La malaria (detta anche paludismo) è una parassitosi,
malattia provocata da parassiti protozoi del genere
Plasmodium. Fra le varie specie di parassita Plasmodium,
quattro sono le più diffuse, ma la più pericolosa è il
Plasmodium falciparum, con il più alto tasso di mortalità fra i
soggetti infestati. Il serbatoio del parassita è costituito dagli
individui infettati in maniera cronica. I vettori sono zanzare
del genere Anopheles.
La malaria è la più diffusa fra tutte le parassitosi, con il suo
quadro clinico di malattia febbrile acuta, che si manifesta con
segni di gravità diversa a seconda della specie infettante. La
sua diffusione attuale non si limita alle aree tropicali
dell'America del sud, dell'Africa e dell'Asia, ma interessa
sporadicamente anche gli USA e altri paesi industrializzati, in
cui casi clinici della malattia possono apparire a seguito di
spostamenti di persone, che contraggono la malattia in zone
in cui essa è endemica
Presenza della malaria: scala del rischio
♦ Rischio molto limitato
♦ Rischio di malaria da P. vivax o da P. falciparum clorochino sensibile
♦ Rischio di malaria con possibile presenza di ceppi clorochino resistenti
♦ Alto rischio di malaria da P. falciparum chemio-resistente, o
moderato/basso rischio di malaria da P. falciparum con alta diffusione di ceppi
chemio-resistenti
La malaria nella piana del Sele
(Dalla carta geografica riportata nella Inchiesta Parlamentare sulle condizioni dei contadini
nelle province meridionali e nella Sicilia, vol. IV, tomo I, 1909)
Numero di morti per malaria ogni 100 casi denunciati- Piana del Sele- Elab ISTAT
2
1,8
1,6
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
19
21
19
22
19
23
19
24
19
25
19
26
19
27
19
28
19
29
19
30
19
31
19
32
19
33
19
34
19
35
19
36
19
37
19
38
13
39
19
40
numero morti
1,4
anni
L’inchiesta condotta dal deputato e igienista Agostino
Bertani (1880) sostenne l’ipotesi che il suolo malarico
trasmetteva il germe all’atmosfera e quindi, respirato,
raggiungeva il sangue attraverso i polmoni. I provvedimenti
suggeriti furono le opere idrauliche, la bonifica, il divieto di
coltivazioni nocive alla salute, una generica assistenza e
previdenza alle classi rurali. La malaria diventò malattia
denunciabile. La legge Cantelli, del 1866, chiarito che le
zanzare pungono dal tramonto all’alba, stabilì il divieto di
lavoro in tale lasso di tempo; anche ai custodi dei templi di
Pesto era vietato passare la notte nell’area archeologica nel
periodo estivo. L’inchiesta rilevò che i terreni più esposti
alla malaria erano quelli vicini alle spiagge; pochi dati
scientifici descrivevano il decorso della malattia. Le
conoscenze sulla natura e le cause del morbo rimanevano,
secondo il Puccinotti, un «cupissimo mistero»
La costruzione della ferrovia, che attraversa tutta la Piana,
provocò un forte aumento della diffusione della malaria a
causa della costruzione dei terrapieni e dello scavo delle
cave di prestito, che formarono nuovi invasi di acqua
stagnante, e dei vasti disboscamenti effettuati per la
produzione delle traversine, necessarie per la posa dei
binari, la costruzione dei fabbricati e degli alloggi
temporanei per gli operai.
Le ferrovie portarono individui infetti in aree immuni da
malaria diffondendo la malattia anche nelle aree più
interne della provincia salernitana. Il Torelli, nella sua
«Relazione sulla proposta di legge pel bonificamento delle
regioni di malaria lungo le ferrovie d’Italia», rilevò lo stato
disastroso delle terre attraversate dalla ferrovia tra
Battipaglia ed Agropoli e che la percentuale dei malarici
tra i dipendenti delle ferrovie in quell’area era del 100
La piana del Sele alla fine del 1800 era, secondo
Giovan Battista Grassi, malaricissima e valutò il
rischio di infezione al Sud dieci volte superiore
rispetto al Nord d’Italia. Sulla base di queste
considerazioni attuò, nell’estate del 1900, tra i
sorveglianti dei caselli ferroviari compresi tra
Battipaglia ed Agropoli e le loro famiglie, un
esperimento per dimostrare la correttezza dei suoi
studi, già noti in campo internazionale, sul ciclo del
plasmodio, l’efficacia del chinino e delle difese
meccaniche per difendersi dalla malaria. Tra coloro
che parteciparono all’esperimento nessuno contrasse
la malaria che colpì invece, in quella calda estate del
1900, tutti gli abitanti delle case vicine.
I contadini e qualche grande proprietario della Piana ebbero il
privilegio di conoscere per primi, tra gli abitanti delle aree
malariche, l’efficacia del chinino e delle protezioni alle porte e
finestre delle loro abitazioni con reticelle metalliche per
impedire l’accesso alle zanzare ed evitarne le punture, delle
protezioni personali e l’opportunità di non uscire privi di
adeguata protezione, tra il tramonto e l’alba. Il Grassi, che
conosceva la lentezza con cui si stavano conducendo le
bonifiche, propose e sostenne questo metodo, la cui efficacia
aveva sperimentato sul posto, sotto gli occhi di tutti, che era
immediatamente applicabile e aveva costi molto limitati. La
vittoria sulla malaria, ormai vicina, avrebbe migliorato le
condizioni di vita dei contadini della Piana, consentito la loro
permanenza sul luogo di lavoro, aumentato la loro capacità
lavorativa e migliorate le loro condizioni di vita.
Emigrazione dalla piana del Sele dal 1876 al 1900
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
1900
99
98
97
96
95
94
93
92
91
1890
89
88
87
86
85
84
83
82
1881
80
79
78
77
1876
0
Giovanni Battista Grassi nacque a
Rovellasca, nel comasco, il 25 marzo 1854,
da Luigi, funzionario pubblico e da
Costanza
Mazzucchelli,
di
origine
contadina. Compiuti gli studi elementari e
ginnasiali nel collegio privato BolchiStucchi di Saronno, e quelli liceali a Como,
nel liceo Volta, nell'ottobre del 1872, si
iscrisse
alla
facoltà
di
medicina
dell'Università di Pavia, ospite del Collegio
Ghislieri.
Fu un appassionato naturalista e spesso lo si vedeva vagare per i campi
intento all'osservazione e alla raccolta di insetti. Nel 1876, ancora studente,
mentre si trovava a Rovellasca, aveva notato che c'era stata una grave moria
di gatti dovuta a cause assolutamente sconosciute; sezionando gli animali
morti fu in grado di dimostrare che l'agente causale era un parassita molto
simile all'Anchylostoma duodenale, che è all'origine di gravi anemie nei
paesi tropicali.
La fama di Giovanni Battista Grassi è legata, soprattutto, ai suoi studi
sulla malaria che fino XIX secolo, oltre ad essere molto diffusa in
tutte le regioni del mondo a clima temperato o tropicale, era presente
anche in Italia e mieteva un enorme numero di vittime. Seguendo le
idee di Alphonse Laveran, medico militare, che in Algeria, nel 1878,
attraverso le lenti del microscopio aveva notato che il sangue delle
vittime della malaria conteneva misteriosi corpi pigmentati differenti
dai batteri, Grassi, nel 1890, in collaborazione con il clinico
Raimondo Feletti, scoprì il Plasmodium vivax.
In collaborazione con i patologi Giuseppe Bastianelli e Amico
Bignami, studiò il ciclo vitale del Plasmodio nell'uomo e nelle zanzare
e nel novembre del 1898 realizzò sperimentalmente la trasmissione
della malaria in un soggetto sano attraverso la puntura di Anopheles
raccolte in aree malariche. L'anno successivo fu in grado di
dimostrare che l'Anopheles si infetta quando punge un essere umano
infetto e annunciò quella che venne chiamata “La legge di Grassi”:
malaria= anofeli + esseri umani infetti.
Tra il 1900 e il 1902, Grassi, in collaborazione con i dottori G.
Noè, G. Pittalunga e G. Riccioli, compì una serie di esperimenti
mirati a trovare una soluzione alla malaria che infestava la zona
di Ostia e la pianura di Capaccio, presso Paestum, dimostrando,
con successo, l'efficacia della protezione meccanica contro la
malaria. Dette protezioni consistevano in: abitazioni solide,
permanenza all'interno degli alloggi dopo il tramonto e prima
dell'alba, apposizione di reticelle metalliche alle porte e alle
finestre allo scopo di ridurre al minimo il contatto con gli
insetti. Per poter combattere al meglio la malaria, Grassi suggerì
al Parlamento di intraprendere una campagna di protezione
chimica che contemplava la somministrazione del chinino - che
uccide i parassiti - che ebbe inizio nel 1901 e che proseguì negli
anni successivi, fino alla bonifica delle aree interessate dalla
malaria.
1900 - Uno dei caselli ferroviari nel comune di Albanella, protetto con
reti metalliche e muniti di un padiglione pure di rete metallica
Casellante “in malaria” provvisto di difesa antizanzare
Il prof. Giovanni Battista Grassi nella zona malarica
(Corriere illustrato della domenica, 23 dicembre 1900)
1900, Stazione di Albanella - Le persone che si sottoposero all’esperimento di protezione contro le zanzare (viso coperto da un velo collocato
intorno al cappello e le mani protette da un paio di guanti di cotone a
maglia molto stretta), proposto dal prof. Giovanni Battista Grassi,
dell’Università di Roma, che, con due impiegati ferroviari, su una sorta di
veicolo detto “triciclo”, va dall’uno all’altro dei caselli ferroviari protetti.
Stazione di Albanella
E PREVENZIONE
DELLE MALATTIE
NON CONTAGIOSE
Distribuzione percentuale della mortalità
per cause in Italia nel 1932-34 e nel 1990
1932-34
1990
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