Giovannino Guareschi
un umorista dai mille volti
ITIS “G. Galilei”, S. Secondo P. se
Classi II B e III E
Prof.sse Ilaria Berra e Sandra Sgarabotto
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
Il nostro lavoro vorrebbe essere una riflessione sull’attività poliedrica di Giovannino Guareschi, in
quanto è un personaggio, anche se molto noto, ancora abbastanza frainteso e banalizzato. Dato il
radicamento dell’Autore nel territorio della Bassa parmense, la sua Opera ci è sembrata un’utile
chiave di conoscenza delle nostre radici e delle nostre più intime e profonde origini. Guareschi,
infatti, pur vivendo per anni lontano dai luoghi che lo avevano visto bambino, riesce a portare
dentro di sé la verità e l’essenza dell’uomo della Bassa (come del resto farà anche Giuseppe Verdi).
In questo noi abbiamo scoperto una profonda risonanza interiore, una corrispondenza che travalica
la differenza generazionale e che, con grande immediatezza e spontaneità, ci ha avvicinato all’uomo
Guareschi e alla sua Opera. Questo ci ha portato a capire che l’uomo Giovannino non è stato
soltanto lo scrittore di Don Camillo: il suo lavoro è stato immenso e ha come colonna portante
un’etica e una morale esemplari.
Per la nostra presentazione in Power Point abbiamo scelto solo alcuni degli argomenti trattati
dall’Autore, rielaborando gli aspetti più significativi del Volume “Storia di Parma. Le Lettere”.
Abbiamo cercato di confrontare ciò che è presente on line con i testi e con la Bibliografia
tradizionale abbiamo cercato le sue tracce nel nostro territorio e raccolto una testimonianza diretta
di chi Guareschi lo ha conosciuto e lavorato su alcuni video e film, mantenendo, attraverso un
lavoro di editing, le parti che ci sembravano più rappresentative, ed aggiungendo immagini e la
nostra voce narrante. Ci siamo così resi conto dell’importanza della lettura diretta dei testi e
abbiamo compreso la difficoltà di sintetizzare in modo esaustivo il percorso creativo e artistico di
questo Autore.
Prof.sse Ilaria Berra, Sandra Sgarabotto
e gli alunni della IIB e della IIIE dell’ITIS “G. Galilei”
Indice:
1. La vita ed il contesto storico
2. Guareschi vignettista
3. L’esperienza della guerra
4. “Favola di Natale”
5. Il Mondo piccolo
6. “Corrierino delle famiglie”
7. Guareschi e il cinema
8. A tavola con Guareschi
9. Il Verdi di Guareschi
10. La (s)fortuna di Guareschi
11. Guareschi tra la gente della Bassa
12. Bibliografia
Vita e contesto storico
Indice
Guareschi vignettista
Cos’è una vignetta?
Per l'Enciclopedia Treccani: "Illustrazione, figura
stampata per ornamento nelle pagine di un libro,
soprattutto all’inizio o alla fine di un capitolo, o
anche in giornali.
In partic., v. umoristica, e più spesso semplicem.
vignetta, disegno, integrato per lo più da un breve
testo, che esprime, spec. in giornali e riviste, una
battuta di spirito, ironica, sarcastica o satirica
(www.treccani.it.).
Per Guareschi: nei suoi lavori la poesia e la prosa di
carattere satirico si intrecciano in modo sapiente e
arguto. Le storie si snodano attraverso un doppio
binario narrativo (immagine e parola) ed è evidente
la volontà di rendere l’effetto comico passando
magistralmente e con la stessa forza dalla parola alla
vignetta. Come afferma Casamatti Guareschi riesce
a muoversi tra diversi linguaggi, stando attento alle
funzioni dell’Opera. Nel volume “Storia di Parma.
Le Lettere” si parla di “una comicità iper-realistica, di
un’aggressività diretta e salace, che si propagano, in
certa misura, alla raffigurazione del Mondo Piccolo.”
Indice
Il percorso artistico di Guareschi vignettista
I primi disegni di Guareschi sono quelli che si vedono
sui quaderni del Ginnasio; sono principalmente
caricature dei suoi professori e dei compagni di classe.
Poi, quando inizia l'attività di scrittore, le sue
vignette illustrano quasi tutti i suoi pezzi pubblicati
sui numeri unici. Si tratta di incisioni su linoleum e
illustrazioni, attraverso un percorso che dipinge
Parma negli anni Trenta; la città dei Caffè letterati e
dei grandi scrittori a cui Guareschi ha guardato con
grande ammirazione (Nullo Musini, Erberto
Carboni, Cesare Gobbo e Latino Barilli). Guido
Conti in “Giovannino Guareschi . Biografia di uno
scrittore” afferma che “Guareschi plasma e modella le
testate dei giornali con un tratto grasso e deciso ma
elegante, privilegiando le linee curve”.
Successivamente diventa direttore del “Bazar”, vero
giornale umoristico: si tratta di grandi pagine
pubblicitarie con racconti, vignette, caricature e
poesie in cui la vena satirica e la caricatura si
fondono.
Successivamente inizia la collaborazione con
“Bertoldo” a Milano e poi la direzione di “Candido”
al 1957.
Indice
Casamatti segnala la pubblicazione sul
“Bertoldo” del Regolamento per i disegnatori
scritto da Guareschi, che si può considerare
una sorta di manifesto e di cui si sottolineano
la parti decisive per comprendere lo stile
dell’Autore:
“Non lavorate mai [...] in punta di penna. Il
rotocalco ha bisogno di un segno piuttosto robusto,
di un tratto pesante. Eliminate le mezze tinte.
Eliminate ogni particolare non necessario [...].
Effetti di luce eccetera toglieranno al vostro disegno
ogni chiarezza e ogni efficacia ai fini della battuta.
[...] Non imitate nessuno: cercate una vostra
espressione personale. Cercate di risolvere tutto a
bianco e nero, usando il nero piatto: sfruttate il
bianco del contorno ai fini dell’eleganza della
vignetta. Accentrate, con l’impostazione dei disegni,
l’attenzione di chi guarda sui personaggi o sulle cose
che servono ai fini della battuta. Semplificate,
sguarnite, pulite: il disegno umoristico [...] non
dev’essere legato a nessuna velleità pittorica.
Eliminate il tratteggio: fate dei pupazzetti puliti e
carini e non delle illustrazioni farraginose e brutte”.
Indice
L’esperienza di “Candido” e la satira politica
Dopo la ripresa dell’attività da giornalista,
Guareschi nel 1945 fonda il giornale “Candido”
(che nella politica era molto più radicato
rispetto al vecchio “Bertoldo”). Dopo le elezioni
del 1948 nascono diversi slogan per contrastare
il Fronte Popolare tra questi:
-“Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede,
Stalin no”. (tratto dal manifesto della campagna
elettorale del 1948).
- “Mamma votagli contro anche per me”.
Quest’ ultimo e’ lo slogan che ha colpito
maggiormente i lettori di Guareschi perché
raffigura uno scheletro di un soldato morto in
Russia. Questo per ricordare i soldati morti in
Russia e quelli che non ne sono più tornati.
Indice
“Obbedienza cieca, pronta e assoluta” e’ il
titolo della serie di vignette pubblicate su
“Candido” in cui Guareschi si dedica alla
satira politica. Il nome "Obbedienza cieca,
pronta e assoluta" fu scelto perché Guareschi
voleva sbeffeggiare i militanti comunisti,
avversari politici, giocando con le rettifiche
che venivano pubblicate sulle pagine
dell’Unità e che, nella parodia di Guareschi, i
militanti comunisti prendevano alla lettera,
compresi gli errori di stampa.
Indice
Indice
Trinariciuti
In questa vignetta di “Obbedienza cieca
pronta e assoluta” appaiono gli uomini con
tre narici, i trinariciuti, un neologismo
coniato da Giovannino Guareschi, apparso
per la prima volta sulla rivista "Candido" il
5 Aprile del ‘47.
Per queste vignette Togliatti lo insultò con
l'appellativo di "tre volte idiota moltiplicato
tre”. La terza narice servirebbe infatti a far
uscire il cervello, permettendo alle direttive
di partito di entrare e occuparne il posto.
Guareschi disse : “Perché nel mio concetto base, la terza narice ha una
sua funzione completamente indipendente dalle altre due: serve di
scarico in modo da tener sgombro il cervello dalla materia grigia e
permette nello stesso tempo l’accesso al cervello delle direttive di
partito che, appunto, debbono sostituire il cervello. Il quale cervello, lo
si vede, appartiene oramai ad un altro secolo” (Candido del 14-15
Aprile 1947) .
Indice
Questa é una tra le prime vignette dove apparvero i trinariciuti.
Indice
L’esperienza della guerra
“A noi è concesso soltanto sognare. Sognare è la necessità più urgente perché la nostra vita è al di là del
reticolato, e oltre il reticolato ci può portare solamente il sogno.” da “Diario clandestino”
1943 - 1945: la prigionia
Nel 1943 Giovannino Guareschi viene fatto prigioniero dai tedeschi nella caserma di Alessandria.
Viene imprigionato per il suo rifiuto di aderire all’RSI.
Con l'arresto inizia una lunga serie di spostamenti da un campo di prigionia all'altro, dalla Germania
alla Polonia.
Durante la prigionia, nel 1944, viene pubblicato il romanzo “Il marito in collegio”.
Viene rimpatriato il 29 Agosto del ‘45 e arriva a Parma il 4 Settembre dello stesso anno.
Dopo il rientro a Marore, dove la famiglia era stata sfollata durante la guerra, i Guareschi si
trasferiscono ancora una volta a Milano.
Nel 1945, Giovannino Guareschi, pubblica “La favola di Natale”, nata durante la prigionia, creata da lui
stesso nel Lager.
Pubblica “Diario Clandestino” nel 1949. Il libro parla della sua esperienza nel Lager, è stato pubblicato
dalla casa editrice Rizzoli, a Milano.
Indice
Guareschi raccontato da un compagno di prigionia:
“Era la fine di ottobre del 1943 quando conobbi per la prima volta, in una stube del IV blocco
della North-Kasermen di Czestochowa, il tenente Giovanni Guareschi. Quel giorno, nella
stube che ci ospitava, Guareschi lesse l’abbozzo della favola di Natale”.
“Guareschi fu una bandiera per noi; egli fu una sferzata di coraggio e di fede quando l’uno e
l’altra vacillavano. Ora Giovannino è lassù certamente accanto a quel Cristo che vide nel
dipinto di Spalmach, in prigionia.”
“Guareschi faceva nascere il sorriso entro i cupi “verboten” dei reticolati. Freddo, fame,
angherie sarebbero stati meno pesanti, con lui a «tenerci su». Ma tra quanti hanno passato
l’inverno 1943-44 nei Lager di Polonia, non pochi ancor oggi ascoltano il tamtam che, da una
lontanissima contrada, dà notizia del baffuto scrittore, capace di far nascere il sorriso anche
entro i cupi «verboten» dei reticolati.”
di Gino Malaspina, dalla «Gazzetta di Parma», 29 Agosto 1979.
Indice
Nel campo Giovannino scrisse una canzone per sua figlia,
che nacque quando lui era prigioniero.
Chiamò la canzone “Carlotta”, come la figlia.
Il motivetto, con musica di Arturo Coppola, era cantato da tutti gli italiani a Sandbostel, tanto da essere
diventato un po' l'inno del lager.
“La mamma l’ha annunciato con estrema serietà
Il babbo tornerà
Ma certo tornerà
Però lei deve stare buona buona sul balcon
Guardando sempre là, verso il canton.
Seduta sul balcone la Carlotta se ne sta
E aspetta quel papà
Che visto mai non ha”.
Da “Carlotta” – Giovannino Guareschi
Indice
“Sono ormai diciotto mesi che soffro la fame, ma ogni
giorno sembra una cosa nuova. da “Diario Clandestino”.
“Neppure in sogno i bambini
debbono entrare laggiù, promettimi
che non verrai mai” da “Favola di
Natale”.
“Favola di Natale”
Cos’è una favola?
Il termine “favola” deriva dalla parola latina "fabula” (dal verbo “fari” che significa
“parlare”).
Le favole sono racconti molto antichi, all'inizio tramandati solo a voce. Durante il
Medioevo, nella lingua parlata, si sono differenziati i termini “faula” e “flaba” da cui le
moderne favola e fiaba.
Le favole nacquero presso i popoli semiti del Medio Oriente e poi si diffusero in Grecia e
nel mondo romano.
Indice
Caratteristiche di una favola. Analogie e differenze con la fiaba
I protagonisti sono animali parlanti che incarnano virtù ed effetti degli uomini.
Lo spazio e il tempo sono ridotti al minimo.
La struttura è lineare e semplice: la situazione iniziale presenta i protagonisti, segue una scena di
solito dialogata in cui si svolge un’azione e poi la conclusione con la vittoria di uno dei due
contendenti.
Il finale raramente è lieto: spesso qualcuno muore, il debole soccombe, a volte il prepotente viene
punito.
Il linguaggio è semplice.
La morale quasi sempre è semplice, espressa in una frase in cui l’autore spiega l’insegnamento
che se ne deve ricavare.
Analogie:
-Sono racconti fantastici.
-Il luogo ed il tempo sono indeterminati.
-Il linguaggio è semplice.
Differenze:
- Le fiabe sono più lunghe.
- La morale non sempre esplicita.
- Ricche di elementi fantastici e
meravigliosi.
- Il finale solitamente lieto.
Indice
Quando è nata?
Cos’è?
Genere di racconto
breve molto antico.
-Nasce durante il
Medioevo.
- All'inizio venivano
tramandate solo a voce.
- Nella lingua parlata si
sono differenziati i
termini "faula" e "flaba"
da cui le
moderne favola e fiaba
Dove è nata?
Le favole
nacquero presso i
popoli semiti del
Medioriente.
Caratteristiche:
-I protagonisti sono animali
parlanti che incarnano virtù
ed effetti degli uomini.
-Lo spazio e il tempo sono
indeterminati.
-La struttura è lineare e
semplice.
-Il finale raramente è lieto.
-Il linguaggio è semplice.
-La morale quasi sempre è
semplice, espressa in una
frase in cui l’autore spiega
l’insegnamento che se ne
deve ricavare.
FAVOLA
Differenze e analogie tra
favola e fiaba:
Analogie:
-Sono racconti fantastici.
-Il luogo ed il tempo sono
indeterminati.
-Il linguaggio è semplice.
Differenze:
- Le fiabe sono più lunghe.
- La morale non sempre esplicita
- Sono ricche di elementi fantastici
e meravigliosi
- Il finale solitamente è lieto.
“Favola di Natale”
La “Favola di Natale” narra del sogno di
Albertino, figlio di Giovannino
Guareschi, che di notte vuole portare una
poesia al suo papà, rinchiuso in un campo
di prigionia tedesco.
Albertino, triste per la mancanza del
padre, guardando il posto vuoto a tavola,
sogna che la poesia, trasportata dal vento,
arrivi al padre con un “magico” uccellino.
Ma, arrivato al campo, l’omone della
censura cancella alcune parti della poesia,
rendendola così illeggibile.
L’uccellino torna indietro e dà la triste
notizia ad Albertino che, nel sogno, si alza
e cerca di raggiungere il padre insieme
alla “nonnina”, al cane Flik e ad una
lucciola.
Durante il viaggio, questa strana e
fantasiosa combriccola, incontra
meravigliose creature: funghi parlanti,
cornacchie canterine, oggetti animati,
angeli e alla fine anche il papà di
Albertino che stava andando da lui
insieme ai suoi compagni di prigionia.
La favola termina con un povero quanto
miracoloso pranzo di Natale, al termine del
quale i compagni di viaggio si devono
nuovamente separare per tornare ciascuno al
proprio destino.
“Favola di Natale”.
Intreccio: La “Favola di Natale” narra del sogno di Albertino, figlio di Giovannino Guareschi, che
di notte vuole portare una poesia al suo papà , rinchiuso in un campo di prigionia tedesco.
Albertino, triste per la mancanza del padre, guardando il posto vuoto a tavola, sogna che la poesia,
trasportata dal vento, arrivi al padre con un “magico” uccellino. Ma, arrivato al campo, l’omone
della censura cancella alcune parti della poesia, rendendola così illeggibile.
L’uccellino torna indietro e dà la triste notizia ad Albertino che, nel sogno, si alza e cerca di
raggiungere il padre insieme alla “nonnina”, al cane Flik e ad una lucciola.
Durante il viaggio, questa strana e fantasiosa combriccola, incontra meravigliose creature: funghi
parlanti, cornacchie canterine, oggetti animati, angeli e alla fine anche il papà di Albertino che stava
andando da lui insieme ai suoi compagni di prigionia. La favola termina con un povero quanto
miracoloso pranzo di Natale, al termine del quale i compagni di viaggio si devono nuovamente
separare per tornare ciascuno al proprio destino.
Morale: La favola ci insegna che la lontananza può essere superata dall’affetto e dall’amore
reciproco; per affrontare le situazioni difficili è necessario avere un po’ di fantasia e di creatività,
sognare e ritrovare gli affetti nel nostro cuore.
Sistema dei personaggi: Il sistema dei personaggi è molto semplice.
Troviamo, infatti, come personaggi principali soltanto Albertino e il suo papà.
I personaggi secondari sono la nonnina, Flik e la lucciola, che si possono considerare gli aiutanti
positivi che permettono il raggiungimento dell’oggetto del desiderio.
Troviamo, inoltre, tanti altri personaggi marginali,che ricoprono il ruolo di aiutanti oppure di
“cattivi”,come i funghi,gli alberi,le cornacchie.
Indice
Il Mondo piccolo
Indice
Che cos’ è il mondo piccolo?
RACCONTI APPARSI SUI GIORNALI INTORNO AL 1946, RACCOLTI IN OTTO LIBRI,
TUTTI DEDICATI ALLE AVVENTURE NEL MONDO PICCOLO.
•
•
“MONDO “: descrive il luogo in cui si svolge il racconto. Cioè un mondo costituito dalla proprie
leggi, cultura, modi di pensare e costumi. Tutto ciò è separato del mondo esterno.
“PICCOLO “: non ci sono grandi imprese o importanti personaggi, si tratta di persone normali di
paese; perfino il sindaco Peppone o il parroco Don Camillo rientrano in questa categoria dei “piccoli”.
I libri della serie “Mondo Piccolo”
- DON CAMILLO 1948
- DON CAMILLO E IL SUO GREGGE 1953
- IL COMPAGNO DON CAMILLO 1963
Opere postume completate
- L’ANNO DI DON CAMILLO1986
- CIAO DON CAMILLO1996
- DON CAMILLO E DON CHICHÌ 1996
- DON CAMILLO DELLA BASSA 1997
- TUTTO DON CAMILLO 1998
Indice
I protagonisti fissi
•
DON CAMILLO
Don Camillo è un personaggio creato dallo
scrittore italiano Giovannino Guareschi, come
protagonista in una serie di racconti nei quali è il
parroco di un piccolo paese in riva al Po. Al
centro dei pensieri di don Camillo c'è il sindaco
comunista Giuseppe Bottazzi detto Peppone,
capo della locale sezione del Partito Comunista
Italiano.
•
PEPPONE:
Giuseppe Bottazzi, soprannominato Peppone, è
il sindaco del paesello dove Don Camillo è
parroco. Peppone è fieramente iscritto al Partito
Comunista e come tale disprezza la Chiesa e tutti
i suoi ministri, soprattutto i preti.
•
CROCIFISSO
Il terzo personaggio principale è il crocifisso
della chiesa di Don Camillo, la sua voce
interviene quando il parroco si confida o chiede
consiglio.
Le opinioni del Cristo rispecchiano il parere
dell’Autore che attraverso queste rivelazioni
esprime la sua idea rifacendosi alla sua fede
cristiana.
Indice
Analisi di “Don Camillo”
Titolo: “Don Camillo”
Autore: Giovanni Guareschi
Tempo: dal Dicembre 1946 al Dicembre
1947
Luogo: Bassa Pianura Padana
Trama e commento
Stile narrativo
Tematiche
1. Il clima politico
2. Il progresso e la natura
Indice
TRAMA
Il libro si apre con un'introduzione, che ha lo
scopo di avvicinare il lettore
all'ambiente in cui si svolge la narrazione e
presenta tre brevi racconti ambientati nella
bassa pianura padana.
I protagonisti sono due rivali: Don Camillo e
il sindaco Giuseppe Bottazzi, detto Peppone.
Il racconto è formato da una serie di episodi:
alcuni legati da un filo conduttore altri solo
dalla presenza dei personaggi principali.
Le storie coprono il tempo di un anno, dal
Dicembre del 1946 al Dicembre del 1947 con
diversi richiami a temi d’attualità.
COMMENTO
Per poter comprendere questo libro, bisogna
conoscere a fondo i temi che guidano l'autore:
il clima sociale e politico dell'epoca.
L'autore stesso è consapevole di questi rischi e
infatti premette al libro un capitolo di
introduzione.
Indice
STILE NARRATIVO
a) Il ruolo dell‘Autore: Guareschi adotta il ruolo da cronista e racconta le vicende descrivendo anche il
luogo, il tempo e le persone, così da poter dare un effetto di realismo nella sua storia.
b) Le descrizioni: Il discorso è scarno ed essenziale, non ci sono parole complesse, alcune parti della
vicenda vengono omesse e tocca al lettore dedurle. Nel libro non c'è nessuna descrizione dettagliata.
Guareschi vuole far comprendere al lettore la storia attraverso l'intuito e il sentimento.
c) La lingua: Guareschi utilizza un linguaggio vicino a quello parlato. Si fa ampio uso di modi di dire
popolari e di termini usati nella lingua quotidiana, senza mai servirsi del dialetto vero e proprio. La
lingua usata è l'italiano, semplice e ricco di vocaboli popolari.
d) Il giudizio dell‘Autore: Guareschi non inserisce quasi mai direttamente i suoi commenti nel racconto,
ad accezione di alcune occasioni. Il suo parere emerge indirettamente, attraverso le parole del Cristo,
che è il terzo protagonista. Questo è un elemento originale di Guareschi , che riesce a inserire a pieno
la sua voce senza utilizzare metodi tradizionali. Il lettore deve intuire il parere dell’Autore attraverso
la presentazione diretta dei fatti.
Indice
I TEMI DEL RACCONTO
1. Il clima politico
Democristiani e Comunisti: l'argomento politico anima la rivalità di Don Camillo e Peppone,
infatti spesso è proprio il motivo politico a dare inizio a scontri personali. Emergono così i
punti di vista di entrambi i personaggi sui partiti rivali.
Guareschi ha raccontato gli scontri che avvengono nel paese tra gli uomini di sinistra, guidati
da Peppone, i cattolici , guidati da Don Camillo. Sono contrasti forti dove la violenza ha spazio,
come per esempio quando la discussione finisce in rissa o si ricorre a ricatti. Lo scopo è quello
di rivendicare le proprie idee e non di imporle a tutti i costi.
I moderati: Guareschi fa riferimento al comportamento dei moderati davanti ai bisogni
generali. I proletari non sono istruiti quindi sono più ribelli mentre il ceto medio è istruito e sa
gestire le situazioni, pertanto moderati e proletari non potranno mai unirsi contro le
ingiustizie.
La posizione di Guareschi: attraverso le sue storie l’Autore vuole dimostrare che bisogna stare
attenti a non esagerare nella discussione politica, che potrebbe degenerare in lotta violenta
come spesso accaduto nell’Italia del Dopoguerra.
Indice
2. Il progresso e la natura
L'uomo:
•Cerca di capire la vita con la scienza.
•Perde i veri valori.
•Crede di potersi sostituire a Dio.
•Fermerà il progresso perché sarà causa di troppa
sofferenza.
•Troverà l’amore per la natura.
•Vivrà in simbiosi con la natura.
Il campanilismo:
•Forte amore per la sua terra.
•Per lui il Po è l’unico fiume rispettabile
in Italia ed inizia da Piacenza perché
inizia il “Mondo Piccolo” che lui ama.
•Opposizione tra gli uomini di città e
quelli di campagna.
•Afferma che gli uomini di campagna
rispettano di più i valori della vita
mentre quelli di città hanno valori
negativi e adorano lo sviluppo del
progresso .
Indice
I luoghi del Mondo Piccolo
Indice
“Mondo piccolo”: un esempio di storia.
“La febbre dell’oro” e “Il ricatto” da “Il compagnoDon Camillo”
SINTESI DELLE TRAME
Il racconto narra la vicenda in cui Peppone gioca al Totocalcio, e, non volendo farlo sapere,
utilizza l’anagramma del suo nome. Quando vince ha il problema di incassare la vincita in
incognito. Nonostante la copertura, viene scoperto da Don Camillo…
Don Camillo riceve una visita di Peppone, il quale non sa come investire i soldi vinti
precedentemente. Don Camillo consiglia a Peppone diverse modalità, ma Peppone rifiuta tutti i
consigli chiedendo a Don Camillo di fargli conoscere il commendatore. Dopo vari tentennamenti
Don Camillo accetta, così Peppone riesce ad investire i propri soldi.
Dopo due anni Peppone, per motivi politici, espone dei manifesti attaccando in modo violento la
chiesa, incolpandola di svolgere affari loschi, al fine di porla in cattiva luce.
A questo punto Don Camillo, infervorato, ricatta Peppone.
PERSONAGGI E IDEOLOGIE
Peppone pur essendo comunista,di fronte a una grossa somma di denaro, vinta tramite un gioco,
la riscuote con l’idea di tenersela per sé nonostante la modalità di guadagno non corrisponda alla
ideologia comunista.
Don Camillo rappresenta la coscienza di Peppone, cerca quindi di distoglierlo dall’idea di tenere
per sé il denaro, rifacendosi alle idee fondamentali nella quali crede (o pensa di credere Peppone.)
Indice
“Ho una voglia matta di mangiare cicciolata […]. L’unica cosa che mi interessa in modo
particolare è la cicciolata perché si tratta di una questione di principio. E’ un mese che in
casa chiedo cento grammi di cicciolata e non riesco ad averla. La imporrò a chili!
Sacrifica tutto quel che si può sacrificare a favore della cicciolata: è una cicciolata che non
ha un semplice significato gastronomico ma che ha anzitutto un significato morale!”
(da “Corrierino delle famiglie”).
“Corrierino delle famiglie”
“Corrierino delle famiglie”
"Corrierino delle famiglie" è un libro
scritto nel 1954. E’ una raccolta di
racconti, sketch e bozzetti che parlano
della vita quotidiana dell’Autore.
Protagonista è la famiglia Guareschi:
papà Giovannino, mamma Margherita e
i piccoli Alberto e Carlotta.
Una particolarità di questo libro è che le
vicende vissute da Guareschi vengono
romanzate.
Un racconto degno di nota è
“Cicciolata”, nel quale traspare l'amore
di Guareschi verso il cibo della sua terra.
Ma allora perché questo libro si chiama “Corrierino delle famiglie” e non “Corrierino della famiglia di
Guareschi”? Nella premessa, l‘Autore offre una chiara spiegazione: “perché parlo sempre di me e della
gente di casa mia? Per parlarvi di voi e della gente di casa vostra. Perché i problemi base della mia
famiglia son gli stessi di milioni di famiglie. Per consolare me e voi della nostra vita banale di onesta
gente comune. Per sorridere assieme dei nostri guai quotidiani”.
Indice
I personaggi
I personaggi principali sono bene caratterizzati:
Giovannino è il padre di famiglia. E' anche il narratore e la storia è
narrata dal suo punto di vista. E’ il componente più razionale della
famiglia che dimostra comunque un pizzico di ironia e surrealismo.
Margherita è la moglie ed ha un carattere particolare. Fa riflessioni
profonde e coinvolge i familiari: un esempio è nel primo capitolo del
libro, dove immagina di morire e fa partecipi dei propri pensieri anche
Carlotta e Albertino. Lei vive in un suo mondo apparentemente
illogico, ma sostanzialmente logico, umano, pieno di poesia.
Albertino è il figlio. E' spietatamente logico, realista (per quanto lo
possa essere un bambino), implacabile verso le debolezze dei genitori,
ma in fondo schietto, buono, legato al padre e alla madre .
Carlotta, detta la Pasionara, è la figlia. Per la Pasionaria papà
Giovannino ha veramente un gran debole. La marmocchia ha una bella
personalità e lo dimostra a partire dal lessico, e dalla rivendicazione dei
suoi errori: è “più 'io' dire 'me'” - afferma, categorica. Perché 'io' si scrive,
'me' si dice . “Ai miei affari ci penso me”, borbotta. Guareschi racconta
che la Pasionaria ha una personalità davvero ben definita, e che sa
“dominare perfettamente i suoi otto anni”.
Indice
Analisi e commento
Leggendo il libro è impossibile non pensare quanto Giovannino e
la sua famiglia siano tipi strambi.
Questa sensazione viene resa soprattutto grazie allo stile di
scrittura, che unisce un'ironia pungente ad aneddoti inventati da
Giovannino stesso.
Come dice Margherita al marito: “non si capisce mai quando
parli sul serio o quando scherzi, quando racconti dei fatti veri o
dei fatti inventati”.
“I suoi racconti vivono difatti come sospesi fra la fantasia e la
realtà, ed è ben difficile che egli valichi i limiti del reale e del
possibile. È proprio questo intrecciarsi di realtà e sogno, di
fantasia e verosimiglianza il fascino di questo libro.” (Testo di
Gian Galeazzo Biazzi Vergani e pubblicato su «La Provincia» di
Cremona il 5 gennaio 1955.).
Una tematica che viene integrata alle vicende familiari è la satira
politica, presente in molti libri di Guareschi.
“Essa non è mai cattiva, mai feroce, mai distruttiva, sempre
sbarazzina e dispettosa: ad esempio Giovannino racconta la
“sua” rivoluzione d'ottobre, ossia quando fa marinare la scuola
alla sua bambina, perché non vuole che sia lo Stato ad educarla.”
(Testo di Gianfranco Franchi nel Maggio 2010)
Indice
Guareschi e il cinema
Il 1950 fu l’anno di debutto
di Giovannino.
“Gente così” è
l’anticipazione del film di
Don Camillo con regia di
Fernando Cerchio.
Qui ritroviamo le
situazioni, le
ambientazioni e i
personaggi che poi daranno
vita alla saga
cinematografica italiana
che ha segnato il
dopoguerra.
Dai celebri libri di
Giovannino sono stati
tratti diversi film, che poi
hanno avuto molto
successo, usciti tra il 1952 e
il 1965 e un ultimo nel 1983.
I primi cinque episodi sono
stati prodotti della Cineriz,
una casa produttrice
cinematografica italiana.
Indice
Personaggi
PEPPONE
Giuseppe Bottazzi, soprannominato Peppone, è il
personaggio perennemente in lotta con Don Camillo.
Fu rappresentato come uomo forte, rozzo, violento,
ignorante, ma galantuomo.
Giovannino lascerà al personaggio una caratteristica.
fondamentale: i baffi uguali ai suoi.
Peppone è stato interpretato da Gino Cervi, Lionel
Stander, Colin Blakely.
DON CAMILLO
Giovannino disegna Don Camillo alto, corpulento,
ben piantato, sempre pronto a menare pugni e ad
usare parole grosse ma alla fine capace di essere
simpatico e agire pensando alla propria coscienza.
L'attore scelto per interpretare Don Camillo è
molto diverso da come Guareschi se lo era
immaginato ma all’Autore la scelta andò bene
ugualmente.
Don Camillo viene interpretato da: Fernandel,
Gestone Moschin e Terence Hill.
CROCIFISSO
Voce Crocifisso: Interpretato da Jean Debucourt.
Indice
“Don Camillo”
Regia di Julien Duvivier, 1952.
“Cose che succedono in quel paese, dove il sole
picchia come un martello sulla testa della gente,
dove spesso si ragiona con i pugni, ma dove almeno
si rispettano i morti”.
“Don Camillo e l’onorevole Peppone”
Regia di Carmine Gallone, 1955.
“Ecco … ricomincia l’eterna gara nella quale ognuno
dei due vuole disperatamente arrivare primo. Però,
se uno dei due s’attarda, l’altro aspetta. Per
continuare assieme il lungo viaggio fino al
traguardo della vita.”
Indice
“Don Camillo monsignore …
Ma non troppo”
Regia di Carmine Gallone, 1961.
“Questa è un’altra delle storie che il rande fiume
raccoglie sulle rive della Bassa e porta al mare.
Favole che sembrano storie vere o storie vere che
sembrano favole? Difficile poterlo stabilire …
Difficile”.
“Il Ritorno di Don Camillo”
Regia di Julien Duvivier, 1953.
“… e tutti i vecchi del paese si trattennero dal
morire, i bimbi rifiutarono di nascere e gli
innamorati di sposarsi, senza l’ aiuto di Don
Camillo”.
Indice
“Il compagno Don Camillo”
Regia di Luigi Comencini, 1965.
“E soprattutto non vi azzardate a raccontarmi un’
altra delle vostre stramaledette calunnie sulla vostra
Russia.
Io voglio continuare … a credere alla mia!”.
“Don Camillo”
Regia di Terence Hill, 1983.
È un remake dal titolo “The world of Don
Camillo”, con Terence Hill nel ruolo di sacerdote e
Colin Blakely nella sua controparte di comunista.
Indice
A tavola con Guareschi
Giovannino Guareschi si è sempre
definito un umorista ed espresse
questa sua qualità in diverse forme
e campi, interpretando nella sua
vita varie attività.
Attratto dalle cose genuine, dedicò
gran parte della sua vita al piacere
della tavola, prediligendo le
pietanze caserecce e i vini delle sue
terre. La Fortana del Taro era il
vino che produceva dalle uve dei
suoi vitigni e che portava in tavola
nel suo ristorante.
Nei suoi racconti troviamo molti
richiami ai piatti tipici della sua
amata Bassa Parmense che
confermano che era effettivamente
un buon gustaio.
Indice
Guareschi del resto testimoniò il suo amore per la buona tavola,
aprendo un ristorante a Roncole Verdi nel 1964, passato poi
nelle mani dei figli.
La chiave della sua dispensa apre gli scrigni di una gastronomia
umile sì, ma verace. Uova, salumi, la rustica micca. Alberto e
Carlotta raccontano:
“La cucina era quella tipica della Bassa: salumi, in particolare il
culatello, paste fatte in casa, trippe... insomma cose semplici. Come
secondi servivamo maiale, brasato di manzo, bolliti misti. Una delle
specialità erano i cotechini in maschera, cioè cotechini fasciati con
polpa di vitellone. Era un’antica ricetta di casa Verdi. Due volte alla
settimana facevamo anche il pane, cotto in un forno a legna disegnato
dal papà. La farina veniva da un tipo particolare di frumento, il
“gentilrosso”, coltivato nei nostri poderi, senza concimi chimici. Lo
macinavamo in un vecchio mulino a palmenti. Il papà amava
moltissimo il profumo del pane. Ma producevamo anche del vino.
Dalla cantina uscivano circa 15mila bottiglie all’anno di Fortanella del
Taro e di Lambrusco”.
Da: www.agricoltura.regione.emilia-romagna.it
Indice
Racconti di vita…
Una sera Giovannino sconvolto dalla
scomparsa di suo fratello, si ubriacò di
grappa, e imprecò contro il regime di
Mussolini. Una persona sentì tutto e
denunciò Giovannino che rischiò il carcere.
Alcuni amici lo aiutarono, ma nonostante
ciò viene richiamato alle armi. A causa
dell’eccessivo consumo di alcool , guadagna
una solenne ulcera gastrica. Il 13 settembre
1943 parte da Alessandria per un Lagher
polacco dove resterà per due anni. (Sisti, A.
Grignaffini G., Grignaffini I. “Nella
dispensa di Don Camillo”).
Giovannino, come oste viene descritto
così:
“Bruno, che quando ti guarda in tralice dagli
spigoli di quei baffoni, il cipiglio indomito
segna lo sguardo e le nervosità della
segnatura: l’occhio che intimorisce
dall’etichetta del rosso Lambrusco Home made
lascia moniti senza parole e allarga, il campo
visivo, sulla figura di un manifestante in
camicia a quadri che, esausto e un po’ brillo, si
addormenta sotto una pianta, lasciato
l’elettivo mezzo di locomozione bassaiolo, la
bicicletta e un cartello che recita, pane e
lavoro. Praticamente il motto del nostro oste”.
(Sisti, A. Grignaffini G., Grignaffini I.
“Nella dispensa di Don Camillo”).
Indice
“Da Guareschi, è universalmente riconosciuto, si mangiava davvero bene. In sala, lui e l’oste, servivano,
oltre ai validissimi salumi, paste fatte in casa, tortelli di erbette stracotti, trippa, anatra arrosto, crostata di
mandorle, oltre che un buonissimo pane.”
(Sisti, A., Grignaffini, G., Grignaffini, I. “ Nella dispensa di Don Camillo”).
Etichette disegnate da Guareschi
“Avevamo due vigne: una, quella del Fortanella,
a Pavarara di San Secondo, l’altra, quella del
Lambrusco, a Corticelli di San Secondo. Erano
vitigni di 40 anni e passa: poca uva ma un buon
vino”. (Cereda M, “Guareschi e il vino”,
www.vinealia.org
Il vino è uno dei protagonisti dei racconti di
Guareschi come “La terra ai muratori”, “Lo
storico discorso”, “Lambrusco con Garibaldi“ e,
soprattutto, “La Malvasia del re”. In questo
racconto, che è apparso sul “Candido” ’53, si
narra di una Malvasia così buona che l’oste che la
produce decide di offrirla solo al re. Alla fine,
però, quando cade la monarchia, se la scolano
anche Peppone e i suoi compari.
(Cereda M, “Guareschi e il vino”,
www.vinealia.org).
Indice
Il vino però fa passare anche
qualche guaio a Guareschi: una
condanna, in appello, a otto mesi di
carcere con la condizionale, per
aver offeso, a mezzo stampa, il
presidente della Repubblica.
Siamo nei primi anni ’50, al
Quirinale c’era Luigi Einaudi.
Guareschi, in quanto direttore
responsabile del Candido, fu
condannato per una vignetta di
Carletto Manzoni, che ironizzava
sul Nebbiolo prodotto dalle viti del
Presidente.
Sull’etichetta c’era scritto vino
proveniente dai “tenimenti del
senatore Einaudi”.
Ecco la vignetta: intitolata “Al Quirinale”, ritraeva alcune bottiglie disposte in fila come dei corazzieri.
Indice
Il Verdi di Guareschi
Gureschi ha dedicato a Verdi un gran numero di
vignette ed articoli. Guareschi amava Verdi, un
uomo illustre della sua amata Bassa.
Giovannino Guareschi ha pubblicato in
“Candido” n.11 del 18 marzo un’intervista
immaginaria con Giuseppe Verdi in cui per far
parlare il Maestro usa brani tratti dalle sue
lettere.
Il Verdi di Guareschi appare una persona
scontrosa, pessimista e abbastanza testarda.
Guareschi, probabilmente ritrovava nel carattere
e nelle idee del Maestro molti punti i comune
con se stesso.
Guareschi non ci vuole mostrare il Verdi
‘pubblico’ ma il Peppino ‘privato’, l’uomo di
Sant’Agata. Ci racconta ad esempio che il suo
amore per la campagna era diventato mania. Si
alzava quasi con il giorno per andare a
controllare il grano, il mais, la vigna, ecc.
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Proprio l'amore per la campagna è un elemento che unisce Verdi e Guareschi:
Verdi: “Tu dirai cosa diavolo vado a fare in campagna? Ma tu sai che sono in fabbriche, che l’anno
passato ho fabbricato una cascina, quest’anno due ancor più grosse e che sono là circa un duecento operai
che hanno lavorato fino ad oggi, ed ai quali ho dovuto dare disposizioni per lavorar in avvenire appena il
gelo lo permetterà. Sono lavori inutili per me, perché queste fabbriche non faranno che i fondi mi diano
un centesimo più di rendita; ma tanto tanto, la gente guadagna, e nel mio villaggio la gente non emigra”.
Il Maestro descritto da Guareschi ha idee chiare sulla politica e sulla Provvidenza:
Verdi: “Ho speso qualche soldo che ha dato da mangiare a molti poveri operai, perché dovete sapere, voi
abitanti delle capitali che la miseria nelle classi povere è grande, grandissima: e se non ci sarà una
Provvidenza sia dall’Alto o dal basso, una volta o l’altra succederanno guai gravissimi. Vedete se io fossi
il Governo non penserei tanto al partito, al bianco, al rosso, al nero: penserei al pane da mangiare!”
E idee politiche che sicuramente Giovannino apprezzava ed approvava:
Verdi: “Io non parlo di rossi, di bianchi, di neri. Poco mi importa la forma o il colore. Guardo la storia e
leggo grandi fatti, grandi delitti, grandi virtù nel Governi dei Re, dei Preti, delle Repubbliche! Non
m’importa, ripeto: ma quello che domando si è che quelli che reggono la cosa pubblica siano cittadini di
grande ingegno e di specchiata onestà... Ho un tristo presentimento sul nostro avvenire! I Sinistri
distruggeranno l’Italia!»
Indice
Come Gureschi anche Verdi ha momenti di difficoltà con la critica e il
pubblico.
Guareschi: “In tutti i maggiori teatri , il pubblico accoglie con
entusiasmo le sue opere. Lei è ancora l’idolo del pubblico. Il pubblico
le vuole bene.”
Verdi: “Il pubblico!.. All’età di venticinque anni avevo delle illusioni e
credevo nella sua cortesia: un anno dopo mi cadde la benda e vidi con
chi avevo a che fare. Mi fanno ridere taluni quando, con una specie di
rimprovero, hanno l’aria di dirmi che io devo molto a questo od a quel
pubblico.”
Guareschi: “Maestro, cosa ne dice dei compositori d’oggi?”
Verdi: “Son ciechi che giocano al bastone. Dove capita capita. Non
sanno cosa vogliono né dove vanno. Che bella novità! So anch’io che
vi è una musica dell’avvenire, ma io penso che per fare una scarpa ci
vuole del corame e delle pelli!.. Per fare un’opera bisogna avere in
corpo primieramente della musica. Dichiaro che sono e sarò un
amministratore entusiasta degli avveniristi a una condizione: che mi
facciano della musica.. qualunque ne sia il genere, il sistema eccetera,
ma musica! E che il pubblico s’occupi dei mezzi di che l’artista si
serve! Non abbia pregiudizi di scuola! Se è bello applauda, se è brutto
fischi. Ecco tutto. La musica è universale”.
Indice
La (s)fortuna di Guareschi
Guareschi fu molto apprezzato dal
grande pubblico ma la critica non
gli fu favorevole, molti lo
dipinsero come fascista per le sue
idee conservatrici. Addirittura su
Wikipedia si è diffusa la falsa
notizia che egli sia stato uno dei
firmatari delle leggi razziali. In
altre fonti viene citato con il nome
di “Giovanni” come se
“Giovannino” fosse un semplice
diminutivo.
Giovannino fu sminuito dai
critici di idee politiche opposte
alle sue, che affermavano che il
suo lavoro fosse inutile e che,
come scrittore, fosse morto con
l’apertura del suo ristorante.
Quando Guareschi morì l’Unità
scrisse: “E’ morto Guareschi,
così, tra una vignetta e l’altra,
aprì un ristorante tipico a
Busseto. La battaglia finiva
ancora una volta in pastasciutta.
Melanconico tramonto dello
scrittore che non era mai sorto”.
(G. Conti “La nascita del
personaggio”).
Indice
Il pubblico però non ha mai smesso di amare Guareschi che è tra gli autori più conosciuti e
tradotti anche all'estero.
Anche i più giovani, grazie soprattutto alla serie di film che vengono costantemente trasmessi in
televisione, conoscono questo autore.
Recentemente anche la critica ha riscoperto Guareschi dedicandogli studi ed articoli.
Indice
Le traduzioni del Mondo Piccolo
Guareschi è tra gli autori italiani più tradotti
e annovera in catalogo numerosi long seller.
Il complesso delle traduzioni delle opere di
Giovannino Guareschi, costituito da 311
edizioni, è conservato presso l'Archivio del
Club dei Ventitré di Roncole Verdi. Sono
presenti diversi esemplari di alcuni volumi
che portano il totale a quasi 500 documenti.
Il fondo (l’insieme dei volumi) si è creato a
partire dai primi anni 50’ grazie anche al
periodico invio di traduzioni da parte di
Rizzoli, editore di Guareschi, prima
all‘Autore e in seguito ai figli Alberto e
Carlotta.
Da oltre sessant'anni, lettori ed estimatori di
Guareschi contribuiscono all'incremento del
fondo inviando copie di traduzioni, spesso
trovate sia sul mercato antiquario sia
dell’usato.
Indice
Guareschi tra la gente della Bassa
Tra la gente della Bassa l'affetto per Guareschi è più vivo che mai; tra coloro che si
impegnano per diffondere la conoscenza e la memoria di questo Autore c'è il Gruppo Amici
di Giovannino Guareschi di Fontanelle.
Nella testimonianza riportata di seguito Francesco Dioni, uno dei soci fondatori
dell'associazione, spiega i motivi che hanno portato alla nascita del Gruppo e offre una serie
di racconti di prima mano su com'era la Bassa ai tempi di Guareschi e sul rapporto tra
Guareschi e il suo territorio.
Il video è diviso in tre sezioni:
1. Le origini del Mondo Piccolo: la Bassa di inizio ‘900 e Giovanni Faraboli.
2. Le attività dell’Associazione.
3. Il Mondo Piccolo. Un itinerario nei ricordi.
(Racconto raccolto dagli alunni il 27 Marzo 2015)
ITIS “G. Galilei”, S. Secondo P. se
Classi II B e III E
Bibliografia
Libri e articoli
“Storia di Parma. Le lettere”, a cura di G. Ronchi, MUP Editore.
“La scuola del racconto. Vol 4. La nascita del personaggio”, a cura di G. Conti, Rcs Mediagroup.
G. Lugaresi, “Guareschi fede e libertà”, Monte Università Parma Editore.
G. Conti, “Giovannino Guareschi. Biografia di uno scrittore, Rizzoli.
Giovannino Guareschi, Don Camillo, Rizzoli
Giovannino Guareschi, Il compagno Don Camillo, Rizzoli
Sisti E., Grignaffini A., Grignaffini G., “Nella dispensa di Don Camillo. L'oste Giovannino Guareschi e la
cucina della Bassa”, Guido Tommasi Editore-Datanova.
Casamatti G., “Il segno artistico di Giovannino Guareschi 1927-1942”, da “La parola all’Immagine / due – Il
segno satirico di Giovannino Guareschi 1927-1942”, Catalogo della mostra omonima esposta al Museo Amedeo
Bocchi di Parma dal 21 maggio al 28 novembre 2994, MUP Editore, Parma, 2004.
“Corrierino delle famiglie”, Biblioteca parmigiana del Novecento, MUP Editore.
Guareschi G., “Mondo. Candido 1948-1951”, Rizzoli.
Guareschi G., “ Chico e altri racconti”, I grandi libri dei piccoli, Mup Editore.
Testo scritto da Gian Galeazzo Biazzi Vergani e pubblicato su «La Provincia» di Cremona il 5 gennaio 1955.
Video
Per la sezione “ Vita e contesto storico “ , solo per finalità didattiche sono stati elaborati i seguenti video e
film, mantenendo, attraverso un lavoro di editing, le parti che sembravano più rappresentative, aggiungendo e
sovrapponendo immagini e la voce narrante degli alunni.
F. Barilli, “La vita di Giovannino Guareschi”, Mup Editore.
(www.youtube.com/watch)
Sitografia
www.giovanninoguareschi.com
www.wikipedia.it
www.ilnegozio.com (Locandine film)
www.aforismi.meglio.it (Citazioni film)
www.ilcinemaniaco.com (Locandine film)
www.Mauronline.it (Locandine film)
www.giacobbe85.altervista.org
www.mondopiccolo.it
www.donboscolegnago.it (Favola di Natale)
www.thebrayingdonkey.blogspot.it
www.comune.castelmassa.ro.it
www.giacobbe85.altervista.org (Recensione Mondo Piccolo)
www.comune.castelmassa.ro.it
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