Voi che siete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornand o a sera
Il cibo e i visi amici:
C onsidera t e se questo è uomo
C he lavora nel fango
C he non conos c e pace
C he lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no.
C onsidera t e se questa è una donna,
Senza capel li e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
C ome una rana d’invern o .
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolp it e nel vostro cuore
Stanno in casa andando per via,
C oricand o vi alzandov i;
Ripetete ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
L’autore
Primo Levi è nato a Torino nel 1919 i suoi antenati erano ebreiPiemontesi provenenti dalla
Spagna e dalla Provenza.Nel 1934 si appassiona alla letteratura di testi scientifici e si iscrive
al corso di chimica all’università di Torino.Negli anni seguenti vengono proclamate le leggi
razziali in Italia, egli però continua i suoi studi riuscendo a laurearsi con pieni vuoti e con
lode. Nel 1942 entra a far parte in un gruppo segreto per la lotta contro il fascismo e viene
arrestato e portato nel campo di concentramento di Carpi-Fossoli. Nel 1944 questo campo
viene preso in gestione dai tedeschi che avviano Levi su un convoglio ferroviario destinato
ad Auschwitz. Qui si sente per la prima volta ebreo, diverso. Per tutta la durata della
permanenza nel Lager riesce a non ammalarsi ma contrae la scarlattina proprio quando i
tedeschi,sotto l’avvicinarsi delle truppe russe evacuano il campo abbandonando gli
ammalati al loro destino. Levi vive per qualche mese in un campo sovietico di
transito:lavora come infermiere. Nel giugno 1945 inizia in viaggio di rimpatrio e a questa
esperienza che Levi racconterà ne “LA TREGUA”.tornato in Italia trova lavoro presso una
fabbrica di vernici ma è ossessionato dalle traversie subite e scrive “SE QUESTO è UOMO”.
 LE SUE OPERE
 -Se questo è un uomo
 -La Tregua
 -Storie naturali
 -Vizio di forma
 -Il sistema periodico
 -la chiave stella
 -La ricerca delle radici
 -Lilìt e altri racconti
 -Se non ora,quando?
 -L’altrui mesiere
 -Dialogo
 -I racconti
 -Opere
 -L’ultimo natale di guerra
 -L’asimmetria e la vita
Il libro narra l’esperienze dell’autore nel periodo in cui fu deportato dai nazisti nella Seconda guerra Mondiale nel lager di BunaMonowitz nei pressi di Auschwitz.
La vicenda inizia dall’arresto avvenuto la notte del 13 dicembre 1943 fino al momento della liberazione dal lager la mattina del 27
gennaio 1945. Dopo averci narrato come fu catturato dai fascisti e condotto nel campo di concentramento, e dopo averci
descritto attraverso pagine altamente drammatiche come gli ebrei internati nel campo accolsero l’annuncio della
deportazione,levi affronta la descrizione del viaggio che lo conduce dalla stazione di Carpi ad Auschwitz. Giunti a destinazione
il meccanismo dell’annientamento si mise subito in moto: fu il primo episodio di eventi il cui unico scopo fu di giungere alla
totale eliminazione dei deportati. Coloro che furono in grado di essere utilizzati come manodopera furono condotti ai campi di
lavoro, tutti gli altri vennero portati nelle camere a gas. Coloro che si “salvarono” vennero spogliati (anche della dignità) e
vennero rivestiti con casacche a righe e zoccoli, gli venne inoltre tatuato sul braccio sinistro un numero che da quel momento
prese il posto del loro nome. Levi fu trasferito presso una fabbrica di gomma, dove svolse un lavoro massacrante. All’interno del
Lager governavano il privilegio, l’ingiustizia, il sopruso, l’abilità personale, l’astuzia; chi non aveva abilità da sfruttare non
poteva sopravvivere a lungo. Dopo non molto tempo Levi venne assegnato al Kommando chimico,che lo esonerava dalle
fatiche massacranti sostenute fino a quel momento. Ma questo non gli impedì di passare mesi contrassegnati da patimenti
nonché da un’altra “selezione” prima di entrare a far parte del laboratorio e poter cominciare a nutrire la speranza di superare
un altro durissimo inverno e i deportati subirono tutto il peso di una situazione che diventava ogni giorno sempre più
insostenibile

L’autore quando oramai aveva rinunciato a sperare, fu destinato al laboratorio dove trascorse
gli ultimi mesi di prigionia, in un ambiente riscaldato ed a contatto con materiali e strumenti
che gli ricordavano i suoi studi e la sua professione. In questo periodo avvenne la prima
stesura di questo libro e fu proprio nel raccoglimento consentitogli dal laboratorio che egli
avvertì per la prima volta la necessità di sopravvivere per poter testimoniare, nonché la
possibilità di dare un senso alle sofferenze vissute rendendo partecipi gli altri attraverso un
libro di memoria. Il fronte russo si stava avvicinando i tedeschi erano ormai consapevoli della
catastrofe imminente e si apprestarono a fare evacuare i campi di sterminio e a distruggere
l’impianti. Era gennaio 1945. Questi ultimi drammatici avvenimenti sono narrati sotto forma
di diario. Primo levi è ricoverato nelle baracche adibite ad ospedale assistette alla partenza dei
suoi compagni. Morirono tutti durante un interminabile marcia attraverso la Germania,
mente i malati abbandonati a se stessi, rimasero nel lager devastato, senza cure ne acqua e ne
cibo, ad una temperatura di 20°C sotto zero. Levi è tra i pochissimi che riuscì a sopravvivere e
le pagine conclusive del libro ci danno la cronaca allucinante di quello che accade in qui
terribili 10 giorni dal 19 al 27 gennaio nel 1945. Quando all’alba del 27 arrivarano gli russi, lo
spettacolo che si offre ai loro occhi fu quello terrificante dei cadaveri che erano accumulati
sulla neve e dei pochi superstiti che si aggiravano come spettri sulle rovine del campo.
Alcune frasi che ci hanno colpito maggiormente di
Primo Levi
“Ma i bambini quella sera non
fu assegnato compito .E venne
la notte,e fu una notte
tale,che si conobbe che occhi
umani non avrebbero dovuto
assistervi e sopravvivere. Tutti
sentirono questo:nessuno dei
guardiani, né italiani né
tedeschi, ebbe animo di venire
a vedere che cosa fanno gli
uomini quando sanno di
dover morire.”
“Distruggere l’uomo è difficile,quasi quanto
crearlo:non è stato agevole,non è stato breve,ma
ci siete riusciti,tedeschi. Eccoci docili sotto i
vostri sguardi:da parte nostra nulla più avete a
temere:non atti di rivolta,non parole di
sfida,neppure uno sguardo giudice.”
“Strano, in qualche modo si ha sempre
l’impressione di essere fortunati,che una qualche
circostanza,magari infinitesima, ci trattenga
sull’orlo della disperazione e ci concedeva di
vivere”
Lavoro svolto dalle alunne:
Berto Tania,D’annibale Eleonora,Ianotta
Dalila,Moretti Claudia
Scarica

Se questo è un uomo