L’ERUZIONE DI
ERCOLANO E QUELLA DI POMPEI
--Pompei fu sommersa da una pioggia di
cenere e lapilli che , cadde quasi
ininterrottamente fino a formare uno strato di
oltre tre metri.
Ercolano fu distrutta dal depositarsi di nubi
eruttive e di colate piroclastiche che
superarono i 300 gradi di temperatura e che
consentirono la conservazione di manufatti e
papiri dell’epoca.
--Ercolano, dopo l’eruzione, non scomparve.
Nella stessa zona venne costruita una città
nuova, Resina, che perse, però, l’importanza di
quella originaria. Ercolano antica venne
riscoperta nel 1700. Entrambe le città nel 1997
sono state incluse nella lista del Patrimonio
dell’Umanità dell’UNESCO.
CAMPANIA IN ALLERTA
Studi alla base della ridefinizione della zona rossa
Il gruppo di lavoro della Commissione Nazionale, incaricata di aggiornare il
Piano di emergenza per il Vesuvio ha ridefinito l’estensione dell’area esposta
ai flussi piroclastici, rimarcando l’opportunità che i limiti della nuova zona
rossa venissero ampliati rispetto al Piano vigente. La Commissione Grandi
Rischi-Settore Rischio Vulcanico, convocata dal Dipartimento della
Protezione Civile ha confrontato l’area individuata nel documento con i più
recenti studi svolti sul tema. In particolare, i risultati del gruppo di lavoro
sono stati raffrontati con la linea che individua l’area a media frequenza di
invasione da flussi piroclastici tracciata nella pubblicazione scientifica del
2010 di Gurioli et al. “Pyroclastic flow hazard assessment at Somma Vesuvius
based on geological record”, ritenendo gli studi sostanzialmente coerenti. Per
l’individuazione delle zone esposte ad elevato rischio di crollo delle coperture
degli edifici, sono stati considerati anche i risultati del Progetto SPeeD che ha
combinato l’analisi delle curve di carico del deposito di ricaduta di ceneri con
i dati di vulnerabilità delle coperture degli edifici.
Elenco dei comuni in zona
rossa
Di conseguenza, la nuova zona rossa è stata
ampliata, rispetto a quella prevista nel Piano
del 2001, comprendendo i territori di 25
Comuni. Oltre ai 18 indicati già in zona
rossa (Boscoreale, Boscotrecase, Cercola,
Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano,
Pollena Trocchia, Pompei, Portici,
Sant’Anastasia, San Giorgio a Cremano, San
Sebastiano al Vesuvio, San Giuseppe
Vesuviano, Somma Vesuviana, Terzigno,
Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase),
sono stati ricompresi per intero i Comuni di
Palma Campania, Poggiomarino, San
Gennaro Vesuviano e Scafati e solo in parte
le circoscrizioni di Barra, Ponticelli e San
Giovanni a Teduccio del Comune di Napoli,
il Comune di Nola e l’enclave di Pomigliano
d’Arco nel Comune di Sant’Anastasia.
Schema dei
gemellaggi
Lo schema di gemellaggio prevede che la
popolazione di Portici sia assistita in
Piemonte; di Nola in Valle D’Aosta; di
Cercola in Liguria; di Torre del Greco e
Somma Vesuviana in Lombardia; di Pollena
Trocchia in Trentino Alto Adige; di San
Giuseppe Vesuviano, Sant’Anastasia
(compreso l’enclave di Pomigliano D’Arco)
in Veneto; di Palma Campania in Friuli
Venezia-Giulia; di Ercolano in Emilia
Romagna; di San Giorgio a Cremano in
Toscana; di San Gennaro Vesuviano in
Umbria; di Poggiomarino nelle Marche; di
Ottaviano e le circoscrizioni di Napoli nel
Lazio; di Terzigno in Abruzzo; di Massa di
Somma in Molise; di Torre Annunziata e
San Sebastiano al Vesuvio in Puglia; di
Boscotrecase in Basilicata; di Boscoreale in
Calabria;di Scafati e Trecase in Sicilia; e
Pompei in Sardegna.
Per rendere operativi i gemellaggi, le
Regioni e le Province autonome dovranno
sottoscrivere protocolli d’intesa con la
Regione Campania e i comuni in zona rossa,
in accordo con il Dipartimento, ed elaborare
piani per il trasferimento e l’accoglienza
della popolazione.
Regione/Provincia Autonoma
Comune
Piemonte
Portici
Valle d'Aosta
Nola
Liguria
Cercola
Lombardia
Torre del Greco
Somma Vesuviana
Province Autonome di Trento e Bolzano
Pollena Trocchia
Veneto
San Giuseppe Vesuviano
Sant'Anastasia
Pomigliano d'Arco (enclave nel territorio di Sant'Anastasia)
Friuli Venezia Giulia
Palma Campania
Emilia Romagna
Ercolano
Toscana
San Giorgio a Cremano
Umbria
San Gennaro Vesuviano
Marche
Poggiomarino
Lazio
Ottaviano
Napoli (parte della circoscrizione di Barra - Ponticelli - San
Giovanni a Teduccio)
Abruzzo
Terzigno
Molise
Massa di Somma
Puglia
Torre Annunziata
San Sebastiano del Vesuvio
Basilicata
Boscotrecase
Calabria
Boscoreale
Sicilia
Scafati
Trecase
Sardegna
Pompei
Tabella annua sui visitatori
di Pompei ed Ercolano
ANNO
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
POMPEI ERCOLANO
2.165.739
237.013
2.255.365
249.364
2.224.668
258.177
2.112.412
281.676
2.287.580
288.813
2.370.940
284.129
2.569.872
295.517
2.571.725
301.786
2.253.633
264.036
2.087.559
292.936
2.319.668
298.310
2.352.189
307.941
2.336.188
310.072
2.443.325
356.562
2.668.178
382.805
TOTALE DIFFERENZ.
2.402.752
2.504.729
101.977
2.482.845
-21.884
2.394.088
-88.757
2.576.393
182.305
2.655.069
78.676
2.865.389
210.320
2.873.511
8.122
2.517.669
-355.842
2.380.495
-137.174
2.617.978
237.483
2.660.130
42.152
2.646.260
-13.870
2.799.887
153.627
3.050.983
251.096
DIFF. %
4,24
-0,87
-3,57
7,61
3,05
7,92
0,28
-12,38
-5,45
9,98
1,61
-0,52
5,81
8,97
NUMERO VISITATORI
3,500,000
3,000,000
2,500,000
2,000,000
1,500,000
1,000,000
500,000
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
POMPEI
2006
2007
ERCOLANO
2008
TOTALE
2009
2010
2011
2012
2013
2014
DIFFERENZA RISPETTO AL
L'ANNO PRECEDENTE
300,000
200,000
100,000
0
1
-100,000
-200,000
-300,000
-400,000
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
CLASSE D'ETA' FREQUENZA DEI VISITATORI
0-15
66.830
15-30
104.987
30-60
89.993
OLTRE 60
120.986
Credenze religiose dei visitatori
di Pompei ed Ercolano nel 2014
TURISTI:
POMPEI
ERCOLANO
MUSULMANI
598.174
82.505
INDUISTI
194.936
20943
EBREI
171.522
25.719
1.002.967
106.448
BUDDHISTI
107.291
42.406
ATEI
546.090
98.293
47.198
6.491
CRISTIANI
ALTRO
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