Le misure del benessere a livello locale:
aspetti oggettivi e soggettivi
Franco Chiarini | Comune di Bologna
Quale è la misura giusta delle nostre vite?
Questa domanda è anche lo slogan dal quale siamo partiti poiché
riteniamo sintetizzi nel migliore dei modi l’obiettivo del progetto UrBes.
“It [the GDP] measures everything in short, except that which makes
life worthwhile”.
Con queste parole, nel 1968, Robert Kennedy chiudeva uno storico
discorso tenuto presso la Kansas University. Se adottiamo questa data
come punto di riferimento simbolico, sono quasi cinquant’anni che ci si
interroga sull’adeguatezza del PIL, variabile legata al mondo della
produzione, a misurare la crescita e il progresso delle società e delle
nazioni.
All’inizio del 2008 l’allora presidente della Repubblica Francese Nicolas
Sarkozy, in risposta alle crescenti preoccupazioni rispetto all’adeguatezza
degli indicatori della performance in uso, in particolare relativi al PIL, diede
vita ad una Commissione coordinata da Joseph E. Stiglitz, Amartya Sen e
Jean-Paul Fitoussi.
Oltre il PIL
Scopo della Commissione era identificare i limiti del PIL come indicatore
della performance economica e del progresso sociale, riflettere sulle
informazioni aggiuntive necessarie per delineare un quadro più pertinente,
discutere su come presentare tali informazioni nel modo più appropriato e
valutare la fattibilità del passaggio a strumenti di misurazione alternativi, da
fornire come modello di riferimento a livello internazionale.
I lavori della Commissione confermarono che il PIL deve essere integrato
con altri indicatori dei fenomeni che influenzano la condizione dei cittadini,
quali la salute, la sicurezza, le condizioni lavorative, il benessere
economico, la disuguaglianza, lo stato dell’ambiente…. e, non ultimo, il
benessere soggettivo.
L’approccio al tema del benessere deve essere pertanto multidimensionale,
con un ruolo importante della componente soggettiva.
Un benessere, cioè, che va cercato anche dentro di noi, in una visione della
qualità della vita più globale, in quanto considera la felicità non come mero
prodotto dell'avere economico, ma come risultante dell'equilibrio tra i diversi
bisogni dell'essere umano.
L’approccio partecipativo
• L’Istat e il Cnel hanno avviato nel dicembre 2010 il progetto BES benessere equo e sostenibile, che costituisce il primo tentativo italiano
di sviluppare attraverso una prospettiva multidimensionale un sistema di
misurazione del benessere.
• Una delle peculiarità del progetto BES è stato l’approccio partecipativo
adottato fin dall’inizio: i singoli cittadini hanno infatti avuto l’opportunità
di collaborare ed esprimere il loro punto di vista, in merito alla
definizione delle dimensioni del benessere, attraverso un questionario
online proposto dall’Istat e dal Cnel.
• Una partecipazione volontaria, e quindi non rappresentativa, che ha
visto rispondere al questionario 2.518 persone, spinte probabilmente da
una spiccata sensibilità verso il tema del benessere e della sua
misurazione. Si tratta di un target adulto (quasi il 90% ha tra i 25 e i 64
anni), con un elevato livello di istruzione (2/3 hanno la laurea o un titolo
superiore), residente in prevalenza nel nord del paese (48%).
Le dimensioni del benessere
Basandosi anche sull’elaborazione delle risposte al questionario
pervenute, il 20 giugno 2012 l’Istat e il Cnel hanno pubblicato un
documento, nel quale vengono fissate le dodici dimensioni del benessere
precedentemente individuate e sottoposte all’opinione dei cittadini:
 Ambiente
 Sicurezza
 Salute
 Benessere soggettivo
 Benessere economico
 Paesaggio e patrimonio culturale
 Istruzione e formazione
 Ricerca e innovazione
 Lavoro
 Qualità dei servizi
 Relazioni sociali
 Politica e istituzioni
Per ciascun dominio è stato individuato un set di indicatori (in tutto 134),
ritenuti idonei a misurare il benessere legato a ogni singola dimensione,
tenendo conto anche delle differenze di genere, di generazione, sociali e
territoriali.
Dal BES a UrBes
Origini: dibattito sul tema «oltre il PIL».
Il progresso di una società deve essere misurato in base a criteri di carattere
non solo economico, ma anche sociale e ambientale, e devono essere
corredati da misure di diseguaglianza e sostenibilità.
Obiettivo: declinare questa tematica in ambito urbano-metropolitano.
BES
(Benessere Equo e
Sostenibile)
Titolo del progetto
UrBes
(BES in ambito
urbano-metropolitano)
ISTAT - CNEL
Enti coinvolti
Istat e città
metropolitane
Livello nazionale
Ambito di riferimento
Livello locale metropolitano
Bologna per UrBes
•
In collaborazione con altri comuni italiani il Comune di Bologna, che ha
promosso fin dall’origine l’iniziativa assieme a Laboratorio urbano
(Centro di documentazione, ricerca e proposta sulle città), si è proposto
di ricondurre questo tema a un ambito locale attraverso il progetto UrBes
(benessere equo e sostenibile in ambito urbano-metropolitano).
La convinzione è che un sistema condiviso di misurazione del
benessere, legato al territorio e costruito insieme ai cittadini, possa
contribuire al miglioramento delle politiche pubbliche e della loro
valutazione.
•
Il progetto UrBes è entrato ufficialmente a far parte del Piano Generale
di Sviluppo del Comune di Bologna, approvato dal Consiglio Comunale
in data 14 giugno 2012, ed è stato presentato come proposta
progettuale sul Tavolo Benessere e Coesione Sociale del Piano
Strategico Metropolitano.
•
UrBes costituisce altresì uno dei 97 progetti del Comune di Bologna ed è
strettamente collegato al Piano Strategico – Ciclo della Performance per
il contributo innovativo che può dare alla misurazione degli outcome
dell’azione amministrativa.
Le tappe principali
•
Il primo appuntamento è stato l’incontro nazionale tenutosi a Roma
presso l’Istat il 20 aprile 2012, al quale hanno preso parte le maggiori
città italiane, seguito da un ulteriore appuntamento il 16 luglio.
•
Dal 29 al 31 ottobre 2012 si è tenuta a Bologna la Smart City Exibition
2012. Tra i relatori del convegno inaugurale il presidente dell'Istat
Enrico Giovannini ha presentato i progetti BES e UrBes e ha illustrato
gli sviluppi previsti per il prossimo periodo.
•
Finora hanno aderito al progetto UrBes le città metropolitane di Bari,
Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Reggio
Calabria, Roma e Venezia, oltre ai comuni di Brescia, Bolzano e
Pesaro.
L'Istat, che è impegnato sullo stesso tema a livello nazionale,
svolge il ruolo di coordinatore del progetto.
L’analisi degli indicatori
•
Come già ricordato, per ognuna delle dodici dimensioni del benessere,
nell’ambito del progetto BES è stata individuata una batteria di
indicatori, per un totale di 134 misure, stabilite sulla base di due fattori:
 adeguatezza dell’indicatore
 disponibilità dei dati su scala nazionale.
•
Una delle prime attività svolte nell’ambito del progetto UrBes ha
coinvolto le città aderenti in una verifica sulla disponibilità dei 134
indicatori a livello comunale e sulle relative fonti.
•
La ricognizione svolta da 8 città ha evidenziato, come era logico
attendersi, una limitata disponibilità degli indicatori a livello territoriale
comunale, mostrando nel contempo un insieme di situazioni in parte
eterogenee.
Inoltre, in aggiunta agli indicatori già disponibili, sono stati spesso
indicati altri indicatori attualmente non pubblicati, ma potenzialmente
disponibili o calcolabili.
Gli indicatori disponibili sul Comune di Bologna
La tabella mostra il numero di indicatori, per ciascuna dimensione del
benessere, attualmente* disponibili / potenzialmente disponibili / calcolabili
con riferimento al Comune di Bologna rispetto al totale di quelli proposti da
Istat e Cnel.
* La tabella non comprende ulteriori 6 indicatori individuati nel corso di un approfondimento successivo.
Gli indicatori disponibili a livello provinciale
• Bologna, città individuata come futura area metropolitana il cui
territorio dovrebbe coincidere con l’attuale ambito provinciale, ha
inteso promuovere una ulteriore verifica sulla disponibilità anche per
l’intera provincia.
• A livello provinciale non si sono evidenziate particolari differenze nel
numero di indicatori disponibili (46) rispetto a quello comunale (45).
• Il confronto, peraltro, ha consentito un ulteriore approfondimento a
livello comunale e il conseguente reperimento di altri 6 indicatori che,
aggiungendosi ai 45 già individuati, porta a 51 il numero totale di quelli
disponibili / potenzialmente disponibili / calcolabili per la città di
Bologna.
Alcune questioni da affrontare
• Il risultato di queste verifiche mostra che difficilmente sarà possibile
ampliare il numero degli indicatori disponibili a livello locale a fronte dei
134 individuati a livello nazionale.
• Eventuali positivi riscontri potrebbero derivare, fatti salvi i vincoli di
natura metodologica, da un più ampio utilizzo dei risultati delle indagini
campionarie svolte correntemente dall’Istat, che potrebbero mettere a
disposizione ulteriori dati attualmente riferiti a livelli territoriali superiori.
• Sarebbe peraltro auspicabile ricercare altre misure in grado di
rappresentare adeguatamente le dimensioni individuate, disponibili
ovviamente per tutti gli ambiti territoriali, prendendo in esame le varie
esperienze attraverso le quali vengono rilevati dati riferiti a singole città,
promosse da istituti ed enti pubblici (es. Urban Audit) o da altri soggetti.
• Un’ultima questione riguarda il livello territoriale cui fare riferimento. In
altri termini occorre definire se ci si focalizza sul solo comune capoluogo
o se invece, vista la valenza urbana/metropolitana del progetto UrBes, si
debba andare verso una aggregazione di più comuni fino a spingersi al
livello provinciale, in funzione anche dei futuri assetti delle città
metropolitane.
Le indagini promosse a Bologna
1
• Il Comune di Bologna ha condiviso l'approccio partecipativo del BES e ha
deciso di rilanciare iniziative di coinvolgimento dei cittadini, nella
convinzione che debbano essere loro a esprimersi e stabilire cosa
reputano importante per misurare la qualità della vita.
• Nei mesi di luglio e agosto 2012, in via sperimentale, è stato reso
disponibile sulla rete intranet aziendale un questionario rivolto a tutti i
dipendenti comunali. Il questionario ha riproposto i quesiti "nazionali" già
presenti nell'esperienza promossa dall'Istat e li ha integrati con una serie
di domande relative invece all'ambito locale.
Che peculiarità caratterizzano ad esempio l'area metropolitana bolognese
rispetto al resto del paese? Occorre tenere conto delle differenze
esistenti tra Bologna e gli altri comuni della provincia, che hanno
dimensioni sensibilmente inferiori? In che modo?
• All'iniziativa hanno aderito ben 650 dipendenti comunali corrispondenti al
14,6% del totale dei dipendenti. Fra i rispondenti i 2/3 sono donne e il
42% si colloca nella fascia di età fra i 51 e i 60 anni. Il livello medio di
istruzione di coloro che hanno partecipato alla rilevazione è risultato più
elevato rispetto a quello del totale dei dipendenti.
Le indagini promosse a Bologna
2
Successivamente il Comune di Bologna ha inteso ampliare la consultazione,
proponendo da fine novembre a inizio gennaio la compilazione del
questionario sui temi del benessere all’Università degli Studi di Bologna,
all’AUSL di Bologna e ad alcune organizzazioni culturali cittadine
(Fondazione Gramsci, Laboratorio Urbano e Associazione Oltre il Reno).
• 526 tra dipendenti e collaboratori dell’Università degli Studi di Bologna
hanno risposto al questionario. 6 rispondenti su 10 sono donne; la fascia
di età più rappresentata è quella tra i 41 e i 50 anni (33%), seguita da
quella tra i 31 e i 40 anni (30%).
• 354 dipendenti dell’AUSL di Bologna hanno risposto al questionario. Tra
questi, oltre il 70% è rappresentato da donne. Il 42% dei rispondenti ha tra
i 51 e i 60 anni, seguiti da quelli tra i 41 e i 50 anni (37%).
• 212 aderenti ad alcune organizzazioni culturali hanno partecipato alla
rilevazione, il 58% dei quali sono donne. La fascia di età più rappresentata
è quella tra i 61 e i 70 anni (29%), seguita da quella fino a 30 anni (24%).
Sale così a circa 1.750 il numero complessivo, a tutt’oggi, dei rispondenti al
questionario, cifra destinata a crescere ulteriormente quando diverranno
disponibili i risultati delle consultazioni tuttora in corso.
Cosa pensano i bolognesi sul tema del benessere
1
Credi che sia importante valutare il benessere misurando anche altri
aspetti (oltre al PIL) che rispecchiano la vita delle persone?
COMUNE DI BOLOGNA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI
DI BOLOGNA
molto
80,5%
abbastanza
17,6%
poco o per niente
2%
molto
80%
abbastanza
17%
poco o per niente 3%
AUSL DI BOLOGNA
molto
77%
abbastanza
20%
poco o per niente 3%
ORGANIZZAZIONI
CULTURALI DI BOLOGNA
molto
86%
abbastanza
13%
poco o per niente 1%
4 bolognesi su 5 sono decisamente convinti che si debba andare
“oltre il PIL ”, con una accentuazione per le associazioni culturali.
Cosa pensano i bolognesi sul tema del benessere
2
Quali sono le dimensioni del benessere per te più importanti e quelle
meno importanti tra quelle individuate finora dall'Istat e dal Cnel?
ISTAT - CNEL
Comune di Bologna
Università degli Studi
di Bologna
AUSL di Bologna
Organizzazioni culturali
di Bologna
Salute
1
Salute
Salute
Salute
Salute
Ambiente
2
Ambiente
Ambiente
Lavoro e conciliazione
tempi vita
Ambiente
Istruzione e formazione
3
Lavoro e conciliazione
tempi vita
Qualità dei servizi
Ambiente
Istruzione e formazione
Qualità dei servizi
4
Qualità dei servizi
Lavoro e conciliazione
tempi vita
Qualità dei servizi
Qualità dei servizi
Lavoro e conciliazione
tempi vita
5
Istruzione e formazione
Istruzione e formazione
Istruzione e formazione
Lavoro e conciliazione
tempi vita *
Ricerca e innovazione
6
Ricerca e innovazione
Ricerca e innovazione
Sicurezza
Ricerca e innovazione *
Paesaggio e patrimonio
culturale
7
Relazioni sociali
Sicurezza
Ricerca e innovazione
Paesaggio e patrimonio
culturale
Relazioni sociali
8
Sicurezza
Paesaggio e patrimonio
culturale
Relazioni sociali
Relazioni sociali
Sicurezza
9
Paesaggio e patrimonio
culturale
Relazioni sociali
Benessere soggettivo
Politica e istituzioni
Politica e istituzioni
10
Politica e istituzioni
Politica e istituzioni
Politica e istituzioni
Sicurezza
Benessere soggettivo
11
Benessere soggettivo
Benessere soggettivo
Paesaggio e patrimonio
culturale
Benessere soggettivo
Benessere economico
12
Benessere economico
Benessere economico
Benessere economico
Benessere economico
* Parità di punteggio
Cosa pensano i bolognesi sul tema del benessere
3
Ritieni che le dimensioni individuate misurino bene la qualità della
tua vita o manca qualcosa di importante?
ISTAT-CNEL
72%
COMUNE DI BOLOGNA
71%
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA
74%
AUSL DI BOLOGNA
78%
ORGANIZZAZIONI CULTURALI DI BOLOGNA
64%
3 bolognesi su 4 si ritengono piuttosto soddisfatti delle dimensioni
individuate, un po’ meno i membri delle associazioni.
Cosa pensano i bolognesi sul tema del benessere
4
Quali aspetti ritieni che caratterizzino, in termini di qualità della vita,
l'Italia rispetto al resto del mondo?
Comune di
Bologna
Alimentazione
Patrimonio
artistico e
culturale
Patrimonio
paesaggistico
Politica e
istituzioni
Saldo tra
positivo e
negativo
91,6%
88,4%
Saldo tra
Università degli
positivo e
Studi di Bologna
negativo
Saldo tra
AUSL di Bologna positivo e
negativo
Saldo tra
Organizzazioni
positivo e
culturali
negativo
Alimentazione
Patrimonio
artistico e
culturale
92,8%
Alimentazione
91,5%
Alimentazione
87,7%
89,2%
Patrimonio
paesaggistico
82,2%
Patrimonio
artistico e
culturale
86,8%
79,1%
Patrimonio
paesaggistico
78,3%
-76,6%
Politica e
istituzioni
-79,2%
81,7%
Patrimonio
paesaggistico
81,7%
-81,7%
Politica e
istituzioni
-84,0%
Patrimonio
artistico e
culturale
Politica e
istituzioni
Il saldo tra le risposte che evidenziano gli aspetti caratterizzanti l’Italia in positivo e
quelli che invece la caratterizzano in negativo è sostanzialmente omogeneo per
tutte le indagini: infatti è univocamente molto elevato con riferimento
all’alimentazione (attorno al 90%), al patrimonio artistico-culturale e paesaggistico.
La politica e le istituzioni, per quasi tutti i bolognesi, caratterizzano invece in
modo negativo il nostro paese.
Cosa pensano i bolognesi sul tema del benessere
5
Quali aspetti ritieni che caratterizzino, in termini di qualità della vita,
l'area metropolitana bolognese rispetto al resto dell'Italia?
Comune di
Bologna
Saldo tra
positivo e
negativo
Alimentazione
Patrimonio
artistico e
culturale
Relazioni
interpersonali
80,8%
Fattori climatici
-41,1%
63,0%
50,5%
Saldo tra
Saldo tra
Università degli
positivo e AUSL di Bologna positivo e
Studi di Bologna
negativo
negativo
Alimentazione
Patrimonio
artistico e
culturale
Relazioni
interpersonali
81,2%
Fattori climatici
-35,6%
69,0%
51,1%
Alimentazione
Patrimonio
partistico e
culturale
Patrimonio
paesaggistico
73,1%
Fattori climatici
-31,9%
63,3%
43,2%
Saldo tra
Organizzazioni
positivo e
culturali
negativo
Welfare
Patrimonio
artistico e
culturale
Relazioni
interpersonali
69,8%
Fattori climatici
-39,2%
67,9%
63,7%
Una minore omogeneità si riscontra nelle risposte fornite sugli aspetti della qualità della
vita che caratterizzano l'area metropolitana bolognese rispetto al resto dell'Italia.
Il saldo tra le risposte che evidenziano gli aspetti positivi e quelli negativi è molto elevato
con riferimento all’alimentazione (da 73,1% a 81,2%), ad eccezione delle organizzazioni
culturali per le quali prevale l’aspetto del welfare (69,8%); seguono il patrimonio artisticoculturale e le relazioni interpersonali, con l’esclusione dell’AUSL (patrimonio paesaggistico
al terzo posto). Per tutti sono i fattori climatici l’aspetto più negativo dell’area bolognese.
Cosa pensano i bolognesi sul tema del benessere
6
Pensi che, nella misurazione del benessere, sia necessario tenere
conto delle differenze esistenti tra la città di Bologna e gli altri
comuni della provincia?
COMUNE DI BOLOGNA
Sì
42%
AUSL DI BOLOGNA
Sì
46,3%
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI
BOLOGNA
Sì
41,4%
ORGANIZZAZIONI CULTURALI
DI BOLOGNA
Sì
37,7%
4 bolognesi su 10 ritengono che, nella misurazione del benessere,
occorra tenere conto delle differenze tra il capoluogo e gli altri
comuni della provincia.
Cosa pensano i bolognesi sul tema del benessere
7
Pensi che le misure del benessere possano migliorare la qualità delle
politiche pubbliche a livello nazionale ?
COMUNE DI BOLOGNA
ISTAT - CNEL
Sì
56,9%
Sì
58,4%
AUSL DI BOLOGNA
Sì
52%
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI
DI BOLOGNA
Sì
55,9%
ORGANIZZAZIONI
CULTURALI DI BOLOGNA
Sì
75,5%
Le misure del benessere possono migliorare le politiche pubbliche per oltre
la metà dei rispondenti; più ottimisti i membri delle associazioni.
N.B. L’analoga domanda riferita al livello locale non ha evidenziato sostanziali differenze nelle risposte
Work in progress
L’attività di consultazione sul tema del benessere in ambito locale sta
attualmente proseguendo con alcune indagini in corso presso:
•
•
•
•
Provincia di Bologna
Arpa Emilia-Romagna
Una azienda privata (Unipol)
Centri anziani.
A questi soggetti si aggiungeranno a breve la Regione Emilia-Romagna e
l’Istituto tecnico-professionale Belluzzi-Fioravanti di Bologna.
A conclusione della consultazione, dovrebbero essere raggiunti i 2.500
questionari compilati nel territorio bolognese, numero sostanzialmente in
linea con quello raggiunto dall’Istat nel corso dell’analoga esperienza
condotta a livello nazionale.
http://urbes.comune.bologna.it
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