GUERRA DEI 30 ANNI
• ZENONI FRANCESCOPREVITALI GABRIELEFEDIOR DJIBY
Insieme di conflitti che si svolsero tra il 1618 e il
1648 in Europa e comportarono profondi
mutamenti degli assetti politico-economici.
Le origini di questa lunga guerra vanno ricercate
nel vigore assunto dal protestantesimo dopo la
Pace di Augusta (1555), nel deciso atteggiamento
antiprotestante della Chiesa e dei principi cattolici
sotto la spinta della Controriforma, nei conflitti
generati negli equilibri europei dalla posizione
centrale della Germania e quindi nelle tensioni
politiche, religiose e costituzionali all’interno
dell’Impero, manifestatesi già con la formazione
nel 1608-09 di alleanze contrapposte dal punto di
vista religioso.
L’elezione a re di Boemia dell’arciduca Ferdinando (1617) e il
conseguente arrivo di amministratori cattolici provocò la ribellione
(defenestrazione di Praga, 23 maggio 1618) che segna
convenzionalmente l’inizio della guerra. Respinte le truppe imperiali
fino a Vienna, i Boemi, dichiarato decaduto Ferdinando, elessero al
trono Federico V, elettore del Palatinato, restando però isolati nel
fronte protestante e subendo la sconfitta della Montagna Bianca a
O di Praga (8 novembre 1620) da parte delle truppe imperiali
guidate da J.T. Tilly. La guerra si spostò allora nel Palatinato, dove
nel 1623 Tilly sconfisse i principi protestanti, sostenuti anche dagli
stati generali olandesi, mentre nel campo cattolico, nel quale
Massimiliano di Baviera aveva ottenuto la dignità elettorale al posto
di Federico V, gli Asburgo di Spagna erano alleati a quelli d’Austria. Il
conflitto divenne europeo con la ribellione in Valtellina dei cattolici
contro i Grigioni protestanti, che permise il collegamento attraverso
la valle tra Austria e Spagna (1622) contro cui intervenne
la Francia(Pace di Monçon 1626).
Nella Germania settentrionale il
ricompattamento del fronte protestante sotto
Cristiano IV di Danimarca non diede esiti
positivi per le sconfitte inflitte nel 1626 da
A.W.E. von Wallenstein al conte di Mansfeld a
Dessau e da Tilly allo stesso Cristiano IV a
Lutter. Le perdite territoriali sancite dalla Pace
di Lubecca (1629) consentirono l’attuazione
del piano di ricattolicizzazione imperiale
(editto di restituzione, 6 marzo 1629).
In Italia gli Asburgo erano in difficoltà a causa
della successione del duca Carlo di
Nevers a Mantova e nel Monferrato dopo la
morte di Vincenzo II Gonzaga (1627).
L’occupazione del Monferrato e poi di
Mantova provocò l’intervento francese
(occupazione di Susa e Casale) che, ottenuta
l’alleanza del duca di Savoia, assicurò Mantova
e il Monferrato al Nevers (Pace di Cherasco,
1631).
Richelieu riuscì intanto a provocare l’intervento di Gustavo II Adolfo
di Svezia contro le mire territoriali di Wallenstein, il cui esercito fu
sciolto dall’imperatore su pressione dei principi tedeschi in cambio
del loro aiuto contro gli Svedesi (dieta d iRatisbona, 1630). Tuttavia
Gustavo II Adolfo riuscì, con il sostegno francese e l’alleanza
di Brandeburgo e Sassonia, ad avere la meglio sull’esercito di Tilly e
a giungere a Praga. Caduto Tilly, l’imperatore richiamò Wallenstein,
che si scontrò con il sovrano svedese a Lutzen (16 novembre 1632),
dove questi, pur vincendo, trovò la morte. L’iniziativa degli Svedesi e
dei principi protestanti tuttavia proseguì (Lega di Heilbronn),
mentre Wallenstein iniziò trattative segrete con Svezia, Francia e
Sassonia ma, sospettato di tradimento, fu assassinato il 25 febbraio
1634. La vittoria di Imperiali e Bavaresi, rinforzati da truppe
spagnole, a Nördlingen (6 settembre 1634) e la successiva Pace di
Praga (1635) portarono a un accordo tra l’imperatore e l’elettore di
Sassonia in cambio della sospensione dell’editto di restituzione.
Non cessava invece l’iniziativa francese: Richelieu stabilì una
rete di alleanze europee in chiave antiasburgica (Olanda,
Svezia, alcuni principi protestanti), impadronendosi anche
di Alsazia e Lorena e minacciando i Paesi Bassi spagnoli e il
Milanese. In un primo tempo le risposte ispano-imperiali
furono efficaci, giungendo a minacciare Parigi, ma dal 1640 la
guerra si orientò in favore dei Franco-Svedesi. Ferdinando III
fu abbandonato da Brandeburgo e Baviera, lasciando aperta la
strada fin quasi a Vienna alle armate svedesi. Gli Spagnoli
vennero indeboliti dalla rivolta della Catalogna, dalla
secessione del Portogallo e dalle sconfitte di Casale (aprile
1640) e Rocroi (1° maggio 1643). L’opportunità della pace
apparve sempre più evidente agli Imperiali: le trattative si
protrassero dal 1644 al 1648, ma la Pace di Vestfalia pose
termine solo alla guerra con l’Impero, mentre quella contro la
Spagna sarebbe durata ancora fino al 1659.
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